Anime & Manga > Kyoukai no kanata
Ricorda la storia  |      
Autore: CapitanCivettictis    27/12/2013    3 recensioni
[Kyoukai no kanata]
[Kyoukai no kanata]La fanfiction è ambientata prima dell'episodio 10.
La calma sta arrivando e Akihito perde lentamente il controllo di sé, ma tra i due, quello che è più confuso è Hiroomi.
I due amici sono costretti a combattere uno contro l'altro, tutti i momenti più allegri trascorsi insieme tornano alla mente, e ferirsi a vicenda diventa un po' più difficile.
Chiedo venia ragazzi!! *Si inchina infinite volte* è la prima volta che scrivo fanfiction, per incongruenze o caratteri fuori dal personaggio dovete scusarmi, sto ancora imparando.
Also questa fic l'ho scritta per un'amica, non vedo come possa esservi utile ma ve lo dico comunque.
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Bussarono alla porta della sua stanza, Hiroomi non rispose.

Era sdraiato sul letto, le braccia incrociate dietro la testa e le cuffie nelle orecchie. Mitsuki entrò in camera sua senza farsi invitare e si sedette alla scrivania, lo guardava in silenzio con le mani in grembo incerta su cosa dire. -Ayaka dice che dopo la calma gli youmu sono defluiti in città senza controllo, i cacciatori stanno avendo problemi a tenerli a bada- Hiroomi non la guardò nemmeno. Mitsuki cercava di apparire ferma mentre parlava, ma non poteva fare a meno di guardare verso la catenina che aveva preso il posto della sciarpa sul collo del fratello.

Quella situazione era ridicola.

-Non puoi stare fermo a far niente, sei un guerriero anche tu e dovresti sapere che in questi casi anche solo un paio di braccia in più possono aiutare. Non puoi tirarti indietro, hanno bisogno di te- Hiroomi mosse gli occhi verso la sorella e sollevò le sopracciglia scettico. -Non puoi continuare a far finta di niente, è un tuo dovere e inoltre- esitò un attimo imbarazzata -Sai benissimo di essere forte... Fratellone- Distolse lo sguardo con le guance che le andavano a fuoco. Si sentiva umiliata a fare una scena simile, ma doveva convincerlo: nonostante fossero riusciti a battere il più forte di tutti, il numero di youmu non era calato, e nemmeno la loro forza. Anzi, dopo la calma era come se improvvisamente la situazione fosse peggiorata: tutti gli youmu che erano riusciti a sopravvivere a quella notte in cui erano stati più deboli parevano aver acquistato nuova forza, erano rimasti solo i più potenti.

Hiroomi voltò lentamente il viso in direzione della sorella e la guardò senza alcuna espressione, poi batté due volte l'indice sulla cuffia che aveva infilata nell'orecchio destro.

Mitsuki si alzò in piedi con gli occhi sgranati. Lei era tutta preoccupata, l'aveva anche chiamato fratellone e lui non l'aveva nemmeno sentita!

Hiroomi sorrise colpevole alla faccia furiosa della sorella e la seguì con lo sguardo mentre se ne andava dalla stanza sbattendo la porta.

La testa di Hiroomi ricadde pesantemente sul cuscino, prese in mano il ciondolo legato nella catenina e rimase a contemplare i suoi pensieri attraverso la luce riflessa dal cristallo.

L'ipod di fianco a lui era spento.

 

-Akkey!-

Il mezzo youmu rabbrividì sentendo un paio di mani fredde scivolargli sui fianchi. -Devi proprio farlo ogni volta che mi hai a meno di due metri di distanza?- Hiroomi non rispose e invece gli sventolò davanti al naso una rivista e la gettò sul tavolo.

Il volto di Akihito si illuminò e si compose in un'espressione di pura professionalità. Hiroomi aveva lasciato un pezzo di carta tra le pagine, quando Akihito vide finalmente la foto non riuscì a trattenere un verso vagamente allarmante che avrebbe dato i brividi a qualsiasi ragazza con gli occhiali.

