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Autore: _Princess_    20/05/2008    45 recensioni
“Per favore, mi scusi…” Una delle guardie si voltò e le rivolse uno sguardo interrogativo. “Ha visto una bambina?” gli chiese Nicole, sull’orlo delle lacrime. “È piccola, alta così,” e misurò circa un metro da terra con la mano. “Bionda…”
La guardia cambiò rapidamente espressione: sembrava quasi divertito. Nicole non condivideva il sentimento.
“Ha un vestitino rosso, per caso?” indagò l'uomo.
“Sì!” Nicole trasse un sospiro di sollievo, cominciando a riacquisire il controllo delle proprie emozioni. “L’ha vista?”
La guardia lanciò una rapida occhiata alla propria sinistra e le rivolse uno sguardo penetrante.
“Signorina, credo che l’intera arena l’abbia vista.” Disse, e si voltò ad additare il palco. E là, proprio al centro dello stage, tranquilla come se nulla fosse – come se non ci fosse stata tutta quella gente a guardarla a bocca aperta – c’era Emily, con il suo ragno di peluche in mano, e stava andando dritta dritta verso Bill.
Oh, merda.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The Heart Of Everything' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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A metà aprile Nicole comunicò a Georg che aveva cominciato a lavorare in un rifugio per animali abbastanza malmesso, dove però poteva tenere con sé Emily, e dopo pochi giorni era arrivata una generosa donazione anonima, intestata a lei da parte di ‘B.+T.K., G.K.W.S. e G.M.H.L.’.

Anche al di là del lavoro, che le piaceva molto e le consentiva di stare con sua figlia, la vita di Nicole sembrava aver preso una piega del tutto inaspettata, come se l’incrocio tra il suo cammino e quello dei Tokio Hotel avesse cambiato qualcosa nel destino.

Nonostante la differenza di età, Liesel era diventata davvero la sua migliore amica ed era ormai un’ospite abituale a casa Sandberg: Nicole le dava ripetizioni di Inglese e Filosofia, e lei in cambio badava ad Emily di tanto in tanto. Liesel ora sapeva tutto di Georg e del resto della storia, dopo ponderate riflessioni, Nicole le aveva accordato la propria fiducia, ma non prima di aver ricevuto il via libera da parte dei ragazzi e di Benjamin e David, e per suggellare quel loro patto di segretezza aveva chiesto ai ragazzi di mandare per lei un regalo speciale, con il risultato che un’afosa mattina di agosto il fattorino aveva suonato alla porta dei Jensen con un pacchetto per la ragazza, contenente un poster gigante con dedica personale firmata da tutti, più una copia autografata dell’edizione limitata del singolo di Lullaby For Emily, andata esaurita da ormai due settimane. L’intero condominio aveva sentito le urla euforiche di Liesel e i mille ringraziamenti che aveva strillato a Nicole. Da ragazzina intelligente quale era, aveva intuito subito che tenere quel succoso segreto sarebbe andato interamente a suo beneficio.

Georg, dal canto suo, faceva davvero i salti mortali per mantenere la promessa fattale quella sera a Marsiglia: si vedevano spesso, uno, due o tre giorni di fila, a seconda degli impegni dei ragazzi, e, anche se per motivi di sicurezza era sempre lei a raggiungerli, loro erano riusciti a costringerla a lasciarli pagare le pur contenute spese del viaggio.

Nicole era felice, si sentiva completa ed appagata come mai in vita sua, e i mesi passarono quasi senza che se ne accorgesse.

Era una tiepida e soleggiata mattina di settembre, stava rientrando dopo essere stata a fare qualche acquisto, e camminava sola sul marciapiede con due buste della spesa stracolme, godendosi la musica dell’iPod nelle orecchie.

‘I know you're going away, I take my love into another day…’

La canzone le piaceva molto, ma la intristiva sempre un po’, perché le ricordava tutte le volte che lei e Georg dovevano salutarsi.

‘In my thoughts you're with me, I fell in love with your ways…’

La ascoltava lo stesso, però, perchè era così azzeccata e bella che non riusciva a fare a meno di adorarla.

‘I know you're going away, lead my heart into a daze…’

Assieme alla lievissima malinconia, le veniva sempre anche da sorridere, perché anziché vedersi e poi salutarsi, avrebbero potuto non vedersi affatto, non essersi nemmeno mai incontrati, e per lei sopportare qualche giorno o settimana di distanza era un prezzo più che ragionevole da pagare, visto quel che le spettava in cambio.

