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Autore: AnimeGirl99    22/12/2013    1 recensioni
Io ti salverò.
La mia promessa consisteva in queste tre parole. Perdonami se non ho saputo mantenerla.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kyoko Sakura, Sayaka Miki | Coppie: Kyoko/Sayaka
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Io ti salverò.
La mia promessa consisteva in queste tre parole. Perdonami se non ho saputo mantenerla.                                                                                                                                          
 
Per le strade si respira un’aria candida, di festa. Famiglie, passeggiando, visitano vari negozi, incuranti della neve che silenziosamente continua a cadere senza sosta, stendendo sulla città un’immobile mantello bianco.
Le urla di bambini che si rincorrono felici echeggiano per le vie.
Tutto è adornato a festa. Persino negli ospedali c’è un clima rilassato e i malati riescono ad essere più sereni del solito.
Tutti sono felici. Ma qualcuno, è da solo.
Sì, in quel clima natalizio, qualcuno riesce ad essere infelice, anche se suona strano.
Continua impettita a camminare, incurante dei suoni, dei colori e della gioia che la circondano. Stanca di tutta quella felicità e arrabbiata perché da sola. 
Come avrebbe trascorso il Natale quell’anno? Il solo pensiero, la faceva star male.
Aveva perso da pochi mesi la persona che amava. E tutti adesso, sembravano essersi dimenticati di lei.
Era bastata una festa, ad annebbiare la mente altrui. Una sola, semplice ed inutile festa.
Per questo, aveva deciso di odiare il Natale.
Nella mente, ripensando alle sue amiche, a volte, le veniva da piangere. E il cuore le si colmava d’invidia, senza volerlo.
Madoka adesso era felice con Homura. Vivevano insieme ed erano più legate che mai. Nessuna delle due conosceva più la parola Dolore.
Mami si prendeva assiduamente cura della piccola Nagisa senza mai abbandonarla e vegliando spesso su di lei, perché piccola e impudente. Nessuna delle due conosceva più la parola Solitudine. 
Eppure, quelle erano due parole che Kyoko aveva conosciuto e provato spesso sulla sua pelle, prima con la sua famiglia, e poi con Sayaka.
Sayaka. Ogni volta che quel nome le ritornava in mente, il suo cuore perdeva un battito.
Era la sua amica. Ma non era riuscita a dirglielo in tempo, e nemmeno a salvarla.
Per la seconda volta, aveva assistito impotente alla morte di qualcuno.
E adesso, anche se le altre l’avevano invitata a trascorrere la Vigilia assieme a loro, lei si sentiva un peso, e aveva deciso di non andarci.
Continua a camminare, pensando a come aveva trascorso quei giorni, singhiozzando e chiudendosi ancor di più in sé stessa. Le altre volevano solo il suo bene, lo sapeva, ma non riusciva a non essere arrabbiata con loro.
Perché loro erano felici e lei da sola.
 
<< Se non farai il bravo, Babbo Natale non ti porterà nessun regalo e ti inserirà nella lista dei bimbi cattivi! >>
<< Mamma, tranquilla, sarò buono e ti aiuterò a fare le faccende… >>
 
“ Buffo sentire i discorsi altrui camminando. Discorsi alquanto stupidi. Ma non si possono biasimare dei bambini.  Probabilmente, sulla lista dei cattivi io ci sono già da tempo. ”
Adesso il passo di Kyoko comincia a farsi sempre più lento. Non che sia stanca, ma non ha più voglia di camminare velocemente. Alza gli occhi, e viene attratta per un attimo dalla vetrina di un negozio, a cui si avvicina curiosa.
È piena di decorazioni dorate e di luci, e al centro vi è un piccolo alberello.
Un alberello con appesi dei piccoli biglietti, con su scritto dei desideri.
“ Voglio che tu ritorni da me. “
“ Farò il bravo, ma ti prego, resta con me stavolta. “
“ Se solo potessi rivederti di nuovo… “
“ Mi manchi. Senza di te niente è più come prima. “
 
