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Autore: Akiko chan    01/01/2014    0 recensioni
Qualcosa interruppe bruscamente il profondo sonno di Benji. Un urlo straziante, proveniente da chissà dove, lo fece saltare a sedere sul grande letto della sua stanza. Benji sbatté gli occhi più volte, cercando di allontanare quel senso di confusione e angoscia che l’aveva colto. Lentamente fece vagare lo sguardo attraverso la stanza, rincuorandosi man mano che identificava tutti gli oggetti familiari.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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~~CAPITOLO 26. RIVELAZIONI

Le urla isteriche delle signore si mescolarono allo stridio metallico delle sedie sbattute contro i tavoli rovesciati dalla folla che premeva per allontanarsi man mano che prendeva coscienza di quanto avvenuto. In un batter d’occhio, Jack era accanto a Clarice, mentre una catena umana, fatta di poliziotti armati, circondava l’ispettore capo ed il corpo esanime della modella.

-CLARICEEEE! Fammi passare- urlò Benji lanciandosi con furiosa violenza addosso a chiunque osasse sbarrargli la strada, seguito da Patty, Mark , Holly e Tom altrettanto agitati e determinati a raggiungere il corpo di Clarice riverso a terra in una pozza di liquido scuro.

-Via, allontanatevi immediatamente…nessuno può avvicinarsi…capo…- urlò un poliziotto tenendo bene in vista la pistola nella speranza di scoraggiare quei ragazzi scatenati.

-Non fate avvicinare nessuno! Clarice mi senti? Maledizione un dottore! Dov’è il dottore?- sbraitò Jack sollevando dolcemente la ragazza da terra e stringendola con estrema attenzione tra le braccia. 

-Jack…- sussurrò Clarice sbattendo confusa le palpebre arrossate.

-O Dio ti ringrazio! Clarice mi senti? Ora ti porto al sicuro…sta tranquilla-

La ragazza si abbandonò ubbidiente tra le braccia del poliziotto, appoggiò il capo sul petto vigoroso di lui, ringraziando mentalmente la mano destra dell’uomo che le sorreggeva il capo che sentiva insopportabilmente pesante.

Clarice spalancò gli occhi smarrita quando la salda presa dell’uomo attorno al suo corpo venne meno, sostituita dal freddo pavimento di marmo. Jack l’aveva trasportata in fretta dietro le quinte, ed ora, la stava deponendo a terra, tra i vestiti, in un angolo deserto. Non vi era nessuno oltre a loro, le modelle erano state bloccate e condotte in una stanza della dependance reale, dove erano controllate a vista da alcuni uomini di Scotland Yard informati sul delicato caso.

Jack strappò il vestito della ragazza, scoprendole la spalla colpita ed il seno tondo e roseo. Constatò con immenso piacere che, nonostante avesse perso un bel po’ di sangue, la ferita era superficiale, uno striscio bruciacchiato sulla pelle candida.

-Clarice non è nulla, solo un graffio…- disse spostando suo malgrado lo sguardo sul seno scoperto della giovane modella. Si affrettò a coprirla con un abito azzurro abbandonato a pochi passi da lui, vergognandosi per la sua umana debolezza -Tieni premi questo con forza sulla ferita in modo da bloccare il sangue. Il dottore sarà qui a momenti. Io non lo posso aspettare, devo andare ad arrestare quel bastardo che ti ha sparato ...-
-Va bene l’avete preso?- chiese lei sentendosi improvvisamente più forte, come se le parole rincuoranti di lui, avessero miracolosamente rimarginato la ferita.
-No ma lo prenderò, a dopo little darling…-
-Prendilo Jack, fallo per Carina-
-Lo prenderò per te, soprattutto per te- replicò lanciandole un’eloquente occhiata, prima di sparire oltre la siepe con la sua magnum 44 ben salda in pugno.

