Libri > Il Gioco Proibito
Segui la storia  |       
Autore: Whiteeyes95j    29/12/2013    1 recensioni
Cosa avviene veramente a Summer dopo il suo rapimento da parte di Julian ? Lui ha detto la verità ? Ha davvero dormito per tutto il tempo ?? O è successo qualcos'altro ? E se tra i due fosse nato qualcosa, che cosa accadrebbe ?? La situazione resterebbe la stessa ?
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Desire for revenge
 

Summer uscì dal bagno ed entrò nella stanza di fronte dove Julian aveva detto che si trovava la sua camera. Quando entrò Summer per un attimo credette di aver sbagliato stanza. La camera da letto era enorme, a sinistra c’era un grande letto a baldacchino con delle tende di raso giallo chiaro, come anche la parure del letto. C’era un piccolo comò in legno bianco con le maniglie dorate e sopra c’era una candela. Poi c’era una porta bianca con le maniglie dorate. Dall’altro lato notò che c’era una scrivania sempre il legno bianco, una libreria piena di libri, un cavalletto con dei pennelli e dei colori vicino e in fine una toilette con profumi, trucchi e portagioie di vario genere. Il pavimento era uguale a quei pavimenti che era solita vedere solo nei castelli dei film di Barbie, purtroppo però, con tristezza, notò che la sua stanza era priva di finestre. “Chissà come mai”, pensò. Non vide un armadio però nella sua stanza, così decise di aprire la porta vicino al suo letto. Quando l’aprì capì perché non c’era un armadio nella sua stanza. Quella porta le dava l’accesso a una seconda stanza, una stanza piena di scarpe e vestiti di ogni genere. Per un attimo Summer pensò alle parole che le aveva rivolto Julian “nana con i capelli di paglia” e tante altre cose del genere. Lei non si era mai considerata bellissima, forse perché nessuno a parte sua madre la faceva sentire così. Vide che nella stanza-armadio c’era uno specchio. Quasi istintivamente si avvicinò per specchiarsi. Per poco non si riconobbe neanche. Quello che vide in quello specchio era solo una ragazza minuta, esile, con i capelli lunghi e boccolosi e gli occhi tristi e spenti. Per niente graziosa, per niente affascinante, per niente bella. Forse era una cosa stupida, ma per una volta desiderava che qualcuno la potesse vedere con occhi diversi. Le dispiaceva che quella persona dovesse per forza Julian con tutti i ragazzi per cui avrebbe potuto farsi bella ma da una parte forse era meglio. Forse se lui l’avesse ritenuta accettabile avrebbe avuto qualche seria possibilità in futuro di trovarsi un ragazzo quantomeno carino. Motivata da questo obbiettivo Summer cominciò a cercare un vestito che le sembrasse adatto per una cena informale ma che almeno la facesse sembrare più bella e elegante del solito. Alla fine fu colpita da un abito semplice, era di colore azzurro, a tubino, senza maniche e vicino al collo c’erano delle pietre che luccicavano. Indossò quindi delle calze blu scuro, poi indossò il vestito e poi mise degli stivaletti neri che trovò l’ vicino. Tornò in camera sua e si mise un po’ di eyeliner azzurro chiaro, un po’ di matita, un lucidalabbra chiaro e un po’ di fard sperando che in questo modo avrebbe nascosto un po’ il rossore delle sue guance del caso sarebbe arrossita, più che per la rabbia che per l’imbarazzo di questo ne era certa. Lasciò i capelli sciolti e poi, dopo aver preso un respiro profondo decise di scendere giù. Quando uscì si ritrovò nel lungo corridoio, per un attimo aveva temuto di perdersi invece riuscì, fortunatamente, a trovare le scale e a scendere giù trovandosi nell’atrio principale. A un certo punto un odore gradevole le pervase le narici e capì di essere vicino alla sala da pranzo. Continuò camminare finché riuscì a trovare la porta della sala da pranzo. Abbassò lentamente la maniglia e poi entrò. La stanza era lunga ma non molto ampia, ed era illuminata solo dalla luce del camino. La tavola era lunga ma era apparecchiata solo per due persone. Summer riuscì poi a distinguere una poltrona sulla quale si vedeva la sagoma di qualcuno, Summer sapeva chi era.
<< Sei arrivata finalmente !! Stavo cominciando a pensare che fossi annegata nella… >> disse Julian alzandosi ma senza concludere la frase
 
