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Autore: MAMMAESME    02/01/2014    3 recensioni
Un giorno d'estate, di quell'estate ... l'estate più bella della loro vita.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un raggio di sole

 

Ognuno sta sul cuor della terra,
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.

 

È strano apprezzare il sole sulla pelle, sentirne il calore penetrare nei pori, i raggi accarezzarmi la pelle.

L'anello è lì a proteggermi ... è sempre al mio dito ...  ma per la prima volta non sento il naturale e istintivo senso di tensione che di solito mi provocava la luce diurna.

Ho voluto fare una sorpresa ad Elena per la nostra prima settimana "insieme", la prima settimana della mia vita, i nostri primi sette giorni ... le nostre prime sette notti.

Questa mattina ho preparato la borsa mentre lei dormiva.

Ieri sera, con la scusa di andare a prendere del bourbon, sono uscito a comprarle un costume da bagno in uno store non lontano da Mystic Falls; ne ho scelto uno blu, semplice: quattro triangoli di morbida stoffa che avrebbero dovuto coprire le sue parti più segrete da sguardi indiscreti ... quelle parti che, ormai, sono solo mie ... quei lembi di pelle che appartengono solo a me.

Guardandola uscire dall'acqua mi complimento per l'ottima scelta. Quel bikini esalta la candida pelle di Elena, ricama il suo corpo in modo sensuale, lasciando intendere i tesori che cela senza renderla volgare o troppo ammiccante.

Una giornata al mare.

Una giornata fuori dalle lenzuola e dalle travolgenti novità che ci hanno sconvolto e rivoltato l'esistenza.

Stefan se n’è andato chissà dove a ritrovare un nuovo se stesso, sganciato da quella donna che ora è al mio fianco, fradicia di mare …

Gli amici sono partiti per vacanze piene di promesse …

Jeremy è tornato dal mondo dei morti …

... e io ho ricevuto in dono una nuova vita ...

... ho Elena, il suo amore ... le sue notti.

Caricato la Camaro, ho svegliato Elena, resistendo stoicamente alla tentazione di chiudere la porta della mia… della nostra camera, per passare un’altra giornata chiusi in quello che è diventato il nostro Eden.

Le ho portato caffè e sangue, una rosa e un bacio e a fatica ho slacciato le sue braccia dal mio collo.

Svegliarmi la mattina e trovarla addormentata nel mio letto è sempre una sorpresa, qualcosa a cui mi sono abituato subito e a cui non mi sarei mai assuefatto.

Osservarla in quell'attimo tra il sonno e il risveglio ... guardarla stirarsi languida, con gli occhi ancora chiusi e le labbra morbide, con una traccia di saliva a renderla umanamente perfetta, è un premio che mai avrei pensato di meritare.

- Alzati! Oggi usciamo: dobbiamo festeggiare! - la incalzai, mentre si copriva la testa con il lenzuolo.

- Non potremmo festeggiare qui? - rispose pigramente.

- Abbiamo passato qui il novanta per cento del tempo questa settimana ... tolte le ore trascorse con Jeremy. Ti ho preparato una sorpresa. -

Rassegnata, si è messa a sedere, infilando le mani nei capelli per rassettarli.

Questo gesto ha fatto scivolare il lenzuolo via dal suo corpo, rivelando che non indossava nulla; mi sono voltato e ho visto il top del pigiama divelto giacere ai piedi del letto, dove lo avevo lanciato la sera prima.

Un sospiro gonfiò i miei polmoni e un brivido mi scosse fin nel profondo: non mi sarei mai abituato alla sua bellezza, al richiamo del suo corpo sui miei sensi, alla profonda, egoistica felicità che provo nel pensare che non sarebbe mai sfiorita ... che l'attrazione che sento per lei non si sarebbe mai spenta.

Incurante della sua nudità, ha afferrato la tazza di caffè appoggiata sul comodino per sorseggiare quel liquido bollente che aveva l'ardire di entrare in lei. Lasciando le labbra sul bordo della tazza, ha alzato gli occhi per sfidarmi, per lanciarmi un messaggio inequivocabile d'amore e passione, dandomi una sferzata di adrenalina che neanche cento tazze di caffè …

- Se continui a guardarmi in quel modo, la sorpresa salta ... il mio cervello salta ... – le ho detto, raccogliendo con la punta dell'indice una goccia di caffè che le scendeva ai lati delle labbra, per assaggiarne il sapore.

