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Autore: Francibartoo    27/12/2013    1 recensioni
Una ragazza di nome Chiara, una notte, era sola a casa in tranquillità, finché un rumore non la fece sobbalzare e preoccupare. Tutto iniziò proprio da questo e divenne un vero e proprio incubo, per lei e la sua migliore amica Sofia. Il rumore più avanti si andava trasformando diventando sempre più pericoloso e pauroso.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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Tutto giaceva, ero dentro casa a riscaldarmi accanto il camino, sola. I miei erano fuori città mentre i miei amici se n’erano andati circa un’ora fa. Stavo ascoltando la musica con le cuffie, -Imagine Dragons It’s time- finchè non sentii un rumore molto forte da sentirlo con il volume massimo. Sobbalzai dal divano e chiesi ‘chi è? C’è qualcuno?’ ma nessuno mi rispose. Dopo 5 minuti lo risentii, sempre più forte. Mi iniziai a preoccupare, corsi verso la mia camera e mi chiusi a chiave. Controllai se le finestre erano chiuse e anche le porte. Pensavo che fosse stato il vento ma mi sbagliavo. Si faceva notte fonda e il rumore persisteva. Chiamai i miei e gli dissi di venire subito a casa, ma erano bloccati dalla neve e non potevano camminare in auto. Dopo un po’ il rumore finì e riuscii ad addormentarmi.
Si fece mattino, erano le 7:00, non dormii affatto bene, gli incubi mi accompagnarono durante il sonno e feci notte bianca. Accesi il cellulare e vidi una chiamata persa dai miei, li richiamai e mi dissero che entro due giorni sarebbero rientrati, ma prima non potevano a causa del meteo.
Non andai a scuola, ero distrutta e avevo bisogno di scoprire cos’era e da dove provenisse quel rumore e inoltre dovevo dormire un po’. Così mi distesi sul letto e mi addormentai per tre ore. Appena mi svegliai scesi giù a fare colazione, pancake con sciroppo sopra e panna montata. Ero in ottima forma, erano le 10:00 e mi incamminai per tutta la casa per capire cos’era quel rumore. Ma niente, non riuscii a capire. Andai anche fuori a controllare e vidi che una parte della staccionata era rotta e sbatteva contro la catena della cuccia del cane dei vicini. Pensai che fosse stato il vento a far sbattere la catena sulla staccionata e a creare quel rumore frastornante. Tranquilla e sollevata rientrai a casa e messaggiai con la mia migliore amica, Sofia, le chiesi cosa stessero facendo in classe e mi disse che la professoressa desiderava sentirmi domani di storia.
Ero nella merda più totale, non sapevo nulla e a maggior ragione che ero sola a casa, con quei rumori strani, non avevo voglia di uscire e tanto meno di studiare e andare a scuola. Così dissi a Sofia di dirle che domani molto probabilmente non sarei venuta perché avevo la febbre a 38 e mezzo. La professoressa ci credette, che sollievo.
Iniziai a preparare il pranzo, alette di pollo fritte immerse nella salsa barbecue, buonissime, la mia specialità. Invitai Sofia per stare insieme durante il pomeriggio e per dormire, non volevo passare la stessa notte che ho passato ieri. Si fecero le 20:00 e i rumori non li sentii, ero abbastanza tranquilla, forse quello che pensavo era vero, anche perché non c’era vento e la catena non poteva sbattere contro la staccionata. Guardammo un film –Quasi amici- era il nostro preferito. Finito il film si fecero le 23:30 e ancora non si sentì nessun rumore, salimmo in camera mia e ci addormentammo.
La mattina seguente non andammo a scuola e approfittai per raccontarle quello che era successo la scorsa notte. ‘So, ti devo raccontare una cosa.’ ‘dimmi’ ‘La scorsa notte quando ve ne siete andati, ho sentito dei rumori, una, due, tre volte, sempre più forte. Mi ero preoccupata molto, così salii e chiamai i miei per avvertirli e dirgli di venire, ma erano bloccati dalla neve. Rimasi sola e il rumore non si sentì più, cosi cercai di addormentarmi ma non ci riuscii. La mattina seguente dovevo trovare risposte, capire da dove venisse quel rumore e riposarmi, per questo non sono venuta a scuola. Girai per tutta la casa, ma niente, andai fuori e vidi la catena della cuccia del cane dei vicini che aveva rotto la mia staccionata. Pensai che forse era stato il vento a far sbattere la catena e a provocare quel rumore, anche perché non sapevo a cosa credere. Era l’unico indizio. E oggi indagheremo ancora, anche se questa notte il rumore non si fece sentire.’ ‘Va bene! Allora a lavoro!’ andammo a comprare delle telecamere da mettere fuori e dentro, erano circa cinque. Le azionammo e lasciammo il lavoro al tempo.
 

 

  
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