Paul appoggiò delicatamente una mano sulle lenzuola. Erano calde, ruvide, diverse da quelle di casa sua. Non ce la faceva a muoversi, o forse non aveva il coraggio di farlo. Eppure c’era qualcosa di strano. Era confuso, sì, ma non ricordava di aver conosciuto qualche ragazza che lo avesse portato in una casa sconosciuta. Ricordava quel locale, ricordava a tratti anche i momenti, ricordava l’alcool. Ma nessuna ragazza. Solo lui, Ringo, George e..
No.
Non era possibile. Non poteva essere successo davvero. Non ci credeva, non voleva crederci. Eppure i pensieri e i ricordi di quella notte ora stavano lentamente tornando alla sua mente. No. Cercò di cacciarli via, pensando solo che fossero le sue stupide fantasie di quell’ultimo periodo. Pensare a lui in quel modo lo aveva fatto uscire di testa, non c’era altro da dire. Perché aveva pensato più volte che potessero essere più che amici? Era un capriccio. Era uno stupido capriccio di un ragazzino di ventuno anni. Nient’altro. E allora perché, adesso, aveva paura di voltare il viso verso quello della persona che aveva condiviso il letto con lui, quella notte?