Finito di bere, mi ha porto la tazza vuota e ha afferrato la sacca di sangue: volevo che si nutrisse, giusto per non trascorrere la giornata distratta dalla sete e bramosa di qualcosa che non fossi io.

Incrociando le gambe sotto le lenzuola, ha strappato il sigillo con i denti e ha cominciato a succhiarne il contenuto. Con un luccichio malizioso negli occhi, ha riagganciato il mio sguardo e ha lasciato che parte del sangue colasse fuori dalla sua bocca e scivolasse giù per il mento ... sul collo ... in mezzo al seno nudo.

Gocce salate mi distraggono dai miei ricordi.

-Mi inviti al mare e non fai nemmeno un tuffo? – mi richiama imbronciata.

- Sai che non amo particolarmente l’acqua. Mi domando come tu possa essere tanto disinvolta. –

- Sono un po’ più giovane di Dracula … sono un po’ più giovane di te e ancora mi ricordo il piacere di sguazzare nelle onde dell’oceano. –

- Quindi io sarei vecchio … ? – domando, mentre mi giro su un fianco per guardarla meglio.

Mi sostengo su un gomito, ammirando Elena sdraiata a pancia in giù sull’asciugamano blu intenso, steso sulla sabbia sottile.

-Beh … hai o non hai qualche annetto più di me? –

-Giusto un paio. Hai di che lamentarti? –

La guardo, fingendo uno sguardo truce, che sortisce solo l’effetto di farla sorridere.

Mi abbasso appena, per posarle un bacio lieve sulla spalla che sa di sale.

-Vieni in acqua con me … - m’incalza ed io intuisco nella sua voce il desiderio, quasi fanciullesco, di condividere un gioco nuovo.

Inclino lentamente la testa e lei mi guarda mentre rimango titubante: davvero non amo particolarmente l’acqua e le onde che lambiscono il bagnasciuga non fanno altro che aumentare la mia idiosincrasia.

-Non avrai paura?  - mi sfida ancora, girandosi supina.

Mi guardo intorno, geloso di eventuali sguardi indiscreti: è tanto bella da mozzare il fiato.

La spiaggia non è affollata.

C’è una coppia appartata che cerca un momento d’intimità.

Vicino alla riva, un giovane in pantaloncini corti fa correre il suo cane, lanciando in acqua dei legnetti che la marea ha abbandonato sulla riva la notte precedente.

Due ragazze sghignazzano guardando la scena e si sfidano a chi ha il coraggio di abbordare quel bell’esemplare di maschio che continua ad ignorarle, concentrato solo sul suo amico a quattro zampe.

E poi ci siamo noi … il sole … l’aria colma di salsedine e il rumore del mare.

-Allora andiamo o no? – insiste.

Distratto da ciò che mi circonda, non mi sono accorto che si è alzata e che mi sta porgendo le mani per farmi alzare.

-Se proprio devo … -

- Proprio devi! –

Afferro le sue mani ma, invece di alzarmi, la trascino ancora a terra … addosso a me.

-Devo? –

-Per favore … -

Le sue dita scivolano tra i miei capelli e le sue labbra si avvicinano alle mie. Quando faccio per baciarla, mi sfugge dalle braccia come un pesce guizzante, e si mette a correre verso il mare.

Immerge i piedi nell’acqua e mi guarda con aria di sfida.

-Vuoi un bacio? – mi urla. – Vienitelo a prendere. –

Il cane del ragazzo si avvicina e annusa Elena: riconoscendo l’odore di un predatore molto più feroce di lui, guaisce e fugge lontano, sotto lo sguardo stupito del suo padrone.

Rido.

Elena la feroce vampira … sembra quasi un ossimoro … eppure …

L’immagine del sangue che le cola sul petto m’invade ancora la mente, e il mio corpo reagisce, esattamente come ha reagito vedendola  in quel momento.

Questa mattina ho resistito alla tentazione; mi sono limitato a pulirle via il sangue con le labbra, indugiando appena tra la carne morbida e riuscendo a stento a fermarmi prima che i sensi prevalessero sulla volontà.

Guardarla ora, candida e maliziosa, mi fa di nuovo fremere di desiderio.

L’invito di Elena è talmente allettante che mi alzo, lasciando sulla sabbia ogni remora.

Incurante delle persone attorno, la raggiungo ad una velocità che ha poco dell’umano e, investendola, la trascino in acque un po’più profonde … un po’più al largo.

