Cattivo.

È come se, a dispetto di ogni processo organico da te studiato, i tuoi pensieri che, vorticosi e spesso scollegati, si alternano nella tua mente, offuscassero il dolore che impregna il tuo corpo fin dove ogni recettore giunge. Ti ritrovi a pensare di quand'eri giovane, un giovane promettente e avvenente, sostenevano in molti. Ti ritrovi a pensare di aver cestinato quello che era un grande futuro, proprio come avresti fatto con un vestito sgualcito. Perché, per quanto le convinzioni e gli ideali siano impetuosi, la vacillazione ti scoverà. Non puoi giocare a nascondino con lei, oh no. 
Ti seguirà ovunque, dietro ogni porta che ti si apre si nasconderà quatta quatta, pronta a tenderti un agguato. E quando un acerbo vecchio ti dice "morirai solo", non si sbaglia: quella canaglia ha sempre un'alleata con sé. Anch'ella, come una timida dama, s'andrà a rifugiare nella debolezza delle altre compagne, finché, inaspettatamente, non giungerà la sua prima notte di nozze, in cui, freddamente, si spoglierà di quei lontani ed esotici abiti, tanto diversi dai tuoi soliti costumi, mostrando così tutta la sua reale bruttezza, lasciandoti gola, ma non solo, impregnata di un amaro risentimento. Sconfitta. Questo è il nome di quella apparentemente graziosa fanciulla, e tu, ora inerme, ne hai appena assaggiato una portata. Il dolore fa male. Il dolore fa male. Masochistico tentativo di autoconvinzione. Ma per un uomo ambizioso come lo sei tu il dolore fisico non è che un lungo sospiro di sollievo, in confronto ai pensieri di cui ti prendi carico.
La storia è scritta dai vincitori e condanna a un eterno patibolo di vergogna i vinti.
Una conoscenza basilare, terribilmente personale, però. Di poca importanza sarà la purezza del tuo spirito o la validità delle tue imprese, dopo che il tuo ultimo, amato, Pokémon è svenuto, esausto, tu sei diventato il cattivo e lo sarai per sempre.