Storie originali > Thriller
Segui la storia  |       
Autore: julierebel17    02/01/2014    2 recensioni
"Dunque lei è la contessina Emily Spencer?" le chiese un baldo giovane dai lineamenti angelici dopo averle baciato la mano.
La fanciulla sorrise appena, intimidita dal suo gesto:"Si, in persona, lei è?" fece per chiedergli il nome.
"Stephan" rispose.
"Stephan cosa?". "Solo Stephan, mi concede questo ballo?". Il ragazzo non proferì altre parole e la convinse a danzare con lui...
Genere: Erotico, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cavalcarono per un bel po’ di tempo fino ad arrivare ad una radura con una piccola cascata.
Quel luogo sembrava completamente isolato dal resto delle terre.
Il Marchese fermò Charlène con un abile gesto.
“Aspetta qui, Sammy” disse per poi scendere dall’animale.
La prese per la vita facendo si che si rimettesse delicatamente in piedi.
“Che posto meraviglioso” furono le uniche parole che Samantha fece uscire dalla propria bocca, con una voce così dolce e sinfonica che quasi sembravano una poesia.
“Allora? Ti piace?” fece Stephan prendendole istintivamente la mano.
La Mora arrossì.
“S-si”, mollò la presa e si diresse verso la sorgente.
“Quest’acqua è freddissima!” rise come una bambina, in fondo lo era, aveva appena diciotto anni.
“Siamo in autunno! E’ normale, Sammy!”
“Marchese! Guardi! Un rospo!” corse verso l’animale saltellante con aria innocente.
A Stephan scappò una risata.
“Perché ride?” chiese la serva. “Sei buffa” le disse avvicinandosi a lei.
Poggiò le mani sulla sua vita ed il petto contro la schiena della ragazza.
Il suo mento si adagiò sulla spalla, tra i capelli arruffati.
“Sei proprio una bambina” il Marchese le sussurrò all’orecchio.
Samantha arrossì nuovamente e voltandosi gli rispose:”Lei non è molto più grande di me”.
Tra i due c’era una strana confidenza. Quella ragazza era l’unica in grado di tenergli testa, nonostante la timidezza.
Le sue frecciatine non lo infastidivano mai.
“Puoi smetterla di darmi del lei, se vuoi”, affermò lui tentando di accorciare la distanza che c’era tra loro.
“La…ti ringrazio, Stephan”
“Vieni qui” disse lui abbracciandola energicamente.
Era la prima volta che un sentimento puro s’insinuava nel suo corpo.
La dolcezza gli stava corrodendo le vene.
Il cervello agonizzante cantava il dolore afflittogli da emozioni così prive di perversione.
“Stephan! Lasciami!” Samantha scoppiò a ridere:”Così mi fai il solletico!”.
Quell’essere stava diventando metà uomo metà mostro.
Che fosse proprio  la sua serva, la cura della malattia?
Si sentì strano, non riusciva a far altro che vedere Sammy volteggiare in quel meraviglioso abito arancio;
non aveva voglia di farle del male.
Dopo inseguimenti e danze attraverso i boschi, i due si sedettero sull’erba fresca, poco distanti.
La ragazza continuò a giocherellare con l’acqua della sorgente finché Stephan attirò la sua attenzione:
“Perché sei così lontana?” “Non…non volevo violare i tuoi spazi” disse lasciandolo a dir poco sconvolto.
Per la prima volta in vita sua, sentì necessaria la vicinanza di una donna e non per farne ciò che voleva, ma per poterla delicatamente riscaldare tra le sue braccia.
“Puoi…venire qui?” chiese esitando.
Gli occhi di Samantha s’illuminarono per un secondo.
“Che cosa strana, non trovi?” rise sarcasticamente.
“Il padrone che chiede un favore alla serva”.
Continuò a guardare l’acqua per qualche altro minuto, poi gli si avvicinò pericolosamente gattonando e portò il suo viso a pochi centimetri di distanza da quello dell’altro.
Lo guardò dritto negli occhi.
“Dovresti darmi ordini al posto di fare richieste” gli disse sinceramente.