Era l'immagine di una nuova idol la cui fama stava crescendo senza freni: una ragazzina dal viso dolce e il corpo minuto, e un paio di enormi occhi castani protetti da una montatura spessa, ma che lasciava scoperta la parte superiore delle lenti. Il ragazzo annuì convinto, era stata una saggia scelta: gli occhi grandi non vanno coperti con una montatura spessa, ma una loli non può mettere un paio di occhiali senza montatura. In quel modo era tutto equilibrato, tutto perfettamente in armonia.

Hiroomi dietro di lui guardava l'immagine incantato dall'aura da sorellina che la idol emanava, e totalmente in pace per il fatto di essere con un compagno che condivideva i suoi sentimenti.

Mentre osservava in estasi le linee delicate della ragazzina sulla pagina patinata cominciò a sentirsi vagamente a disagio, e scoprì che Akkey lo stava fissando. Sembrava nel bel mezzo di un conflitto interiore, era inquietante.

Quando Hiroomi non resse più e cominciò ad indietreggiare Akihito lo afferrò per il polso guardandolo intensamente negli occhi.

-Hiroomi...- disse sottovoce. Hiroomi spaventato osservò che c'era ancora un fondo di passione nella sua espressione, forse anche più di un fondo, probabilmente residuo dalla rivista o scatenato da pensieri perversi. Akihito mise una mano dentro la giacca della divisa.

-Per favore, metti questi!- Hiroomi abbassò lo sguardo su un paio di occhiali con una montatura metallica finissima e le stecche larghe.

Il volto del ragazzo si fece serio, prese le mani di Akihito tra le sue e lo guardò dritto negli occhi -Lo farò solo se mi chiamerai fratellone-. Ci fu un momento di silenzio estremamente imbarazzante, l'aria era tanto tesa che si avrebbe potuto tagliarla con un coltello. Con un cenno di intesa da parte di entrambi Hiroomi prese gli occhiali che Akihito gli stava porgendo.

-Ok, allora al tre- propose Hiroomi. I loro sguardi erano seri e avevano le guance leggermente arrossate per la tensione. Akihito annuì e prese una boccata d'aria per rilassarsi.

-Uno... Due...- Entrambi si guardavano con impazienza, la fronte aggrottata e le labbra strette. -Tre!-

Hiroomi inforcò gli occhiali e nel momento in cui lo vide, dalle labbra di Akihito sfuggì spontaneamente la parola “Fratellone” con voce adorante.

Fosse stato un altro momento ci sarebbe stato da ridere, ma i due comprendevano i sentimenti l'uno dell'altro, era puro cameratismo.

-Akkey...!- mormorò il ragazzo, ma un'ondata di emozioni aveva travolto il mezzo youmu -Hiroomi!- Disse questo con trasporto.

Akkey mise le mani sulle spalle di Hiroomi, il suo sguardo rivolto verso il pavimento era attraversato da un'ombra oscura di frustrazione. -Promettimi che nella tua prossima vita rinascerai come una fanciulla miope!- Lo disse quasi gridando, e quando lo guardò in faccia Hiroomi vide che i suoi occhi brillavano di lacrime. Commosso a sua volta, mise anche lui le mani sulle spalle di Akihito -E tu promettimi di rinascere come la mia sorellina!- I due annuirono con un sorriso solenne sulle labbra, e in quel momento entrarono Mitsuki e Mirai.

-S-Sgradevole!- Mirai nascose il volto dietro le mani, e Mitsuki lasciò cadere la borsa sul piede del fratello.

-Ehi, stavamo avendo un momento qui!- si lamentò Akihito.

Hiroomi rimasto immobile sul posto stava ancora tentando di inghiottire il gemito di dolore che gli era salito in gola, sorrise alla sorella con aria supplichevole, ma lei semplicemente si accomodò su una sedia ignorandolo. -Avevo notato.-

 

-Ah! Senpai, devo andare al konbini o finiscono i pasti precotti! Devo fare in fretta!-

-Ok, ci vediamo!-

Erano rimasti soli. Akihito aveva l'aria stanca, Era da quella mattina che praticamente dormiva in piedi.

La calma lo stava indebolendo, nonostante fosse solo mezzo youmu anche il suo corpo di umano pareva risentirne.

