Fanfic su artisti musicali > Adam Levine
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Autore: paoletta76    22/12/2013    1 recensioni
Una ragazza, un sogno nel cassetto. Qualcuno che come un'onda ritorna dal passato. Jen sale sul palco ed intona la canzone che la lega come un filo a quell'amore impossibile, senza sapere che l'uomo oltre la poltrona prova per lei qualcosa di mai detto. Che per lei non vuole essere soltanto un collega, un coach, una star. Due persone, due vite, due linee che s'intrecciano fra loro seguendo le note. Riusciranno a trovare l'accordo perfetto?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'A Voice Is Everything'
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Sei mesi.
 
Sei mesi, il silenzio più completo.
 
La sveglia presto ogni mattina, il caffè millegusti e la straordinaria varietà di visi e di voci che affollavano lo Starbucks point.
Come sempre, come prima. Come se nulla fosse mai successo.
 
Adam non riusciva a diventare un ricordo lontano.
Come invece era giusto che fosse.
 
Jen, have you seen this? Tabloids are talking about your.. friend. Again.
 
Ellen aveva raccolto un giornale e gliel'aveva appoggiato a due passi, sul tavolo che stava finendo di pulire.
Maledetta me e il giorno in cui sono venuta a confidarmi.. sospirò, rivolgendo la copertina verso di sé, e notando a malincuore quella foto.
 
Malincuore..? Soltanto..? Questo fa male. Come un pugno in pieno petto, di quelli che non ti aspetti e che ti levano il respiro.
 
La foto non nascondeva proprio nulla. Lui.. lui, abbracciato all'ennesima bellona seminuda indicata come Adam Levine's girlfriend, all'uscita di un non ben precisato locale per una non ben precisata premiere di chissà cosa.
 
O forse sì, c'era scritto. Magari dentro al giornale c'erano tutti, i particolari di quella serata speciale. E c'era anche il nome dell'ennesima mrs. Levine.
Non riuscì ad andare oltre, con gli occhi improvvisamente annebbiati dalle lacrime.
 
Perché piangi, adesso, Jen? Lui non ti ha mica promesso niente..
 
Ma era sincero..
 
Sicura, che fosse sincero?
 
- Hey, sis, all ok? I'm sorry.. I shouldn't have shown you that.
Ellen le si avvicinò, con una smorfia di preoccupazione a dipingerle il viso, abilmente mixata con la sua espressione migliore da te-l'avevo-detto.
- Everything he told you in L.A..
-..Was a lie, Elle.- sospirò, piegando lo straccio, ed allontanandosi il più velocemente possibile da quello stupido giornale - I've been a number. Or not.. maybe not. He didn't promise me anything. I'm not a super model. I'm not made for him.
 
Viso basso, espressione delusa e triste. Un sospiro, profondo.
Elle che non rispondeva.
 
Sollevò il viso e la trovò congelata oltre il tavolo, occhi sgranati e indice puntato.
Aria da fangirl idiota totale.
 
Hi..
Una voce, quella voce, alle proprie spalle.
Esitò per un lunghissimo istante, prima di voltarsi ed incontrare quel sorriso appena accennato.
Adam Levine. In carne ed ossa, senza top model addosso. Appariva incerto e sinceramente in imbarazzo, sotto gli sguardi dei pochi clienti presenti nel locale e di Elle.
- Can I talk to you?
- Nope.- replicò lei, le labbra piegate in una smorfia, tornando a spolverare il tavolo con energia.
 
Ecco cosa gli piaceva, di Jen. Non lo trattava come un idolo. Mai.
 
- I'm sorry I never called you for these six months, but..
-..You were too busy.
La ragazza raccolse il giornale e glielo sbatté davanti in malo modo, lasciandolo a fissarlo a labbra socchiuse.
 
Il cuore a mille all'ora.
 
Non era vero. Non era vero niente, o almeno la metà di quello che diceva la didascalia.
Aveva partecipato a quell'evento. A dire il vero, tutto realizzato in suo onore, dopo il servizio per quel giornale che l'aveva eletto il più sexy del pianeta.
Il party era stracolmo. Giornalisti, fotografi, modelle, adulatori. Sembravano volere tutti lui, la sua presenza, la sua compagnia. L'avevano fotografato con la donna che al momento s'era trovato appesa al braccio. Aveva percorso il suo red carpet, bevuto, cantato, ballato, parlato con persone di cui aveva dimenticato subito nome e connotati.
 
Solo una volta fuori dal locale, di fronte alla strada umida, illuminata soltanto dai fari del taxi, s'era sentito un cretino.
 
Cosa ci faccio, qui..?
 
L'orologio indicava le cinque del mattino, Los Angeles era divisa fra l'esaurirsi della vita notturna e la pallida alba del giorno dopo.
Aveva raccolto qualcosa in una borsa e s'era buttato sul primo aereo.
 
Non aveva dovuto faticare troppo, a trovare quel locale. Spring and Crosby, Manhattan. Meet you there.. whenever you want.
 
Oltre le vetrine, la vita di una mattina qualunque nel centro di New York.
Era rimasto a lungo, mani in tasca e borsa accanto ai piedi, ad osservarla. Dalla strada, da lontano. Sei un bastardo, Adam. Non ti fai sentire da sei mesi, e ora stai qui in piedi con quell'anello in tasca.. come pretendi che ti stia anche solo ad ascoltare?
 
I did my best, it wasn't much
I couldn't feel, so I tried to touch
I've told the truth, I didn't come to fool you
And even though it all went wrong
I'll stand before the Lord of Song
With nothing on my tongue but Hallelujah
 
Hallelujah, Hallelujah
Hallelujah, Hallelujah
 
Aveva raccolto il respiro, raggiunto la maniglia di quella porta con le dita.
 
