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Autore: mysticmoon    17/05/2008    0 recensioni
[Love Contract] E' una breve storia che potrebbe sostituire l'ultimo episodio di questa serie.
A volte l'amore non basta. A volte l'affetto è debole. A volte è l'emozione più forte, per quanto negativa, quella che può aiutarci ad aprire gli occhi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Spoiler!
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Nota dell’Autrice
Questa è la mia seconda fan fiction dedicata a “Love Contract”.
Cronologicamente è situata un poco più avanti della precedente,
ossia più di un anno dopo l’incidente stradale in cui sono coinvolti
Xiao Bai e Xia Feng ma, differenza della precedente, non è
collegata ad alcuna scena del dorama e gli è meno fedele
in quanto Xiao Bai in questo caso non è morto.

Il Tuffo


Ah Ken entrò nella stanza lentamente, facendo il minor rumore possibile nonostante fosse consapevole che forse più nulla avrebbe potuto riportare in quella realtà Xiao Feng, neanche una chiassosa entrata nella sua stanza dalle tende sempre tirate per evitare che i vicini potessero sbirciare la ragazza giacere inerme nel suo letto, gli occhi persi nell’infinità di quella falsa realtà in cui forse la ragazza si muoveva da più di un anno a quella parte.
Xiao Bai, quello che in un primo momento i medici avevano giudicato più grave per via della gravissima emorragia interna provocata dal passaggio della pesante jeep sul suo addome e delle tre costole che gli avevano perforato il polmone sinistro, si era ripreso completamente in meno di nove mesi.
Il ragazzo era consapevole della sua fortuna: i medici gli avevano detto chiaramente che il suo essere vivo era un vero miracolo, che sarebbero bastati cinque minuti in più senza cure e non si sarebbe riuscito a salvare quindi da quando era stato dimesso si impegnava come un forsennato per recuperare il tempo perso.
Xiao Bai aveva fatto grandi progressi suoi studi d’arte e, nonostante i medici non si fossero dimostrati entusiasti di quella sua iniziativa, aveva ripreso un paio di mesi prima a praticare sia il nuoto sia il kendo, tutto con lena centuplicata dallo spavento preso quel maledetto giorno in cui aveva letteralmente gettato il motorino su cui viaggiava con Xiao Feng sotto una jeep e dal rimorso di aver ridotto la ragazza in stato catatonico per una sua manovra a dir poco sconsiderata.
Non appena era stato in grado di parlare aveva fatto chiamare Ken al suo capezzale per scusarsi dell’incidente in cui aveva coinvolto Xiao Feng, ignaro che non avesse solo un braccio rotto come gli avevano raccontato per tranquillizzarlo e che il motivo per cui non era ancora andata a trovarlo era la rabbia per averla ferita.
All’epoca erano trascorse solo un paio di settimane dall’incidente quindi Xiao Bai era ancora in serio pericolo per via di tante possibile complicazioni polmonari ed i ragazzi immaginavano che quell’osso duro di Xiao Feng avrebbe impegnato poco per uscire dallo stato catatonico quindi avevano pensato che fosse meglio evitare di dargli una notizia che avrebbe soltanto aumentato il senso di colpa che palesemente lo divorava.
Purtroppo assieme ai rapidi e continui miglioramenti di Xiao Bai non erano giunti quelli di Xiao Feng, che continuava a giacere in quel letto del reparto di Neurologia con lo sguardo perso nel vuoto mentre i tessuti danneggiati dall’impatto con il duro asfalto si rigeneravano, quasi il suo corpo volesse continuare a esistere mentre la sua anima, separata dal suo corpo a causa dell’urto, fluttuasse altrove, lasciando solo un pallido accenno di luce in quegli occhi che non erano completamente aperti.
