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Autore: ToraStrife    23/12/2013    0 recensioni
(Sailormoon - Braccio di Ferro Crossover) + (guests from: Street Sharks, One Piece, La Sirenetta, Mermaid Melody Pitchy Pitch)
Quando la luna si riflette nel mare... cosa comporta l'incontro tra una combattente che veste alla marinaretta e un marinaio mangiaspinaci? Una stramberia, o il volere del destino in vista di una minaccia da...^? Scopritelo! Cause I'm Popeye the Sailor Moo...ehr, man!
Genere: Avventura, Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Braccio di Ferro e i suoi (nuovi) amici'
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Popeye Sailor Senshi 10 Silver Millenium, migliaia di anni fa.

Gli occhi curiosi della principessa Serenity scrutavano con curiosità lo spettacolo di una bizzarra vecchietta intenta a canticchiare, mentre, china e con una zappa in mano, si apprestava a curare un piccolo orticello.

- Madre, - Esordì, voltandosi verso la parente sovrana, - Chi è quella anziana signora che sta coltivando proprio vicino al nostro regal palazzo?

- Oh, l'hai già incontrata? - Rispose civettuola la regina. - E' una nostra ospite, che proveniente dalla Terra, ha chiesto di fare una piccola vacanza nel nostro regno. Come ti sembra?

- Simpatica, senza dubbio. - Spiegò la principessa, - Anche se alquanto bizzarra. A cominciare dall'aspetto vetusto e l'atteggiamento cordiale ma decisamente informale.

- Suvvia, Serena, abbi un po' di rispetto, - L'ammonì bonariamente la madre. - Quel personaggio è nientemeno che una divinità.

- Addirittura! - Commentò incredula la principessa, voltandosi a rimirare ancora una volta l'immagine della vetusta contadina. - Come aspetto somiglia a tutto, tranne che a una dea.

- Dovresti imparare a non giudicare dalle apparenze. - La rimproverò la regina. - Anche se effettivamente lei è una divinità minore, unica. Lei è protettrice della verdura che le stai vedendo
coltivare.

- Protettrice di quella... quella...? - Chiese con un moto di disgusto. - Ora capisco! Quando le ho parlato voleva offrirmene un po', ma io la odio, quella robaccia!

- Serena, Serena, - Sospirò la sovrana. - Tu che a tavola non vuoi mangiare mai le verdure.


Usagi scosse la testa.

Un'altra memoria dal passato? Doveva essere l'effetto di aver varcato il portale ed essere capitata in quel bizzarro colonnato verde.

Un'occhiata oltre i pilastri in marmo lasciava stupefatti: una forte sensazione di meraviglia mista a un insano disagio si impossessarono della guerriera della Luna, quando costei si rese conto di stare sul fondo delle profondità marine.

La sorpresa fece fuoriuscire un "Whoa" anche da parte del vecchio marinaio, che, tenendosi il cappello, si stupì sul fatto che l'aria era perfettamente respirabile. Addirittura la pipa continuava a fumare.

Una mano decisa si posò sulla spalla della combattente bionda. Usagi si voltò e si tranquillizzò: Jupiter era di fianco a lei, insieme alla guerriera di Venere.

- Bene, siamo qui. - Esordì il marinaio di lunga esperienza. - Perlomeno fate gli onori di casa!

- Quanta fretta.

A fare le veci del comitato di benvenuto si stava avvicinando, con andatura ancheggiante e provocante, una ragazza dalla pelle olivastra, di una bellezza mai vista, i capelli di una tonalità smeraldo che le conferivano un aspetto di sirena.

Usagi si sentì rapita da tanta bellezza, e le sue amiche non erano da meno.
Paradossalmente, quello meno impressionato fu proprio il maschietto del gruppo, che spazientito afferrò una piccola piovra di passaggio e la strizzò, il getto di inchiostro a coprire la ragazza in una nuvola di fumo.

- I tuoi trucchi da strega non incantano più nessuno.

Colpi di tosse e lamenti risentiti provenirono dalla nube di inchiostro, mentre la bella sirena riprendeva il suo orrido aspetto di vecchia incartapecorita imbaccuccata in una degradante veste nera con cappuccio, completata da uno sciarpone rosso che la rendeva ancora più disgustosa.

- Quanto sei maleducato, Braccio di Ferro. E io che mi ero fatta bella solo per voi... e per te.

Gettando via il polipetto, Braccio si sistemò la casacca e i pantaloni. Con una mano tirò in avanti il cappello, e guardò fisso negli occhi la megera.

