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Autore: trytowrite94    22/12/2013    0 recensioni
Per quanto desideri narrare di eventi lieti e felici nel regno di re Ethen le cose non vanno nel verso giusto, in molti periranno per proteggere il principe, un principe che sembra essere una benedizione dal cielo... Pelle bianca come la neve, capelli neri come l'ebano, labbra rosse come il sangue.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU, Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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I* Capitolo

Oltre Il Riflesso “Le Legende Del Villaggio di Castel”



Il villaggio di Castel non era di certo famoso per la musica o le danze, in quel piccolo villaggio era da tempo che non si festeggiava, le locandiere difatti si affrettavano a svuotare i tavoli prima di mezzanotte, sarà per il coprifuoco o per il fatto che i cancelli della città chiudevano poco dopo la mezzanotte, ma la sera era in grado di far calare il silenzio nel regno di re Ethan, solo in città si poteva sentire un po' di vita... se per vita intendiamo i passi rumorosi di armature di metallo,le guardie controllavano passo passo ogni vicolo buio, facevano da sentinelle ogni notte, infondo gli ordini del re erano chiari, la città doveva essere protetta, e un semplice coprifuoco non era sufficiente per il bene del suo regno.


Il vento la notte era più forte, e tra il silenzio delle case il suono del vento si sentiva bene, ma per quanto gli adulti ne rimanessero cullati i bambini ne erano terrorizzati, il sibilo del vento tra i tronchi degli alberi e le fitte pietre nei muri rasserenava gli animi delle madri e dei padri stanchi del giorno, a loro sembrava non importare della violenza con la quale il vento s'infrangeva sulle loro porte, mentre i bambini sentivano spesso dei forti “toc toc”, erano palpabili, bastava chiudere gli occhi e concentrarsi sul quel suono per avere in mente chiaro cosa ci fosse lì fuori, solo la porta divideva la realtà dalla loro fantasia, i bambini lo sapevano bene... dietro quella porta in realtà c'era qualcuno o qualcosa ... qualcosa di reale, qualcosa che si muoveva nel vento... qualcosa di magico che sibilava e sussurrava parole nel cielo notturno.

 

Quella notte, in una casetta tra le tante casette uguali nel villaggio di Castel, si poteva distinguere la luce di una candela ancora accesa, tra il calore sfuggente delle ceneri di un fuoco spento seduta sulla sedia un po' assonata c'era una giovane ragazza dai capelli rosso fragola, il suo nome era Lena... Lei aveva 17 anni quando scomparve misteriosamente da Castel... ma la sua scomparsa non accadde quella notte... il suo destino non era ancora stato scritto.


< < aah... non lo finirò mai > > disse Lena mentre sferruzzava con i ferretti, il suo intento era di creare una sciarpa per l'inverno, ma pur troppo il risultato non era dei migliori, erano passate delle ore e Lena non riusciva a far passare i ferri nelle maglie, aveva fatto i nodi troppo stretti per quei ferri così grossi, decise di abbandonare il progetto per poi riprenderlo al sorgere del sole, visto che ormai la luna brillava in cielo e in casa si sentivano solo i respiri profondi delle due sorelle e dei suoi genitori, appoggiò i ferri su un massiccio tavolo in legno grezzo, si avvicinò con il viso alla candela, i suoi occhi grandi erano serrati, come se si stesse pensando intensamente a qualcosa e poi soffiò delicatamente come per esprimere un desiderio, Lena di desideri ne aveva molti, spegnere le candele, qualunque esse fossero era diventato un rito, ma quella candela probabilmente era incantata perchè il giorno successivo sul tavolo non c'era più nessun gomitolo... ma una bellissima sciarpa.