‘I know you're going away, leaves a void in my heart and soul…’

Sentiva molta nostalgia di Georg e degli altri, soprattutto ora che era qualche giorno che non li sentiva. Sapeva che nel pomeriggio avrebbero avuto un’intervista a Londra, quindi si era messa l’animo in pace, rassegnata al fatto che probabilmente non sarebbero riusciti a farsi vivi prima di sera, visti gli impegni.

Svoltò l’angolo della propria via, proprio nel momento in cui la musica si interrompeva bruscamente. Si fermò a controllare e notò che l’iPod era scarico.

Be’, tempismo perfetto, pensò mentre lo riponeva nella borsa, puntando lo sguardo pochi metri avanti a sé, dove i tre scalini segnalavano l’ingresso del condominio.

Stava per proseguire, quando vide un’auto molto familiare parcheggiata davanti all’ingresso del palazzo, un’Audi nera e lustra da cui stava scendendo qualcuno, reggendo una rosa rossa in mano.

Il suo cuore ci arrivò prima del suo cervello: la portiera si richiuse e rivelò alla sua vista quello che mai si sarebbe aspettata di vedere, almeno non lì a Lipsia, non quel giorno.

Georg le sorrideva a fior di labbra da dietro un paio di occhiali da sole, i capelli raccolti in una coda – che aveva preso a farsi abitualmente solo perché lei gli aveva confidato, un po’ per scherzo, un po’ seriamente, che così lo trovava ancora più sexy – meraviglioso in quei jeans strappati e in quella semplicissima maglia verde scuro. Spalancò le braccia ed allargò visibilmente il proprio sorriso con aria compiaciuta.

“Sorpresa!”

Nicole restò immobile per un attimo fugace, poi si dimenticò delle uova, lasciò cadere le buste a terra e gli corse incontro euforica, gettandogli le braccia al collo.

Georg rise e la strinse a sé, sollevandola leggermente da terra mentre la baciava su una guancia.

“Potrei sbagliare, ma ho la vaga sensazione che tu sia felice di vedermi.” Scherzò, posandole un bacio sulle labbra.

Nicole si sentiva come se qualcuno le avesse iniettato in vena gioia pura.

“Che cosa ci fai qui?” esclamò senza fiato, ancora in preda allo stupore.

Georg assunse un cipiglio offeso.

“Adesso non posso nemmeno venire a trovare le mie ragazze?”

“Ma oggi avevate l’intervista a Londra…”

“Sì, è quello che ti ho detto, in effetti.” Confermò lui, porgendole la rosa. Nicole gliela strappò quasi di mano, troppo felice per accusarlo di averle mentito così spudoratamente.

“Sei un perfido macchinatore.”

Lui sogghignò spavaldo.

“Modestia a parte, lo so,” finse di vantarsi. “Dov’è Emily?” domandò poi.

“Con Liesel,” gli rispose Nicole. “L’ho lasciata da lei per andare a fare la spesa.” E lanciò uno sguardo eloquente alle borse che si era lasciata indietro.

“Oh, perfetto,” Georg appoggiò la propria fronte contro la sua, gli angoli della bocca arricciati. “Allora che ne dici di lasciargliela ancora per un po’ e di mostrarmi il tuo appartamento?”

Nicole annuì, facendo la seria.

“D’accordo. La camera da letto è chiusa al pubblico, però.”

Georg sciolse l’abbraccio ed andò a recuperare le due borse, sollevandole come se fossero state piene di polistirolo.

“Non importa,” la rassicurò poi. “C’è sempre il divano. Tanto ci troviamo bene anche sui divani, se ben ricordo.”

“Io non ricordo…” lo provocò lei, facendogli strada nell’ingresso. Georg le si affiancò davanti all’ascensore, sorridendo malizioso. Nicole capì immediatamente perché.

“Non ci pensare nemmeno,” lo avvertì, pur divertita. “Siamo in un condominio di gente perbene, non in un immenso hotel extralusso,” Lo occhieggiò compunta. “Niente cose strane in ascensore.”

“Oh, ma ci troviamo così bene negli ascensori!” le ricordò Georg, tirando fuori una delle sue migliori espressioni provocanti. Nicole si costrinse ad ignorarlo e concentrarsi sul display che segnava il susseguirsi dei piani, altrimenti era certa che sarebbe riuscito a farla capitolare.

“Quindi quando avete la vera intervista a TRL inglese?” gli chiese, per cambiare argomento.

Georg si appoggiò con una spalla al muro.

