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Autore: mamie    30/12/2013    8 recensioni
"Ora basta, Cloud, basta.
La morte ci ha già presi e triturati fra i suoi artigli, e poi sputati di nuovo. Il rimorso ci ha già fatti a pezzi e divorati. Pensavamo che non saremmo mai più tornati a guardarci negli occhi. Non se ne andrà mai quel dolore, no. Ma tu ora vivi, Cloud. Io vivo."
Idealmente ambientato dopo la fine di Advent Children, e se Cloud si sciogliesse finalmente un po'? Mia prima Final Fantasy :-)
[Seconda classificata al contest Poesie in prosa di AmahyP]
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cloud Strife, Tifa Lockheart
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Advent Children
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Nota: seconda classificata al contest Poesie in prosa di AmahyP col prompt Carpe Diem.
Ha partecipato al contest Spring contest per storie edite di MyPride


COME UN PETALO CHE CADE
 
Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi
finem di dederint
 
Ora basta, Cloud, basta.
La morte ci ha già presi e triturati fra i suoi artigli, e poi sputati di nuovo. Il rimorso ci ha già fatti a pezzi e divorati. Pensavamo che non saremmo mai più tornati a guardarci negli occhi. Non se ne andrà mai quel dolore, no. Ma tu ora vivi, Cloud. Io vivo.
Guardami.
Non abbassare gli occhi davanti a me, mai più. Mi hai fatto una promessa un giorno. Mi hai detto che, se avessi avuto bisogno di te, saresti venuto. Ora è il momento di mantenere quella promessa. Ho bisogno di te. Ne ho bisogno come dell’aria che respiro, come della luce del sole.
No, non girare la testa. Non ti chiederò più di darmi quello che non vuoi o non puoi. Però ti chiedo di vivere, Cloud. Di vivere per te, di vivere per Marylin e per Denzel, di vivere per Vincent e per Yuffie, per Cid e per Barrett, ti chiedo di vivere per tutti quelli che ti hanno aspettato, che non vogliono nulla da te se non che tu viva e sia felice.
 
Nessuno lo sa, il tempo che abbiamo. Il domani potrebbe non esistere. Non sei un traditore se permetti ad un po’ di calore di sciogliere il gelo che hai dentro. Non sei un fallito se non riesci a salvare tutti.
Siamo solo uomini e donne. A volte troppo piccoli davanti a cose troppo grandi. A volte abbiamo paura.
Guardami, Cloud.
Io non sono lei. Non posso e non voglio esserlo. Ma io sono qui.
Sono qui.
 
***

Le tue dita gli sfiorano la guancia, toccandolo appena. I suoi occhi sono così vicini che potresti volarci dentro come una rondine. Appoggi le labbra alle sue e resti lì un po’, senza pensare a nulla. Lui non si sposta, non ti manda via, non risponde. Però quando lo guardi di nuovo vedi che le sue labbra sono appena piegate nell’ombra di un sorriso.
Non importa cosa c’è o non c’è fra voi. Non l’hai mai saputo e non vuoi saperlo proprio ora. Importa che è qui, che tu sei qui con lui, che siete vivi. Quando le sue mani ti sfiorano in un abbraccio esitante ti sembra di scioglierti come acqua. Senti l’odore della sua pelle e lo respiri forte, per non dimenticarlo. Gli passi le dita sulla nuca e lo senti rabbrividire.
Stanotte non vuoi pensare. Non vuoi essere la brava ragazza, quella che usa sempre il buonsenso, quella che rimette sempre tutto a posto, quella che comprende e si ritira in silenzio. Non vuoi.
Stanotte senti la sua pelle sotto le tue dita e anneghi nel silenzio del suo respiro. Senti le sue mani che ti stringono forte e non vuoi pensare più a niente. Nel vuoto del tuo cielo apri la bocca per urlare e ti esce a malapena un sospiro. Sì, è bello stare qui, una notte sola, senza mai pensare che dovrà venire il giorno.
 
***
 
Non è nulla, Cloud. Non è nulla. A volte abbiamo bisogno di qualcosa per scrollarci di dosso la polvere della solitudine.  Abbiamo bisogno di toccarci così, piano, per non risvegliare le ferite del corpo e quelle dell’anima. Piano, Cloud, molto piano, come un petalo che cade e non fa rumore.
 
***
 
Lo dici alle sue ciglia chiuse, lo dici al suo respiro che ancora dorme lento, lo dici alla luna tramontata e alla striscia più chiara nel cielo. Allora ti alzi silenziosamente, per non svegliarlo, e scendi giù a controllare che sia tutto a posto, a preparare quello che in realtà è già pronto, a ricominciare, come se nulla fosse successo, la tua vita. E mentre ascolti il silenzio pieno di sospiri della casa addormentata, mentre appoggi piano i bicchieri sul bancone per non svegliare nessuno, mentre aspiri l’odore del caffè che si spande intorno, mentre fai tutte queste cose, le solite cose, allora... sorridi.
 
  
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