I
petali della viola
Nel
Capitolo
Precedente
“Non
preoccuparti non voglio portarti ad uno zoo, sono anche io un angelo e
sono
dalla tua parte, sarà il nostro piccolo segreto,
okay?” gli fece l’occhiolino e
poi allungò il mignolo portandoglielo all’altezza
del naso. La ragazza sorrise
rincuorata e prese il mignolo con il suo.
“Sono Kat, la principessa
dell’osservatorio” si presentò lei per
poi
stringergli la mano “Molto piacere principessa Kat. Io sono
Dante” Le baciò la
mano. Non le aveva mentito..bhè in parte. Aveva detto di
essere un angelo e
questo non era errato ma era uno delle tenebre ma quello era solo un
dettaglio.
Le aveva detto anche di stare dalla sua parte e questo si che era
errato! Sai
che affare portare a Julio due angioletti buoni invece che uno!
Kat, invece, era ignara di tutto e pensava che finalmente aveva trovato
un suo
simile in quel mondo di matti.
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Cercò
di
guardare il meno possibile il resto del corpo soffermandosi sulla
spalla, la
sfiorò delicatamente dove era presente un segno nero
sbiadito di due triangoli
l’uno opposto all’altro con le basi una di fronte
all’altra. “Come
immaginavo..” sussurrò tenendo ancora la mano
premuta sulla sua spalla. La sua
espressione da rilassata si trasformò in una smorfia
arrabbiata “Kat!” disse a
denti stretti passandosi una mano nel ciuffo e andando avanti indietro.
Avrebbe
fatto una bella ramanzina alla sua sorellina, questo era sicuro!
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“Pensi
ancora a
lei?” continuò accarezzandogli dolcemente e in
modo un po’ impacciato la
schiena coperta dalla giacca rosso scuro. “Si. Il primo
petalo della viola è
appassito proprio pochi minuti fa, questo significa che sta per
arrivare il
momento di andarla a trovare piccola Sakura e finalmente tu avrai la
mamma che
non hai mai avuto e io la donna che ho sempre amato. Sorridi
perché da oggi
inizia una nuova vita per noi, capito?” gli rispose alzando
la testa e portando
le dita alle estremità della sua minuscola bocca facendole
fare un sorriso.
“Che bello!” saltellò entusiasta la
piccola “E come si chiama? Non me l’hai mai
detto” continuò fermandosi ma sempre con il
sorriso stampato in faccia “Bhè,
credo proprio che sia arrivato il momento di dirti il nome della tua
futura
mamma” sorrise e la guardò, era così
bella e poi le ricordava tanto lei.. la
ragazza che presto sarebbe stata con lui per il resto della loro vita.
“Lei si
chiama…
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“Lei
si chiama…Violetta”
sorrise dicendo quel nome, era da tanto tempo che lo pronunciava solo
la voce
dei suoi pensieri e non uscisse davvero dalle sue labbra in un
armonioso suono.
La ragazzina sorrise ancora di più “Che nome
bello! Spero di incontrarla
presto! E raccontami Syontai*, cosa
faremo quando lei sarà qui e staremo tutti e quattro
insieme?” disse sedendosi impacciatamente sulle
gambe del
ragazzo mettendo da parte tutta la paura che aveva prima.
Syontai
si lasciò scappare
una risata cristallina, di quelle che non faceva più da
tempo e iniziò a
carezzare dolcemente la testa della piccola “Bhè..
faremo tutto quello che fa
una famiglia. Giocheremo insieme a nascondino, mangeremo tutti insieme
e la tua
nuova mamma ti cucinerà tante cose buone e le mangerai fino
all’ultimo boccone
chiedendo perfino il bis, ti darà il bacio della buonanotte
dopo averti
raccontato la storia del principe e della principessa, passeremo i
pomeriggi
freddi tutti e quattro davanti al camino a bere cioccolata calda. Solo
io, tu,
Violetta e Alice”
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“Allora
principessa, dove
pensa di alloggiare per questi giorni sulla terra?” disse
scherzando dandole un
piccolo pugnetto sulla spalla.
“Mi
piacerebbe che
affitteresti una locandina per me per questa notte, grazie”
disse sistemandosi
le pieghe del vestito elegante che ancora indossava.
Dante
si lasciò cadere
indietro con la schiena poggiata all’erbetta fresca e
iniziò a ridere come un
pazzo mettendosi le mani davanti agli occhi. Le faceva così
ridere quella
ragazzina, una locandina? Di questi tempi?
“Perché
ridi così
rumorosamente? Ho per caso detto qualcosa per suscitare la sua
risata?” chiese
facendo ridere ancora di più Dante che iniziò a
lacrimare dalle risate. “Ma
insomma! Non si ride così sguaiatamente”
continuò per poi alzarsi e scostarsi i
filetti d’erba rimasti attaccati al corpetto e alla gonna.
“Scusa scusa” disse
Dante rialzandosi e asciugandosi le lacrime “ È
che sei così strana, non
parlare così e dammi del tu e ultima cosa non ci sono
più locandine di questi
tempi ma grandi grandi Hotel. Per oggi ti arrangerai a casa
mia” finì alzandosi
anche lui “Cosa?! Ma sono una ragazza!”
gridò indignata Kat “Eddai mica ti
faccio qualcosa, su vieni e fa la brava” Kat emise un sonoro
sbuffo e si lasciò
guidare da Dante di nuovo all’interno delle strade trafficate
da macchine, moto
e tutt’altro. Camminarono finchè non si
ritrovarono davanti ad un grande
palazzo alto talmente tanto che sembrava riuscisse a superare perfino
le
nuvole.
