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Autore: _ALE2_    24/05/2008    6 recensioni
Perchè la vita è un brivido che vola via...è tutto un equilibrio sopra la follia...sopra la follia!
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Beh…cosa dire sono arrivata all’ultima dedica…

Tanto per fare un po’ pace…ma guarda te cosa mi fai fare?

Comunque spreco solo qualche parolina d’introduzione la vera dedica sarà a fine ficcy!

La canzone è quella di Vasco Rossi e lui ne detiene tutti i diritti. È un esperimento un po’ strano in quanto IMPORTANTE, ogni strofa è dedicata ad un personaggio ed a un momento della serie… specificherò nel caso non si capisca alla fine della ficcy…quindi un bacione a tutti…buona lettura!!!


Sally

Sally cammina per la strada senza nemmeno....

....guardare per terra
Sally è una donna che non ha più voglia
....di fare la guerra
Sally ha patito troppo
Sally ha già visto che cosa....
"ti può crollare addosso"!
Sally è già stata "punita"...
per ogni sua distrazione o debolezza...
per ogni "candida carezza"...
"data" per non sentire....l'amarezza!

Senti che fuori piove
Senti che bel rumore...


Dal passo svelto e deciso Riza Hawkeye si muove per il semplice mercato, cattura gli occhi di qualche passante, i capelli biondi finalmente sciolti, gli occhi quasi dolci.

Cammina Riza per le strade di Central city, cammina a passo veloce per arrivare in fretta all’ospedale. Le sembra quasi strano,  quanto sia cambiato il mondo.
Qualcuno aveva detto che i sogni sono fatti per essere realizzati, Riza non ci aveva mai creduto, perché lei sapeva che la vita era difficile e anche lottando non sempre si otteneva ciò che si voleva.
Riza Hawkeye era una donna stanca. Stanca di fare appello sempre e solo alle sue forze, sempre e solo a se stessa.
Riza Hawkeye era stanca di combattere, stanca della violenza.
Voleva semplicemente vivere e godersi quella realtà che aveva faticato così tanto a conquistarsi.
Ma la realtà era che lei sapeva. Sapeva che nella vita non si smette mai di combattere, mai di lottare; sapeva che un solo attimo di distrazione poteva significare la rovina.
E quando lo vide lì, steso sul letto, i capelli neri sparsi sul cuscino bianco, la pelle diafana, il volto finalmente rilassato, quando lo vide lei capì.
Capì che era per quell’uomo che aveva combattuto.
Capì che a volte è più importante l’uomo che l’ideale.
Capì che la lotta era stata durissima e che nei loro cuori sarebbero rimaste delle cicatrici indelebili.
Ed infine capì che lo avrebbe rifatto anche cento volte.
Per lui. Per quell’uomo.


Sally cammina per la strada sicura

senza pensare a niente!
....ormai guarda la gente
con aria indifferente...
....sono lontani quei "momenti"...
quando "uno sguardo" provocava "turbamenti"..
quando la vita era più facile...
e si potevano mangiare anche le fragole....
perché la vita è un brivido che vola via
è tutt'un equilibrio sopra la follia....
..........sopra follia!

Senti che fuori piove
Senti che bel rumore...


Edward sedeva su di una scala sporca.

Le mani diafane intrecciate ai capelli d’oro, Edward aspettava.
In un mondo che non conosceva, che non era parte di lui, in un mondo di cui lui stesso, non ne era una parte.
Quante lacrime versate la notte al solo pensiero della sua vita perduta?
Mai, mai in vita sua Edward si era ritrovato senza un punto di riferimento, senza suo fratello, senza Winry, senza l’esercito.
E senza amore.
E cosa ne rimaneva adesso?  La flebile speranza di poter ritornare alla sua vita, speranza troppo fioca per diventare ragione di vita o sogno.
Eppure lui li sentiva.
Sentiva le loro voci, i loro cuori, le loro parole sussurrate al vento.
E si beava di quei ricordi che aveva, i più belli di tutta la sua vita, nonostante il dolore,  nonostante la fatica, nonostante le difficoltà.
Ricordava Alphonse ed il loro viaggio senza limiti e confini, ricordava le continue ramanzine di Winry sui suoi automail, ricordava i baci rubati dal suo colonnello, le continue litigate…ricordava il signor Hughes e la sua famiglia.
E riprendeva a piangere Edward. Perché visti da quel mondo anche i tormenti più terribili diventavano storia, diventavano vita, diventavano avvenire.
E lui era bloccato in un limbo senza scampo, senza fine.
“Edward?”
Alphonse Heiderich fissava il ragazzo con gli occhi spalancati.
“ah, Alphonse…”
Edward si asciugò le lacrime con la camicia e fece un timido sorriso al tedesco che lo fissava dispiaciuto.
“tutto bene?”
Edward si alzò e gli andò in contro.
“si…un attimo di debolezza…”
Alphonse fissò Edward dritto negli occhi poi li abbassò, sconcertato da tanti misteri.
“ehi Ed…”
Ed si voltò verso di lui sorpreso.
“hai un posto dove stare? Perché se vuoi potresti venire a stare da me…”
Edward sgranò gli occhi mentre fissava l’espressione dolce di quel ragazzo che somigliava tanto al suo Al.
Quel mondo era diverso dal suo.
Era il suo limbo, la gabbia da cui cercava in tutti i modi di scappare.
Ma, si sa.
Edward Elric aveva avuto una sola casa e non aveva la minima intenzione di trovarsene un’altra.
Ma al di là di casa, il calore umano si poteva trovare dappertutto.
E forse questo era l’unico aspetto consolante.


