-Sid.
-Che c'è?
-Volevo parlarti.
-Uuh.
-Che c'è...?
-Ogni volta che dici di dovermi parlare, stai progettando di farmi
perdere la
verginità con una donna clinicamente pazza, o, peggio
ancora, con una donna tua.
-Niente a che vedere col tuo uccello.
-Allora parla.
Ma taccio.
Le parole ci sono, tutte perfettamente in fila dietro la mia lingua,
rifinite,
pregne e taglienti.
Ma si rifiutano di uscire.
-Tony? Puoi parlare. Ti ascolto.
Annuisco, ma non dico nulla.
-... che c'è?
Un tempo, Sid avrebbe pensato che volevo semplicemente farlo uscire da
ogni
grazia di Dio con uno dei miei soliti giochetti. Ma dopo quello che
è capitato
l'altra notte, non lo pensa più. Non mi crede più
capace di fare nulla, dopo
quello che mi è successo.
"Io vengo da Marte e tu da Venere, io faccio delle cose e tu
te ne
preoccupi, io vado a letto con le ragazze e tu le spingi a commettere
suicidio."
Sa che le cose sono cambiate. Ho dovuto scappare da Marte e
preoccuparmi di
quel che faccio, rifiutarmi di andare a letto con una ragazza e vederla
rischiare di morire perché non ho voluto farmela.
"Nel tuo letto te lo meni pensando "io sarò come
Tony, io UN
GIORNO sarò COME TONY."".
Adesso sa che non c'è niente di peggio.
-Lascia stare, Sid. Mi spiace. Ti ho disturbato. Lascia perdere.
-Non mi nascondi niente?
-Cazzo, niente.
Metto giù la cornetta.
Effy è tornata a casa. Forse avrei preferito che rimanesse
dov'era; muta,
immobile, lontana da noi.
Non è che la odi. Cerchiamo di capirci: io adoro Effy, come
non ha mancato di
sottolineare Sid.
L’ho sempre, sempre adorata. L'ho sempre difesa, e l'ho
sempre coperta, e sono
sempre stato al suo fianco - qualunque stronzata le venisse in mente di
fare. E
la sua riserva di stronzate, credetemi, è inesauribile.
Il problema è che, dopo tutto questo tempo, dovrei essere
stanco di farlo. E
invece so che se Effy stasera uscisse di nuovo, anche dopo quel cazzo
di casino,
io mi infilerei la sua calza a righe rosse e nere e mi avvolgerei nelle
sue
coperte, come ogni dannatissima sera.
Poi passerei la notte a cercarla in giro per Bristol, e mi lascerei
pestare e
minacciare e umiliare per lei.
Cos'è che mi è uscito dalla bocca, l'altro
giorno...?
"E' davvero intelligente, la persona più
intelligente che ci sia. Non
esiste una come lei."
"Effy lo sa bene, mi ama per ciò che sono
veramente."
Lionel Richie...? No, non sembravo Lionel Richie. Non sembravo
né Lionel Richie
né James Blunt né Brian Adams, non sembravo
nessuno sulla faccia della terra.
Perché non riesco a dire le stesse cose a Michelle?
Perché non riesco a dirle
che morirei per lei e che tutto il mio mondo ha smesso di girare a
causa sua?
Perché, anche se mi supplica di dirle che per me
è stata importante, io non
riesco a dirglielo?
Mentre bastano tre o quattro fighetti psicopatici per farmi vomitare
tutto
l'amore che ho per mia sorella.
-Tony...?
Merda.
Ci mancava solo mia madre. Al diavolo, non ho la minima intenzione di
giustificarmi; sono stanco di ripetere una versione a cui comunque non
crederebbe mai. Anche se li convincessi che non sono stato io a dare il
crack ad
Effy, questo non diminuirebbe di un millimetro l'odio che provano per
me.
E' tardi per rimediare.
Sid diceva che non ho uno straccio di un amico, che mi sono rimasti
solo i miei
genitori. Ma Sid non sapeva un cazzo. Poi se n'è accorto; se
n'è accorto, che i
miei genitori sono stati i primi ad abbandonarmi.
-Tony. Ci sei?
-Certo che ci sono.
I capelli biondi di mia madre sono sempre perfettamente in piega. Mia
madre è
sempre perfetta e sobria. Anche Effy, durante il giorno, è
sempre perfetta e
sobria.
Ma noi siamo i figli marci di questa generazione luminosa.
-Allora? - mi guarda, severa - Vogliamo parlarne?
-Oh? Abbiamo deciso di parlarne? Alla fine, avete preferito giocare la
carta
della famiglia comprensiva?
-Non essere sempre così insopportabile, Tony.
Meglio non risponderle, perché potrei farle rimbalzare in
faccia migliaia di
frasi come questa.