Poi, all’improvviso, come un flash, nel vetro cristallino della vetrina, ti sembra di distinguere i contorni di una figura. Una figura azzurrina che a poco a poco prende forma.
È Sayaka. Ti sta sorridendo.
<< Sayaka…? >>
Dopo aver pronunciato quelle parole, ti accorgi che era tutto il frutto della tua immaginazione, e la vetrina torna come prima.
Senti un brivido di freddo percorrerti il viso. Una fredda lacrima ti sta rigando le guance. Arrabbiata, tiri un piccolo pugno contro la vetrina, da cui si forma una crepa, provocando un suono sordo.
Ma quello è il suono del tuo cuore che sta lentamente andando a pezzi.
E tu, per quanto sia forte, non puoi impedirlo.
Decidi di ritornare a casa. Non ne vuoi più sapere di tutto quel clima di canti e di allegria.
Aprendo la porta del tuo appartamento vieni pervasa da un forte senso di angoscia. È tutto immerso nel silenzio e non c’è nemmeno una decorazione ad addobbarlo.
Forse, l’unica cosa che ti può ricordare il Natale adesso, è la carta della merendina che hai appena mangiato, con su delle renne.
Per il resto è come se niente esistesse al di fuori della tua sofferenza.
Cominci a pensare, anche se di solito ti snerva farlo.
Ricordi, come di un vecchio film sbiadito, ti tornano in mente.
Ricordi che avresti preferito dimenticare.
Ricordi del suo sorriso. Ricordi delle sue risate. Ricordi di quello che non esiste più ma che vorresti fosse tuo.
E ancora, ricordi di quella sera, durante la tua passeggiata. Ricordi di quelle coppie che pattinavano sul ghiaccio tenendosi per mano.
Avresti voluto portarcela un giorno.
Ricordi di coppie che si baciavano sotto il vischio. Ricordi di coppie che si prendevano a palle di neve.
Ricordi di coppie che sono Insieme.
Ed è in quel momento che i perché ti assalgono, e tu non riesci a darti una risposta. Svogliatamente, ti rechi verso la finestra, e decidi di aprirla, senza un motivo preciso.
Fuori continua a nevicare. È la notte della Vigilia e le stelle sono più luminose che mai, anche se si confondono con le decorazioni delle case, facendo sembrare il cielo una distesa infinita.
In quel momento, un lampo chiaro si fa strada nel buio della notte. È una stella cometa. Era da troppo tempo che non ne vedevi più una. L’ultima volta che era successo eri insieme a tuo padre.
Ed è in quell’istante, vedendola, che un lampo di speranza si fa strada nei tuoi occhi e che, con un misto di ingenuità, senza riuscire a fermare le lacrime, esprimi il desiderio, a bassa voce, che Sayaka possa ritornare, stavolta per restare.
Parole che si perdono nella profondità del silenzio e del cielo notturno.
Sconsolata, perché sai che quello è un desiderio stupido, che non potrà mai avverarsi, ti siedi ai piedi del divano, tenendo le ginocchia contro il petto e guardando il vuoto.
Pensando a lei. Vorresti tanto vederla, magari varcare la soglia di casa tua, con un regalo di natale per te, senza sapere che il suo ritorno era già abbastanza.
<< Infondo, non mi sembra di chiedere troppo, vero? Non riesco più a vivere così.  A svegliarmi, senza uno scopo, sapendo che per colpa mia, la persona che amavo è morta. A camminare, facendo finta di niente come le altre. A ridere, giocare, scherzare… Tutto questo io avrei voluto farlo con te, Sayaka!... >>
Senti le forze abbandonarti, e chinando la testa, cominci a singhiozzare. Come una bambina. Peccato che tu, però, non lo sei. La morte e la disperazione le hai conosciute troppo presto.
Ed è lì, che ti addormenti, cercando di colmare quel vuoto.
… Però c’è una cosa che non sai.
Ovvero, che lei era lì con te. Il tuo desiderio si era avverato già da tempo.
A sentire ogni tua parola, a vederti piangere, a sentirti implorare il suo nome.
In ogni momento, lei era lì.
Non te ne sei accorta, ma ti ha abbracciato, asciugato le lacrime, stretto forte a sé quando stavi per cadere, prestato il suo cuore, perché il tuo stava andando in frantumi.
È stata sempre presente, tenendoti la mano quando volevi mollare.
Ma non potevi saperlo. Non potevi accorgertene.
Anche quella sera, è stata al tuo fianco. Vedendoti sola a Natale, la sua festa preferita, non c’è l’ha fatta a lasciarti. Non sarà mai pronta a farlo.
Vorrebbe dirtelo. (Ti ama troppo).
Pensa, che adesso è proprio lì, e ti sta guardando. Sta guardando la persona che sei. La vera Kyoko. Quella sensibile e timida. Quella che si commuove per la sua scomparsa e che non riesce a perdonarselo.
Se almeno quel miracolo, la notte di Natale, potesse realizzarsi. Tu lo speri con tutta te stessa, anche se riconosci che è troppo assurdo per farlo.
Allora, facendo finta di niente, ti appoggi a lei mentre sta dormendo, e tante lacrime cominciano a scendere dalle guance anche a te.
Dovresti essere felice di poter continuare a starle accanto, anche se la vedi soffrire a causa tua.
Volevi scomparire, pensando che della tua vita non importasse niente a nessuno, ma adesso capisci la tua avventatezza e stupidità.
Incominci ad accarezzarle i capelli. Riesci sì a toccarli, ma non provi niente facendolo. Vorresti tastarne la loro morbidezza. Ma non puoi.
Devi abituarti all’idea di non esistere più, anche se ti sembra strano.
Guardandola, lì tutta sola, rannicchiata in un angolo, un senso d’impotenza comincia a farsi strada in te.
Vorresti fare di più, renderti utile, almeno quella notte. Solo quella sera, se fosse possibile.
D’altronde, quella ragazza adesso è diventata la tua migliore amica.
E per questo vorresti aiutarla contro ogni ostacolo.
Ti piacerebbe, per esempio, che solo il sorriso le illuminasse il volto.
Quel volto che vorresti accarezzare e in cui vorresti asciugare le lacrime con la tua mano.
<< Ehi… io sono qui, quindi adesso basta piangere ok? >>
Le parole escono da sole, inutilmente, dalle tue labbra.
Stanca, dopo tutti quei pianti, appoggi la testa sul suo petto, e un’improvvisa voglia di dormire ti pervade.
Con la tua mano stretta alla sua, chiudi gli occhi di fronte all’impossibilità di quella vita.
Sperando, al tuo risveglio, di rivederla ancora.
 