Ma forse Sally è proprio questo il senso...il senso...
del tuo "vagare"...
forse davvero ci si deve sentire....
alla fine....un Po' male!....
Forse alla fine di questa "triste storia"
qualcuno troverà il coraggio
per affrontare "i sensi di colpa"...
e CANCELLARLI da questo "viaggio"....
per vivere davvero ogni momento.....
con ogni suo "turbamento"!....
e come se fosse l'ultimo!


Al sedeva sulle scale di casa della sua maestra.

Non avrebbe mai pensato che si sarebbe potuta spegnere così, anche se il suo destino era segnato già da parecchio.
Aveva avuto la voglia di piangere, ma non lo aveva fatto.
Nel suo cuore, nei suoi sogni, una voce gli urlava ininterrottamente di andare, di scappare, di viaggiare.
E nonostante la sua memoria non se lo ricordasse, lui sapeva che non aveva fatto altro tutta la vita.
E mentre osservava le facce distrutte di tutti i suoi cari, che piangevano la sua maestra perduta, in quel momento  Alphonse Elric decise.
Non era il momento di fermarsi, non era il momento di cedere.
Lui doveva andare, doveva viaggiare, doveva ritrovare suo fratello a tutti i costi.
Perché lui lo sentiva, sapeva che era vivo.
E fu per questo che durante la notte si alzò, preparò le sue cose e scrisse un bigliettino veloce per spiegare le sue azioni.
“vai via?”
Rose accese la luce e lo fissò con quei suoi occhi caldi e dolci.
“devo andare Rose, devo andare da mio fratello”
Rose sorrise mentre si stringeva le mai al petto.
“Al…”
“no Rose, non dirmi che non è possibile! Io so che il mio Ni-saan è vivo! Lo sento! Io…”
Rose zittì al con un cenno della mano, gli si avvicinò e lo strinse forte a se.
“vai Al, vai e torna con Edward”
Al la scostò e le sorrise.
Appena uscito fuori dalla porta, il freddo dell’aria e l’odore dell’erba lo investirono.
Cominciò a camminare, nonostante le gambe indolenzite e la notte insonne.
Camminava, e coperto dall’oscurità della notte, pensò che non ci fosse cosa più bella che partire alla ricerca di un sogno.


Sally cammina per la strada..."leggera"...
ormai è sera...
"si accendono le luci dei lampioni"...
"tutta la gente corre a casa davanti alle televisioni"..
ed un pensiero le passa per la testa
"forse la vita non è stata tutta persa"...
forse qualcosa "s'è salvato"!!...
forse davvero!...non è stato "poi tutto sbagliato"!
"forse era giusto così!?!"....
........eheheheh!.........
forse ma forse ma si....


Roy Mustang camminava assorto per i vicoli di Central city.