Non essere sempre così bugiarda, mamma.
Non essere sempre così sospettosa, mamma.
Non essere sempre così assoggettata, mamma.
Non essere sempre così vuota e insignificante,
mamma.
Come ha potuto nascere da due persone del genere? Come ha potuto, una
fata come
lei, nascere da questi due individui viscidi e putrescenti?
-Tuo padre è convinto che sia solo una perdita di tempo, ma
volevo ascoltare la
tua versione delle cose.
-Ah sì? Chi te l'ha consigliato?
-Nessuno.
-Chi te l'ha consigliato?
-Tony.
-No, non credo di essere stato io. Non lo credo per un semplice motivo,
mamma,
ed è che da tre giorni non mi rivolgete la parola.
Dev'essere stato qualcun
altro; qualcuno con più talento di voi nel mestiere del
genitore.
-E' mai possibile che ogni volta che qualcuno cerca di venirti incontro
tu
debba reagire così?! Arrangiati, per l'amor del cielo.
Esce sbattendo la porta.
In realtà, non so perché mi comporto
così. So bene perché mi piace creare
casini e rendere la vita difficile alle persone, ma faccio un po'
più di fatica
a capire perché non permetto loro di volermi bene.
D’accordo, a Sid lo lascio fare, ma Sid è il
cagnolino scodinzolante che vive
alle dipendenze della mia popolarità. So che Sid non
è un pericolo.
Ma, a ben pensarci, chi è realmente un
pericolo? Forse Michelle, che mi
ha sempre perdonato tutto, che non ha mai fatto niente di sbagliato a
parte
innamorarsi di me? O magari...
... beh, in effetti, non c'è nessun altro. Sono le uniche
due persone che mi
siano venute vicino, e nessuna delle due ha mai manifestato altro che
buone
intenzioni nei miei confronti.
Non ci sono esperienze negative nella mia vita. Nessuno mi ha mai fatto
credere
che le persone siano cattive o che vogliano farmi del male. Quindi,
perché non
glielo permetto?
Michelle, tu sai sempre cosa faccio e perché. Sapevi che
più o meno ti amavo,
sapevi che mi mancavi, sapevi che il mio tempo era scaduto. Dato che
sai così
tante cose, mi spieghi perché cerco così
ostinatamente di rimanere solo? Mi
spieghi perché da un lato faccio tutto il possibile per
essere al centro
dell'attenzione, ma quando si tratta di lasciare che gli altri si
avvicinino,
inizio a scalciare come un neonato?
Dannazione, forse non ti amavo, ma in qualche modo avevo bisogno di te.
Tu sei
buona, e ho bisogno della tua bontà. E anche se magari non
parli bene come me,
anzi, alle volte parli proprio come uno scaricatore di porto, sai molte
più
cose di quante non ne sappia io. Tutti e due capiamo le persone, ma io
uso
questa capacità per manipolarle nei miei teatrini
dell'assurdo, tu la usi
soltanto per aiutarle o per cercare di avvicinarti a loro.
Entrambi avevamo capito che Sid era perso per te. E cos'abbiamo fatto?
Tu sei
stata sincera con lui, hai mantenuto le dovute distanze, l'hai aiutato
con
Cassie, o al massimo hai cercato di portartelo a letto quand'eravate
tutti e
due disperati. E io, invece? Io gli ho offerto la mia ragazza per
fargli
perdere la verginità, e poi, davanti ai suoi occhi, me la
sono ripresa, perché
aveva avuto la sola colpa di non essere abbastanza bastardo da farci
una cosa
del genere.
E in tutto quello che ho fatto, non mi sono mai preoccupato di come si
sentissero le persone coinvolte. Non mi interessava di aver preso in
giro
Abigail, che è così fragile, di aver usato Cassie
per sverginare Sid, anche se
sapevo che stavo solo aiutando la sua autodistruzione, di aver fatto
passare
una notte terribile a Maxxie che è già abbastanza
confuso, e, peggio del
peggio, di aver ferito te. Che non te lo meritavi.
Nessuno di voi si è mai meritato niente di quello che gli ho
fatto.
Un tempo eri la mia bambolina stupenda, come Amanda Lepore per
LaChapelle,
anche se tu sei vera e morbida e soave; adesso sei l'angioletto
appollaiato
sulla mia spalla destra, bellissimo e luminoso, ma di quella luce e
bellezza
che non ti ispirano sesso e baci con la lingua; ti ispirano soltanto
pace e
serenità. Tutto quello che posso fare, ormai, è
rivolgerti una preghiera e
sperare che mi aiuti, perché sono rimasto davvero solo,
adesso.
-Effy.
Lei non mi sente. La chiamo spesso, ma fa finta di non sentirmi.
Non vuole parlarmi.
-Effy, so che ci sei. Esci da quella camera.
