Il sentiero si snodava fra gli alberi del bosco, tinti dei colori autunnali. Le foglie secche crepitavano dolcemente sotto i suoi passi, e l’odore dei funghi aleggiava nell’aria. Si sedette su un tronco caduto e alzò lo sguardo. La giornata, che al mattino si era preannunciata fredda e limpida, stava ora volgendo al brutto. Il vento si stava facendo più forte, e nubi minacciose si addensavano nel cielo. Miriadi di foglie rosse e dorate cadevano turbinando nell’aria fredda.
Coprendosi il capo con il cappuccio del suo mantello, si volse indietro e chiamò: “Frodo! Sbrigati, fra poco ci sarà un temporale!”
Di lontano udì la risposta: “Ancora un attimo, zio!”
Scosse il capo. Sapeva benissimo che il nipote non si sarebbe deciso a venire prima di aver terminato il suo disegno.
Qualche goccia di pioggia iniziò a cadere. Frodo arrivò di corsa, i capelli scompigliati dal vento, e numerosi fogli sotto il braccio. “Ci mancava anche la pioggia”, sbuffò.
Bilbo sorrise, e si incamminarono. Il temporale non si fece attendere molto, dopo pochi minuti l’acqua scendeva a scrosci, e le poche foglie rimaste sugli alberi non offrivano alcun riparo.
Bagnati fradici, giunsero finalmente alla strada, e poco dopo furono in vista della casa.
Finalmente seduti davanti ad un allegro fuoco, sorseggiando una tazza di tè caldo, guardavano dalla finestra la pioggia che continuava a cadere. I mantelli appesi accanto al caminetto gocciolavano sul pavimento.
D’un tratto Frodo scoppiò a ridere. “Certo che la pioggia è molto più piacevole se la si guarda dal calduccio della propria casa!”. Poi, dando un’occhiata ai fogli che aveva con sé: “Beh, almeno i miei disegni non si sono rovinati…”
“Fammeli vedere”, disse Bilbo. Si trattava di alcuni schizzi, vedute del bosco avvolto nella quiete dell’autunno. “Sono molto belli”, disse infine.
Frodo scrollò le spalle, compiaciuto e imbarazzato. Sedendosi per terra con la schiena rivolta al focolare, fissò Bilbo e gli disse: “Raccontami di nuovo della tua avventura con i Nani”.
Bilbo sospirò: “Benedetto ragazzo, te l’ho già raccontata centinaia di volte”.
Frodo, senza perdersi d’animo, riprese: “Descrivimi com’era la città sotto la Montagna”.
E Bilbo iniziò a parlare di cunicoli bui, di scale scavate nella pietra, di fiaccole che illuminavano tremolanti un immenso tesoro…