-Non prenderla alla leggera.- lo avvertì. Non sapeva nemmeno lui di cosa stesse parlando esattamente, anche dopo l'avviso della madre di Akkey, Hiroomi si sentiva come se un particolare di quella situazione stesse sfuggendo ad ognuno di loro. Era arrivato quasi a fidarsi di Akihito, eppure non gli sembrava che stesse dando abbastanza peso a ciò che la calma avrebbe comportato.

E poi, si sentiva stranamente a disagio mentre stava intorno a lui.

-Non so perché, ma mi sento agitato-. Akkey lo guardò e gli fece un sorriso poco convincente. -Ti stai innamorando?-

Non era il momento di scherzare.

Akihito senz'altro lo capiva, e si vedeva dalla sua espressione, ma non aveva altro modo di rassicurarsi.

Lo facevano entrambi: si coprivano con un velo di gioco e di sarcasmo, era la loro protezione, ma questa volta ad Hiroomi la sua parte stava stretta.

Guardò in silenzio l'altro che se ne andava, il senso di disagio che non faceva altro che crescere.

 

La pioggia sulle finestre faceva un gran rumore, il cielo scuro sembrava prendersi gioco di quella situazione, rendendo l'atmosfera inutilmente drammatica.

Era ironico come l'intera faccenda si stesse sviluppando.

 

-Mirai, dove sei ora?-

-Sono davanti a senpai-

Hiroomi si bloccò.

-Hai intenzione di uccidere Akkey, non è vero?-

-Sì-

-Era il tuo piano fin dall'inizio?-

-Sì-

 

Ovviamente Hiroomi se lo aspettava, ma sentire che era realtà l'aveva lasciato un po' stordito.

Alla fine non sarebbe servito a niente rimanere a ragionare sul da farsi, era solo un inutile spreco di tempo.

Non c'era una soluzione. Non c'era una scelta.

E d'altronde non avevano il diritto di scegliere, qualcuno aveva già deciso e aveva lasciato a loro il lavoro sporco.

La metà umana di Akkey era stata sottomessa da quella demoniaca. Se avessero combattuto avrebbe solamente avuto l'effetto di svegliare ancora di più la sua metà youmu, ma lasciarlo libero di demolire tutto ciò che aveva a portata di mano non era un'opzione: due vite umane valgono più di una.

Due vite umane valgono più di mezza.

E magari, nemmeno mezza vita umana sarebbe rimasta in lui dopo quella notte.

Mentre si affrettava per i corridoi con l'incessante chiasso della pioggia ad esasperarlo, improvvisamente tornò a galla un ricordo.

-Strano...- commentò Hiroomi mentre le sue gambe rallentavano -Perché sto ricordando questo adesso?- Una risata dolorosa scaturì dal suo petto prima che si mettesse correre.

 

La faccia nel fango, sapore di terra, era disgustoso. Piegare le dita gli faceva male tanto c'era freddo, sentiva l'umido nelle ossa; ma la sua schiena, la sua schiena bruciava, e delle strisce di caldo gli colavano giù fino alle costole. Era morto, era sicuramente morto, o almeno ci era vicino, perché i rantoli che sentiva alle sue spalle non erano versi del mondo dei vivi.

Un basso gorgogliare, una specie di ringhio continuo che accompagnava un respiro pesante, e poi silenzio.

L'unico suono che poteva sentire era quello del suo respiro irregolare che si faceva via via più debole.

E improvvisamente un grido sorprendentemente umano venire dalle sue spalle. -Ak... Ito...- cercò di dire, ma la tosse lo interruppe, ed ebbe come unico effetto quello di far entrare ancora più fango nella sua bocca.

Probabilmente in quel momento svenne, perché non ricordava più niente.

 

Rischiò per l'ennesima volta di scivolare sul fango, la pioggia gli oscurava la vista e l'aria ghiacciata lo prendeva a schiaffi mentre correva al massimo permesso dai suoi muscoli per arrivare dove la barriera avrebbe dovuto essere. Man mano che si avvicinava trovava un sentiero sempre più largo e definito di alberi distrutti che lo guidavano al punto dove avrebbero dovuto trovarsi Mirai e Akihito.

Non aveva avvertito nessuno, dopo la chiamata di Mirai aveva solamente cominciato a correre e non si era più fermato. Se volevano distruggere kyoukai no kanata avrebbero dovuto annientarlo completamente, e questo comprendeva la parte di esso che risiedeva in Akkey.

