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Autore: f9v5    31/12/2013    6 recensioni
[Gijinka no furry] [lieve Shadow/Galaxina verso la fine]
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Malgrado non fosse un sentimentale o uno che amava pensare ad argomenti futili, si ritrovò alla mente alcuni degli eventi accaduti durante quell'anno ad ognuno di loro, nessuno si era salvato dal ritrovarsi protagonista di qualche evento bizzarro:
Sonic: l’idiota blu, come al solito, non perdeva mai occasione per mettersi in mostra e far vedere quanto fosse figo, ma per questo se la godé come un matto (dentro, sia chiaro, all'esterno si vedeva solo un lieve ghigno) quando ci fu quell'incidente al circo che portò Sonic a passare un mese in ospedale dopo essersi rotto una gamba a seguito di un ambaradan che aveva finito per farlo diventare trapezista improvvisato.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Shadow the Hedgehog
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?
                                   (Giacomo Leopardi)
 
 
 
Mancava ormai poco alla mezzanotte, Shadow uscì fuori in uno dei tanti  balconi della villa per prendere una boccata d’aria, ignorando l’aria fredda di quell’ultimo dell’anno che gli pizzicava prepotentemente la gola.
Ancora si chiedeva che cavolo ci facesse lui lì, nella villa di Rouge, a festeggiare il Capodanno insieme a Sonic e alla sua combriccola di svitati.
Preferì non pensare alla motivazione che l’aveva fatto ritrovare in quel posto (non era molto onorevole ammettere che Galaxina l’aveva convinto) e concentrarsi su altro.
Malgrado non fosse un sentimentale o uno che amava pensare ad argomenti futili, si ritrovò alla mente alcuni degli eventi accaduti durante quell’anno ad ognuno di loro, nessuno si era salvato dal ritrovarsi protagonista di qualche evento bizzarro:
Sonic: l’idiota blu, come al solito, non perdeva mai occasione per mettersi in mostra e far vedere quanto fosse figo, ma per questo se la godè come un matto (dentro, sia chiaro, all’esterno si vedeva solo un lieve ghigno) quando ci fu quell’incidente al circo che portò Sonic a passare un mese in ospedale dopo essersi rotto una gamba a seguito di un ambaradan che aveva finito per farlo diventare trapezista improvvisato.
Tails: il piccolo secchione, così lo chiamava lui, in realtà non era mai stato uno che si andava a cercare le rogne, ma Shadow lo aveva sempre avvisato che essere amici di Sonic comporta grossi rischi, per questo si limitò a scrollare le spalle e dire -Te l’avevo detto.- quando vide lui e Knuckles scappare, inseguiti da un’orda di ragazze inferocite. Gli parve di sentire qualcuna gridare -PESTIAMO QUEI GUARDONI!-
C’era lo zampino di Sonic, ci avrebbe scommesso i capelli.
Knuckles: vedi sopra.
Espio: il viola era probabilmente l’unico membro della “Sonic Company” che aveva ritenuto possedesse un po’ di cervello; quella considerazione andò allegramente a farselo mettere in quel posto quando i suoi due compari lo costrinsero a prendere parte ad un’assurda sceneggiata per far si che Tails e Cosmo si dichiarassero; non ricordava di preciso come si fossero svolti fatti (e, francamente, non gli interessava), gli pareva di ricordare solo che quel piano prevedesse in parte un orso di pezza in mezzo alla strada e una bomba a mano innescata.
Amy: essere la fidanzata di Sonic non era già di per se una disgrazia?!
Cream: già, nemmeno la piccoletta e il suo animaletto non identificato erano stati risparmiati dalla sfiga, basti pensare a quando fecero saltare in aria la cucina di casa loro nel tentativo di cucinare una torta ai chili-dog (Quanto volete per ammettere che è anche qui colpa di Sonic?!).
Rouge: accusata di furto con scasso multiplo e infiltrazione più spionaggio, passò tre mesi in prigione, come fece a restarci così poco restava un mistero (“bustarelle” fu l’ipotesi più avanzata, se c’era una cosa che a Rouge non mancava, era certamente il contante).
