Fanfic su artisti musicali > Placebo
Ricorda la storia  |      
Autore: kike919    21/12/2013    1 recensioni
"Voglio solo gonfiarmi di alcool e buttarmi via. Lasciarmi inghiottire lentamente, dolcemente dalle carezze da sgualdrina del gin."
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Molko, Stefan Osdal
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Voglio solo gonfiarmi di alcool e buttarmi via. Lasciarmi inghiottire lentamente, dolcemente dalle carezze da sgualdrina del gin. Le stelle che ostacolano la vista, sempre più ingombranti. Ed io sempre più distante. Estraniato, dalla realtà. Questo vuoto inquietante non lo posso colmare. Questo vuoto che mi uccide.
Non sarò mai come volete voi, nemmeno quando farò quel che volete voi. Nemmeno quando mi sporcherò le mani fino a imbrattarmi del mio stesso sangue. Nemmeno quando ucciderò me stesso, per permettere alle vostre aspettative di vivere.
Perché quello è più importante del mio affetto. Ciò che faccio; non chi sono. Il contenitore al posto del contenuto. Bella scatola, ma quando l'aprite manca la vita.
E l'anima non è lì; lei voleva solo darsela a gambe, fuggire ai morsi, scappare. Ma non l'avete capita. Me ne sto come un rifiuto, perché il mio “vi voglio bene” non vi bastava. Voi volevate solo un sì. Beh, prendetevi quel cazzo di Yesman a cui avete fottuto la testa. Pian piano gli togliete il calore.
Prendetevi i miei gesti, ma l'anima scapperà. Si nasconderà lontano dai vostri sfregi, dai vostri graffi. Non arriverete più a vedere le mie lacrime. Perché l'affetto che vorrete domani, oggi non vi bastava. La persona di oggi che cercherete domani, poi non ci sarà più.
Gli ultimi barlumi di lucidità sprecati per chiedersi cosa significa essere amati. Cosa vuol dire non sentire così freddo. Un fottuto imbecille con la testa fottuta dal dolore.
Puntate il dito; sì, puntatelo su una checca ubriaca. Volevo solo essere me stesso; questo invece era ciò che volevate voi. E adesso lasciatemi in pace mentre mi uccido, mentre scivolo nel sonno forzato, sedato di chi non ha più niente da perdere. Di chi ha dovuto lottare per un futuro, e l'avete lacerato anche negli affetti.
Perché io non vi bastavo. Io ero solo il vostro fottuto fenomeno da baraccone; la scimmietta il cui culo viene venduto a buon mercato, usata per sbattere i piatti durante uno spettacolo demente.
Io sono a vostro uso e consumo. Non sputatemi addosso perché vi faccio schifo: voi mi avete voluto così. Io mi odio perché sono così. Ed è troppo tardi per tornare indietro e cambiare, recuperare il tempo perso e gli errori. Sono un esperimento di laboratorio, e non mi avete nemmeno lasciato scappare. Avete incatenato nel gelo la mia anima, l'avete gettata all'Inferno e ora mi sputate addosso.
Persino le bestie feroci hanno avuto con me più umanità, di chi diceva di volermi bene. Quel bene è stato solo una rovina, un sentimento poco sincero.
E scusate se mi scaldo con l'alcool, perché non mi è rimasto altro; perché ho bruciato la mia esistenza nel peggiore dei modi, soprattutto per merito vostro. Scusate se ho provato a sganciarmi, a sognare, e voi non me l'avete permesso.
Scusate, se l'unica potenzialità che mi è rimasta è solamente il mio culo.
Grazie, di avermi dimostrato che il modo migliore di distruggere una persona, è quello di volergli bene e poi tagliargli le gambe. Negargli il sostegno. Ricatti affettivi. Grazie, di avermi fatto capire che l'aggressività in ogni sua forma dilania il mondo.
Voglio solo rendermi innocuo, implosivo. Voglio solo smettere, non so nemmeno di fare cosa.
Meglio morire, se una bottiglia può darmi più calore dell'affetto degli esseri umani.



-Brian, ma cosa stai facendo?
Chiede Stef per nulla sorpreso, scuotendo la testa.
-Avevo...avevo solo bisogno di morire un po'.
Brian cerca di alzarsi dal pavimento; non ci riesce e scivola. Se solo avessi sbattuto la testa...
L'altro ha gli occhi lucidi. Materno, solleva il suo esile corpo scheggiato; senza dire una parola lo porta in spalla e lo deposita sul letto. Quella bottiglia semivuota, gliela toglie di mano e resta così ad osservarlo. Senza dir nulla; perché nessun discorso colma le lacune affettive.
Quanto male ti hanno fatto. Ferite così angoscianti che non le riesci a celare, ti bruciano sotto i vestiti, ti staccano la pelle. Sarebbe bastato così poco per salvarti...
Se solo nella tua vita fossi arrivato prima, non avresti avuto sempre il bisogno di morire.
Poi muore un po' anche lui. Beve gli ultimi sorsi di quella bottiglia, che non gli faranno nulla, ma lo porteranno più vicino al suo dolore.
Si addormenta vicino a quel corpo pieno di alcool e freddo, nella speranza di riuscire a scaldarlo davvero prima o poi, di riuscire ad asciugare gli sputi. Perché se le persone fossero riuscite a capire realmente quanto quell'uomo fosse speciale, non si sarebbero mai permesse di togliergli l'appoggio, di negargli l'affetto.

Non ci sarebbero mai state quelle spaventose ferite che ogni giorno si sforzava di ricucire.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Placebo / Vai alla pagina dell'autore: kike919