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Autore: Kessi    25/12/2013    5 recensioni
“Puoi farti baciare da chi vuoi, sai?”.
L’ex consulente del CBI si avvicina alla donna, così tanto che vasterebbe un niente per annullare la distanza tra di loro. Jane riesce a sentire il lieve profumo della donna che ha scoperto di amare e Teresa del suo dopo barba: sa di fresco. “Forse io non voglio essere baciato da chiunque” le sussurra all’orecchio con voce suadente e lei rabbrividisce -non per il freddo-, poi Patrick si allontana da lei. “Allora, andiamo?” chiede alzandosi in piedi.
“come?” chiede lei, ancora scossa dall’acccaduto “E dove?”.
“Avanti, Lisbon. Fidati di me. Alzati da quella sedia e vieni con me. È la vigilia di Natale!”.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Patrick Jane, Teresa Lisbon | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Merry Christmas

Patrick Jane si stava osservando la scena divertito, in piedi nell’enorme ufficio dell’FBI, seduto su una poltrona di pelle nera.
“Jane, un altro trucchetto del genere e sei fuori” lo ammonisce Abbott mentre gli passa accanto stringendosi nel suo lungo cappotto nero.
Il consulente sorride “Certo. Buon Natale” gli dice salutandolo con la mano. L’agente anziano scuote la testa, rassegnato e ricambia di mala voglia gli auguri.
Incontra anche Kimball che sembra essere parecchio di fretta, ma a Patrick basta uno sguardo per capire: andrà a cena con la sua nuova ragazza. Nonostante Cho sembri essere di ghiaccio, certe emozioni non si possono nascondere, specialmente al mentalista più abile della California.
Avanza nell’ufficio trovandosi davanti due donne: Fisher e Lisbon.
Kim non appena lo vede, gli sorride raggiante e lui ricambia. Sa perfettamente che la giovane agente dell’FBI ha un’attrazione per lui ed a volte a lui piace giocare su questo fatto.
La cosa, ovviamente, non sfugge a Teresa che trattiene a mala pena una smorfia mentre sta compilando il rapporto sul caso.
“Ciao, Patrick” lo saluta Fisher.
“Kim.” Sorride “Finito per oggi?”.
La donna annuisce “Sì. Sei venuto a fare una visita di cortesia dopo il casino che hai fatto oggi?”.
Il biondo ridacchia “Non ho fatto più casino del solito” risponde prontamente, poi le fa un occhiolino “Ed ho chiuso un caso che vi portavate avanti da tre anni”.
La donna alza gli occhi al cielo. “Okay, per stavolta hai ragione. Come passerai il Natale?”.
A quella domanda, anche Lisbon smette di scrivere e tende le orecchie per ascoltare una risposta “Niente di che. Troverò il modo di farlo passare” risponde con una nota di ilarità Jane, lanciando un’occhiata a Lisbon che subito torna a compilare il rapporto.
“Oh, capisco. Io farò una cena da amici. Se vorrai venire, sarai il benvenuto”.
“Mi stai chiedendo una specie di appuntamento?” ride l’uomo. “Non volevi arrestarmi una volta”.
L’agente scuote le spalle “Tempo passato” poi come se si fosse ricordata di un impegno improvviso, afferra la giacca “Devo proprio andare ora”, si sporge un po’ di più verso il biondo e gli posa un bacio sulla guancia “Buon Natale, Patrick”.
Lui non può fare a meno di trattenere un sorriso “Anche a te, Kim”.