“Tra quattro giorni.”

“E quella di ieri com’è andata?”

“Potremo gustarcela pomeriggio,” dichiarò suadente. “Sul suddetto divano.”

Nicole ormai aveva sentito quel tono già diverse volte, eppure ancora non riusciva a non farsi venire la pelle d’oca dall’effetto che le faceva. Con Georg i preliminari non cominciavano con i baci e le carezze, ma con le parole.

“Emily ne sarà felice.” Commentò, attraversata da una piccola scossa di piacere nel sentirlo di nuovo così vicino.

“Prima però fai felice me.” La stuzzicò Georg.

In quella l’ascensore arrivò e le porte si aprirono.

“Non sei già felice di vedermi?” disse Nicole, entrando assieme a lui nello stretto vano. Le porte si richiusero e l’ascensore ripartì.

“Certo,” asserì Georg, lasciando le borse a terra e avvicinandosi a lei con ovvie intenzioni. “Ma ti faccio presente che nelle ultime due settimane ho dovuto avere la tempra morale di mandare in bianco diverse ragazze piene di speranze per colpa tua, quindi gradirei che tu mi dimostrassi di apprezzare la mia buona volontà.”

I loro volti erano vicini, così come le loro labbra. Nicole non avrebbe mai smesso di sorprendersi di come il suo cuore impazzisse quando c’era lui.

“Cosa credi, che io non abbia niente da riscuotere?” replicò serafica.

“Regoliamo questi conti, allora.” Disse lui, la voce bassa e gutturale, sexy come solo lui sapeva essere, ma proprio in quel momento l’ascensore si arrestò e si aprì sul corridoio del terzo piano.

Nicole ridacchiò di fronte allo sbuffo frustrato di Georg, ma lui la redarguì prontamente:

“Non finisce qui, tesoro.” Le sibilò in un orecchio.

Nicole gli sorrise, fermandosi davanti alla porta del proprio appartamento.

Lo so, Georg, si disse, felice di poterlo finalmente accogliere in casa propria. Simbolicamente, era un passo molto importante e significativo, per entrambi. Lo so.

 

***

 

Dopo la sospirata conclusione del 1000 Hotels Tour 2008, il mondo intero sembrava parlare dei Tokio Hotel di come fossero tornati alla grande dopo il problema di Bill che aveva messo in allarme milioni di fans in ogni parte del globo, e tutti sembravano aver notato una sorta di maturazione nei quattro di Magdeburgo, almeno a giudicare dalla nuova distribuzione dei loro impegni, sensibilmente alleggeriti dopo quello che era successo.

L’attenzione massima era, com’era giusto che fosse, rivolta a Bill, che durante le prime settimane di ripresa aveva dimostrato di saper mandare in delirio un vasto pubblico anche senza essere al massimo delle proprie forze, ma, accanto a questo grande evento centrale, erano lentamente emersi altri spunti di riflessione, e uno fra questi riguardava Georg molto da vicino.

Tutti si chiedevano perché da qualche tempo il bassista dei Tokio Hotel portasse sempre un fermaglio di metallo e strass a forma di farfalla appuntato alla cinghia del basso, e una delle domande più gettonate tra i giornalisti era diventata quale fosse il significato di quel dettaglio così insolito. Lo stesso VJ di MTV Britain stava giusto ponendogli quella domanda, leggendola tra le tante che erano giunte in studio nel corso della puntata di TRL a cui erano ospiti, tra le urla e gli strepiti delle molte ragazze presenti.

Ormai ferrato su quella questione, Georg sorrise con disinvoltura al VJ e alle telecamere e spiegò:

“Me lo hanno regalato due fans molto speciali.,” Scambiò un’occhiatina fugace con Tom, Gustav e Bill. “Ciascuno di noi ha ricevuto un regalo da loro, ma devo riconoscere di essere stato il più viziato.”

Gli altri annuirono con lo stesso sorriso un po’ misterioso, e Tom aggiunse con malizia:

“Georg ha avuto senz’altro il regalo più ricercato, ma ci riteniamo tutti e quattro più che soddisfatti.”

“Assolutamente.” Convenne Bill, e Gustav annuì.

Il VJ sfogliò il consistente plico di fogli che teneva in mano e scelse la domanda successiva.

