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Autore: Halfalive_    23/12/2013    1 recensioni
'Daydreaming' è una storia, la storia di una ragazza che conosco bene, perché vive dentro di me.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hayley Williams
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non è mai facile scegliere una canzone preferita o particolarmente personale tra tutte quelle che ho scritto, in quanto ognuna di esse ha un suo perché ed è legata ad un momento particolare della mia vita: ciascuna è come una figlia, per cui quando ne scelgo una mi sento sempre come se stessi facendo un torto a tutte le altre. Tuttavia, posso tranquillamente dire che una delle canzoni alle quali sono più legata è proprio 'Daydreaming'.

'Daydreaming' è una storia, la storia di una ragazza che conosco bene, perché vive dentro di me.

Quasi mi sembra di rivederla: capelli rosso fuoco, felpa di due taglie più grande, mani sporche di inchiostro e aria perennemente da un'altra parte. I suoi occhi non sembravano mai fissare ciò che avevano dinnanzi, ma sempre qualcosa che andava oltre il loro campo visivo, qualcosa che nessun altro riusciva a vedere tranne che lei. Non era distratta, non era sciocca, non era strabica: semplicemente invece di sognare ad occhi chiusi sotto le lenzuola, sognava ad occhi aperti ovunque le capitasse. Aveva un sogno, un sogno che era ormai diventato la sua ragione di vita e la sua speranza maggiore. Un sogno di gran lunga più grande della piccola e meschina città in cui viveva, fatta di realtà e regole, di ordine e ben poca fantasia. I concittadini della ragazza erano brave persone, ma lei le considerava tutte matte; come facevano, si chiedeva, ad essere così realisti, così concreti, in un mondo che non ci lasciava altra scelta che quella di sognare troppo in grande? Come facevano a rispettare i limiti che venivano loro imposti dalle quattro mura in cui vivevano e che non si sforzavano neanche di oltrepassare? Erano matti, persino più matti di lei, che sì era strana, ma non quanto loro. Sembrava che una lunga e pesante ancora arrugginita pendesse dai loro colli e tenesse i loro corpi legati a terra, costringendoli a tenere gli occhi bene aperti e la testa bassa.
Neanche a scuola le cose erano diverse. I suoi coetanei non condividevano i suoi interessi, non avevano sogni grandi e significativi come i suoi. La ragazza dai capelli rossi sognava di mettere su una band e di diventare famosa in tutto il mondo. Sognava di cantare davanti ad uno stadio colmo di fans urlanti le canzoni che adesso scriveva e cantava solo sotto la doccia, così timidamente che la sua unica spettatrice al momento era se stessa. Questo sogno sembrava assurdo ai suoi compaesani, le cui aspirazioni per il futuro erano molto più concrete e facili da realizzare; una cantante? Famosa in tutto il mondo? Ma figuriamoci, non ne valeva la pena neanche di crederci.

La ragazza soffriva per tutto ciò, perché nonostante i pareri scoraggianti delle persone a lei vicine, lei continuava a crederci. Ci credeva così tanto da farsi male, da non riuscire a trovare requie. Un sogno era tutto ciò che aveva, tutto ciò che le ricordasse di essere ancora viva. Si ritrovava con le spalle contro le pareti del corridoio della scuola, col cuore appeso all'imminente squillo della campanella, mentre la sua mente era altrove. La sua mente era in tutte le città in cui avrebbe suonato, il suo sguardo era sui fans che l'avrebbero ascoltata, le sue orecchie sulla musica che avrebbe suonato e sulle mille voci che avrebbero cantato le sue parole con lei, le sue mani attorno al microfono. Il suo stomaco tremava al pensiero, e lei quasi moriva dalla voglia di partire, di lasciare quell'inferno di città in cui riusciva a trovare tutto fuorché se stessa. Non avrebbe mai dimenticato il posto da dove veniva, non sarebbe diventata una di quelle snob di paese che una volta messo il naso fuori di casa avrebbe dimenticato di provenire da un piccolo e squallido paese per atteggiarsi a donna di mondo, perché tutto ciò non era da lei. Semplicemente non voleva più vivere lì. Lei voleva andare in una città di sognatori come lei e, soprattutto, voleva che i suoi sogni diventassero realtà. Voleva costruire la sua casa in una strada che appartenesse ad un mondo in cui i suoi sogni fossero la realtà in cui viveva. Voleva vivere i suoi sogni.

Volete sapere la conclusione della storia, vero?

Questa storia è una favola, e come tutte le favole, ha un lieto fine. La ragazza dai capelli rossi formò una band e coronò il suo sogno, solcando migliaia di palchi, vendendo milioni di dischi e rubando il cuore e le orecchie a miliardi di fans.

Le cose cambiarono, la sua vita cambiò. Diventò una ragazza diversa, molto meno timida e molto più sicura di se stessa: era riuscita a cambiare la sua realtà, a costruirsi il mondo di sogni reali in cui voleva vivere da sempre. Adesso aveva la forza di mostrarsi per ciò che era davvero e di urlare davanti ad un microfono, invece di nascondersi dentro felpe extralarge e di sussurrare sotto la doccia. Adesso era diversa, era una donna adulta; i suoi sogni non erano più solo sogni, ma realtà. Allora si accorse di non averne più di sogni, perché lei ne aveva solo uno, e quello si era già avverato. I primi tempi la cosa la intristì, facendola sentire inutile e vuota. Ma si consolò quando realizzò che non aveva bisogno di sognare altro, perché il sogno che aveva coltivato da ragazzina e realizzato da donna non l'avrebbe mai lasciata: lei avrebbe continuato a viverlo finché le sue corde vocali non fossero passate a miglior vita insieme al resto del proprio corpo. Viveva ancora nel suo sogno, solo che adesso questo era realtà.
Ciononostante, dentro la donna che sono ora si nasconde ancora la ragazza sognatrice e distratta di anni e anni fa; neanche lei mi lascerà mai, proprio come il sogno che continuo a vivere ogni giorno. E' stata proprio lei a spingermi a scrivere 'Daydreaming', pregandomi di scrivere la sua storia per timore che qualcuno se la dimenticasse.

'Daydreaming' non è solo una favola; 'daydreaming' è una preghiera, un appello a non mollare mai, un inno dedicato ai sogni e ai sognatori. Vorrei che, ascoltandolo, le ragazze sognatrici come la ragazza della storia si sentano più sicure e meno sbagliate, meno diverse e anzi, più fortunate. Vorrei che questa storia lasciasse a voi tutte una morale, una cosa che ho imparato sulla mia pelle e che non smetterò mai di ripetere: inseguite i vostri sogni anche quand'è difficile, anche quando vi fa male. Perché se lo farete, loro realizzeranno voi. 


ANGOLO DELL'AUTRICE. 
Questa è la prima storia che pubblico su EFP, nonostante io ne scriva parecchie e anche da parecchio tempo. Come si può facilmente evincere, è una songfic, genere al quale ormai mi sono appassionata e al quale mi dedico a tempo pieno. Spero solo di ricevere qualche recensione, sia positiva che negativa, perché no! :) 

  
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