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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    21/12/2013    1 recensioni
[IchiCentric]
Ichi e i suoi problemi esistenziali, una ciotola di ramen e Seiya.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Pegasus Seiya
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Kido Family'
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VERRAI A CASA CON ME?



Fandom: Saint Seiya

Titolo: Verrai A Casa Con Me?

Rating: Verde

Personaggi: Ichi, Seiya

Genere: Malinconico, Fluff, Sentimentale

Avvertimenti e note: Mangaverse

Introduzione: Ichi e i suoi problemi esistenziali.

Nda: Adoro i Kido Bros e le loro interazioni personali.

§§§

Ecco dov'eri!”

Con tono trionfante, Seiya raggiunse a balzelli la panchina dove Ichi stava seduto ormai da ore, incurante del vento gelido con solo la vecchia felpa strappata addosso.

Il più giovane gli lanciò poco gentilmente una giacca, che gli cadde in testa con un tonfo attutito, ma Aspides non reagì neppure a quello.

Sbuffando, Pegaso si sedette accanto a lui, scoprendogli il viso con un movimento rapido; lo scrutò a lungo, poi la sua espressione allegra mutò, diventando una di profonda amarezza: “Ti stavo cercando... Ti stavamo cercando tutti... Cosa ti è successo? Non è da te restare fuori casa senza avvertire...”

Ichi non rispose, chinò solamente il capo e nascose il viso tra le mani: il suo corpo venne scosso da singhiozzi sommessi mentre le lacrime cominciavano a stillare anche dalle dita semi-aperte.

Seiya, incapace di comprendere cosa potesse aver scatenato quel pianto a dirotto, fece l'unica cosa che gli venne in mente.

Lo abbracciò fortissimo, facendo cadere la giacca e sbilanciandolo; entrambi caddero a terra, ma il Pegaso non mollò la presa, anzi, la aumentò nel tentativo di scaldarne il corpo semi-congelato: “Sei rimasto qui seduto tutta la notte?” chiese con voce severa.

L'altro annuì, non riusciva a parlare, non se la sentiva; sarebbe sembrato lo squittio di un topolino spaventato, non la voce di un ragazzo nel pieno degli anni, non quella di un guerriero, di un presunto eroe.

Già... Era quello il problema.

D'istinto, lui continuava a ritenersi tale: un eroe, fratello di eroi, ma lo era davvero?

Era pieno di dubbi e questi lo stavano facendo impazzire: non sapeva più chi era, non riusciva a comprendere sé stesso e stava inesorabilmente allontanandosi da tutti, perfino dalla famiglia che tanto faticosamente aveva trovato – o meglio, ritrovato.

Lo sai che eravamo preoccupati, vero? Anche Saori lo era.”

Sì, lo sapeva, ma cosa poteva farci?

Era spaventato, avrebbe voluto parlarne ma non riusciva mai a trovare il momento, il coraggio necessario e in generale non sentiva di riuscire a mettere in luce tutto quel profondo disagio che albergava in lui ormai da mesi.

Dobbiamo parlare.”

Seiya si era alzato, staccandosi all'improvviso da lui, e Ichi l'aveva guardato, perplesso e stupefatto: “Dobbiamo parlare.” ripetè il ragazzo più giovane, tendendogli la mano, “Ma non certo qui.” aggiunse, guardandosi attorno e frugandosi in tasca.

Ne tiro fuori una banconota da 1000 yen e qualche spicciolo: “Perfetto! Possiamo andare a prenderci qualcosa da mangiare!” esclamò trionfante: “Offro io!” esclamò, tirandolo in piedi lui stesso, dal momento che l'espressione ebete del fratello poteva solo significare che di tutto quello che Seiya aveva detto, Ichi aveva capito sì e no due parole.

C'è un chioschetto di ramen qui vicino, l'ho visto mentre venivo qui!” disse Pegaso, spingendolo in avanti: “Dai, forza, tu non hai fame?!”.