“Bill, qualche mese fa sei stato operato alla corde vocali,” disse in tono quasi solenne. “Molti pensavano che sarebbe stata la fine dei Tokio Hotel, ma avete da poco concluso il tour di recupero, registrando un sold out assoluto che ha fatto storia, e il vostro nuovo singolo è schizzato in vetta alle classifiche di tutta Europa in una settimana scarsa e ancora, dopo più di un mese, non vuole saperne di schiodarsi da lì, mentre negli States è entrato dritto alla numero sette, sbaragliando concorrenti del calibro di Madonna, Christina Aguilera e Linkin Park. Siete soddisfatti di questi risultati?”

“Moltissimo,” fece Bill, accompagnandosi con un cenno del capo. “Gli ultimi mesi sono stati molto intensi per tutti noi,” raccontò. “Abbiamo avuto esperienze davvero toste, nel bene e nel male, prima fra tutte il mio intervento e tutto ciò che ha comportato. Oltre alla grande ripresa dei vecchi ritmi, abbiamo anche rivalutato diversi aspetti del nostro lavoro, ridimensionando un po’ alcune cose e rivalutandone altre. Inoltre abbiamo conosciuto persone nuove che sono diventate importanti, e questo non succedeva da tempo, quindi sì, direi che siamo più che soddisfatti.”

Un’esplosione di grida ed applausi divampò all’interno dello studio. Le ragazze applaudivano, e con esse anche qualche ragazzo, uno dei quali reggeva addirittura un cartellone che diceva, in un tedesco perfetto, ‘Bill, sono tuo!’.

“Un’ultima domanda, che credo interesserà alle nostre ospiti,” intervenne il VJ, cercando di acquietare il più che caloroso pubblico, e in un attimo cadde un rispettoso silenzio curioso. “Abbiamo menzionato lo straordinario successo di Lullaby For Emily, il vostro ultimo singolo, ma quello che tutto il mondo si sta chiedendo è: chi è la misteriosa Emily a cui avete dedicato questa ninnananna rock?”

Un sorrisetto enigmatico si dipinse sui volti di ciascuno di loro.

“Emily è una persona, questo è vero, ma è soprattutto un simbolo,” rispose Gustav. Georg e gli altri sapevano che non era l’esatta verità, ma avevano deciso che la versione più poetica e filosofica sarebbe stata quella ufficiale, almeno per ora. “Rappresenta tutto quello che è semplice e genuino, l’energia e il coraggio affrontare le cose, ma anche la fragilità e la paura. È la chiave per capire e apprezzare meglio la vita.”

“Abbiamo avuto modo di fare qualche conto con le nostre vite, ultimamente,” aggiunse Bill. “Di ampliare un bel po’ le nostre vedute, e ci siamo resi conto che la carriera stava prendendo il sopravvento sul nostro benessere, e anche se amiamo moltissimo la nostra musica, Emily ha risvegliato in noi un po’ di quel buonsenso che stavamo perdendo di vista.”

“Penso che sia ammirevole che siate riusciti a riconoscere i vostri sbagli e porvi rimedio, soprattutto perché alla vostra età è comprensibile che ci si lasci un po’ trasportare dalla fama.” disse il VJ, rivolto a tutti loro.

“Era un po’ come se avessimo dei paraocchi e qualcuno che li avesse strappati,” spiegò Tom. “Sai, come quando sai che qualcosa non va, ma preferisci fare finta di niente, fino a che non ci vai a sbattere contro.”

“Eravamo troppo concentrati sul successo,” proseguì Georg. “Ci stavamo quasi dimenticando che, oltre ad essere dei musicisti, siamo anche dei ventenni come tutti gli altri, con gli stessi bisogni, le stesse insicurezze, ed è stata Emily a ricordarcelo.”

“Possiamo quindi dire che Lullaby For Emily è una sorta di ninnananna alla parte bambina che nessuno di noi dovrebbe dimenticarsi di avere, giusto?”

“Esatto.”

“Per concludere, c’è qualcosa che vorreste dire a tutti coloro che in questo momento vi stanno guardando?”

I quattro si guardarono e si sorrisero, poi Georg, Gustav e Tom annuirono verso Bill, tacitamente accordandogli la responsabilità di assolvere quell’importante compito, così Bill si sporse in avanti e congiunse le proprie mani, i gomiti appoggiati alle ginocchia, e puntò lo sguardo dritto in camera.

“Ognuno di noi ha la sua Emily, da qualche parte là fuori,” dichiarò con un leggero sorriso, circondato da un silenzio carico di aspettativa e rispetto. “Non smettete mai di cercarla, perché solo quando la troverete, capirete la differenza.”