Ed ora stava lì, e non c'era più il vetro a dividerli, ma solo quel giornale e la sua foto e il suo articolo carico di bugie.
- Jen..
- Think we have nothing more to say, mr. Levine.- continuando ad evitarlo, la ragazza raccolse lo straccio e si mosse verso lo spogliatoio del personale.
- Please, just..- lui raggiunse quella mano, provò a trattenerla - just..
 
Perché improvvisamente tutte le parole scomparivano? Perché non riusciva a giustificarsi? Eppure, era tutto così dannatamente semplice..
 
- That's not true, Jen.. please, don't.. don't believe them..- le arrivò dietro al bancone, aria disperata e nessuna intenzione di andarsene prima di averle fatto ascoltare la propria versione.
 
Eppure, il discorso che si era preparato era completamente diverso..
 
Ti amo, Jen. Amo sempre e solo te. Non sono un grande e perfetto idolo, sono un idiota. L'ultimo degli idioti. Non mi faccio sentire da sei mesi, avrai pensato di non essere importante. Il fatto è che mi perdo. Mi perdo nelle feste, nelle adulazioni, in tutte queste stronzate. Mi sono perso anche nel bere, nella droga. Ma questo è un capitolo chiuso, da quando ho conosciuto te. Da quando sono uscito per farmi una canna in santa pace e ho trovato la tua voce che intonava quell'assurda canzone di Natale. Da quando sei diventata la mia droga. Mi perdo, e mi perdo spesso. Sai com'è, per noi stupide rockstar. Abbiamo sempre bisogno di una luce che ci guidi nella nostra nebbia. Non spegnere la tua luce, Jen. Non per uno stupido articolo con una stupida foto su uno stupido e bugiardo giornale..
 
- That's..
- A new love for Adam Levine.- replicò lei, acida, scimmiottando la didascalia.
- I haven't even touched her.. I.. can't..
 
Prese di nuovo il respiro.
Non c'erano altre cose, da dire. Le parole erano tutte inutili e superflue.
Si lasciò cadere in ginocchio, lì, oltre il bancone di Starbuck's, lasciandole per un attimo credere che si stesse sentendo male.
L'anello fra le dita, uno sguardo che niente aveva della spavalda rock star.
 
Will you marry me?
 
Si portò le mani al petto, come per evitare che il cuore le schizzasse fuori.
- You're crazy.. totally crazy.. what..?
- Thought about this for all this time. Parties, nights, days.. nothing makes sense without you. Marry me.
 
Jen indietreggiò di un passo, due. Stringendo forte le labbra, scuotendo appena la testa.
- I'm not for you, Adam.. I'm.. I'm sorry..
 
Lo vide sollevarsi, raccogliere di nuovo l'anello fra le dita, osservarlo per un attimo prima di nasconderlo di nuovo in tasca, con lo sguardo di uno a cui è stato appena strappato il cuore.
 
Tutti i presenti osservavano, in silenzio, come sospesi. Adam scivolò di nuovo oltre il bancone, raccolse la borsa da terra e senza dire una parola oltrepassò la porta a vetri che dava su Spring Street.
 
Are you crazy?
Il labiale di Elle appariva chiaro, senza mezze misure.
 
Sollevò le spalle, cercando di scuotere via il peso che le aveva invaso il cuore.
- He.. he just asked you to.. to marry him! And that's your answer?
- Sorry, Elle. I can't be yet another of his loves. I'm not one of his supermodels.
- Sure. You're just the only one he's asked her to marry.
 
Aggrottò le sopracciglia.
Questo non lo sapeva, non l'aveva mai saputo. Ma la super fangirl lì davanti poteva giurare e spergiurare di non averlo mai visto scritto su nessun tabloid.
- As I've never seen any of his models showing a ring.
 
I think he's been sincere, Jen..
 
Prese il respiro, prima di sfilarsi grembiule e cappellino e scivolare via dal locale.
 
Spring Street era invasa dal sole di mezza mattina. Il traffico, le voci, i suoni della città.
Nessuna traccia di Adam.
 
Furono quelle grida, ad attirare la sua attenzione. Ragazze. Una decina di ragazze, alcune giovanissime. Visibilmente eccitate, raccolte a due passi dall'uscita della Subway.
E lui. Alto, stretto in quel maglioncino finto-trasandato, sorridente nel firmare autografi e posare per foto da smartphone.
 
I passi le si bloccarono a metà marciapiede.
 
Lascialo andare, Jen.. non è per te, non lo è mai stato. Tu sei una barista e lui una rockstar, i vostri mondi non possono che restare separati. E' giusto così.
 
Una lacrima a rigarle la guancia, due. Una pioggia di lacrime, fino a vedere nient'altro che nebbia. Voltò le spalle, arrendendosi a tornare al posto che le spettava.
 
Quell'abbraccio alle spalle la colse totalmente di sorpresa.
 
L'aveva vista.
E sì, ne era stato anche un po' felice.
E' gelosa. E' gelosa, di me. Non è vero, che non mi vuole.
 
Un sorriso, firmare qualcosa. Appoggiare il viso contro quello di una ragazza per una foto.
Sollevare di nuovo lo sguardo verso la strada, vederla che tornava sui propri passi.
 
Sorry..
 
Le fans si scambiarono sguardi curiosi, confusi, vedendolo scivolare via. Qualcuna riuscì ad immortalarlo mentre raggiungeva quella biondina e l'acchiappava alle spalle, piegandosi appena e mormorando qualcosa.
Qualcun'altra fu sfacciatamente fortunata, a beccarlo mentre la voltava verso di sé e la baciava, fregandosene di essere nel bel mezzo di Spring Street.
 
  
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