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Autore: TriskellShadows    25/12/2013    1 recensioni
E' la sera di Natale e Synyster Gates vagabonda per le strade della città. Brian personificherà Ebenezer Scrooge, chi sarà il fantasma che lo guiderà nei sui Natali passati e gli farà capire il vero valore dell'amicizia e del tempo che passa?
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Johnny Christ, Matthew Shadows, Synyster Gates, The Rev, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era dicembre e i fiocchi di neve cadevano lenti sulla strada. Faceva molto freddo e ogni respiro congelava l’aria di una nuvola bianca, ma non era niente in confronto al gelo che avevo dentro. Avrei spazzato via la neve se fossi stato capace di aprirmi. Caldo e freddo non mi facevano effetto. Non c’era vento più aspro di me e nemmeno la neve cadeva più fitta, non c'era pioggia più inesorabile. Il cattivo tempo non mi prendeva mai.
Era Natale e forse sarei dovuto essere a casa, con la mia famiglia e i miei migliori amici a godermi un’abbondante cena e i divertimenti serali. Ma non ce l’avrei fatta, non avrei sopportato il peso dell’atmosfera felice che si creava tutti gli anni con il Natale anche se prima lo amavo. Era la mia festa preferita il Natale, ho sempre preparato io l’albero e ho sempre impacchettato i regali anche se non uscivano mai bene quei dannati pacchetti. Addobbavo la casa e regalavo ai miei amici buffi cappelli. Diventavo un dittatore assetato di perfezione natalizia.
Ma da quattro anni a questa parte non ho mai attaccato una decorazione, non ho fatto nessun pacchetto e non mi sono messo buffi cappelli. Da quattro anni a questa parte io, Synyster Gates odio il Natale.
Quattro anni fa io e i miei migliori amici abbiamo perso nostro fratello. Gli Avenged Sevenfold sono nati con lui e una loro parte è morta insieme al nostro Jimmy.
Sembra quasi un clichè la scusa del “vado a comprare le sigarette e torno”, ma ormai nessuno più mi diceva "Bri è il 25 dicembre i tabbaccai sono chiusi", tutti sapevano che a mezzanotte mentre loro scartavano i regali io sparivo, e non si curavano più di dove andavo o cosa facevo. Ne ho bisogno, per staccare un attimo la spina e per scrollarmi di dosso tutti e tutto. Le loro moine, i loro sorrisi e la loro voglia di festeggiare per me erano un affronto, ero diventato il Grinch delle feste, odiavo l'albero,i regali e i cori natalizi, quindi se sparivo per avrei risparmiato agli altri le mie polemiche fastidiose e i miei bronci, facendoli stare solo meglio.
Continuai a girare a vuoto per le viette del vicinato, il tempo era uggioso e la nebbia era così fitta che poteva tagliarsi con un coltello. Non riuscivo a vedere ad un palmo del mio naso, infatti dopo due passi un palo decise di darmi un caloroso abbraccio e sono finito a terra imprecando contro il palo e la nebbia, e il Natale. Ripresi a camminare accendendomi una sigaretta, il pacchetto era quasi finito ne erano rimaste due. Di certo non mi sarebbero bastate due sigarette, quindi andai al distributore del tabacchi vicino l’edicola per comprare un pacchetto.
Fumavo e mi sfregavo le mani per tenerle al caldo e tiravo su con il naso che colava dal troppo freddo, presi il mio pacchetto e andai via. Mentre mi giravo urtai un uomo, sicuramente anche lui si era ridotto all’ultimo per comprarle.
-Scusi, questa nebbia è così fitta che non l’avevo vista- rispose in maniera così gentile, in genere le persone con il freddo non sono così disponibili e io sono una di quelle. Risposi con un grugnito e proseguii per la mia strada.
-Perché sei fuori nella sera di Natale? Non dovresti essere a casa con i tuoi migliori amici e la tua famiglia?-
-Non sono affari tuoi dove dovrei essere o meno- La sua voce mi era familiare, era nostalgica come una canzone non suonata da molto tempo.
-Ehi Brian aspetta- mi bloccai di colpo, come conosceva il mio nome? Mi girai di scatto avvicinandomi a quella figura molto alta fino ad arrivargli sotto il naso.
-Come sai come mi chiamo?- aveva gli occhi chiusi e guardava a terra, quando gli domandai come conosceva il mio nome li aprì e mi fissò. Fu quella la sua risposta.
Il respiro mi si bloccò, mi veniva da svenire. Avrei riconosciuto quegli occhi tra mille, erano i suoi fantastici occhi.
Azzurri come il cristallo più lucido. Due distese attraenti e seducenti che emanavano pace e gioia. 
Quelle iridi piene di riflessi erano quasi impossibili da guardare, perchè ti sentivi opprimere, affogare dall'oceano che vi si riversava dentro. 
E quei piccoli, minuscoli punti neri che erano le pupille si confondevano in tutto quell'azzurro che ti fissavano e ti penetravano l’anima come una coltellata in pieno petto.
Tutte le volte che ci penso mi viene da tremare violentemente, e vedo impressi nella mia memoria quei due occhi angelici e traboccanti amore, pace e semplice beltà. Ora invece erano lì davanti a me, non li stavo immaginando, o forse stavo sognando. La sigaretta mi cadde dalle mani e sentii la neve sciogliersi al contatto con il calore improvviso, in quel momento mi sentivo come la neve, mi sentivo sciogliere da quel calore improvviso che divampò dentro di me, un calore che non mi riscaldava il cuore da anni.
  
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