- Bando ai convenevoli, vecchia. Non so dei tuoi schemi, ma è venuto il momento di darci un taglio!

- Per favore, Popeye-san. Vorrei parlarci io.

Il marinaio guardò indietro, accogliendo con scetticismo la richiesta della guerriera della Luna.

- Perdi il tuo tempo, ragazzina. Se credi di cavare del buon senso da questa cozza di mare, finirai in cattive acque.

- Eppure ogni conchiglia ha la sua perla, no? Vorrei fare un tentativo.

Non potendo dire di no alla richiesta di una donzella, Braccio si fece da parte.

- Ma bada, - Intimò diretto alla Strega del Mare, - Se tenti scherzi, io... - E sottolineò la minaccia afferrando il pugno destro con la mano, e cominciando a girare in senso orario, col risultato di fare attorcigliare il braccio destro su sé stesso come una molla pronta a scattare.

Ignorando sfacciatamente l'odiato rivale, la strega del mare si ritrasformò in sirena e lo scansò con snobbaggine,  accogliendo con tono mellifluo la richiesta della guerriera della  Luna.

- Oh, finalmente qualcuno che mi capisce. E non poteva che essere una donna!  Non certo come certi villanzoni di mia conoscenza.

L'ultima frecciatina era diretta ovviamente a Braccio, che si grattò la testa perplesso.

- Oh, Sailormoon, devi sapere che non è colpa mia. Sono diventata così perché dopo anni in cui quel cattivone di Braccio di Ferro mi picchiava, io ho finito per chiudere il mio cuore al mondo.

- Ehy, cosa stai blaterando, vecchia! - Protestò Braccio. - Non ho mai sfiorato una donna con un pugno. Fosse anche un essere ripugnante come te!

- Lo vedi, principessa Serenity? Quel rozzo e volgare mozzo non ha mai perso occasione di trattarmi male!

Popeye borbottò esterrefatto. - La sfacciataggine di quella donna non smette di stupirmi ogni anno che passa!

- Questo non cancella però il male che hai fatto e che stavi per fare. Se davvero sei pentita, libera i miei amici e dissipa la minaccia dello tsunami.

- Potessi farlo da sola, lo avrei già fatto, principessa. - Singhiozzò la sirena. - Ma sono costretta dal malvagio Mikeru. Ed egli è un essere potente e pericoloso, il suo odio per la razza umana è inimmaginabile! Ho tanta paura, principessa Serenity, ho tanta paura. - Aggiunse con voce rotta, aggrappandosi disperatamente a Sailormoon.

- Non temere, Strega dei Mari -  Rispose  la combattente con  un  sorriso gentile. -  Mikeru non l'avrà vinta, vero ragazze?

- Sailormoon, non dovresti... - Obiettò la guerriera di Venere.

- Ma quante parole coraggiose e sprezzanti allo stesso tempo. - Si intromise una voce fredda  e cinica. - Che poi vengano da una bocca rugosa e una lingua velenosa come la tua, suonano ancora più corrosive.

Materializzandosi dal nulla, apparve in scena finalmente l'angelo fautore di tutto: Mikeru, elegante nella sua tunica e le quattro ali spiegate, e allo stesso tempo terribile, nel suo glaciale odio verso la razza umana, percepibile da chiunque nelle vicinanze.

Persino a Braccio vennero dei brividi lungo la spina dorsale.

- Avrei dovuto davvero assorbirti quando ne avevo l'occasione, mia inutile assistente. - Continuò l'angelo.

- Tremila anni di solitudine non ti hanno cambiato, sembra. - Fu Usagi, d'istinto, a parlare. Ma più che lei, le parole uscirono dalla principessa Serena del Silver Millenium. Lo fissò con lo stesso sguardo diffidente con il quale lo vide la prima volta.

- Qual sorpresa, - Commentò ironico Mikeru, - Una sopravvissuta della caduta del Silver Millenium. Neanche a voi la storia sembra aver insegnato alcunché. E cioè che a proteggere una umanità ingrata ed egoista c'è solo da perderci.

- E' la stessa umanità di cui io faccio parte come Usagi, e che ho giurato di proteggere come Sailormoon. - Rispose la principessa. - Ed è anche l'umanità a cui voglio bene come Serenity, come paladina e come studentessa.

- Grandi, pompose, ma rimangono vuote parole senza significato. - Ribatté l'essere alato. - Tu, le tue amiche e i vostri rozzi alleati umani non riuscirete a  salvare  l'umanità dalla furia delle acque purificatrici.

