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Autore: Ginny_theQueen    30/12/2013    4 recensioni
E' il compleanno di Jace.
“Buon compleanno,” gli sussurrò all’orecchio. “Diciotto anni, eh?”
“Io ho fatto la torta!” urlò Izzy in modo che Clary la sentisse.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Izzy Lightwood, Jace Lightwood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Qualcuno bussò alla porta. Era mezzanotte passata. Jace si aspettava quasi che una gioiosa Isabelle irrompesse in camera sua con una torta e dello champagne. Nonostante fosse una cosa decisamente alla Izzy, non era Isabelle. Ma certo.

La prima cosa che vide fu una cascata di capelli rossi, poi avvertì il suo profumo e anche senza vedere, Jace seppe con certezza di chi si trattava.

Ebbe un momento per osservarla: Clary era scalza e camminava sulle punte dei piedi fino al letto, come se qualcuno avesse potuto sentirla intrufolarsi nella sua stanza. Indossava la canottiera del pigiama e i pantaloncini con cui dormiva di solito.

Si gettò sul letto e gli fece un inusuale sorriso felino.

“Buon compleanno,” gli sussurrò all’orecchio. “Diciotto anni, eh? Finalmente maggiorenne. Esco con un uomo adulto. Cosa direbbe mia madre?”

Rise piano. Era bellissima.

“Niente torta?” le chiese.

“Izzy aveva suggerito di farne una insieme, ma non sono mai stata brava in cucina, e non mi fiderei delle sue capacità quando si tratta di cibo…”

“Che fidanzata intelligente. E comunque non potrei essere più in alto sulla lista di Jocelyn Ragazzi-Che-Clary-Dovrebbe-Evitare,” le disse con un occhiolino.

Lo baciò di nuovo, come per contraddirlo su sua madre. Lui ricambiò, con la lingua scivolò nella sua bocca per esplorarla, con le mani disegnava cerchi immaginari sulla sua coscia scoperta.

“Clary,” disse con la voce rauca “Vuoi ?“

“Sfortunatamente,” rispose lei “per quanto mi piacerebbe, sai…, non sono in una condizione fisicamente adatta per, ehm, fare l’amore. Possiamo provare la settimana prossima però…”

La guardò. Sembrava davvero dispiaciuta.

“Mi dispiace,” continuò lei “Speravo davvero che non succedesse, ma direi che non posso controllare il mio ciclo mestruale.”

Abbassò lo sguardo.

“Clary. Guardami.”

Riluttante, obbedì.

“Non dobbiamo provare niente. Non la settimana prossima, non fra un mese. Quando sei pronta.” Le diede un bacio sulla tempia. “Senza fretta.”

“Come fai a dire così se poi mi baci in questo modo? Comunque, apprezzo la buona intenzione, ma ho davvero il ciclo.” Gli diede un bacio sul naso.

“Come hai fatto a sgattaiolare via, comunque?”

“Ho creato un Portale. Non preoccuparti, non mi ha visto nessuno. Pensi che avrei preso la metropolitana indossando il pigiamino? Mamma e Luke stasera sono andati alla fattoria. Hanno bisogno di stare un po’ da soli, senza la figlia adolescente tra i piedi, quindi rimarranno lì qualche giorno… ma non emozionarti troppo, sembra che mamma abbia chiamato Maryse per assicurarsi che io non passi tempo all’Istituto eccetto per le ore di addestramento.”

“Mi odia davvero, eh?” chiese Jace pensieroso.

“Penso che non odi proprio te personalmente, è solo che tutto di te le ricorda Valentine e –

“Ho messo la tua vita in pericolo un sacco di volte.”

Per un attimo non disse niente, poi: “E’ sempre stata iperprotettiva, sai? Chiedi a Simon,” sorrise al ricordo.

“Vorrei solo poter fare qualcosa per farle cambiare idea, per dimostrarle che sono un Lightwood, un Herondale, ma non come Valentine.”

“Cambierà idea, alla fine. Dovrà. E poi, a Luke stai simpatico.”

“Penso che sia una cosa positiva?”

“Molto positiva.”

 

 

Jace era stato addestrato a svegliarsi presto tutte le mattine, anche se ubriaco, malato o il giorno del suo compleanno. Quindi, quando si destò alle otto, fu molto sorpreso di non trovare Clary accanto a sé.

Che l’abbia sognata? si chiese. Ma no, il ricordo era troppo vivido, le emozioni troppo reali.