< < Complimenti Lena, vedo che ti stai impegnando a formare il tuo corredo, sono fiera di te, in una sola notte sei riuscita a creare questa bellissima sciarpa, certo... tua nonna, pace all'anima sua ci avrebbe messo giusto il tempo di sfornare una pagnotta, ma questo è il tuo primo lavoro, quindi principessa non ti preoccupare, diventerai una mula da lavoro > > Lena si era svegliata da poco, indossava ancora quel ridicolo pigiama a puà, che tutto faceva tranne che mettere in risalto il suo corpo; prese il pentolino per il latte e ci mise dentro 2 once di late diluito, in quei tempi risparmiare era necessario, sopratutto per la gente del villaggio, Lena non aveva ancora visto la sciarpa bianca che la madre toccava come fosse un' antica reliquia, perciò infastidita dalle parole di sua madre che sapevano di presa in girò rispose sgarbatamente, con una delle sue solite frasi difensive < < Magari se non perdessi del tempo a studiare, o magari se avessi una madre che faccia il corred > > la frase s'interruppe bruscamente alla vista della sciarpa , Lena sorrise e cambiò subito il tono della voce, divenne più amorevole e apprensiva < < ooh madre, grazie! Hai finito la mia sciarpa>>; La madre rimase perplessa, e rispose < < Forse i funghi di ieri sera ti hanno fatto male cara, io non ho toccato la tua sciarpa, e le tue sorelle stanno ancora nel lettone al poltrire, a meno che tuo padre sia diventato magicamente un sarto oserei dire che ieri hai fatto proprio tardi... Amore vai a dormire, oggi mi farò aiutare dalle tue sorelle per le faccende domestiche, riposati cara > > gli diede un bacetto sulla fronte e la spedì a dormire manco fosse un pacco urgente, Lena non si lamentò, aveva una sciarpa e ci aveva guadagnato pure 2-3 ore di sonno in più, non poteva esserci un giorno migliore, pensò...
 

La notte non tardò ad arrivare, quelle 2-3 orette di sonno si trasformarono in un intera giornata, Lena era effettivamente stanca, ma anche molto pigra, si alzò quando tutti andarono a dormire, cedette il letto caldo alla sorellina e andò in cucina a colmare un languorino, prese la sciarpa per vedere se le sorelle avessero lasciato qualche traccia, qualche maglia non fatta, qualche macchia di unto, Lena era ormai convinta che fosse stata una delle due sorelle a finirli la sciarpa, come sorpresa per non si sa cosa, ma rimanendo a letto tutto il giorno non pensò a chiedere chi delle due fosse stata e sopratutto con chi delle due si dovesse sdebitare.

Mangiò gli avanzi della giornata, un pezzo di pane, del brodo ancora tiepido con farina di mais, e un mandarino, pulì senza fare alcun rumore tutte le stoviglie, e poi si concedette un po' di riposo all'angolo della stanza, si sedette vicino al camino ormai spento e indossò la sua sciarpa, era talmente lunga da permettergli di fare 3 giri lungo il collo, e anche dopo quei 3 giri continuavano a penzolare lungo il corpo due lunghe trame di fitta lana, le piaceva moltissimo quella calda e lunga sciarpa invernale, si avvolse con una coperta le spalle e cominciò a leggere un libro, era una delle poche ragazze in grado di leggere in tutto il villaggio, lei e la sua famiglia provenivano dalla città, lì era normale avere qualcuno in famiglia che sapesse leggere e scrivere, infatti la madre aiutava spesso la gente del villaggio con le scartoffie o lettere varie, cosa che pur troppo il padre e le due sorelle non avevano il lusso di fare, visto che quando si trasferirono nel villaggio le due sorelle non erano altro che delle lattanti, mentre il padre... beh è sempre stato un tipo di campagna, lontano dai libri e dalla cultura, ma possedeva un gran cuore e una grande sensibilità, sapeva riconoscere l'arte e rispettava tutto e tutti.