Non esce mai. E io non sono mai entrato nella sua stanza.
In teoria sta piuttosto bene; deve solo stare molto attenta a
ciò che mangia
per un po' di tempo. Ma si rifiuta di uscire di lì; non esce
nemmeno la sera.
Le sue gonnelline strappate e le sue calze a righe sono ancora nel
sacco della
spazzatura in giardino, e ogni tanto controllo che nessuno l'abbia
portato via,
affinché lei possa ancora togliersi di dosso il grigiore
della nostra vita ed
esplodere come un fuoco d'artificio.
Mi fa così tanta tenerezza, quando la vedo fare questo. O
meglio, quello che
sento è... sì; direi più che sia
orgoglio. Mi sento il cuore gonfio quando la
vedo ribellarsi, mentire e divertirsi - quali che siano i suoi metodi.
Siamo
marci e deludenti, ma siamo marci e deludenti in due.
Quando fa queste
cose, sento che è veramente mia sorella, che abbiamo lo
stesso sangue, che ci capiamo.
Tra il mio atteggiamento da stronzo e i suoi vestiti punk non
c'è una grande
differenza. Entrambi stanno a significare che non ce ne fotte un cazzo
di
quanto facciamo schifo.
All’improvviso, qualcuno bussa alla porta.
-Effy...? – chiedo speranzoso.
La porta si schiude. E' lei.
E' lei, con i suoi occhioni struccati, con i capelli raccolti; Effy
imprigionata in un golfino grigioazzurro, che mi guarda timida come se
non ci
fossimo mai lanciati le olive a tavola.
Lei raramente mi parla, ma so che, dall'alto della sua aria sprezzante,
un po'
le piaccio. In fondo, sono il suo sollievo in questa casa stantia e
piena di
odio.
-Chiudi la porta. Che cosa ti succede? Non mi hai ancora guardato in
faccia.
Abbassa gli occhi, con aria contrita. Sa che la perdonerò.
Sa benissimo che,
come ogni volta, tutto quello che farò sarà
chiederle se va tutto bene.
-Oh, merda... va tutto bene? Come ti senti?
Alza le spalle, come a dire che non c'è male.
-Hai avuto qualche effetto?
Scuote la testa, fissando il pavimento. Io non riesco a fare altro che
fissarla, sperando che mi parli, sperando che venga da me a dirmi che
mi vuole
bene un decimo di quanto gliene voglio io.
Ho una sorellina che sembra una fata, che considera tutti una merda, ma
che mi
guarda come se io le facessi meno schifo degli altri. La amo da
impazzire.
-Lo sai che io ti ho sempre parato il culo. Ma non posso più
farlo, se
succedono cose come questa.
Lei gira il viso, piena di vergogna.
-Effy, io non voglio mai più vederti afflosciata per terra.
Non voglio più che
tu abbia occasione di mettere piede in un ospedale. Cristo, Effy, la
droga mi
sta bene, farti un fighetto del cazzo in un capannone occupato mi sta
bene, ma
non puoi arrivare fino a questo punto. Io non posso sempre esserci. E
se un
giorno non riuscissi a trovarti...?
La stessa eventualità fa rabbrividire perfino me. Lei,
ancora, non risponde, e
fissa davanti a sé con aria preoccupata.
-Cazzo, Effy...
Vorrei essere sempre forte, davanti a lei. Essere sempre il solito
pezzo di
merda che prende in giro anche i suoi genitori, farla sentire come se
fossimo
noi i veri vincenti di questa lotta, e darle la sicurezza che
saprò sempre cosa
fare, che ci sarò sempre io a sistemare le cose.
Ma ho diciassette anni, e sono solo. E dopo tutto quel che ho fatto per
starle
vicino, lei non si degna nemmeno di fare l'unica cosa di cui avrei
bisogno,
l'unica cosa che non le costa quasi nessuno sforzo.
Effy, vieni qui vicino e abbracciami. Per favore, per una volta,
muoviti verso
di me e abbracciami. Ho bisogno di te.
-Effy...
Fermati, fermati, fermati. Chiudi quella bocca. Asciugati le lacrime.
Questo è
esattamente il momento in cui devi ritirarti, smettere di parlare, o ti
usciranno dalla bocca frasi che nessuno al mondo ha mai pronunciato.
Perché
quelle sono le frasi che non devono essere pronunciate; non con la tua
bellissima, splendente, unica e meravigliosa sorellina.
Perché devo amarti...?
Perché non posso scegliere a chi affidare il mio amore, di
modo che sia al
sicuro, che non rischi di essere maltrattato...?
Amarti così tanto mi fa paura. Perché quando ti
amerò troppo, forse tu te ne
andrai; e quando te ne sarai andata, io mi sentirò come se
fossi morto.