Ora all’FBI sono rimasti solamente più Jane e Lisbon, cosa che riporta entrambi a qualche anno fa, quando Teresa doveva sbrigare le ultime faccende amministrative e Patrick rimaneva con lei, per non lasciarla sola.
“Perché mi guardi così?” chiede Jane, sedendosi di fronte a lei.
“Non ti sto guardando”.
“Oh sì invece” ribatte l’altro, divertito. “Sei gelosa?”.
Lisbon sbuffa e Patrick capisce di aver colto nel segno.
“Perché dovrei?”.
“Perché Fisher mi ha invitato per Natale e perché …” sorride “Mi ha baciato”. Ed in quel momento Lisbon deve imporre a se stessa di non arrossire, o peggio, di non tirargli uno schiaffo su quella faccia strafottente che si ritrova.
“Puoi farti baciare da chi vuoi, sai?”.
L’ex consulente del CBI si avvicina alla donna, così tanto che vasterebbe un niente per annullare la distanza tra di loro. Jane riesce a sentire il lieve profumo della donna che ha scoperto di amare e Teresa del suo dopo barba: sa di fresco. “Forse io non voglio essere baciato da chiunque” le sussurra all’orecchio con voce suadente e lei rabbrividisce -non per il freddo-, poi Patrick si allontana da lei. “Allora, andiamo?” chiede alzandosi in piedi.
“come?” chiede lei, ancora scossa dall’acccaduto “E dove?”.
“Avanti, Lisbon. Fidati di me. Alzati da quella sedia e vieni con me. È la vigilia di Natale!”.
“Chi ti dice che non abbia altri impegni?”.
“So bene che non è così” poi le lancia il migliore dei suoi sorrisi “Non farti pregare.”.
Ed è così che lei accetta. Non sa se per l’esasperazione o perché vuole davvero passare del tempo con lui, ma alla fine si ritrovano a camminare per le strade della città illuminate da mille decorazioni.
Arrivano davanti ad un ristorante, uno dei più belli dell luogo, e Jane la prende per mano, lasciandola, ancora una volta, senza fiato. Cenano tranquillamente, come molte altre volte si erano ritrovati a fare, ma quella volte era diverso. Lo sentivano entrambi. Sentivano che l’aria attorno a loro era mutata. Non c’era più quella solita tensione, quell’elettricità che v’era sempre stata tra di loro. No. Questa volta c’era una sorta di intimità in più tra loro due.
Jane aveva continuato a punzecchiarla tutta la sera, facendo leva sul tasto della gelosia che aveva nei confronti di Fisher e Lisbon continuava a negare, dando dei colpetti sulla spalla del suo consulente che rideva e teatralmente si massaggiava la spalla.
“Non vuoi sapere cosa ti ho regalato?” chiede Patrick, una volta usciti dal locale. Teresa lo guarda, non potendo fare a meno di notare come quel completo blu gli stesse particolarmente bene. Indossava una camicia azzurra, un golf elegante blu e giacca. Aveva anche una cravatta. Non l’aveva mai visto così.
“Lisbon?”.
“mmh?” bofonchia lei, come se si fosse appena risvegliata da un sogno.
“Ti eri incantata a guardarmi”.
“Non è vero!”.
“Avanti, ammettilo.”
“Mai”.
“Hai una cotta per me”.
“Piantala, Jane!”.
“Puoi chiamarmi Patrick”. Ed è a quel punto che Lisbon si blocca. Poche volte l’aveva chiamato per nome e altrettanto poche erano le volte in cui Jane le aveva detto una frase simile. Anzi, l’unica volta era stata quando lui era sotto l’effetto della Belladonna.
“Jane …”
“Fisher mi chiama ” ribatte prontamente lui “Ed io e lei ci conosciamo da meno tempo rispetto a me e te”.
“Hai ragione, ma io non ho una cotta per te come l’ha l’agente Fisher”.
Patrick sorride “Ne sei sicura?”. Lei trattiene una smorfia “Ho ancora la pistola, sai? Posso spararti”.
“Non vorrai mica uccidermi a Natale ed ancor prima che ti abbia dato il mio regalo!” esclama l’uomo.
“Perché? Mi hai fatto un regalo?”.
“Sì, certo.”
“E dov’è?”.
“L’avrai. Non dubitare di me come la scorsa volta. Alla fine il tuo regalo era un bellissimo pony che ti aveva lasciato senza parole”.
“Tu sei pazzo” ridacchia lei, aumetando il passo per distaccarlo.
Arrivano sotto casa di Lisbon ed entrambi si perdono qualche secondo a guardare l’altro negli occhi. Stavolta senza interruzioni o battutine da parte del mentalista. Erano solo loro due.
Jane sorride, avvicinandosi di più a lei. “Vischio” le sussurra solo.
Lisbon alza la testa e vede un enorme vischio fare capolino sulle loro teste. “Non vorrai mica rompere la tradizione, Teresa?” ma lei non ribatte nulla, troppo concentrata a far battere ancora il suo cuore. La vicinanza dell’uomo non le permetteva più di ragionare. Lo vede solamente avvicinarsi di più a lei con lentezza studiata ed esasperante. Le soffia leggermente sulle labbra e Teresa si aggrappa al colletto della camicia di lui. Lo guarda nel blu dei suoi occhi e si protende verso di lui. Patrick sorride, vittorioso, e ricorda in un millesecondo tutti gli attimi che avevano condiviso insieme, ricorda a se stesso che non la stava baciando solo per un puro e banale desiderio, ma perché l’amava. Dopodichè accade. Le labbra di lui incontrano quelle della donna ed è un vero bacio. Romantico e passionale, come quello che si vede nei film. Lisbon sente la lingua di lui farsi strada in lei che lo lascia fare, sentendo il suo cuore battere così forte al punto da esplodere.
Jane aveva ragione. Aveva una cotta per lui, l’aveva sempre avuta. Lui e le sue battute stupide, il suo cacciarsi nei guai, i suoi sorrisi che ogni volta le mozzavano il fiato … Era innamorata di lui, proprio come Barlow predisse due anni fa.
Quando si staccano, rimangoo ancora a guardarsi per un po’ e Patrick stringe a sé Lisbon, baciandole i capelli, poi sorride “allora, lo vuoi il tuo regalo di Natale o no?” e raggiante, tira fuori dalla tasca due biglietti aerei per New York.
“Che significa?”.
“Che noi due stiamo andando a New York. Partiamo tra un’ora”.
“Cosa? Ma sei pazzo?! E il lavoro?”.
“Siamo in ferie”.
“Ma … Ma ..” balbettò la donna, incapace di formulare una frase coerente.
“Nessun ma, Lisbon.” Poi ridacchiò e la bacia, di nuovo, di sfuggita come se non avessero fatto altro che baciarsi per tutta la loro vita. “Buon Natale”.
“Buon Natale, Patrick” sussurra lei sulla sua bocca.
Si strinse di più all’uomo che amava, pronta per quello che il viaggio improvvisato le avrebbe preparato, pronta per quello che un nuovo capitolo della vita le avrebbe riservato.
“Ah e Teresa … Non portarti troppi abiti dietro. Ho intenzione di farti passare queste vacanze .. Svestita!” le fa l’occhiolino, ridendo, ricevendo un leggero schiaffo sui riccioli biondi.
“Ahi!”.
La donna sorride. Ecco, certe cose non sarebbero mai cambiate!

Note Autrice: Fic natalizia scritta senza troppe pretese.
Semplicemente un Natale Jisbon a tutti gli effetti.
Spero vi piaccia anche se a me personalmente non soddisfa particolarmente.
Recensioni gradite e ... Buon Natale!
Franci.

  
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