“Cavolo”, pensò l’uomo ombra mentre guardava la ragazza. Non credeva che potesse diventare tanto carina con il look e il make-up giusto. Sinceramente non l’aveva mai guardata con attenzione, i suoi occhi erano sempre concentrati solo su Jenny. Il vestito che indossava le fasciava perfettamente i fianchi, mettendo i mostra le sue forme sinuose e se bagnata, senza trucco e con i capelli disordinati gli era sembrata carina adesso che era truccata, con i boccoli perfettamente ordinati e perfettamente in ordine gli sembrava qualcosa di eccezionale. Tuttavia cercò di mantenere un certo contegno, cercando di trattenere la voglia di saltarle addosso, di strapparle i vestiti e prenderla su quel tavolo.
 
<< Hai fame ? >> si limitò a chiedere
 
<< Sinceramente si. Tu non hai fame ? >> gli chiese Summer
 
“Diamine si. Anche se non credo che abbiamo fame della stessa cosa”, pensò l’uomo Ombra.
 
<< Noi Uomini Ombra non abbiamo bisogno di mangiare ma sono disposto a farlo per farti compagnia. Sempre che tu la gradisca ? >> chiese senza neanche sapere il perché
 
<< Si, apprezzerei molto che tu mi facessi compagnia. >> rispose Summer portandosi una ciocca dietro l’orecchio
 
Sembrerebbe contraddittorio questa sua voglia di avere Julian vicino a sé visto che da quando erano stati costretti a stare l’uno accanto all’altra non aveva fatto altro che lamentarsi di lui e di desiderare che lui le stesse lontano ma adesso… forse era per il fatto che adesso era vestito con una camicia bianca e una giacca nera e con i pantaloni neri aderenti che gli davano un’aria non solo più misteriosa e attraente ma anche più elegante, o per il fatto che avesse fame o per il fatto che non riusciva a staccargli gli occhi di dosso e che per un attimo aveva ardentemente desiderato che lui la prendesse lì su quel tavolo, ma per qualche strana ragione non voleva che lui se ne andasse. Julian la fece sedere e poi si sedette vicino a lei cercando di ignorare il suo profumo alla vaniglia che prepotentemente gli penetrava le narici e gli faceva aumentare il desiderio di prenderla. Mangiarono in silenzio fino a quando Julian, stanco di quella tensione decise di prendere parola.
 
<< Ti va di fare qualcosa ? >> le chiese
 
<< Che cosa ? >> chiese Summer smettendo di mangiare
 
<< Un gioco, innocuo >> rispose Julian con un ghignetto
 
<< Dipende da cosa significa per te innocuo >> disse Summer
 
<< Obbligo o Verità è innocuo per me, per te ? >>
 
<< Paragonandolo ai tuoi tipi di giochi direi di si >>
 
<< Bene, comincio io. Hai mai baciato un ragazzo ? Obbligo o verità ? >> chiese Julian con un altro ghignetto
 
<< Credevo sapessi già tutto su di me >> disse Summer confusa
 
<< So qualcosa in effetti. Ma, senza offesa, so molte più cose su Jenny che su di te. Perciò rispondi >> la incito lui, desideroso di sapere se qualcuno prima di lui si fosse impossessato di quelle labbra
 
<< Si, tre volte. >> rispose Summer cercando di nascondere l’imbarazzo
 
Julian represse un ringhio, cercando di celare l’irritazione. Poi, riprendendo un po’ di controllo disse << Ora tocca a te >>
 
<< Quante ragazze hai avuto in tutta la tua esistenza ? Obbligo o Verità ? >>
 
<< Però… Vediamo… Escludendo i primi anni di gioventù quando ancora mi illudevo che le ragazze mi avrebbero schifato a vita… credo… una cinquantina ? Si, più o meno >> rispose Julian con soddisfazione
 
Non sapeva perché, ma nel momento esatto il cui le aveva detto che aveva avuto tante ragazze aveva sentito una strana e fastidiosa sensazione allo stomaco che tuttavia preferì ignorare.
 