Michelle, perdonami di averti fatto questo. Perdonami, perdonami,
perdonami. Se
avessi saputo cosa sono l'amore e la paura, ti giuro che non l'avrei
mai fatto.
Ho fatto qualcosa di orribile a Josh, e Sid ha detto che è
vomitevole.
Perdonatemi. Sono orribile e vomitevole, sono un mostro, una merda, un
malsano,
ma tutto quello che voglio è vederla sorridere felice.
E' così orribile, volerla vedere felice? Avete aspettato
tutti che venisse
questo giorno, il giorno in cui anche quel pezzo di merda di Tony si
sarebbe
innamorato. Volevate vedermi soffrire, e temere di essere lasciato, e
sentirmi
umiliato e rifiutato, proprio come capita a tutti voi. Sto provando
tutto
questo, non ne siete contenti? Era quello che stavate aspettando. E
quindi
credo che non mi guarderete con orrore, anche se provo sofferenza,
paura,
umiliazione e rifiuto a causa della mia sorellina.
Non ho voluto baciarla, perché perfino io mi rendo conto che
toccarla sarebbe
una cosa perversa e disgustosa; Effy è stupenda, e deve
rimanere al di fuori di
quelli che sono i miei desideri corrotti. Ma sarei stato pronto a
tutto, anche
a lasciare un braccio o una gamba a Josh, pur di portarla fuori da
quello Sport
Club. Forse un giorno riuscirò a pensare lucidamente anche
all'idea di
toccarla. Ma per il momento il mio unico pensiero è
proteggerla, e farle capire
che cosa io sia in realtà, e renderle chiaro cosa invece non
sono e non voglio
essere, anche se finora ho fatto di tutto per far credere a tutti di
esserlo.
L'unica persona con cui avrei rischiato. L'unica a cui ho permesso di
sbirciare
dentro di me, l'unica a cui ho permesso di ferirmi, l'unica che ho
lasciato
conquistarmi al punto da dimenticare ogni dignità per lei.
L'unica che ho lasciato venirmi tanto vicino da prendere possesso di
me... è
anche l'unica persona che non dovrei amare.
Effy, finora non ho mai lasciato che nessuno arrivasse fin dove sei
arrivata
tu. E ora che so che ci sei arrivata, ora che so fino a che punto mi
hai
strappato l'anima, temo di aver capito perché non lo
lasciassi fare a nessuno.
Il fatto è che quando qualcuno ti viene così
vicino da diventare parte di te,
da fondersi con te, da diventare una parte indispensabile di te... poi
il
distacco fa male quanto gettarsi nel fuoco. Ho temuto che tu morissi.
Ho temuto
che non t'importasse più di tornare da me. E mi sono sentito
bruciare vivo dal
dolore.
Se ogni persona dovesse diventare un piccolo incendio dentro di me,
forse
preferisco davvero che mi stiano lontani. Perché essere
lasciati è così
doloroso, così lacerante, ti strazia così tanto,
che preferisco mille volte il
freddo di questa solitudine.
Se finora l'ho preferito, quel freddo, è perché
c'era una fiammella, una
piccola torcia luminosa, che mi restava accanto, tremolando, ogni tanto
spegnendosi, ma poi rinascendo dalle ceneri.
Finora sei stata la mia scintilla, quella che invece di bruciarmi
riscaldava, e
gettava un cerchio di luce fioca sulla mia stupida esistenza.
Ora sei la fiamma crudele che mi mangia la carne fino agli organi, che
mi
carbonizza anche se sta dall'altra parte della stanza.
Una volta ho provato a mettere la mano a pochi centimetri dal fuoco, al
di
sopra della fiamma. Pensavo di essere al sicuro, ma un filo verticale
d'aria
bollente mi ha ustionato il palmo, facendomi gridare dal dolore. Quel
giorno
sono finito in ospedale con la mano rosso cremisi, perché ho
pensato che, se
dovevo bruciarmi, tanto valeva che lo facessi con il fuoco vero.
Sai
qual è il problema?
È
che non m'importa di sentirmi morire. Non m'importa se alla fine mi
ucciderai.
Ma
tu vieni qui e abbracciami, prima che dalla mia bocca escano le parole
che uccideranno
anche te.
(Nda: in realtà questa storia è stata scritta diversi mesi fa, ma ho aspettato che ci fosse la categoria "Skins".
Sono molto sorpresa di aver scritto qualcosa su Tony, che mi è sempre stato antipatico, ma dopo aver visto l'episodio 8 era inevitabile che qualcosa si smuovesse. Questa fic è stata scritta prima di vedere l'episodio 9, comunque non mi frega se poi Tony è destinato a Michelle o meno, gli autori mi hanno dato il la e io ho risposto XD.
Le citazioni sono direttamente prese dagli episodi in italiano. ^^ Trascritte amorosamente da me medesima.)