Clarice si sistemò meglio appoggiandosi al muro ed arrotolando, come meglio le riusciva, la stoffa attorno alla spalla. Aveva ragione Jack, era solo una ferita superficiale, era stato lo spavento, più che il dolore, a farle perdere i sensi…però il sangue continuava ad uscire…

-Clarice…bambina mia, che ti hanno fatto!-
-Mamma!- esclamò sorpresa, mettendo a fuoco la figura immobile nell’ombra, tra gli attaccapanni.
-Come stai?- le chiese Costance facendosi avanti ed inginocchiandosi accanto alla figlia,
-Bene mamma è solo un graffio…-
-Fai vedere tesoro…-

-Ma cosa…- Jack si bloccò di colpo in mezzo al parco nel momento in cui udì la voce di Clarice e della signora Kameda attraverso l’auricolare che lo teneva in costante contatto con la modella. Aveva dato ordine che nessuno si avvicinasse a Clarice, perché allora la madre era con lei? Estrasse, dalla tasca interna del suo pesante giubbotto antiproiettili una ricetrasmittente, mentre un dubbio atroce prendeva consistenza nella sua mente -Simon perché la signora Kameda è con Clarice?-
-Cosa!? Capo noi non abbiamo fatto passare nessuno, non so…-
-Lascia stare. Mettiti in posizione e non le perdere di vista…Norton mi senti?-
-Sì capo-
-L’avete preso?-
-Sì ma…-
-Ma cosa?-
-È morto. Si è sparato prima che potessimo fermarlo-
-Maledizione…ma che diavolo succede?- Jack si portò istintivamente una mano all’orecchio dove aveva posizionato il ricevitore che gli trasmetteva la voce di Clarice. Quello che udì gli mozzò il respiro in gola …

-Tieni Clarice bevi questo-
-Cos’è mamma?-

La voce della ragazza era chiara anche se sofferente, la ferita doveva dolerle molto.

-Un analgesico, ti farà stare meglio-
-Ma non mi serve, non ho dolori-

Jack ricominciò a respirare sollevato, Clarice stava mentendo, aveva capito che c’era qualcosa di strano…

-Sciocchezze, non ti fidi della tua mamma? Bevilo e poi starai meglio…molto meglio-
-Mamma sei strana…che cosa…ferma!-
-Bevilo ti ho detto!-

In pochi istanti Jack aveva estratto un’altra ricetrasmittente -Catherine stai registrando?- chiese sbrigativamente al tecnico per le registrazioni ambientali.
-Ogni cosa capo…è lei!-
-Sì. Ora però devo salvare quella povera ragazza- borbottò tra sé e sé, mentre ritornava velocemente verso il palco ancora illuminato.

Non appena giunse a pochi metri dalla passerella, individuò tre dei suoi uomini ancora impegnati a tenere a bada i ventidue ragazzi giapponesi e le loro accompagnatrici, che spingevano, urlavano e tiravano calci pericolosissimi in direzione dei poliziotti.
-Che succede?- tuonò Jack facendoli voltare all’unisono.
-Facci vedere Clarice brutto idiota …voglio sapere come sta la mia Clarice!-
-Calmati! Vedo che tieni molto ad Antlia…-
-Non la chiamare così! Lei è Clarice e basta! Dimmi se è…- Benji non aveva neanche il coraggio di dar forma al suo sospetto.
-Viva?- concluse per lui Jack -Sì lo è, ma se continuate ad intralciare il nostro lavoro, non lo sarà ancora per molto-
-Cosa vuoi dire?- intervenne Mark.
-Aspetta…Simon sei in posizione?- chiese Jack parlando nella ricetrasmittente.
-Sì capo non le perdo di vista neanche un istante…attendo ordini-
-Ok intervieni solo quando te lo dirò io o se c’é pericolo immediato per Clarice-
-Sta tranquillo, non le verrà torto un capello…-

Jack spostò lo sguardo sui ragazzi che non perdevano una virgola delle sue parole, ma che non ne capivano il senso.

-Ora scoprirete chi è Antlia…tutta la verità- disse il poliziotto staccando un filo da un marchingegno che somigliava ad un registratore tascabile, mentre un lampo di ammirazione guizzava veloce nei suoi occhi azzurri.

La voce di Clarice giunse flebile ma chiara alle orecchie dei suoi amici. La ragazza parlava molto lentamente per permettere a tutti i poliziotti, compresa la squadra speciale di Scotland Yard, di comprendere le sue parole e di registrare ogni cosa.

