Qualcuno
bussò alla porta. Era mezzanotte passata.
Jace si aspettava quasi che una gioiosa Isabelle irrompesse in camera
sua con
una torta e dello champagne. Nonostante fosse una cosa decisamente alla
Izzy,
non era Isabelle. Ma certo.
La
prima cosa che vide fu una cascata di capelli
rossi, poi avvertì il suo profumo e anche senza vedere, Jace
seppe con certezza
di chi si trattava.
Ebbe
un momento per osservarla: Clary era scalza
e camminava sulle punte dei piedi fino al letto, come se qualcuno
avesse potuto
sentirla intrufolarsi nella sua stanza. Indossava la canottiera del
pigiama e i
pantaloncini con cui dormiva di solito.
Si
gettò sul letto e gli fece un inusuale sorriso
felino.
“Buon
compleanno,” gli sussurrò all’orecchio.
“Diciotto
anni, eh? Finalmente maggiorenne. Esco con un uomo adulto. Cosa direbbe
mia
madre?”
Rise
piano. Era bellissima.
“Niente
torta?” le chiese.
“Izzy
aveva suggerito di farne una insieme, ma
non sono mai stata brava in cucina, e non mi fiderei delle sue
capacità quando
si tratta di cibo…”
“Che
fidanzata intelligente. E comunque non
potrei essere più in alto sulla lista di Jocelyn
Ragazzi-Che-Clary-Dovrebbe-Evitare,” le disse con un
occhiolino.
Lo
baciò di nuovo, come per contraddirlo su sua madre. Lui
ricambiò, con la lingua
scivolò nella sua bocca per esplorarla, con le mani
disegnava cerchi immaginari
sulla sua coscia scoperta.
“Clary,”
disse con la voce rauca “Vuoi –?“
“Sfortunatamente,”
rispose lei “per quanto mi
piacerebbe, sai…, non sono in una condizione fisicamente
adatta per, ehm, fare
l’amore. Possiamo provare la settimana prossima
però…”
La
guardò. Sembrava davvero dispiaciuta.
“Mi
dispiace,” continuò lei “Speravo davvero
che
non succedesse, ma direi che non posso controllare il mio ciclo
mestruale.”
Abbassò
lo sguardo.
“Clary.
Guardami.”
Riluttante,
obbedì.
“Non
dobbiamo provare niente. Non la settimana
prossima, non fra un mese. Quando sei pronta.” Le diede un
bacio sulla tempia. “Senza
fretta.”
“Come
fai a dire così se poi mi baci in questo
modo? Comunque, apprezzo la buona intenzione, ma ho davvero il
ciclo.” Gli
diede un bacio sul naso.
“Come
hai fatto a sgattaiolare via, comunque?”
“Ho
creato un Portale. Non preoccuparti, non mi
ha visto nessuno. Pensi che avrei preso la metropolitana indossando il pigiamino? Mamma e Luke stasera sono
andati
alla fattoria. Hanno bisogno di stare un po’ da soli, senza
la figlia adolescente
tra i piedi, quindi rimarranno lì qualche giorno…
ma non emozionarti troppo,
sembra che mamma abbia chiamato Maryse per assicurarsi che io non passi
tempo
all’Istituto eccetto per le ore di addestramento.”
“Mi
odia davvero, eh?” chiese Jace pensieroso.
“Penso
che non odi proprio te personalmente, è
solo che tutto di te le ricorda Valentine e –“
“Ho
messo la tua vita in pericolo un sacco di
volte.”
Per
un attimo non disse niente, poi: “E’ sempre
stata iperprotettiva, sai? Chiedi a Simon,” sorrise al
ricordo.
“Vorrei
solo poter fare qualcosa per farle
cambiare idea, per dimostrarle che sono un Lightwood, un Herondale, ma
non come
Valentine.”
“Cambierà
idea, alla fine. Dovrà. E poi, a Luke
stai simpatico.”
“Penso
che sia una cosa positiva?”
“Molto
positiva.”
Jace
era stato addestrato a svegliarsi presto
tutte le mattine, anche se ubriaco, malato o il giorno del suo
compleanno.
Quindi, quando si destò alle otto, fu molto sorpreso di non
trovare Clary
accanto a sé.
Che
l’abbia sognata?
si
chiese. Ma no, il ricordo era troppo vivido, le emozioni troppo reali.
Si
fermò per un attimo prima di entrare in bagno,
ripensando a cosa si erano detti la notte precedente –
sorrise al
ricordo – e si chiese se dovesse chiamarla – per
assicurarsi che
stesse bene, ma poi decise di no.