La distruzione dell’ultima battaglia aveva lasciato segni indelebili alla città.
Camminava leggero mentre la gente cominciava a rientrare.
All’imbrunire l’aria si faceva sempre più fredda con l’inverno alle porte.
Pensando al suo passato, il neo-rientrato colonnello vedeva soltanto una serie di errori  uno dietro l’altro e tanta sofferenza.
Aveva perso i suoi ideali, la sua carriera.
Aveva perso il suo migliore amico e la persona che amava.
Proprio lui che aveva sempre desiderato proteggere le persone a lui care, lui che voleva arrivare a capo dello stato per evitare che la guerra scoppiasse ancora, lui era sopravvissuto alle persone più importanti della sua vita.
Non era riuscito a fermarle. Non era riuscito a proteggerle.
Come non pretendere di sentirsi un fallito sotto tutti i punti di vista?
Fissava il fiume. L’acqua per quanto a lui nemica, lo aveva sempre affascinato.
L’acqua era vita, era purificazione, madre e sorgente di tutte le cose.
Si domandò se tutti i suoi errori si potessero affogare nell’acqua.
“uh, Roy!”
Una Glacier sorridente accompagnata dalla figlia Elycia e da Winry gli venne incontro.
“non mi aspettavo di vederla in giro colonnello Mustang!”
Roy si sforzò di contraccambiare il sorriso della donna mentre spostava lo sguardo sulla tre figure sorridenti.
Quanto male aveva fatto ad ognuna di loro?
“mamma…mamma voglio la torta!”
Elycia attirò l’attenzione della madre mentre quella guardava l’uomo di fronte a se con sguardo compassionevole.
“la torta? Hai ragione che sbadata! Andiamo a comprarla in pasticceria va bene?”
La piccola annuì saltellando, mentre letteralmente trascinava la madre con lei.
Il colonnello rimase con Winry improvvisamente interessato alle scarpe.
“colonnello Mustang?”
Roy alzò il volto e fissò lo sguardo sconfitto in quello deciso della ragazza.
“io…ho riflettuto molto e volevo dirle una cosa”
Mustang la fissava attento non sapendosi se aspettarsi la condanna finale o altro.
“io…io la perdono. Per quanto mi sia possibile, ma la perdono. Adesso la prego, vada avanti.”
Roy rimase senza parole a fissare il volto ora sorridente della ragazza.
Rimasero semplicemente a fissarsi così, la ragazzina diventata improvvisamente donna e l’uomo perduto improvvisamente salvo.
“grazie”
E mentre Glacier ed Elycia ritornavano da loro, Roy si ritrovò a pensare che forse, davvero non era troppo tardi.
I suoi sogni erano ancora lì, erano ancora vivi.
“che dici Roy ti farebbe piacere cenare con noi?”
Roy la fissò gli occhi carichi di una nuova speranza, le labbra  assottigliate nel primo, vero sorriso dopo tanto tempo.
“volentieri.”

Cosa vuoi che ti dica io?
Senti che bel rumore…









Ok, finita.

Adesso passo alle spiegazioni.
Diciamo che i tre momenti Di Riza, Edward e Alphonse sono ambientati alla fine della serie, cioè prima di quella tragedia di film. Il momento di Mustang invece è adattabile. Io preferisco pensarlo alla fine del film, ma chi per chi non l’ha dedotto va bene lo stesso, il senso profondo rimane invariato.

Non sono contentissima di questo lavoro, ho trovato immensamente difficile scrive su quelle aprole di Vasco, le trovavo talmente calzanti per ogni personaggio, così perfette che pensavo fosse inutile aggiungere altro. Così invito le persone che magari non hanno letto il testo della canzone a farlo, senza di quello non si potrà mai capire che fan fiction.


Ed adesso parto con la dedica.


Alla mia Kumachan che affronta uno dei momenti più brutti della sua vita. Ho scelto questa canzone, che svelo essere la mia preferita in assoluto, perché in un certo senso parla di tutti noi, di tutte le sofferenze che si è costretti ad affrontare tutti i giorni. E se siamo ancora troppo giovani per considerarci delle “sally” ascolta la canzone a mente vuota, assapora le parole, e capisci che per quanto si possa soffrire nella vita si deve affrontare tutto. Sta a te decidere se uscirne vincitrice o perdente, non lasciarti andare, non lasciarti affogare nel risentimento e nell’orgoglio, volere bene, perdonare, amare sono le cose più belle di questa terra. E precludersi anche per un solo momento la possibilità di aprire il cuore significa uccidere qualcosa. Significa uccidere se stessi poco alla volta. E questa è una lezione che ho imparato parecchio tempo fa, la lezione che mi ha permesso di crescere sotto certi punti di vista. Te la trapasso tutta…


Ti voglio bene! So che ce la farai…


Sniff! Ed adesso passando le lacrimucce ed i momenti strappalacrime…passiamo ad i ringraziamenti:


elyxyz: grazie per il tuo continuo sostegno…siamo debitrici.


Setsuka: sensei anche se non è presente tanto nel fandom siamo onorate che ancora ci commenti…grazie di tutto!


Roy Mustang sei uno gnocco: grazie di tutto anche a te…speriamo di non deludere mai le tue aspettative!


Beautiful_disaster: grazie per la recensione…ti mandiamo un mega saluto…scusaci per la vena triste!!!


Detto questo:
Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit:

Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felice milioni di scrittori.


(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)
  
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