Per mia colpa
…mia colpa
mia grandissima colpa

82…

uno ad uno cadono
non c’è nulla che possa riportarli indietro, le leggende sono leggi senza antidoto;
uno ad uno annaspano in pozze di sangue marcio, vomitano esalazioni acide, grida rantolanti che si spengono nel tempo di uno sparo

83…

il rinculo della pistola mi colpisce dritto nelle ossa, ogni sparo torna indietro con la precisione di un boomerang; trafigge, sibila, accusa, colpisce.
lo scoppio del proiettile nasconde l’esitazione, la violenza furiosa ed asmatica che scarico contro me stessa soltanto

84…

avevo mai provato dolore nell’uccidere chi è già morto? rimorso… rancore… rabbia… senso di colpa… impotenza… inadeguatezza…
Cresceva il desiderio imminente di vendetta; spontaneo, calcolato, macchinoso e infernale desiderio di vendetta

85…

avevo mai accusato con così tanta forza il contraccolpo? lo sparo che gela il tempo per una frazione di secondo, il silenzio attutito che lo segue, il lampo di luce dalla canna della pistola, polvere invisibile sui guanti bianchi, polvere da sparo e schizzi di sangue sulla camicia

86…

Salivazione pesante accelerata, nauseante; la tensione è stretta in un nodo all’altezza del petto, più resisto più il nodo si stringe, più il nodo si stringe più la salivazione aumenta.
Sudore acido e gocciolante lungo le tempie; fin che non parlerò nessuno si accorgerà che la mia voce trema.
Lascio cadere la pistola, scaricata, ricaricata e scaricata nuovamente, sui loro corpi senza speranza, senza scampo, soffocando le grida ad ogni sparo, affogando la ribellione nei polmoni, deglutendo sorsi di saliva al profumo acre di tabacco.
Fino all’ultimo uomo, tormentandomi, accusandomi; ogni colpo indeciso mirato ad uccidere, con la collera imbrigliata dalla disperazione, con la mano guidata dal rimprovero;
Fino all’ultimo uomo, occhi negli occhi per caricarmi di un ultimo debito, senza giustificazioni, senza indulgenza, senza perdono, occhi negli occhi per caricarmi di un altro peccato.
Battito del cuore sregolato, ingannevole, ansimante, riproduce internamente lo stato d’animo che non rispecchio; stanchezza, sudore amaro, labbra secche e gola riarsa.
Respiro affannosamente a bocca chiusa, senza una parola di congedo, senza alcun segno negli occhi; porto cicatrici di sangue secco, porto con orgoglio il cognome di un liberatore, porto lo sdegno disegnato sulle labbra, le guance livide di un’assassina.
Non una parola, per nessuno, sangue colloso sotto la suola delle scarpe, sangue sotto le dita, attraverso la stoffa, attraverso la pelle; mi allontano senza lasciare traccia, trascurando i resti del banchetto, attraversando con ambigua indifferenza la bocca spalancata dell’inferno; senza indugiare, passo fermo, respiro stabile, battito regolare;

Fin che non parlerò nessuno si accorgerà che la mia voce trema.