 

 

THE END

 

 

 

Note: le note dell’epilogo sono le più importanti in assoluto, e avrei mille cose da dire, mille persone da ringraziare, ma sinceramente non so da che parte cominciare. Anzi, no, lo so: la soundtrack della storia.

So che avrei dovuto metterla capitolo per capitolo, ma forse è meglio così: per chi ne ha tempo e voglia, consiglio di rileggersi pian piano la storia, ogni capitolo con la rispettiva canzone di sottofondo, e notare quelle piccole cose che forse alla prima lettura sono sfuggite ma che, col senno di adesso, forse vi saranno molto più chiare e sensate. (Fra parentesi, la canzone che Nicole sta ascoltando n questo capitolo è Another Day, dei Within Temptation. Consiglio a tutti di ascoltarli, sia la canzone, che il gruppo.)

Ecco a voi la tracklist:

Little Star: Lost, The Cure

Expect The Unexpected: Beautiful Love, The Afters

Meeting The Dream: Stranger, Elisa

Interlude: Shiver, Natalie Imbruglia

A Night Like This: Little By Little, Oasis

A Modest Proposal: Sleeping Sun, Nightwish

Jump In The Dark: I’ve Got You, McFly

Little Touches Of Jealousy: Stand Inside Your Love, Smashing Pumpkins

Dinner For Two: A Question Of Lust, Depeche Mode

Saturday Night Fever: The Saddest Song I’ve Got, Annie Lennox

Kiss Kiss, Bye Bye: Pieces, Sum 41

Home: Looking Through Your Eyes, The Corrs and Bryan White

Bad Dreams: Here Without You, Three Doors Down

Stolen Fleeting Moment: Mad World, Gary Jules

Give Me Strength To Face The Truth: You Did A Good Thing, Sleepthief feat. Nicola Hitchcock

The Doubt Within My Soul: You Owe Me Nothing In Return, Alanis Morissette

Good News Gone Bad: The Bitter End, Placebo

Heartbeats: Starcrossed, Ash

Double Trouble: A Beautiful Lie, 30 Seconds To Mars

Giving Up For You: Nothing Else Matters, Metallica

Reden: Forgiven, Within Temptation

The Promise: Sweetest Goodbye, Maroon 5

Back To You, Back To Us: You Look So Fine, Garbage

Your Song: Your Song, Elton John

Epilogo: 1000 Meere, Tokio Hotel

 

 

E ora, la parte più importante: i ringraziamenti.

Grazie a voi che avete letto e avete dedicato il vostro tempo a questa storia, che è stata per un me un incredibile viaggio di iniziazione dal mondo della fanfiction sui personaggi famosi; grazie alle 205 persone che hanno messo questa storia tra i loro preferiti e alle 92 che mi hanno aggiunta ai loro autori preferiti; grazie a tutti voi che mi avete seguita, sostenuta, sopportata e consigliata tanto pazientemente (you know who you are ^^); grazie a tutti coloro che mi hanno aggiunta in MSN riempiendomi di complimenti forse non del tutto meritati e regalandomi chiacchierate davvero bellissime; grazie a chi mi ha commentata con recensioni brevi o infinite che fossero, per avermi riempita di orgoglio per essere riuscita a comunicarvi tutte le emozioni che volevo far emergere da questa storia, ma soprattutto, last but not least, grazie infinite e di tutto cuore ai Tokio Hotel, per esistere ed avermi fatto scoprire un mondo con mille porte su altri mondi, per avermi stregata con la loro musica e fatta innamorare di loro e della loro sensualissima simpatia, per avermi permesso di vedere dal vivo quanto sia mostruosamente alto e magro Bill, e quanto sia bello il sorriso di Tom, e quanto sia sconfinatamene stupendo un Gustav un po’ in imbarazzo, e quanto sia irresistibilmente sexy Georg che suona il suo fantastico Mr Sandberg. Insomma, un grazie gigantesco a chiunque abbia contribuito a fare di questa storia quello che è e a rendere la sottoscritta così fiera di se stessa e del proprio pubblico.

Vi amo, tutti quanti!

Ci si vede al sequel! ;)

P.S. Vi lascio una sorta di locandina di Lullaby for Emily, un'immagine che ho fatto tempo fa e che mi sembrava giusto postare, almeno alla fine. Sono Nicole ed Emily, per come me le sono immaginata io, e qualcuno di voi l'ha già vista. Forse non corriponderanno a ciò che avete immaginato voi, ma è giusto che sia così, dopotutto, la fantasia è sempre l'illustrazione migliore che un racconto possa avere. :)

   
 
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