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Autore: ShionBlueEyes    31/12/2013    7 recensioni
Quel tuo "ti amo", sussurrato dolcemente -sì, dolcemente; eri davvero così buona Susie?- non fermò la beffarda lama del rasoio.
La fine arrivò comunque.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Harvey, Susie Salmon
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
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Salve a tutti ^^
Prima di procedere direttamente con la fanfic, necessito di dire qualche cosuccia introduttiva.
Allora, da quando mi sono innamorata di questo romanzo, ho sentito la necessità di scrivere qualcosa a riguardo, ma chiedo perdono se, come molto probabilmente è successo, ho rovinato l'opera originale

Ho voluto provare a descrivere in modo differente lo stupro di Susie Salmon,ovviamente senza entrare nel dettaglio della violenza.
Inoltre, per rimanere più fedele alla storia originale, ho mantenuto alcune citazioni, tra cui il titolo della one-shot stessa.

Che altro dire, spero vi piaccia :)

 

 

 


 

 

 

 

"Spogliati"

In quel momento capisti che il signor Harvey non era affatto un uomo originale.
Era uno di quelli che si sentivano davvero realizzati e appagati solo quando potevano dimostrare di possedere quella meschina superiorità e fortezza virile,  non importava chi fosse la loro preda.
A George Harvey, infatti,  non interessava che tu avessi solo quattordici anni e tanti sogni da realizzare.
Per lui era importante solo il tuo corpo, che aveva abbandonato le forme da infante per lasciare posto a curve morbide.
Per lui eri soltanto un bell'involucro da riempire.
I tuoi "no", i tuoi "la prego" non riuscirono a fermarlo.
L'unico suo scopo era saziare la sua vile e disgustosa libido con te.

Tu eri il mortaio, lui il pestello.

Piangevi mentre ti toccava.
Se non fosse stato per il cappello infilato in gola, avresti urlato.
Almeno per non sentire i gemiti di eccitazione che emetteva nello scoprire il tuo intimo bianco.

Eri appena più di una bambina, sporcata da quel sesso profano che ti avrebbe macchiata di sangue e lacrime, un triste e deplorevole composto che non avresti mai dovuto provare.

E fu mentre si impossessava di te che cominciasti a morire.
Non te ne rendevi conto, ma la tua anima non era più a contatto con la terra nera.
Almeno lei -per fortuna?- era riuscita a scappare, seppur di poco.

Alla fine del tremendo atto riuscì quasi ad ingannarti, con quella voce da amante gentile, mentre ti consigliava -non ordinava, che ipocrita- di alzarti.
Ma non decise certo di ucciderti solo perché non lo avevi ascoltato.
Eri la sposa che solo lui poteva rendere donna, inutile dopo aver compiuto il rituale di deflorazione.
Eri semplice carne da macello per lui?

Comprendesti di sì, nonostante ti avesse chiesto di dichiararti a lui.
Quel tuo "ti amo", sussurrato dolcemente -sì, dolcemente; eri davvero così buona Susie?- non fermò la beffarda lama del rasoio.

La fine arrivò comunque.

  
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