Big: o come lo chiamava lui, armadio semovente e semi-intelligente; il bizzarro amico di Amy e Cream, sempre in compagnia del suo ranocchio (sospettava che il ranocchio avesse più cervello) fu protagonista di una caduta nel mezzo dell’Atlantico quando il gruppo andò in crociera quell’Estate. Tutti lo credevano spacciato, fu ritrovato da un peschereccio cinese tre giorni dopo e fu la loro fortuna, visto che per ringraziarli gli diede consigli di pesca che gli permisero di catturare un banco di tonni (Nota dell’autore: ci tengo a chiarire subito che sono contro la pesca illegale, chiaro?). Quando si ricongiunse col gruppo sentì Sonic dare una leggera gomitata a Knuckles e dirgli -Te lo dicevo che si salvava, sgancia!-
Lui: la sfiga, quella maledetta, se l’era presa anche con lui, che cazzo le aveva fatto di male? Stava di fatto che, per un assurdo scherzo del destino finì per vincere una corsa ciclistica e gli fu offerto di partecipare al “Tour de France”. Alcuni lo accusarono di doping, fece il test, risultò negativo.
Ma visto che di partecipare non gliene sbatteva minimamente, mostrò il dito medio a tutti e sparì.
Dieci minuti alla mezzanotte.
Si sorprese di se stesso quando scoprì che le sue labbra si erano inclinate in un piccolo sorriso.
Che quella banda di deficienti l’avesse contagiato?!
Eppure non poteva negare che insieme a Sonic e al resto della banda ci fossero stati dei bei momenti, non che lui ne volesse far parte, ma lo coinvolgevano sempre.
Non sia mai, comunque, che lui non si facesse rispettare, al minimo eccesso di confidenza era cavoli amari per tutti.
Malgrado tutto, la compagnia di quegli sballati non era male, buffo che se ne fosse reso conto solo in quel momento, quando ormai l’anno era all’epilogo.
Cinque minuti alla mezzanotte.
-Shadow.- si ridestò dai suoi pensieri quando sentì la voce di lei, era davanti alla porta del balcone che lo osservava.
-E’… E’ tutto a posto?- aveva le guance rosse per il freddo, malgrado fosse imbacuccata fino alla punta dei capelli, aveva sempre avuto una scarsa resistenza al freddo, per questo in quel periodo doveva praticamente mettersi addosso tutto il vestiario invernale.
“E’ carina comunque.” Shadow scosse lievemente la testa per scacciare quel pensiero, non era roba da lui.
-Niente, Galaxina, stavo… pensando.- spiegò apaticamente.
Lei non cercò di cavargli fuori pensieri che non avrebbe mai voluto esternare, si limitò a fargli un sorriso.
-Capisco, però non sarebbe meglio se venissi dentro, sai, Sonic non fa che dire che, senza di te, il gruppo non è al completo. Poi mancano pochi minuti alla mezzanotte e quindi… pensavo…- si torturava le mani sotto i guanti mentre parlava, se di solito era una ragazza schietta e cocciuta, quando voleva chiedergli cose che riguardavano la sua “condizione sociale” o il loro rapporto era più timida.
Apprezzò il suo gesto.
La andò ad affiancare sull’uscio.
-Non faccio parte del gruppo di Sonic, non sono uno stupido come lui… tuttavia, riuscire a sopportare lui e quegli altri è una bella sfida, dimostrerò a quell’idiota che posso tollerarlo.- le confidò.
Lei consultò mentalmente il suo dizionario “Shadow- Linguaggio per comuni mortali” e quella frase la si poteva intendere come -Dopo tutto, la loro compagnia non è tanto male, e poi  Sonic se vuole sa essere un buon amico”.
Due minuti alla mezzanotte.
-Comunque…- le si rivolse poi con un tono leggermente di rimprovero, tono che in seguito divenne lievemente più dolce (per quanta dolcezza possa far trasparire uno come Shadow) -… non venire più a cercarmi quando mi trovo fuori; non voglio che ti prendi un raffreddore per colpa mia.-
Arrossì ancora di più quando le disse quelle parole, per uno come Shadow si trattava di una vera e propria dimostrazione d’affetto ed erano rare da parte sua.
Dal canto suo il moro si limitò a prendere la strada per il soggiorno, dove il resto della compagnia era riunito, fermandosi un attimo per aspettarla.
Un minuto alla mezzanotte.
Malgrado non lo volesse ammettere, ormai tutti loro facevano parte della sua vita, forse in passato non aveva avuto modo di capirlo, ma c’era sempre il futuro per rimediare.
Trenta secondi alla mezzanotte.
Arrivarono in salotto, dove Sonic l’accolse con un caloroso abbraccio, subito sciolto con un sonoro pugno in testa.
Ma, dopo tutto, era felice, perché avrebbe avuto modo di vivere davvero da quel momento in poi.
Dieci secondi alla mezzanotte… dieci secondi per un nuovo inizio.
 
 
 
 
 
 
Ps: spero che questa one-shot vi sia piaciuta… auguro un felice anno nuovo a tutta la grande famiglia di EFP.
 
 
  
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