E’
il suo compleanno.
Izzy
fece segno ad Alec di fare silenzio, perché ‘Jace
si sveglierà a momenti’, ammesso che non fosse
già in piedi.
Aprì
la porta ed osservò la stanza: Jace non c’era,
ma Isabelle sentiva il getto della doccia nel bagno. Anche Alec
capì, e decisero
silenziosamente di aspettare Jace.
Isabelle
si guardò di nuovo intorno. C’è
qualcosa fuori posto, come le
coperte scompigliate e i cuscini a terra, perché camera di
Jace è sempre pulita
e ordinata, ma chissà perché, stamattina non lo
è. Jace si fa sempre il letto
prima di uscire dalla stanza, ma stamattina non l’ha fatto.
Isabelle
poggiò la torta che aveva in mano sul
comodino e si guardò intorno in cerca di una spiegazione.
Cosa le aveva detto
Clary a telefono? Sua madre sarebbe stata via per qualche giorno.
Bingo.
Izzy
cercò qualcosa che provasse i suoi sospetti.
Si sentiva un po’ come Sherlock Holmes, il protagonista di
quella serie tv che
Simon le aveva fatto guardare. Toccò le coperte e i cuscini,
e Alec le mandò un’occhiata
interrogativa.
“Che
stai facendo?”
“Cerco.”
“Cerchi
cosa?”
“Sangue.”
“Sangue?
Di chi?”
“Di
Clary.”
Alec
mise un’espressione assente in volto.
“Izzy?
Perché cercheresti sangue di Clary sul
letto di Jace?”
“Per
l’Angelo, Alec! So che sei gay, ma non sai nulla
del sesso?”
La
comprensione fu visibile sul volto di suo
fratello.
“Ah.
Quindi dici che Clary è stata qui stanotte.”
“Per
forza. Guarda in che stato è la stanza.
Camera di Jace non è mai
disordinata.”
“Capisco,
ma non sono per niente affari tuoi,
Isabelle. Puoi chiedere a Jace se vuoi, ma smettila di mettere le mani
tra le
sue cose.”
“Sei
noioso.”
“E
poi Clary non è nemmeno qui.”
“Per
quanto ne sappiamo noi, magari si sta
facendo una doccia con Jace.”
“Isabelle!”
“Oh,
smettila di fare la parte dell’innocente. So
che tu e Magnus fate molto peggio.”
“Zitta.”
“Non
quanto faccio io, però,” disse con un
sorrisetto.
“Ucciderò
Simon,” Alec grugnì.
“Cosa
ti fa pensare che io faccia sesso con
Simon?”
Alec
stava per rispondere quando la porta del
bagno si aprì e ne uscì Jace.
“Vedo
che sei solo,” Izzy notò, delusa. “Beh,
comunque buon compleanno,” disse con nonchalance.
“Buon
compleanno, fratello,” disse Alec, toccando
la spalla di Jace in un gesto affettuoso.
“Abbiamo
portato la torta!”
Il
telefono di Isabelle le vibrò in tasca.
“E’
Clary,” disse e rispose. “Pronto?”
“Izzy? Jace
è già in piedi?” chiese
Clary.
“Sì,
è con me al momento… vuoi parlargli?”
Fu
passato il telefono a Jace. “Clary?”
“Tanti
auguri. Di nuovo. Scusa per stanotte, ma non potevo rischiare di farmi
trovare
nel tuo letto… Maryse l’avrebbe detto a mamma e
sarei in punizione per l’eternità.
Che vuoi fare oggi?”
Probabilmente
Clary non aveva pensato che Alec e
Isabelle sentivano ciò che diceva, e Izzy sorrideva a suo
fratello con ‘te l’avevo detto’
scritto in faccia.
“Vieni
qui. Stavamo per fare colazione, ti
aspetto.”
“Io
ho fatto la torta!” urlò Izzy in modo che
Clary la sentisse.
“Ah,
ok. Allora vuoi che porti del Cinese o qualcosa da
Taki’s?”
“Hey!”
disse Isabelle.
“Mi
dispiace, Iz. Ma nessuno mangerà la tua
torta, onestamente,” Alec le disse in segno di scusa.
“Fratelli
traditori.”
Risero
tutti.
Angolo
autrice:
eccoci qui. Questa fic non ha molto senso, ma l’avevo
già scritta e pubblicata in
inglese, quindi tanto valeva postarla anche qui. Spero che vi
sia piaciuta
e che mi lasciate una recensione.
Probabilmente
domani pubblico un’altra cosuccia,
quindi stay tuned!