§§§

Col brodo caldo nello stomaco, Ichi si sentiva decisamente meglio e la lingua era senza dubbio più sciolta, notò Seiya, dal momento che aveva cominciato a rispondere e non più soltanto a monosillabi.

Di tanto in tanto faceva capolino anche un sorrisetto.

Una volta finito il pasto – mentre aspettavano che il tè fosse pronto – Seiya ritirò fuori il discorso: “Allora, cosa ti succede?” chiese con voce serena e affettuosa.

Per qualche istante, Ichi non disse nulla, concentrandosi sul brodo tiepido e giocherellando con gli spaghetti ormai mollicci, poi infine abbandonò le bacchette nella ciotola – tintinnarono fastidiosamente – e si poggiò col mento sulle mani intrecciate.

Sono tanto stanco...” ammise con un soffio di voce: “Non so chi sono... Non riesco a ricordare chi sono o perchè lo sono.” mormorava appena con gli occhi che pizzicavano per le lacrime in procinto di scendere, “Vorrei essere come voi. So che è sbagliato ma per anni non ho mai avuto una vera e propria identità. Ero solo uno dei tanti, un ragazzino come tanti altri, un altro nome da dimenticare nel vortice di morti per un pezzo di metallo...”.

Seiya si irrigidì ma non disse nulla.

Poi finalmente finì l'incubo, tornai in un Giappone che non sentivo più come casa mia da tanto tempo e in una casa che non lo era mai stata, con ragazzi che, sinceramente, non avevo mai sopportato. Sono tornato tronfio e superbo e ho preso una durissima batosta. Sono ripartito senza dire nulla a nessuno e quando sono tornato, il mondo mi è come crollato addosso.”

In che senso?”

Prima le battaglie al Santuario, Saori-san ferita, voi ridotti come stracci... Non era a questo che mi avevano preparato. Mi sono reso conto che non sarei mai potuto essere come voi, che sarei sempre stato un eterna nullità. Non una stella che brilla di luce propria quanto piuttosto un satellite che vive di luce riflessa.”.

Io non pensavo...”

Poi vennero le altre battaglie: Poseido, Hades... e una volta di più mi sono reso conto che c'era un abisso a separarci inesorabilmente; poi siete tornati e ho compreso che sono stato cieco, che malgrado io continuassi a urlare e a sforzarmi, nessuno avrebbe mai potuto capire cosa provavo, come mi sentivo.”

Io non capisco...” ammise Seiya a voce bassa, abbandonando la testa sul piano di legno: “Hai ragione, non riesco a comprendere ma non è vero che non hai una tua identità...” tentò di dire, con la mano piccola e fredda premuta contro quella del fratello, “Non è una vita facile la nostra, questo è vero, e non solo per la nostra dedizione alla Dea Athena ma anche perchè siamo stati praticamente invisibili per tutta la vita. Ci abbiamo sofferto tutti, chi in misura maggiore chi in misura minore, non abbiamo mai avuto una vera famiglia per tantissimo tempo.”.

Seiya prese un attimo fiato, riordinò i pensieri, poi guardò fisso Ichi negli occhi, sorridendo: “Ma siamo assieme, cresceremo. Dobbiamo ancora crescere, invecchieremo... Ci confesseremo ancora altre cose, altri problemi e cercheremo di risolverli assieme. Ma tu non hai bisogno di brillare della luce riflessa di qualcun altro.” replicò.

Tu vai benissimo così come sei, sul serio.”

Sbalordito, l'albino lo guardò smarrito.

Essere eroi non serve a nulla. Ci sono altri modi per dimostrare veramente chi sei: è facendo le piccole cose che mostri di che pasta sei fatto, è soverchiando le piccole e grandi difficoltà con le tue forze, magari anche chiedendo aiuto, che mostri quanto sei umano, che fai vedere quanto sia eroico vivere normalmente giorno per giorno.”.

A quel punto, le lacrime non ebbero più freno e Ichi si lasciò cadere in avanti tra le braccia di Seiya che erano già spalancate per accoglierlo.

Verrai a casa con me?”

Sì...”.

   
 
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