Il libro che era intenta a leggere narrava del suo villaggio, delle leggende di Castel, poiché la luce delle stelle non era una compagnia adatta alla lettura, Lena decise di accendere una candela, aprì il libro alla prima pagina... annusò l'odore delle pagine giallastre e ne rimase per qualche secondo estasiata, come se fossero dei fiori di campo appena raccolti, poi iniziò a leggere voracemente, incuriosita dal mondo che gli si stava presentando.


Le porte della città vennero chiuse e il vento si alzò di nuovo come ogni sera... e come ogni sera tra le tante case tutte uguali de villaggio solo in quella di Lena si poteva vedere un luce, la luce della sua candela.
< < Toc, Toc > > Lena sentì il vento bussare alla porta, e come al solito non prestò nessuna attenzione, un vero peccato... perchè li sarebbe bastato girare lo sguardo per vedere che lì accanto alla porta, oltre il riflesso della finestra c'era qualcuno, qualcuno o qualcosa che la fissava da tempo... non era la prima volta che quegli occhi nell'ombra la fissavano, ma quel qualcuno , pur essendo losco e ignoto non poteva avere un animo così cattivo, quel qualcuno la notte scorsa li aveva sferruzzato una sciarpa, ma.. ma.. perchè mai nascondersi? Perchè restare nell'ombra? < < Toc, toc > > il bussare diventava insistente, ma Lena rimaneva con la faccia attaccata al libro, ormai era entrata in un'altra dimensione, le pagine la possedevano, le lettere d'inchiostro nero sbavate non gli permettevano di posare lo sguardo altrove, < < Toc toc, toc toc > >.

Una delle due sorelle si svegliò, pur essendo un po' impaurita la luce fievole della candela la rassicurava, così decise di andare nella cucina a vedere cosa e chi stesse bussando, entrò in cucina, le finestre erano tutte appannate dal freddo, non si poteva vedere oltre il proprio naso lì fuori, si avvicino a Lena facendo piccoli passi e cominciò a tiragli il pantalone ruvido del pigiama, < < Lena... ho paura > >, Lena sollevò lo sguardo, ripose il libro sul tavolo piegando un angolo della pagina e prese sua sorella in braccio. < < Non avere paura, abbiamo la luce della candela a farci compagnia, vieni, dormi tra le mie braccia per oggi > >.
La sorella di appena 6 anni stava accucciata come un cagnolino tra le braccia delle sorella, i “toc toc” nel frattempo continuavano, ma la sorellina trovò la forza di chiudere gli occhi così da lasciare il tempo a Lena di pensare a quanti magnifici sogni avrebbe avuto l'occasione di fare; La sorellina si addormentò tenendo in pugno 2-3 ciocche di quei fluenti capelli rossi che profumavano di fragole di bosco di Lena, anche lei stava per addormentarsi se non fosse per quel respiro caldo che sentiva sul petto che la teneva costantemente in allerta.
 

<<  Toc Toc > > questa volta Lena si girò, non vide nessuno, ma sulla finestra appannata c'era l'impronta strisciata di una mano, strinse sua sorella poderosamente e la lasciò al sicuro tra i suoi sogni e le coperte del suo letto, tornò in cucina... la luce della candela era stata spenta, si poteva vedere ancora il fumo che aleggiava per la stanza... il fumo prendeva forme strane... ma in quel momento tutto sembrava potesse spaventarla, ormai sapeva che fuori qualcuno la stava osservando, e di nuovo < < Toc, Toc > > Lena sentiva l'adrenalina scendere dal collo, si avvicinò scalza verso la porta, co la pelle bianca e i peli rizzati dalla gelida paura aprì di scatto la porta, urlando < < Chi va là? > >  ma non c'era nessuno lì fuori.
Chiuse la porta, sospirò e si girò per tornare a leggere il suo libro, ma questa volta la lettura dovrà attendere.

< < AAAAHH! Chi sei tu? > > urlò Lena terrorizzata; < < aaah chi sei tu? Una sconosciuta entra a casa e tu li chiedi il nome? No ma sto punto offrimi anche una tazza di thè > >

  
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