<< Ora tocca a te. Quando mi hai guardato per la prima volta, che cosa hai notato subito ? >> le chiese con un tono sensuale
 
<< Gli occhi. Sono di un bellissimo colore >> rispose Summer senza neanche pensarci
 
<< Lo so, me lo dicono in molti. Peccato che in pochi sono riusciti a indovinare l’esatta colorazione di blu >> disse Julian con un sorrisetto
 
<< Allora dimmi, tu credi che io possa indovinarla ? >> chiese Summer quasi con sfida
 
<< Io credo che tu te ne sarai fatta un’idea. Se può consolarti, nemmeno Jenny l’ha indovinato. Nemmeno Audrey, o qualcun altro dei tuoi amici >>
 
Summer si morse il labbro inferiore per trattenere un gemito di frustrazione. Aveva nominato due ragazze entrambe più belle e intelligenti di lei. Non sapeva che cosa stesse accadendo, ma sapeva solo che le dava fastidio.
 
<< Ora dimmi, sono curioso, secondo te, di che colore sono ? >> la sfidò lui
 
Summer impiegò qualche minuto per riflettere. Senza pudore gli fissò intensamente gli occhi, cercando di focalizzare attentamente il blu dei suoi occhi nonostante la luce fioca del camino.
 
<< Io credo… credo che siano… blu elettrico >>
 
Julian la guardò per qualche secondo, poi sorrise e disse << Wow >>
 
Summer si preoccupò non poco per quella risposta così sibillina << Che significa “Wow” ? >>
 
<< Significa che mi sorprendi sempre di più >> disse Julian con un altro ghignetto
 
<< Ho indovinato o no ? >> chiese Summer che cominciava a stancarsi
 
<< Facciamo un patto. Te lo dico solo a una condizione >> propose Julian con un ghigno, questa volta più evidente
 
<< E quale sarebbe ? >> chiese Summer che stava iniziando a preoccuparsi di nuovo
 
<< Sorprendimi un’altra volta. Fai qualcosa che io non mi sarei mai aspettato che tu facessi >> la sfidò con un tono malizioso
 
<< Che cosa dovrei fare ? >> chiese Summer che stava cominciando a capire
 
<< Ti do un indizio. Sfamami. Prendi l’iniziativa. >> rispose Julian con un ghigno
 