L'unica che avrebbe potuto sconfiggere uno youmu tanto forte sarebbe stata Mirai: aveva un potere incredibile, e con lei la situazione era già risolta.

Allo stesso tempo non riusciva ad accettare l'idea che spettasse a lei un compito così delicato, piuttosto l'avrebbe ucciso con le sue stesse mani.

Arrivò in una radura che molto probabilmente non era lì qualche minuto prima. Gli alberi erano stati spazzati via, Akihito aveva disboscato l'intera zona e non era rimasto niente, solo fango.

Da una parte, con la schiena contro il tronco di un albero caduto, Mirai stava accasciata col capo chino, priva di sensi. Hiroomi si avvicinò esitante, diffidente della troppa calma, si guardò intorno per valutare la situazione e poi si mise a correre. -Mirai!- chiamò, ma prima che potesse arrivare da lei si sentì tirare per il colletto e venne scaraventato lontano; atterrò di fianco sporcandosi completamente di fango. Non appena si alzò una mano artigliata calò su di lui da destra e Hiroomi fece appena in tempo a schivarla.

Davanti a lui Akihito lo fissava con occhi iridescenti sullo sfondo di una sclera nera.

Kyoukai no Kanata, oltre i limiti, una metà dello youmu stava intorno ad Hiroomi, l'altra metà era in piedi di fronte a lui, e ora scopriva i denti in un ringhio disumano e si scagliava verso di lui.

Hiroomi scartò lateralmente, ma lo youmu era rapido, e ben presto cominciò a farlo indietreggiare. Per ora puntava solo a graffiare, ma presto si sarebbe stancato di giocare, e Hiroomi non poteva continuare sulla difensiva per sempre. Appena trovò un'apertura, un cambio minimo nel ritmo dello youmu, schivò lateralmente e si sfilò la sciarpa. Dal momento che era bagnata era diventata difficile da maneggiare, dovette provare due volte prima di riuscire a tenderla, ma la pioggia l'aveva resa più pesante e i colpi sembravano avere più effetto. Lo youmu corse nuovamente verso di lui, ma Hiroomi levò rapidamente una barriera sulla quale farlo scontrare, e si avvicinò menando un fendente con la sciarpa. L'altro riuscì facilmente a schivarlo abbassandosi, e lo slancio del ragazzo, dopo l'attacco andato a vuoto, gli fece perdere l'equilibrio. Vide Il terreno avvicinarsi, e poi allontanarsi di nuovo quando un paio di braccia forti lo riportarono ad una posizione dritta mentre lo stringevano troppo forte.

Un braccio passava sotto il suo e la mano gli stringeva la spalla opposta, l'altro braccio gli stringeva il fianco al punto di fargli male.

Hiroomi sentiva il gorgoglio basso scaturito dalla gola dello youmu vicinissimo al suo orecchio, un soffio sul suo collo gli indicò di schivare, e piegò la testa appena prima che i denti dell'altro affondassero nella sua carne.

Hiroomi tentò una gomitata allo stomaco dello youmu, ma nutrendo poca fiducia nella sua forza, creò una barriera intorno al proprio corpo. Lo youmu si allontanò gridando.

I due si guardarono negli occhi, ansimando. Il volto stanco dello youmu sembrava più umano di quanto convenisse. Contro chi stava combattendo in realtà? Akihito, il ragazzo con cui parlava di idols, il ragazzo con cui passava gran parte del suo tempo a scuola era lo stesso che l'aveva ferito quando erano più piccoli, ed era lo stesso che lo stava ferendo adesso.

Ricordò la sua voce terrorizzata dopo essersi ripreso quella volta, ricordò l'ultima cosa che gli aveva detto.

 

Ti stai innamorando?”

 

Come poteva uno youmu capire cosa fosse la paura? Come poteva uno youmu sapere come ci si sentiva quando ci si innamorava?

E ora lo youmu più potente di tutti stava di fronte a lui, con gli occhi rivolti verso terra, l'uniforme sporca e i capelli bagnati. Akihito era lo youmu più potente di tutti, ma era anche un compagno ed era umano.

-Nase... Senpai...-

Mirai si stava alzando lentamente cercando di rimanere in equilibrio nonostante le ginocchia che le cedevano.