È mezzanotte.
“ Mi sono addormentata?? Ma come ho fatto?! ”
È questo il primo pensiero che arriva alla tua mente non appena te ne rendi conto.
Improvvisamente, però, ti accorgi di sentire un peso sul tuo corpo. Un qualcosa di caldo e morbido ti sta avvolgendo, stranamente. E un caldo respiro ti arriva sul collo ad intervalli regolari.
Che sia un ladro??
Non ricordi di aver mai sentito che il ladri abbracciano le proprie vittime.
“ Deve essere per forza uno scherzo di Mami e delle altre… ”
Allarmata, apri gli occhi lentamente, ma è tutto buio e non riesce a distinguere niente.
Fai per alzare un braccio, e riesci a raggiungere, senza far rumore, l’abat-jour lì vicina.
La apri, con un sbuffo, e intravedi il viso della misteriosa persona lì con te.



È impossibile. Non può essere vero.
Lacrime di gioia iniziano a scendere dal tuo volto prima che tu possa impedirlo.
Chi ti sta stringendo, chi non vuole lasciarti, chi sta riposando lì, al sicuro sulla tua spalla, chi continua nel sonno a mormorare il tuo nome, è proprio colei che ami.
Sayaka.
D’istinto, muovi la mano e fai per accarezzarle la guancia.
Spaventata, apre gli occhi e sobbalza improvvisamente.
<< Ky-Kyoko? >>
Rimanete lì, mute, a fissarvi senza capire. Lì, continuando a fissarvi e a piangere.
<< Perché stiamo piangendo? >> ti chiede, ad un certo punto, spaesata.
Sentire di nuovo la sua voce, fa ritornare in te la voglia di vivere. La voglia di vivere con lei, per lei, di lei.
L’unica medicina alla tristezza e alla solitudine che non hai smesso di provare, e che, come una malattia, continuano ad infestare il tuo cuore.
<< Forse perché è tutto troppo bello? >>
Anche se avresti voluto darle una risposta più sensata, non ci sei riuscita.
Il solo guardarla, scatena in te una marea di sensazioni che non avevi mai provato per qualcuno.
Per questo, stavolta non te la lascerai scappare.
Perdi un battito, quando alzandosi, si guarda intorno, sentendosi quasi di peso.
<< Io… >>
In quel momento ti alzi e l’abbracci, stringendola forte, cominciando nuovamente a singhiozzare.
<< Dimmi che resterai! >>
Rimane scioccata da quell’abbraccio.
<< … Kyoko… >>
<< Ci ho provato! Ho cercato di dimenticarti, ma non ci sono riuscita! Non voglio più restare da sola! Io… >>
Allora, senti le sue mani cingere la tua vita, ricambiando energicamente l’abbraccio.
<< Ehi… non fare così. Non so quanto e se potrò restare, ma c’è una cosa che devi comunque sapere. >>
<< … >>
<< Kyoko, io ero con te. Ti ho vista piangere, ogni volta. So cosa hai passato, ma devi sapere che io non me ne sono mai davvero andata. C’era qualcosa, che mi teneva qui, e che mi ha impedito di abbandonarti. >>
Ricomponendoti, ti stacchi da quell’abbraccio asciugandoti le lacrime.
<< Io… credo di sapere cosa fosse quella cosa, Sayaka. >>
<< Mh? >>
Il tuo viso comincia a diventare tutto rosso, come se stesse per esplodere. Presati di coraggio ti avvicini a lei e le poggi la mano sulla guancia.
Lei, altrettanto imbarazzata, ti guarda negli occhi, e per un istante, credi di perderti nell’azzurro mare dei suoi.
<< Ciò che ha impedito il fatto che tu te ne andassi, insomma… >>
Cominciando a pentirti di quello che stai per dire, abbassi gli occhi, cercando le parole giuste.
Senza riuscire ad accorgertene in tempo, senti la sua mano tremante passare dietro la tua testa e, solo all’ultimo, ti rendi conto che ti ha preceduto.