- E' quel che vedremo. - Rispose secca la paladina della giustizia.

La frase suonò come un gong,  con il quale Jupiter e  Venus scatenarono i loro colpi più micidiali.

- Supreme Thunder Dragon!

- Venus Wink Chain Sword!

Ma i colpi non arrivarono mai a segno. Un battito delle quattro ali di Mikeru fu sufficiente a rispedire al mittente i rispettivi colpi, e lo spostamento d'aria mandò le guerriere ad incastonarsi contro due colonne.

- Probabilmente  avete avuto successo in passato a sconfiggere esseri malvagi e inferiori. - Commentò serafico Mikeru. - Ma io non sono né malvagio né inferiore: sono un angelo, e nel mio corpo circola sangue divino. Può qualcosa il Cristallo d'Argento, un artefatto portato per il bene, usato contro un bene ancora più potente?

- Anche se sei un angelo, - Rispose Moon. - Non puoi definirti buono se poni il tuo potere allo sterminio di gente innocente. Per questo io ti sconfiggerò. - E lasciando andare la sirena verde, tirò fuori lo scettro lunare.

- Silver Moon Crystal Power Therapy K....

- Non così in fretta!


Una mano artigliata, la stessa mano che aveva stretto in lacrime il braccio di Moon, adesso l'aveva presa a tradimento al petto.
Un ghigno terrificante si dipinse sulla faccia della donna olivastra.
Ciononostante, alcuna goccia di sangue fuoriuscì dal torace di Usagi: tra tutti gli scopi inetti e malvagi della strega, uccidere non era la priorità.
Quello che fece, però, fu forse persino peggio.
Con un gesto secco, strappò dal corpo di Usagi l'essenza vitale, l'incarnazione del potere supremo, il seme di stella.

- Finalmente è mio! - Gridò la fattucchiera nella pelle di fanciulla. - Mi sono finalmente impossessata del Cristallo d'Argento.

L'attimo fu così veloce che Braccio poté solamente tendere la mano.
Nel vedere gli occhi di Usagi diventare opachi, vuoti come quelli di una bambola, una tremenda ira si impossessò del marinaio.

- Ne ho abbastanza! - Gridò, - E quando dico abbastanza, vuol dire che è troppo!

Mise una mano nella casacca, e la mano frugò e riconobbe la scatola risolutrice.
Tirò fuori il barattolo di latta, e stritolò con forza. Il contenuto fuoriuscì come una fontana, e Braccio aprì la bocca per ingoiare rapidamente.

- Preparatevi, - Disse al colmo della rabbia. - Adesso si agisce alla mia maniera!


-------------

Rufy scrocchiò la testa inclinandola da spalla a spalla, roteò il braccio destro un paio di volte e poi finalmente si decise.

- Cominciamo.

Portando entrambi i pollici in bocca, li morse e pompò l'aria dentro gli arti superiori.

Mentre le braccia aumentavano di dimensioni, il pirata portò alla mente gli insegnamenti del vecchio Jinbei.

"Maestro Jinbei, è possibile fermare uno tsunami?"

"Cappello di paglia, hai idea di che potenza abbia un fenomeno come quello di cui parli?"

"Beh, è un'immensa massa d'acqua che sommerge tutto."

"Peggio. Infinitamente peggio. E' come se tutti i cannoni di tutte le navi della marina ti sparassero addosso contemporaneamente."

"Cavoli, è una gran potenza!"

"E prima che tu me lo chieda, no, non basterebbe neppure la più potente delle tue tecniche".

"Perché no? Se posso fare a pezzi delle palle di cannone, non dovrebbero esserci problemi per un muro d'acqua".

"Non è così semplice. Prova a prendere a pugni quello stagno".

"Tutto qui? Facile! Gomu Gomu Gaitling!"

"Sì, hai sollevato tutta l'acqua, ma qual è il risultato?"

"Che mi sta piovendo addosso tutta in una volt...blublublublub"

"Bene, vedo che hai capito almeno in parte. Mettiamo adesso il remoto caso che tu riuscissi a frantumare un muro d'acqua. L'acqua è liquida: non faresti che farla passare oltre il tuo corpo. Sarebbe tutto inutile. Letteralmente... un buco nell'acqua."

"Ma ho il Second e il Third Gear. Potrei usare il calore del mio corpo per trasformare l'acqua in vapore".