Il calore della sua pelle, che profuma di sole, mi fa dimenticare ogni paranoia legata all’acqua che mi circonda e mi avvolge insidiosa.

Ancora una volta Elena sfugge dalle mie braccia per tuffarsi a testa in giù, immergersi nel mare che l’abbraccia, per riemergere poco lontano e ridere come una bambina.

Ogni volta che la guardo mi sembra di vederla per la prima volta e ogni volta mi scoppia nel cuore.

Rimango immobile, con i piedi ben ancorati sul fondo, mentre lei si esibisce in capriole e schizzi di bianca spuma marina.

La aspetto.

So che arriverà.

Infatti, eccola riemergere proprio di fronte a me, le labbra ancora sorridenti e gli occhi pieni di luce. Mi guarda e solleva una mano per posarla sul mio petto. Il mio cuore risponde a quel messaggio accelerando i battiti.

Sempre, quando è così vicina a me, sento ogni barriera sciogliersi, la mia forza scemare … e mi perdo. Mi perdo nei suoi occhi … mi perdo nel suo profumo … su di lei ed in lei … fragile ed indifeso.

Ogni singola volta, il vampiro forte e cinico scompare e davanti a lei rimane solo un uomo al limite delle sue forze … un uomo che fatica a trattenere la sua passione … che non vuole e non può più trattenerla!

Col fiato corto … la voce roca … distruggo anche l’ultima fragile barriera che ci separava e la stringo tra le braccia.

-Damon … -

Il mio nome, sussurrato dalla sua voce flebile, è quasi una supplica, inutile e superflua perché in questo istante nemmeno una forza disumana potrebbe fermarmi: la bramosia che lei sta risvegliando in me è  potente, inarrestabile e urla il suo diritto ad essere appagata!

Elena sposta la mano dal petto al collo, sostituendo il calore del palmo a quello delle sue labbra soffici.

-Amami, Damon … -

Ogni pensiero viene cancellato dalla mia mente, colmata da quelle parole.

Siamo insieme, io e lei, e nulla può essere più perfetto.

La avvicino a me e l’avvolgo in un abbraccio.

-Sempre e per sempre. – affermo, definitivo.

La afferro per la vita sottile e la sollevo. Lei allaccia le sue gambe attorno ai miei fianchi, aggrappandosi alle mie spalle per aderire meglio al mio petto.

La pelle bagnata e l’acqua che scorre tra noi rendono ogni movimento più fluido e sensuale: non c’è attrito, non c’è resistenza.

Inconsapevole dell’effetto devastante che ha su di me, Elena inarca la schiena per spostare i capelli che s’insinuano tra i nostri baci frenetici.

Questo gesto porta il suo seno, imbrigliato nei laccetti del costume, proprio davanti ai miei occhi, ormai appannati dalla passione dirompente.

Le mie mani scivolano insaziabili sulla sua pelle. Le dita affondano nella morbidezza della sua carne: una si ancora ai suoi fianchi, per sostenerla, mentre l’altra continua a scorrere lungo la spina dorsale, fino a raggiungere la nuca. Le afferro i capelli e blocco la testa già reclinata, per appoggiare le mie labbra dove il suo cuore galoppa per raggiungere il mio.

Un gemito roco mi rivela il suo desiderio, le mani intrecciate ai miei capelli guidano le mie labbra là, dove vuole essere baciata.

Sentirla così reattiva alle mie carezze mi dona un senso di potere e di felicità intenso: proteggerla e donarle piacere dà un senso alla mia esistenza.

.

.

.

.

Dava un senso alla mia esistenza.

Solo, nella stanza buia, ripenso a quel giorno d’inizio estate, quando credevo che tutto sarebbe durato per sempre.

Quando ero convinto che saremmo rimasti insieme per l’eternità, sfidando la sorte e sputando in faccia al destino.

Quando ero sicura che nulla importasse, se lei era accanto a me.

In quei giorni, in quell’istante, tutto sembrava perfetto: potevo illudermi che noi fossimo nati per incontrarci … per innamorarci e per appartenerci.

 

Invece …

Come canta Quasimodo, ero solo, trafitto da un raggio di sole: mi sentivo parte della luce e la luce era parte di me.

Solo un attimo: poi il sole si è spento, il buio è diventato denso come catrame ed io, ora, sprofondo in esso.

Solo un attimo … e fu subito sera.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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