Soltanto quando Xiao Bai era stato dimesso i ragazzi si erano trovati costretti a rivelare la verità al ragazzo: quando lui aveva esternato ai suoi amici il suo intento di andare a casa della ragazza per chiederle scusa, magari non sfidandola a kendo visto il suo stato di salute non ancora ottimale ma offrendole da bere e magari organizzando una piccola festa per loro sette Xin Lei aveva preso il coraggio a quattro mani e gli aveva comunicato che Xiao Feng era a casa sua ma che non stava bene come gli avevano sempre fatto credere.
Xiao Bai aveva pianto sulla spalla della sua ex ragazza a lungo mentre gli altri lanciavano brevi sguardi in direzione di Ken, il ragazzo con il cuore pesante che ogni giorno andava a casa della ragazza per scusarsi con sua madre e portare fuori Xiao Feng con la sedia a rotelle, sperando che qualcosa potesse rompere quell’incantesimo che imprigionava la ragazza in un mondo sospeso tra vita e morte.
Era per quel motivo che adesso era in quella stanza e che aveva preso tra le sue una mano resa ossuta dal riposo e pallida dal poco sole che prendeva la ragazza.
Era quasi fredda, come tutti gli altri giorni, ma lui sorrideva dolcemente: anche quando stava bene le sue mani non erano mai state bollenti quindi non lo considerava un cambiamento così radicale.
- Ciao- la salutò strofinandole la mano tra le sue per donarle un poco di calore- Oggi sono venuto a prenderti presto perché andiamo a fare una bella gita al mare soli soletti. Sei contenta, vero? Torniamo alla spiaggia dove ci siamo divertiti tanto quella volta, quando ancora eravamo soltanto amici e tu sei venuta a scusarti per aver seguito i tuoi amici invece che appoggiarmi. Neanche quel giorno il tempo era bellissimo… ma forse è meglio così. Non credo che a te piaccia abbronzarti e a me il troppo sole causa bruciore agli occhi. Andiamo?
Ken la sollevò con delicatezza, attento a non piegare in malo modo neanche un capello di quella bambola di pezza senz’anima che amava, e la mise sulle sue spalle per trasportarla più agevolmente al piano di sotto.
Era appena giunto in fondo alle scale quando la madre della ragazza apparve al suo fianco con un bicchiere pieno di latte in mano.
Il ragazzo la guardò con aria sorpresa: non pensava che la ragazza potesse bere senza il supporto di un apposito macchinario.
La signora Cheng intuì cosa stava pensando il ragazzo.
- E’ per te- spiegò la donna mettendogli davanti alle labbra il bicchiere colmo.
- Io… grazie.
Il ragazzo sorseggiò il liquido gentilmente offerto dalla donna e pregò con tutto il cuore che la ragazza che si era caricato sulle spalle si svegliasse il prima possibile.
Nonostante esteriormente non sembrasse molto cambiata e non si lamentasse mai del suo essere costretta ad occuparsi della figlia ogni attimo in cui non lavorava lui sapeva quanto tutto ciò la stesse usurando: lui aveva lavorato da quando suo padre aveva abbandonato sua madre, malata di cuore, quindi sapeva quanto fosse faticoso occuparsi della casa e di una persona malata e al tempo stesso mantenere un impiego per poter sopravvivere e leggeva in quel sorriso e in quegli occhi luminosi la stessa fatica che aveva gravato sulle sue spalle fino a quando tutto ciò era finito nel modo più tragico possibile.
Istintivamente inclinò il capo di lato, sfiorando il volto di Xiao Feng con i capelli.
Sentirla respirare regolarmente sul suo collo, così vicina eppure così distante da lui, gli faceva sempre male ma adesso che questo accadeva mentre pensava alla fine della vita di sua madre gli riportava alla mente i momenti agrodolci di quella grande intimità che avevano vissuto in quel paesino in riva al mare, lo stesso in cui i suoi genitori si erano incontrati e dove per qualche tempo avevano vissuto felicemente, e nelle sue orecchie risuonava il suono della sua voce mentre cantava quella vecchia canzone in giapponese, la stessa che era solita cantare sua madre per farlo addormentare quando era soltanto un bambino.