-Mamma smettila che diavolo stai facendo-
-Bevi questa roba-
-Dimmi cos’è…-
-Veleno stupida. Stricnina, non sentirai alcun dolore-
-Perché?-
-Mi chiedi anche  perché, sporca spia? Credi che non lo sappia che collabori con la polizia per bloccare il traffico di droga che gira tra le modelle? Sciocca! Non lo hai capito che le ville, le auto, i soldi che ti godi ogni giorno, vengono proprio dalla droga?-
-Tu…tu sei immischiata in questo schifoso traffico-
-Sei più ingenua di quanto credessi! Io non sono immischiata, io lo dirigo il commercio di droga. Stupida bambina viziata. Avresti potuto avere tutto dalla vita ed invece sei sempre rimasta fedele a inutili principi che ti ha inculcato quel fallito di tuo padre…-
-Non nominare papà!-
-Ma fammi il piacere! Sai qual’è l’eredità che tuo padre ti ha lasciata? Quella stupida villa in Giappone…ma il resto, tutte le case che abbiamo in giro per il mondo, le quote azionarie di molte agenzie di moda …le ho guadagnate io con il mio lavoro…-
-Lavoro mamma? Fornire la droga a povere ragazze troppo deboli per non cadere nella trappola, lo chiami lavoro?-
-Ma che me ne importa di quelle povere drogate? Non ci posso credere Antlia…stai ancora pensando a quella nullità di Carina… parlava troppo, per una dose sarebbe stata capace di spifferare tutto al primo venuto, è stata una fortuna che quella partita tagliata male sia capitata proprio a lei…-
-Tu...maledetta!-
-E non guardarmi così… Anche tuo padre è morto proprio nel momento giusto…-
-Papà!?…Che Dio ti perdoni…sei un mostro…perché mi hai messa la mondo se mi odi così tanto?-
-Io non ti odiavo, anzi ero molto fiera della mia bellissima figlia, saresti stata la mia erede perfetta, peccato che hai scelto di ribellarti. Se ti fossi lasciata plasmare, tutto sarebbe stato diverso. E invece no! La mia integerrima figlia rifiuta la droga, non approva scendere a compromessi per ottenere ciò che vuole, ma cosa ti ha portato tutto ciò? Ora ti farò fuori Clarice e non avrò pietà anche se sei sangue del mio sangue…il massimo che posso fare è non farti soffrire…Addio cara…salutami Carina e tuo padre quando li incontrerai…Tesoro ti si sta annebbiando la vista, guarda quanto sangue hai perso…stai lottando per rimanere cosciente? Non ti sforzare, soffrirai meno se svieni…-
-Un’ultima cosa …mamma-
-Dimmi cara-
-Qualcuno lassù forse avrà pietà di te, ma io non sono così nobile e perciò… ti auguro che il carcere sia molto duro…-
-Cosa!?-

-Signora Kameda, in nome dello stato della California, la dichiaro in arresto. Lei ha il diritto di rimanere in silenzio, ogni cosa che dirà potrà essere usata contro di lei. Ha diritto ad un avvocato….-

-Ben fatto little darling- disse Jack sbirciando compiaciuto le espressioni sconvolte dei calciatori giapponesi.
-Jack?-
-Sì Clarice-
-Io sto svenendo sul serio…la ferita… vuoi farmi morire dissanguata?-
-No piccola, arrivo subito- disse il poliziotto girando sui tacchi e pronto a soccorrere la sua coraggiosa amica.
-Aspetti!- una ragazza mora, con il volto inondato di lacrime, si fece avanti -Tsunami…possiamo vederla?-
-Tsunami?- ripeté il poliziotto senza capire.
-Clarice…per noi è Tsunami- replicò secco un ragazzo alto che Jack riconobbe immediatamente: il grande SSGK, Benjiamin Price, il portiere paratutto…che fosse lui il ragazzo di cui Clarice gli aveva parlato?

-Perché “Tsunami”?- chiese sorpreso.
-Non l’ha capito?-lo apostrofò Mark rudemente. E quello era il capocannoniere rivelazione dei mondiali…

-Onda anomala…maremoto…sì ho capito…comunque ora non la potete vedere. Tornate in Giappone …presto vi raggiungerà-

  
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