Per Summer a quel punto fu tutto chiaro. Aveva capito cosa Julian volesse da lei. Cercando di trattenere un sorriso si alzò lentamente dalla sua sedia e lo raggiunse. Doveva ammetterlo, aveva tanta paura, le gambe le tremavano, non aveva mai preso l’iniziativa con nessun ragazzo in vita sua. Aveva paura di sembrare molto, anzi troppo impacciata, e che Julian avrebbe riso di lei. Julian intanto aveva cambiato la sua posizione, aveva spostato la sedia in modo da essere giusto di fronte a lei. Lei poggiò le mani sulle sue spalle. All’iniziò Summer pensò di baciarlo leggermente sulle labbra ma poi il suo sguardò si posò sul collo e gli venne in mente il modo in cui lui l’aveva baciata, il succhiotto che le aveva lasciato e tutti i guai che si erano susseguiti dopo. Decise di soddisfare anche un suo desiderio, desiderava avere la rivincita su di lui. Così come lei ancora sentiva, in fondo, di bramare un’iniziativa da parte sua, lui doveva bramare le sue labbra. Così spostò la mano destra dalla spalla di lui e gli slacciò i primi due bottoni della camicia in modo da lasciare il collo glabro scoperto. Non gli diede neanche il tempo di dire qualcosa che subito si chinò sul suo collo e cominciò a baciarglielo, inizialmente solo con le labbra. Julian emise un lieve gemito essendo stato colto di sorpresa. Questa si che non se l’aspettava. Summer tuttavia decise che doveva fare di meglio, così si mise a cavalcioni su di lui e oltre alle labbra cominciò a leccargli il collo con la lingua. Juliana differenza di Summer non cercò nemmeno di nascondere quanto gli piacesse, avvicinò la sua  bocca all’orecchio di lei e cominciò a gemere sempre più forte, in modo che lei sapesse. Summer per un attimo credette che sarebbe potuta svenire anche solo sentendo la dolce melodia che componevano quei gemiti. Ma questa volta non si sarebbe lasciata trasportare dal suono della sua voce, sia che fossero parole o anche gemiti come in questo caso. Così, decise di azzardare ancora di più. Spostò anche la mano sinistra dalla sua spalla, e usando tutta la forza del suo piccolo braccio, con uno strattone gli aprì quasi tutta la camicia e con la mano cominciò ad accarezzarglielo. Julian capendo a che gioco stava giocando la sua “amica”, posò le mani sulle cosce della ragazza, coperte dalle calze, e cominciò ad accarezzargliele e ad andare oltre il vestito. Summer si fermò per un attimo, poi però si decise a non farsi intimidire, così cominciò a graffiare il suo petto glabro con le unghie e a mordere il suo collo pallido. Julian allora con le mani afferrò le calze e riuscì a toglierle fino agli stivaletti della ragazza che cominciò ad accarezzare e a graffiare. Summer riuscì a sbottonare l’unico bottone della camicia che non era riuscita a far saltare, poi gli tolse la giacca e anche la camicia e con la bocca cominciò a leccargli i capezzoli.
 
Si fermò poi un attimo e disse << Questo va bene ? Ora puoi rispondermi ? >>
 
Julian ghignò << Non lo so. Non mi hai ancora sfamato abbastanza >>
 
Dopo aver detto questo, con un braccio buttò tutto quello che c’era sul tavolo per terra e poi spinse il piccolo corpo della ragazza su di esso mentre lui ci si mise sopra. Summer ebbe un piccolo fremito. Era la prima volta che si trovava in una situazione simile, ma voleva ardentemente avere la sua rivincita e voleva soprattutto sapere di aver avuto ragione riguardo al colore dei suoi occhi. Julian invece si sentiva perfettamente a proprio agio, era in posizione di comando, era lui adesso a decidere le regole. Un ghigno malignò gli deformò il viso, ma Summer era decisa a non farsi intimidire, non adesso, non questa volta.
Julian il bracciò le sbottonò il colletto del vestito e le scostò i capelli in modo da lasciarle il collo scoperto dove c’era ancora il succhiotto che le aveva fatto precedentemente. Cominciò a baciarlo, leccarlo, morderlo, mentre Summer gli stringeva i capelli e spingeva il suo capo verso il collo indice che desiderava quella tortura sempre di più. E chi era lui per lasciarla insoddisfatta ? Le tolse le scarpe in modo da portarle togliere le calze e anche il vestito. Infatti dopo aver abbassato la zip glielo tolse molto facilmente. A quel punto la ragazza rimase in biancheria intima ma stranamente non provò pudore, anzi, per la prima volta si sentì molto sicura di se stessa. Forse se erano arrivati a quel punto, voleva significare che forse il suo corpo non era tutto da buttare come credeva. Summer quindi non perse altro tempo, mentre Julian le baciava il collo le cominciò al accarezzargli il petto, poi, insoddisfatta, cominciò a graffiargli la schiena. Julian mentre continuava a morderle il collo e la spalla con le mani cominciò a toccarle la pancia, i seni, il linguine. Summer allora gli sbottonò i pantaloni con una mano e con entrambe cercò di toglierglieli meglio che poté.  A quel punto Julian le toccò la sua intimità da sotto lo slip, Summer allora, non seppe con che coraggio visto che non lo aveva mai fatto, infilò la mano dentro i suoi boxer e glielo prese in mano. Entrambi gemettero nello stesso momento.
 