La donna accarezzò i capelli di sua figlia e per un istante nei suoi occhi brillarono le lacrime, ricacciate indietro quello successivo per evitare che il ragazzo avesse delle nuove preoccupazioni. Si occupava con tanta amorevole perizia della sua bambina che il suo ultimo desiderio era che quel ragazzo, già tanto provato da una vita non molto facile, dovesse essere in pensiero anche per il suo precario equilibrio psicofisico.
- E’ meglio che andiate- sussurrò la donna sorridendo un’ultima volta a Ken.
Il ragazzo annuì e, fatto un cenno con la mano alla madre di quella che non sapeva neppure se sarebbe tornata ad essere la sua ragazza oppure no, si diresse verso le scale.

Ken si sorprese quando vide quanto il destino fosse beffardo: quel giorno avevano deciso di andare alla spiaggia anche tutti gli altri membri del loro gruppo.
Mu Tou leggeva seduto in calzoncini e maglietta sotto una palma, quasi si riparasse da quel pallido sole sufficiente appena per scaldare l’aria di quell’inizio di giugno piuttosto deludente.
Xiao Xiao e Xin Lei invece stavano giocando a beach volley contro Ah Kai e Xiao Bai, rumorosi e felici come Ken non li vedeva da tempo.
Spinse la sedia a rotelle sul camminamento in cemento poi, messosi la ragazza sulla schiena, trasportò lei e la sedia verso il bagnasciuga, sperando di non attirare l’attenzione su di loro. Era molto affezionato ai suoi amici, soprattutto adesso che era rimasto completamente solo ma non voleva mandare in frantumi quell’atmosfera gioiosa che regnava tra loro con la sua presenza.
Mu Tou li notò.
- Ciao Ken. Ciao Xiao Feng- disse avvicinandosi al ragazzo per togliergli di mano la sedia a rotelle.
- Grazie Mu Tou- rispose il ragazzo lasciando che quello con gli occhiali gli sottraesse quello scomodo oggetto dalle mani per poi sistemare meglio la ragazza sulla sua schiena- Come mai da queste parti?
- Abbiamo pensato di venire qui a passare la mattinata visto che avevi dei programmi per voi due- spiegò mentre gli altri quattro si avvicinavano a loro in fretta- Non immaginavamo che il vostro programma fosse venire qui.
- Ciao Ken- disse Xiao Xiao avvicinandosi al ragazzo per poi prendere tra le mani una di quelle di Xiao Feng e salutarla, guardandola negli occhi.
Xin Lei fece lo stesso mentre Ah Kai salutò i due come aveva fatto Mu Tou.
L’unico a stare zitto era stato Xiao Bai, poco discosto e ancora incapace di accettare che la ragazza fosse in quello stato a causa sua.
Ken e gli altri, consapevoli di questo imbarazzo, ignorarono la mancanza di saluto e, messisi tutti sotto la palma di Mu Tou, iniziarono a chiacchierare come se la ragazza appoggiata al tronco e a Ken fosse perfettamente in sé, ignorando sia l’imbarazzo di Xiao Bai sia la tristezza dipinta su ognuno dei loro, in particolare su quello di Ken, che non riusciva a distogliere gli occhi dalla ragazza alla quale cingeva la vita per sostenerla.

I ragazzi stavano passeggiando su un molo del tutto simile a quello sul quale si erano incontrati quasi due anni prima in occasione del compleanno di Xiao Feng.
Era stato quello l’inizio della loro storia: se Xiao Feng non avesse gridato su quella piattaforma di cemento il suo desiderio di innamorarsi e Ken non l’avesse rimproverata forse sarebbero stati solo dei semplici conoscenti e non un gruppo.
Improvvisamente Ken ebbe un’idea: si diresse in fretta verso la fine del molo e si mise accanto alla sedia a rotelle della ragazza.
- Voglio che Xiao Feng si svegli! Voglio che Xiao Feng si svegli!- gridò dopo aver messo le mani a coppa attorno alle labbra per amplificare il suono, imitando il gesto compiuto dalla ragazza quella sera.