"Anche se fossi in grado di provocare tanto di quel calore, e ci vorrebbero milioni di gradi, probabilmente finiresti fuso prima. Ma allo stato gassoso, avresti una nube di vapore che ti passerebbe attraverso, e bollirebbe sia te tutto il territorio circostante".

"Insomma, non c'è davvero una maniera per neutralizzare una massa d'acqua?".

"Qui entra in gioco l'Haki. L'unica possibilità per te sarebbe di unire l'Ambizione ai pugni sferrati al muro d'acqua, inglobare ogni parte colpita in una sacca di energia che lo inglobi, e poi allontanare i frammenti emanando tutto il proprio spirito".

"Sembra complicato."

"Perchè questa è solo la teoria. Nella realtà, nessuno è mai riuscito a fermare uno tsunami".


Le braccia avevano cominciato a fumare, un vistoso colore rosso mostrava che la gomma era ad uno stadio incandescente.
Concentrandosi, Rufy infuse successivamente di Haki gli arti, fino a che questi non diventarono neri come la pece.

Il momento era cruciale. Per quanta fiducia nutrisse nelle sue capacità, si trattava comunque di vaporizzare un muro d'acqua largo centinaia di metri, che viaggiava alla velocità di 50 chilometri orari.

In quelle condizioni ci sarebbe voluto un miracolo, e la concentrazione era vitale. Avesse sprecato anche una minima parte, tutti i suoi sforzi si sarebbero rivelati inutili o insufficienti.

La massa d'acqua si avvicinava sempre di più: tra pochi secondi sarebbe iniziato il momento che avrebbe deciso la vita o la morte di migliaia di persone.

Il pirata era così intento nella sua impresa che non si accorse di una palla di fuoco che si stava avvicinando.
Barnard, il crudele avvoltoio umano, aveva deciso di farla finita una volta per tutte contro il traditore umano, anche a costo di condannare decine di migliaia di persone ad un destino di morte.


Là vicino, impotenti, quattro mutanti squalo, non certo capaci di volare, e completamente incapaci di difendere quell'umano che era stato capace, da solo, a metterli K.O. in pochi attimi.

-------------

Braccio di Ferro era inarrestabile.
Quando ingoiò il contenuto, una massa di potenza spaventosa andò a rimbalzare da un arto all'altro, prima le gambe e poi le braccia, e infine sul petto, dove un tatuaggio a forma di cacciatorpediniere sparò all'impazzata dei missili, mentre delle sirene, quelle della nave, cantarono il loro ululato di vendetta contro nemici tanto meschini.
La pipa fischiò come uno sfogo di vapore della caldaia chiamata Braccio di Ferro.
Come una furia il marinaio prese a pugni l'intero colonnato destro, e tutti i pilastri andarono a sistemarsi intorno alla strega megera, come le barre di una gabbia.
Prese inoltre un pezzo di pavimento, per usarlo come tetto, in modo da chiudere definitivamente la Strega del Mare.

Prese il pugno destro con la mano sinistra, e lo girò in senso orario. Il braccio si avvitò sempre più stretto, come una molla carica, pronta ad esplodere in un terribile pugno rotante.

- Torna in paradiso a mangiare i tuoi spinaci! - Urlò, mentre si diresse, un turbine al posto del pugno destro, contro Mikeru.

Ma con gran sorpresa di Braccio, il colpo andò a segno, ma chi ebbe la peggio fu proprio lui.

L'angelo aveva semplicemente approfittato dell'occasione per assorbire, tramite contatto fisico, il corpo e la vitalità del marinaio, ora pompato dagli spinaci.
Un'occasione troppo ghiotta, anche se si trattava di assimilare un ripugnante umano.
Gli effetti cominciarono già a farsi sentire, tramite una rinnovata vitalità da parte dell'angelo.
E mentre il marinaio svaniva, insieme alla sua coscienza, una sinistra risata, insieme al rumore di un'esplosione, indicò che la prigione improvvisata che teneva sotto chiave la Strega del Mare era stata  mandata in frantumi senza sforzo alcuno.

L'unico occhio buono del marinaio scrutò infine una Sailormoon inerme senza il suo seme di stella, due guerriere impossibilitate a reagire, e il resto della banda, rinchiuso in prigioni di cristallo nero.

E dovette ammettere, per la prima volta, la sconfitta dei suoi tanto amati spinaci.

Se avesse potuto piangere, lo avrebbe fatto in quel momento.
Un attimo dopo, tutto si fece buio.


  
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