<< Wow, sei disposta a cedermi la tua virtù pur di vincere ragazzina >> commentò lui senza spostare la mano
 
<< Non voglio perdere questa volta >> disse semplicemente Summer
 
<< E se io non ti rispondessi comunque ? Mi avresti concesso la tua virtù per niente, è da sconsiderati. Ma da un’ingenua come te me lo sarei dovuto aspettare. Come al solito sei prevedibile >>


<< Ti sbagli mio caro, perché io ti ho concesso tutto il mio corpo tranne una cosa >> disse Summer con un ghignetto simile a quello di lui
 
<< Cosa ? Il tuo cuore ? Anche quello sarà mio molto presto >>
 
<< Ne sei sicuro ? E  come pensi di prenderti il mio cuore se non riesci ad impossessarti delle mie labbra ? >> le chiese lei a un millimetro dalle labbra di lui
 
<< Credimi, posso prendermele quando voglio >> disse Julian
 
<< È vero, ti manca un millimetro per prendere possesso delle mie labbra ma in questo caso te le saresti prese tu, non te le avrei concesse io. Io non ti concederò mai l’onore di baciarmi. >> disse Summer alzando il mento in segno di sfida
 
<< Puttana >> riuscì solo a dire Julian con tutta la cattiveria di cui era capace
 
<< Sgualdrino di lusso >> rispose Summer
 
<< Come se io non potessi avere di meglio >>
 
<< Di certo Jenny non te la puoi permettere >> disse Summer spingendolo, alzandosi dal tavolo e uscendo dalla stanza senza nemmeno preoccuparsi di essere in biancheria intima.
 
Summer corse verso la sua camera e dopo essersi messa una maglietta e di pantaloncini e un paio di calzini trovati nella stanza-armadio e poi si sdraiò sul letto. Sentiva ancora la belle bruciare, ogni punto ove lui l’aveva toccata bruciava dal desiderio di essere toccata ancora, e ancora e ancora. Tanto che emise un gemito insoddisfatto. Ma purtroppo non aveva alcuna intenzione di cedere. Il suo desiderio di vendetta doveva essere più forte del suo peccaminoso desiderio di essere presa da lui. Quella notte si era presa un sacco di soddisfazioni. Si era fatta desiderare, non aveva ceduto, era andata fino in fondo e poi lo aveva zittito. Sapeva che Julian prima o poi gliel’avrebbe fatta pagare ma lei era sicura, che in qualunque modo Julian decidesse di fargliela pagare, ne era valsa la pena. Si, ne era valsa la pena. Tuttavia, anche se non sapeva perché, sperava che di non essere l’unica persona a provare quelle sensazioni per quella notte.
 

 
Julian era incazzato da morire e se possibile ancora più affamato di prima. Quello che aveva detto quella mocciosa era vero, per quanto gli fosse piaciuto accarezzare, mordere, essere il primo anche solo a sfiorare parti del corpo che Summer non aveva concesso ancora a nessuno, niente di quello sarebbe stato paragonabile ad impossessarsi di quelle labbra che in modo famelico si erano impossessate del suo collo. La cosa che più gli dava fastidio era che quelle labbra erano già state baciate da labbra che non erano le sue, aveva concesso ad altri ciò che a lui aveva negato. Questo non lo poteva accettare.  Non le avrebbe dato la soddisfazione di vincere, benché avesse indovinato il colore dei suoi occhi, a differenza di Jenny, non glielo avrebbe mai detto, non prima che lei gli avesse concesso di possedere le sue labbra e di prendere la sua virtù. Lui voleva tutto. Non voleva solo la sua virtù o solo le sue labbra, la voleva tutta. L’avrebbe avuta, niente gli avrebbe impedito di averla. L’avrebbe fatta innamorare di lui, l’avrebbe usata contro Jenny, l’avrebbe distrutta, e lei, Jenny e quegli altri insipidi, insulsi, schifosi umani si sarebbero pentiti amaramente di aver sfidato l’uomo ombra. Lui non avrebbe perso stavolta, non avrebbe fallito. Mai più.
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Gioco Proibito / Vai alla pagina dell'autore: Whiteeyes95j