Immediatamente anche gli altri cinque si affiancarono a loro per imitare il ragazzo.
Gridarono a lungo il loro desiderio che l’amica si svegliasse, trattenendo a stento le lacrime per la crudeltà di quel destino.
Smisero quando Xiao Bai iniziò a tossire violentemente, ricordando loro che la sua capacità polmonare era stata danneggiata dall’incidente.
- E’ meglio che non ti sforzi- gli disse Ken dopo aver posato una mano sulla sua spalla.
- Mi dispiace…
- Non fa nulla… era solo un gioco.
- No… volevo dire per averle fatto questo. Prima quel maledetto Love Contract e adesso… devi odiarmi davvero tanto.
Ken passò la mano sul capo del ragazzo.
- Non ti odio affatto e neanche Xiao Feng. Con quel contratto ci hai dato modo di conoscerci… noi non saremmo qui tutti insieme se non fosse stato per te.
- Insieme… lei non è con noi- sussurrò.
Ken non si irritò ma tutti intuirono che quelle poche parole che tutti e cinque segretamente condividevano lo facevano soffrire.
- Ti sbagli- disse- Lei è con noi. Lei è viva e ci sente. Finché sarà così lei sarà sempre con noi.
- Come fai a dirlo!- esplose Mu Tou, che come tutti gli altri aveva indietreggiato di qualche passo dopo il lieve malore di Xiao Bai- Come fai a dire una cosa simile! Guarda in faccia la realtà, Ken! E se non vuoi farlo guarda in faccia Xiao Feng! E’ doloroso dirlo ma lei non c’è.
Prima che Ken potesse ribattere parlò Xiao Xiao.
- Mi spiace tanto, Ah Ken… ma sono d’accordo con lui. Io voglio che lei si svegli… ma ora come ora qui lei non c’è.
Ken guardò gli altri due ragazzi e vi lesse il medesimo pensiero: era doloroso ammetterlo ma per loro la ragazza non era presente e, dopo un anno trascorso a stimolarla senza avere alcuna risposta, in un angolo del suo cuore aveva iniziato a temerlo anche lui.
Sospirò poi abbassò gli occhi sulla ragazza mollemente abbandonata sulla sedia a rotelle, così differente dall’imbattibile capitano della squadra di kendo che aveva cercato di allontanarlo in ogni modo concepibile dalla mente umana.
Si massaggiò la guancia al ricordo di quella seduta dal dentista che l’aveva costretto a subire pur di farsi odiare e, chinatosi al suo fianco, strinse la sua mano tra le sue per poi distendere le labbra in un sorriso triste.
- Anche io temo che lei non ci sia… però mi ricredo subito perché lei c’è ed è una verità indiscutibile.
- Su cosa ti basi?- gli chiese Mu Tou avvicinandosi a loro.
- Mi basta sapere che lei è Cheng Xiao Feng, la ragazza più ostinata che io abbia mai conosciuto.
- Mi spiace dirlo… ma guarda ai fatti. In un anno non è migliorata neanche un po’. Non reagisce da più di dodici mesi… io credo che continuare ad accanirsi come stai facendo tu non serva a nulla... e, Ken, credo che per te sia solo un male andare avanti di questo passo.
- Cosa dovrei fare allora?- chiese con voce venata di rabbia rialzandosi in piedi per guardare negli occhi il ragazzo vicino a lui.
- Non ti dico di rinunciare, sia chiaro…- si sbrigò a precisare Mu Tou- Ma sforzandoti in questo modo non ti fai del bene.
- Stare con lei mi fa bene, Mu Tou, e aiutarla a uscire dal coma mi fa sentire anche meglio.
- Non capisci che non sta affatto uscendo dal coma! Non ha fatto neanche un passo da un anno a questa parte!