Spinge il tuo viso contro il suo, e fa in modo che le vostre labbra possano incontrarsi. Stupita, all’inizio non sai come reagire a quel bacio, ma, avendolo desiderato con tutta te stessa, prendi iniziativa e fai in modo che quello sia più di un semplice bacio a stampo.
Ovvero, sperimenti con lei il tuo primo bacio alla francese, per così dire.
È un bacio lungo e travolgente, da cui riesci a staccarti solo dopo un po’ di tempo.
Senti che adesso non potresti essere più felice, e, finalmente, le dici quello che da troppo tempo tenevi chiuso in una della innumerevoli stanze del tuo cuore.
<< Credo che tu l’abbia capito adesso. Io ti amo, Sayaka. >>
Continui a guardarla, aspettando la sua reazione.
<< Anche io… >>
Il suo è appena un sussurro, ma riesci comunque a sentirlo.
E, come ciliegina sulla torta, stavolta sei tu a prenderle la mano e a baciarla di nuovo, con foga.
Vorresti che tutto questo non avesse mai fine, ma, razionalmente, sai che è assurdo e impedisci alle illusioni di avanzare.
Quando ti stacchi dal bacio, hai ancora i sensi annebbiati e fatichi a mettere a fuoco la vista.
<< È… è stato… bellissimo… >>
Le sue parole avanzano leggere in quel clima di timidezza che aleggia nell’aria.
<< A-anche per me… >>
<< Era la prima volta che io… ti è piaciuto..? >>
<< E hai anche il coraggio di chiedermelo? >>
Il suo sguardo imbarazzato ti colpisce, e, avendo paura di averla offesa, ti correggi subito.
<< Sayaka, il tuo bacio era a dir poco.. stupendo. E poi, te l’ho detto: Ti amo, e il pensiero su come baci non può nemmeno sfiorarmi adesso che sei qui… >>
<< K-kyoko… >>
Per tranquillizzarla, la prendi in braccio e apri la finestra, facendo il modo che il suo sguardo si riversi nello splendido cielo notturno.
<< È Natale, adesso. >>
Senti il suo caldo respiro, mentre, aggrappata a te, osserva il cielo pensosa.
Poi, cerchi di rompere il ghiaccio.
<< È da un po’ che non parli… C’è per caso qualcosa che non va? Hai freddo? Vuoi rientrare? >>
<< No, va tutto bene, solo… >> La sua voce trema. << È solo che io non sarei voluta morire. Avrei voluto essermi accorta prima di te e… continuare a restare al tuo fianco >>
<< Sayaka… >>
<< È orribile. Posso restare ancora qui, ma non posso baciati, consolarti, abbracciarti, non posso fare niente per te…! Sto lentamente impazzendo. Ti sono sempre vicina, ma nulla fa in modo che tu possa accorgerti della mia presenza… >>
A quel punto, vedendola ridotta in quello stato (tremante e piangente) fra le tue braccia, le cominci ad accarezzare i capelli rassicurandola.
<< Grazie, Sayaka. Grazie di rimanere ancora qui. Ti amo. >>
<< Perdonami… perdonami se non riesco a starti accanto come vorresti… >>
<< A me è bastata anche questa notte, Sayaka. È bastata solo questa sera perché io non avessi più rimpianti. >>
<< … >>
A quelle parole, comprende i tuoi veri sentimenti, e si asciuga le lacrime decisa.
<< …Kyoko? >>
<< Dimmi. >>
<< Almeno questa notte, tienimi stretta a te. Ho bisogno di sentirti vicina. >>
<< … >>
Non rispondi, e ti limiti a fare ciò che ti ha chiesto.
<< Non so quando tutto questo finirà, ma, nel frattempo, continua a baciarmi, perché, quando tornerò ad essere un semplice spettro, farò in modo di cullarmi in queste sensazioni per sentirti dentro di me. >>
Allora, non facendotelo ripetere due volte, la baci, bagnandole le guance con quelle lacrime che non sei riuscita a trattenere.
E lei, fra le tue braccia, intanto, si sente più viva che mai.
 