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Violetta
aprì piano gli occhi
stringendo il lembo della coperta su cui era stesa, girò
piano la testa e
incontrò gli occhi preoccupati di Leon che appena si accorse
che si era
svegliata le poggiò una mano sul viso accarezzandoglielo con
un pollice. “Hey
piccola, come ti senti?” disse con la sua solita dolcezza
“N-Non molto bene”
rispose quest’ultima tenendo a stento gli occhi aperti.
Sentiva
un macigno poggiato
sulla fronte e uno sullo stomaco, gli facevano male perfino le ossa e
le
bruciavano gli occhi.
Leon
si avvicinò ancora di
più sedendosi al bordo del letto e poggiandogli le sue
labbra delicate sulla
fronte di Violetta. “Scotti” disse continuando ad
carezzargli il viso “Meglio
se rimani qui, farò chiamare da Francesca tuo padre per
dirgli che dormi a casa
sua. Così posso tenerti sotto controllo”
“Non ce n’è bisogno, davvero,
già mi
sento meglio” rispose Violetta tentando di alzarsi ma
così facendo fece
aumentare solo di più i giramenti di testa che non la
lasciavano stare un
minuto. “Invece non stai bene, vieni qui” le prende
dolcemente le mani
facendola mettere seduta, le lascia delicatamente le mani per poi
alzargli le
braccia e iniziarle a sfilare la maglietta e, così
facendo,gli occhi di
Violetta cambiarono subito colore in un rosa vivo. “C-cosa
fai?!” disse
avvampando mentre guardava l’angelo seduto davanti a lei che
ormai le aveva
sfilato quasi completamente la maglietta “Shhh, ti metto
qualcosa di comodo per
dormire” le sfilò la maglietta facendola rimanere
di nuovo solo con il
reggiseno a fiorellini.
Leon
cercò di tenere lo
sguardo il più distante possibile mentre Violetta con le
guancie ancora
paonazze lo guardava. Leon poggiò le mani sui suoi fianchi e mise i pollici
all’interno della gonna
facendolo scivolare giù piano piano mentre sentiva che
l’imbarazzo di Violetta
saliva alle stelle.
Portò
giù la gonna fino a
farla arrivare all’altezza delle caviglie e Leon subito la
prese poggiandola
sull’altro lato del lett.
Per
lui era davvero
un’impresa difficile non guardare il corpicino ma
già formato di Violetta.
Si
girò e prende dall’armadio
una maglietta abbastanza larga e lunga che lui usava solo nelle
occasioni delle
partite a basket fatte con gli amici. Si riavvicinò a lei e
gliela infilò
“Ecco, sei bellissima anche così” le
sorrise dandole un bacio sulla guancia
facendo arrossare ancora di più quelle parti di pelle
morbide. Posò di nuovo le
labbra sulla fronte “Scotti ancora un bel po’,
infilati sotto le coperte ti
porto una compressa” l’unica cosa che seppe fare
Violetta era annuire per poi
infilarsi subito sotto le coperte mentre vedeva Leon uscire.
Poggiò la testa
sul cuscino coprendosi fino su il naso aspirando il profumo che
emanavano
quelle coperte. Lo stesso profumo di Leon. Sorrise e senza accorgersene
Morfeo
la strinse tra le braccia facendola cadere in un sonno profondo.
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“Guarda
Syontai un altro
petalo è caduto!!” disse la bambina che quel
giorno si sentiva più felice che
mai “Ho visto Ho visto” rispose Syontai spolverando
un po’ quella vecchia
stanza buia, presto una donna si sarebbe aggirata per casa e non poteva
presentare quella casa in quelle condizioni.
“Guarda,
ho fatto un disegno”
disse Sakura scendendo dalla poltrona su cui era seduta a fissare la
viola
posata sul tavolino davanti a lei insieme al suo album e i pastelli a
cera.
Corse verso il ragazzo dandogli il disegno che lui afferrò
subito. Raffigurava
una ragazza dai capelli castani lunghi fino al sedere con addosso un
vestito
bianco. “Quella è la mamma, come me la
immagino” sorrise guadagnandosi uno
sguardo pieno d’amore da parte del ragazzo. “Sei
stata molto brava ed è anche
molto bello ma tu e la mamma lo siete anche di
più” rispose dandole un casto
bacio sulla fronte per poi ridonarle il foglio e continuare a
spolverare.
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“Ma
cos’è questo!” chiese Kat
toccando i tasti del pc poggiato alla scrivania. “Non
toccare!” urlò Dante
preso quasi da un attacco nervoso.
Kat
non era arrivata nemmeno
da un’ora li e già aveva fatto più di
trecento domande e critiche su come
tenesse ordinato il piccolo appartamento. “Ma che modi, io ho
solo fatto una
domanda” sbuffò sedendosi sulla sedia accostata al
tavolo “Una?! Ne hai fatte
mille da quando sei arrivata qui!” prese i vestiti buttati
sul pavimento per
poi metterli disordinatamente nell’armadio.
Ritornò nel piccolo salotto e trovo
Kat alle prese con l’aspirapolvere che aveva acceso per
sbaglio e che adesso le
faceva più paura che mai “Aiutami, ti
prego” disse tappandosi ancor più le
orecchie per non sentirla. Dante scosse la testa ridendo per poi
spegnere
l’aspirapolvere.
Angolo
Autrice
*
Syontai: Dovete sapere che
ho chiesto a Syontai se potevo inserire un personaggio abbastanza
importante
nella storia con il suo nome e mi ha risposto di si. [[Vi lascio la
foto
sotto]]
Mi
scuso per i miei
vergognosi ritardi. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e alla
prossima ;)
((Syontai
se leggi questo
capitolo sappi che la foto è diversa di quella persona che
rappresenta il tuo
personaggio perché ho cambiato))