Ken non riuscì a trattenersi oltre: si avventò come una belva sul ragazzo che istintivamente si scansò ma nello slancio spinse la sedia a rotelle e prima che potesse rendersene conto questa aveva raggiunto il bordo del pontile e, con un tonfo, cadde in acqua.
Ken si dimenticò immediatamente di Mu Tou.
Rapido come un gatto scartò di lato e si gettò in acqua.
La sedia già aveva già raggiunto il fondo ma Xiao Feng non era su questa: affondava molto più lentamente, guidato dalla forza delle onde che da quella mattina avevano iniziato a increspare il mare e che adesso lo agitavano moderatamente.
Rapidamente tese la mano verso quella nube di sfuggenti capelli neri per avvicinarla a sé ma questi, viscidi, scivolarono via.
Il ragazzo allora si spinse verso di lei puntando a qualsiasi parte più consistente del suo corpo.
Riuscì ad afferrarla per un polso e la trasse faticosamente a sé poi, cintole la vita con un braccio, risalì.
Immediatamente portò il suo volto in superficie per poi trascinarla con fatica sul bagnasciuga, dove la distese supina per constatare le sue condizioni fisiche.
Impiegò meno di un secondo per accorgersi che la ragazza aveva bisogno della respirazione bocca a bocca e non esitò a praticargliela mentre gli altri ragazzi terrorizzati li raggiungevano sulla spiaggia.
La sua sorpresa fu enorme quando la ragazza, dopo aver tossito, strizzò gli occhi per poi voltare il capo di lato per sputare l’acqua salata che le aveva invaso le vie respiratorie.
Ansimando alzò gli occhi su di lui e gli dedicò un sorriso, segno indiscutibile che la ragazza era in sé.
Ken non pensò a quello che stava facendo: si accasciò su di lei, quasi privo di forze, e l’abbracciò piano mentre grandi lacrime si univano all’acqua marina che già bagnava il suo volto.
I ragazzi si fermarono a qualche passo di distanza, incapaci di comprendere come mai Ken giacesse sulla ragazza.
- Sta bene… vero?- chiese Xiao Bai con voce flebile.
La risposta alla sua domanda giunse direttamente dalla ragazza: faticosamente Xiao Feng strinse il pugno e sollevò il pollice.
Aveva compreso la domanda e risposto istintivamente ma si sentiva confusa e soprattutto non sapeva cosa diavolo ci facesse sulla spiaggia.
Si ricordava vagamente dell’incidente e della dichiarazione d’amore di Ken che aveva udito poco prima di perdere conoscenza ma finiva tutto lì.
Il resto era solo uno strano e vago sogno in cui aveva sentito tante voci… quindi come era arrivata sul bagnasciuga di quella spiaggia? Perché era bagnata? Aveva rischiato di affogare? E come mai i capelli dei suoi amici erano diversi? Quelli di Xiao Bai sembravano più o meno della stessa lunghezza ma quelli di Ah Kai erano più corti mentre le ragazze li avevano più lunghi! Perché quei cambiamenti e tutti quanti assieme? E come mai portavano dei vestiti così inadatti alla stagione primaverile? Era troppo freddo per poter andare in giro tutti quanti in canottiera!
- Xiao Feng…- sussurrò Xin Lei avvicinandosi con passi malfermi ai due ragazzi distesi sul bagnasciuga, incredula di fronte a quella prova del risveglio della sua più cara amica.
La ragazza si stupì delle lacrime che scivolavano sul viso dell’amica. Doveva essere rimasta sott’acqua molto a lungo se aveva pensato che fosse in pericolo di vita!
Riuscì a sorridere e sollevare una mano ma era tutto tremendamente faticoso quindi fu grata a Ken quando la sollevò e la fece appoggiare a lui.
Adesso che era seduta e che tutti i suoi amici erano al suo fianco poté vedere che tutti, Ken compreso, stavano singhiozzando rumorosamente e versando fiumi di lacrime. La gola le faceva male a causa dell’acqua salata ma cercò ugualmente di parlare.