Si fermò per un attimo prima di entrare in bagno, ripensando a cosa si erano detti la notte precedente – sorrise al ricordo – e si chiese se dovesse chiamarla – per assicurarsi che stesse bene, ma poi decise di no.

E’ il suo compleanno.

 

 

Izzy fece segno ad Alec di fare silenzio, perché ‘Jace si sveglierà a momenti’, ammesso che non fosse già in piedi.

Aprì la porta ed osservò la stanza: Jace non c’era, ma Isabelle sentiva il getto della doccia nel bagno. Anche Alec capì, e decisero silenziosamente di aspettare Jace.

Isabelle si guardò di nuovo intorno. C’è qualcosa fuori posto, come le coperte scompigliate e i cuscini a terra, perché camera di Jace è sempre pulita e ordinata, ma chissà perché, stamattina non lo è. Jace si fa sempre il letto prima di uscire dalla stanza, ma stamattina non l’ha fatto.

Isabelle poggiò la torta che aveva in mano sul comodino e si guardò intorno in cerca di una spiegazione. Cosa le aveva detto Clary a telefono? Sua madre sarebbe stata via per qualche giorno.

Bingo.

Izzy cercò qualcosa che provasse i suoi sospetti. Si sentiva un po’ come Sherlock Holmes, il protagonista di quella serie tv che Simon le aveva fatto guardare. Toccò le coperte e i cuscini, e Alec le mandò un’occhiata interrogativa.

“Che stai facendo?”

“Cerco.”

“Cerchi cosa?”

“Sangue.”

Sangue? Di chi?”

“Di Clary.”        

Alec mise un’espressione assente in volto.

“Izzy? Perché cercheresti sangue di Clary sul letto di Jace?”

“Per l’Angelo, Alec! So che sei gay, ma non sai nulla del sesso?”

La comprensione fu visibile sul volto di suo fratello.

“Ah. Quindi dici che Clary è stata qui stanotte.”

“Per forza. Guarda in che stato è la stanza. Camera di Jace non è mai disordinata.”

“Capisco, ma non sono per niente affari tuoi, Isabelle. Puoi chiedere a Jace se vuoi, ma smettila di mettere le mani tra le sue cose.”

“Sei noioso.”

“E poi Clary non è nemmeno qui.”

“Per quanto ne sappiamo noi, magari si sta facendo una doccia con Jace.”

“Isabelle!”

“Oh, smettila di fare la parte dell’innocente. So che tu e Magnus fate molto peggio.”

“Zitta.”

“Non quanto faccio io, però,” disse con un sorrisetto.

“Ucciderò Simon,” Alec grugnì.

“Cosa ti fa pensare che io faccia sesso con Simon?”

Alec stava per rispondere quando la porta del bagno si aprì e ne uscì Jace.

“Vedo che sei solo,” Izzy notò, delusa. “Beh, comunque buon compleanno,” disse con nonchalance.

“Buon compleanno, fratello,” disse Alec, toccando la spalla di Jace in un gesto affettuoso.

“Abbiamo portato la torta!”

Il telefono di Isabelle le vibrò in tasca. “E’ Clary,” disse e rispose. “Pronto?”

Izzy? Jace è già in piedi?” chiese Clary.

“Sì, è con me al momento… vuoi parlargli?”

Fu passato il telefono a Jace. “Clary?”

Tanti auguri. Di nuovo. Scusa per stanotte, ma non potevo rischiare di farmi trovare nel tuo letto… Maryse l’avrebbe detto a mamma e sarei in punizione per l’eternità. Che vuoi fare oggi?

Probabilmente Clary non aveva pensato che Alec e Isabelle sentivano ciò che diceva, e Izzy sorrideva a suo fratello con ‘te l’avevo detto’ scritto in faccia.

“Vieni qui. Stavamo per fare colazione, ti aspetto.”

“Io ho fatto la torta!” urlò Izzy in modo che Clary la sentisse.

Ah, ok. Allora vuoi che porti del Cinese o qualcosa da Taki’s?”

“Hey!” disse Isabelle.

“Mi dispiace, Iz. Ma nessuno mangerà la tua torta, onestamente,” Alec le disse in segno di scusa.

“Fratelli traditori.”

Risero tutti.

 

 

 

Angolo autrice: eccoci qui. Questa fic non ha molto senso, ma l’avevo già scritta e pubblicata in inglese, quindi tanto valeva postarla anche qui. Spero che vi sia piaciuta e che mi lasciate una recensione.

Probabilmente domani pubblico un’altra cosuccia, quindi stay tuned!

   
 
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