Akihito si voltò di scatto verso di lei -No!- gridò Hiroomi, ma Akihito non lo sentì, caricò invece in direzione di Mirai. La ragazza non si era ancora ripresa, e probabilmente non aveva sangue da sprecare. Hiroomi corse verso di loro e colpì di striscio il polpaccio dello youmu; non era molto, ma bastò perché Hiroomi ridiventasse il bersaglio di Akihito.

Mentre i due combattevano, Mirai riprese coscienza di se stessa e della situazione. In un attimo di orrore vide i due compagni combattere. Il suo primo istinto fu quello di fermarli: cercò di evocare la spada, ma non aveva abbastanza sangue. -Akihito!-

Quando Hiroomi sentì la ragazza chiamare il nome del mezzo youmu quasi si aspettò una reazione, ma Akihito continuava a combattere senza fermarsi, completamente ignorando la voce di Mirai.

-Fermati Akihito!- Anche Hiroomi provò a chiamarlo, sapeva che era stupido e funzionava solo nei film, ma ormai erano giunti alla chiusura. -Sei per metà umano lo sai benissimo! Puoi ancora riprenderti!- lo youmu non accennava a rallentare. -Akihito!- gridò ancora. Hiroomi girò su se stesso per evitare gli artigli di Akihito e attaccarlo direttamente, una gomitata alle costole fece grugnire Akihito, ma lo youmu immediatamente ricominciò ad attaccare e lo prese alle spalle. Hiroomi alzò le braccia e riuscì a bloccare il colpo che Akihito stava per dargli dall'alto.

Il volto dello youmu era sfigurato da un'espressione bestiale di furia.

-Nase-senpai uccidilo!- Hiroomi fece un passo di lato e frustò lo youmu dietro le ginocchia. Akihito cadde all'indietro, ma immediatamente tese una gamba e sferrò un calcio alla caviglia di Hiroomi. -Ormai non è più umano, uccidilo!-

Hiroomi cadde sulla schiena, fece leva sulle mani e si diede lo slancio per tornare in piedi. Mentre si stava alzando, le sue mani erano affondate nel fango e gli avevano tolto un po' di stabilità.

Akihito ne aprofittò, ma Hiroomi riuscì a sfruttare il fatto che fosse sbilanciato per sfruttare il suo peso in un calcio più potente nello stomaco, e quindi recuperare l'equilbrio.

-Akihito!- gridò Hiroomi. Mirai non aveva la forza di ucciderlo, poteva farlo lui, era quello che voleva.

Tuttavia non riusciva a smettere di vedere la parte umana di Akihito in quel corpo, neppure in quel volto dall'espressione bestiale.

Forse aveva solo paura di ucciderlo.

No, non paura di ucciderlo, paura che morisse.

-Nase-senpai!-

Hiroomi attaccò con la sua sciarpa, sempre più rapidamente, sempre più direttamente senza lasciargli un attimo di respiro. Nella sua testa c'erano due voci che cercavano di sovrastarsi l'un l'altra.

“Uccidilo, distruggerà tutto, uccidilo!”

“Non lo fare, è Akkey maledizione, è Akkey!”

I suoi colpi diventavano sempre più pericolosi, sempre più mortali: due vite umane valgono più di una, due vite umane valgono più di mezza.

Due vite umane valgono più di nessuna.

Hiroomi tese la sciarpa verso l'alto. -Akkey!- la sciarpa scese in un fendente di traverso tra la testa e le spalle dello youmu.

Gli occhi di Akihito si schiarirono per un momento e guardarono dritto in quelli dell'altro. Il cuore di Hiroomi gli balzò in gola, riuscì a deviare il fendente e la sciarpa tagliò un ciuffo dei capelli di Akihito.

Il mezzo youmu boccheggiò per un istante, gli occhi stanchi cercavano di stare aperti, e Akihito, di nuovo in sé azzardò un passo in avanti. Hiroomi vedendolo venire verso di sé non indietreggiò, ma rimase all'erta.

Era possibile che...?

Un filo di voce roca riuscì a sfuggire dalle labbra di Akihito, ma la pioggia e il grido di Mirai lo coprirono. Hiroomi riuscì a leggere le labbra di Akihito prima che la punta di una lama di sangue gli sfiorasse l'addome.