Lui la guardò stupito per poi accennare un banale:
“Mmh, potresti essere una padrona più che una serva”
La ragazza provò a non mostrarsi imbarazzata.
Continuò a fissarlo per pochi minuti:
“Non sono un giocattolo, Stephan; non ti permetterò di fare di me ciò che vuoi” gli disse sfiorandogli la guancia con la mano destra.
Lui la bloccò:
“Chi ti ha detto che ho voglia di divertirmi?” rispose.
“Te lo si legge negli occhi” “Da quando in qua sai leggere negli sguardi altrui?”
“Da quando vivo alla tenuta. Ho visto più donne sparire nella tua dimora che in un bordello. Non voglio essere una delle tante.
Non voglio essere una di loro”
Stephan s’irrigidì di colpo.
Samantha aveva ragione e ne ebbe paura per un attimo.
Aveva capito tutto.
“Cosa vuoi saperne tu delle mie donne!” si limitò a ribattere stizzito.
“Non volevo offenderti” disse lei dolcemente.
“Sta attenta, Sammy, non scherzare col fuoco, rischi di scottarti e lo sai…le cicatrici non vanno più via”
La fanciulla si voltò e alzando di poco la gonna, senza curarsi della presenza del giovane, cominciò a camminare nel fiumiciattolo.
L’acqua gelida le accarezzò le gambe vellutate, facendola sussultare di tanto in tanto.
Stephan, da lontano, accompagnava i suoi movimenti con lo sguardo.
“Sammy! Esci da quel fiume! Ti ammalerai!”
La fanciulla gli sorrise e tornò da lui:
“Guardati! Hai le gambe completamente bagnate!” non poté fare a meno di notarle, erano snelle e lunghe.
“Me ne sono accorta…” gli disse sedendosi su di lui.
Gli si strinse addosso facendo gli occhi dolci:
“Adesso? Adesso cosa si fa?”
Stephan osservò il suo viso.
Cominciò dagli occhi, per poi notare ogni piccolo particolare: il naso all’insù, i denti bianchi e dritti, gli zigomi ben definiti, le labbra…beh, delle labbra meravigliose, sottili ma non troppo, sempre rosee.
L’unica cosa che riuscì a fare fu baciarla, ma con un semplice ed insignificante bacio a stampo.
Qualcosa decisamente non quadrava…Stephan non era tipo da baci a stampo.
La Mora chiuse gli occhi per poter assaporare il momento.
Il Marchese si fermò un attimo a pensare.
Decise di tornare a casa, prima che quella donna potesse stregarlo del tutto.
La scostò da sé, per poi farla salire sulla giumenta e dopo una lunga cavalcata si ritrovarono nella stalla.
“La ringrazio per lo splendido pomeriggio, signor Stephan” disse lei sapendo che a breve sarebbe arrivato Jack.
“Va a dare una mano in cucina, piuttosto, stasera abbiamo ospiti”. Le diede una scrollata ai capelli.
Sammy lo guardò interrogativa…ospiti? Quando li aveva invitati?
“D’accordo, signore”.

Il Marchese tornò nella sua camera e fece chiamare di corsa Godrin, suo fedele servitore.
Questi entrò nella stanza preoccupato:
“Cosa le serve Signore? Sono al suo servizio”disse facendo un inchino.
“Devi portare questa lettera al castello della Duchessa Marylin”
Lui lo guardò sospettoso, era quasi un anno che Marylin e Stephan non parlavano o comunque che lei non andava a trovarlo.
“Subito”.
Il ragazzo osservò Godric allontanarsi a cavallo e, stanco, si stese sul grande letto ricoperto da coperte rosse.
“Ci sarà da divertirsi stasera!” sibilò leccandosi le labbra.



#Angolo autrice: ecco a voi un nuovo capitolo, queste vacanze natalizie ci volevano proprio!
Spero che vi piaccia, sto provando ad aggiornare anche "Ho freddo alle ossa"; non me ne vogliate! Scrivo un capitolo di ognuna delle due storie alla volta.
Grazie per la lettura e...recensite se vi va! :) baci!
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: julierebel17