- Ho rischiato… di affogare?- chiese con voce flebile.
La stretta di Ken attorno alle sue spalle le bastò come risposta. Dovevano aver avuto una paura folle di perderla.
- Mi spiace… preoccuparvi.
I suoi occhi passarono in rassegna tutti i ragazzi ed improvviso realizzò qualcosa che prima non aveva colto: Xiao Bai era in perfetta forma! Prima di perdere conoscenza lei l’aveva visto giacere in una pozza di sangue sotto quell’auto! Era certa che stesse morendo! Non metteva in dubbio che fosse vivo e vegeto ma questo ed il fatto che non avesse alcun segno di quell’evento sul corpo poteva avere un solo significato: era passato molto tempo dall’incidente.
- Ho dormito… molto?
- Non sai quanto- le sussurrò Ken.
- Quanto… tempo?
- Più di un anno.
- Tanto.
- Già. Tanto. Ma adesso non sforzarti.
Ken la sollevò come se fosse una piuma, ormai abituato a trasportare la ragazza a braccia.
- Ti porto a casa- le spiegò, offrendo in questo modo anche una spiegazione per tutti gli altri- Tua madre sarà sicuramente molto felice.
- Bene.
- Ti avviso che andremo in moto. Preferisci andare in auto con loro?- chiese facendo cenno con il capo ai ragazzi ancora seduti.
- Te- sussurrò Xiao Feng.
Ken sorrise.
- Allora ci salutiamo qui.
La ragazza mosse lentamente la mano per salutarli e si lasciò trasportare verso la moto docile come un agnellino.
Abituato a manipolare il suo corpo privo d’anima per Ken non fu difficile metterle il casco e sistemarla dietro di sé ma non riuscì a trattenere un tremito quando la ragazza passò faticosamente le braccia attorno alla sua vita.
Non poteva parlare molto ma ridacchiò divertita per quella reazione.
- Ridi di me.
- Sì.
Poggiò una mano su quelle di lei.
- Non sai da quanto aspettavo questo momento… ti ho aspettata tanto… e devo dirti una cosa molto importante. Tu non hai di certo visto quel video che ho mandato in onda…
La ragazza si strinse ancora di più a lui.
- L’ho visto- sussurrò.
- Davvero?
- Sì.
- E… cosa ne pensi?
- Fotogenico.
- Nient’altro?
- No.
Ken non fece trasparire la delusione per quella risposta. L’importante era che Xiao Feng si fosse svegliata e se non aveva sentito che lui aveva dichiarato davanti a tutti il suo amore non doveva angustiarsi. Aveva accettato di andare in moto con lui quindi non era più furiosa e avrebbe avuto certamente un’altra occasione di dichiararle la profondità dei suoi sentimenti.
Non immaginava che la ragazza stesse giocando lui: non aveva ancora dei ricordi molto nitidi di quei momenti ma nella sua mente era ben impresso quel “wo ai ni*” che aveva udito prima di perdere conoscenza. Per questo si era sforzata tanto per prenderlo un po’ in giro e adesso si stava ricaricando per dargli la risposta che meritava.
- Ken!- gridò improvvisamente la ragazza mentre stavano sfrecciando lungo la strada che portava in città.
- Sì?- chiese con lo stesso tono.
- Ti amo anche io!
Ken non si vergognò di quanto il suo cuore battesse forte né del fatto che la ragazza aveva il capo poggiato di lato e che quindi stesse ascoltando compiaciuta quel pulsare impazzito.
- Amo Cheng Xiao Feng!- gridò.
- Amo Liu Jian Dong!- rispose lei, ridendo con tutto il cuore dopo mesi e mesi trascorsi in quel limbo di cui lei non era stata nemmeno cosciente, finalmente libera da quell’incantesimo che l’aveva intrappolata in una bolla impermeabile che, ironia della sorte, si era infranta entrando in contatto con la sua peggiore fobia.

*: “wo ai ni” tradotto letteralmente è “io amo te”

  
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