Il mattino dopo, quando ti risvegli, sul freddo pavimento della tua stanza, ti guardi intorno, esausta.
D’improvviso ricordi tutto, e ti domandi dove possa essere ora. Osservi con attenzione ogni minimo particolare che compone il tuo appartamento, ma di lei non c’è traccia.
Probabilmente è stato tutto un sogno.
Allora ti alzi, e la tua figura viene riflessa in uno specchio. Noti di avere i capelli sciolti, anche se non ricordi di esserti tolta il fiocco prima di andare a dormire.
Vedendo in te qualcosa di diverso, ti avvicini al vetro e ci poggi la mano.
Quel “qualcosa” è nei tuoi capelli.
Vicino al tuo orecchio, anche se si vedono molto poco, ci sono due fermagli dorati.

I fermagli della Tua Sayaka.

Ora ne hai la prova. Quella notte, lei c’è stata.
E, di sicuro, è ancora lì.
Magari, ti sta dando il bacio del buongiorno.
Chiudendo gli occhi, ti sembra di percepirne la presenza al tuo fianco.
Non le farai aspettare la tua risposta.
<< Buongiorno Sayaka. Ti amo, ricordalo. >>

<< Buongiorno Kyoko. Sono proprio qui. Non lo dimenticherò. >>

 
 
Angolino dell’autrice.
Innanzitutto vorrei ringraziare sia chi si fermerà a leggere la mia storia che chi la recensirà. Era da un po’ che non mi mettevo a scrivere, non per mancanza di idee, ma per essere poco convinta dei miei pensieri e per non saperli articolare a parole. Adesso, ritrovata un po’ di fiducia, mi rimetterò in linea e spero di scrivere qualcosa che possa rimanere nel cuore altrui.
Buone feste e scusate questo noioso monologo ;)

 
 
 
  
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