Akihito aprì la bocca gridando senza emettere alcun suono, e si accasciò contro il petto di Hiroomi. Dietro di lui Mirai estrasse la lama dalla schiena di Akihito e la riassorbì, la vide cadere in ginocchio sfinita e riassorbire la spada.

Durante la calma Akihito perdeva la sua immortalità.

Il sangue maledetto di Mirai era l'arma più potente contro gli youmu.

-No!- Hiroomi si accovacciò e poggiò il corpo di Akihito a terra. -Akkey!-

Akihito tremava e i suoi occhi non mettevano a fuoco, la bocca aperta in cerca d'aria mentre il sangue che gli saliva alla gola lo soffocava. Hiroomi guardava incredulo mentre il suo petto veniva scosso dai colpi di tosse e il sangue gli sporcava i vestiti.

Solo un giorno prima non avrebbe mai immaginato di poterlo vedere così, non aveva mai immaginato di vederlo morire.

-Akkey...- Chiamò, ma subito richiuse la bocca.

Il numero di cose che poteva dire in quel momento era uguale al numero di cose che poteva fare. Akihito si aggrappò alla camicia di Hiroomi e fece in modo che avvicinasse il volto al suo, le labbra si aprivano senza alcun suono e si richiudevano subito dopo, l'unico suono che sfuggiva loro era quello del suo respiro roco. Hiroomi cercava in preda alla frustrazione di capire cosa stesse cercando di dirgli, cosa stesse cercando di fare. Non solo non poteva fare niente, ma non riusciva nemmeno a capirlo.

Dopo poco Hiroomi sentì gli spasmi del petto di Akihito contro il suo, e anche i suoi vestiti si sporcarono di sangue. Poi tutto si fermò, tutto tranne la pioggia.

Hiroomi si chinò in avanti sul corpo di Akihito, le dita annodate tra i suoi capelli, l'altra mano che gli stringeva la camicia.

Silenzio.

E improvvisamente, una sensazione strana tra le mani di Hiroomi. Il corpo di Akihito si stava sfreddando terribilmente in fretta, ma non solo, stava anche diventando più duro. Lo stese per terra e osservò mentre la sua metà youmu e la sua metà umana si riequilibravano nella morte.

Era ironico quanto potesse essere bello.

Sul corpo di Akihito si andava lentamente formando un velo di cristalli chiarissimi e puri, alcuni di questi scivolavano a terra, altri rimanevano incastrati tra le sue ciglia e tra le sue labbra, la sua stessa pelle si stava trasformando piano, così come i suoi capelli.

Lo stato di calma si stava ritirando, anche il cielo si andava schiarendo gradualmente, e i pochi raggi di sole che filtravano attraverso le nuvole facevano scintillare le gocce di pioggia e il nuovo corpo di Akkey.

Avevano vinto, era finita.

Ma chi aveva vinto esattamente non era chiaro, perché la vittoria non avrebbe dovuto avere un sapore così amaro.

Hiroomi rimase a fissare il corpo di Akihito per un tempo orribilmente lungo. Quando arrivarono gli altri Akihito era ormai quasi totalmente coperto di cristalli, e la pioggia si era fermata. Chiesero immediatamente cosa fosse successo, ma Hiroomi semplicemente si alzò in piedi e si allontanò con le mani in tasca, in silenzio. Nessuno lo seguì perché in quel momento si era svegliata Mirai.

Attorno al collo di Akihito c'era una sciarpa nera a righe sottili.

Quando fu finalmente in camera sua, Hiroomi tolse i suoi vestiti umidi, mise un asciugamano sui suoi capelli umidi e asciugò le sue guance umide. Armeggiò con una catenina per un attimo e la mise al collo.

Si fermò davanti allo specchio a guardare il ciuffo di capelli che era diventato la sua pietra preziosa.

In un flash gli tornò in mente il momento prima che Mirai affondasse la spada, rivide le labbra di Akihito formare una parola interrotta a metà:

Hiroomi.

Si guardò allo specchio: i suoi capelli, i suoi vestiti si stavano asciugando.

Ma perché le gocce di pioggia non andavano via dalle sue guance?

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kyoukai no kanata / Vai alla pagina dell'autore: CapitanCivettictis