Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Elisa Stewart    02/01/2014    1 recensioni
Dal primo capitolo:
"Comunque, cosa ci fa una signorina come lei in strada con i tempi che corrono?" Disse iniziando a camminare con lei.
"Oh, la prego mi dia del tu e mi chiami Marley."
"Bene, Marley. La stessa cosa vale per te allora. Chiamami Hunter."
Lei annuì sorridente.
"Stavo andando in libreria, a prendere dei libri per mio padre. Mi vuole.. Mi vuoi accompagnare, Hunter?"
Scosse la testa. Da li a poco sarebbero calate le tenebre, e lui doveva cenare. Ah, c'è una cosa, che non vi ho detto. Hunter era un vampiro da ormai 563 anni.
Non so da dove mi sia uscita sta storia. Personalmente non amo molto i vampiri, eppure ho avuto improvvisamente la voglia di scrivere su di essi. Che dire... Passate se vi ho incuriositi :D
BUONA LETTURA!
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Dani, Hunter Clarington, Marley Rose, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel, Quinn/Rachel
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                    Capitolo 1

Fuori il cielo stava schiarendo sempre di più. Marley si ritrovò molte volte a guardare fuori dalla finestra. Soprattutto mentre si infilava il giubbotto di pelle nero, uno dei suoi preferiti.
"Sei pronta?" Hunter disse quelle parole, facendo sobbalzare la ragazza. Lei si voltò a guardarlo. Gli occhi dorati - che un tempo erano di un azzurro cielo - lo scrutavano indecifrabili. Annuì silenziosa. Lui le si avvicinò e allargò le braccia, pronte ad accogliere la ragazza. Si tuffò in quell'abbraccio, ponendo le testa nell'incavo del suo collo. Il ragazzo sorrise, sentendo il respiro della castana solleticargli il collo.
"Hunter?" Lo chiamò lei. 
"Mmh?"
"Ricordi ancora quel giorno?"
E come dimenticarlo? Il giorno in cui era diventata esattamente come lui. Il giorno in cui era morta e rinata. Il giorno in cui lui l'aveva trasformata in una vampira.

Quando la vide la prima volta, era una semplice ragazzina, di 16 anni circa, gli occhi azzurri e i capelli castani e mossi. Correva l'anno 1940, Ambrugo era la seconda tra le città più popolose non capitali di tutto il mondo. Nonostante ci fosse la guerra, la gente sembrava non badarci tanto. Hunter camminava per una delle tante stradine del suo quartiere quando, improvvisamente, qualcuno gli andò a sbattere contro. Non si sbilanciò minimamente, nemmeno fece un passo indietro, mentre lei per poco non cadde a terra.
"Mi scusi, signore! Avevo la testa altrove." disse guardandolo con quegli occhi chiari. Lui ricambiò lo sguardo, rimanendo ad osservarla per qualche secondo, come incantato, poi scosse la testa.
"Non si preoccupi, signorina. Può accadere, avvolte." Rispose lui. La ragazza sorrise e abbassò lo sguardo.
"Hunter Clarington, piacere di conoscerla." Strinse immediatamente la sua mano.
"Io sono Marley Rose." Disse poi sorridendo. Hunter ricambiò il sorriso. Si fermò un secondo ad osservarla.
"Comunque, cosa ci fa una signorina come lei in strada con i tempi che corrono?" Disse iniziando a camminare con lei. 
"Oh, la prego mi dia del tu e mi chiami Marley."
"Bene, Marley. La stessa cosa vale per te allora. Chiamami Hunter."
Lei annuì sorridente.
"Stavo andando in libreria, a prendere dei libri per mio padre. Mi vuole.. Mi vuoi accompagnare, Hunter?" 
Scosse la testa. Da li a poco sarebbero calate le tenebre, e lui doveva cenare. Ah, c'è una cosa, che non vi ho detto. Hunter era un vampiro da ormai 563 anni.
"No, mi dispiace. Ho un lavoro urgente da fare." Disse. Lei si rabbuiò, ma annuì comprensiva. 
"Bene. Allora, arrivederci, Hunter." Hunter fece un cenno con il capo e le baciò il dorso della mano.
"Arrivederci, Marley" 
Da allora non la rivide, o meglio, non ebbe interazioni dirette con lei, per i seguenti 3 anni. Fino al 29 Luglio 1943. 
Ci furono altri bombardamenti quel giorno. Per uno come Hunter era davvero pericoloso scendere in strada con tutto quel fuoco. Quindi stava tranquillamente rintanato nella cantina della casa che aveva "preso in prestito". In quel posto c'era solo una piccola finestrella, con delle sbarre per poter guardare ciò che succedeva fuori. Gli piaceva guardare la gente scappare dalle bombe e dal fuoco. I loro sguardi terrorizzati erano esattamente uguali a quelli delle sue "vittime". Sul suo volto si disegnava un ghigno ogni volta che vedeva un viso conosciuto contratto in una smorfia di paura. Eppure quando vide lei scappare insieme a quella gente, il suo sorriso si incrinò, scomparendo dal volto e trasformandosi in un'espressione di puro terrore quando la casa sotto cui stava passando la ragazza crollò. Non appena i detriti toccarono terra, si alzò una nuvola di polvere. Hunter rimase lì, a guardare, le mani che si torturavano nervosamente a vicenda. Stette immobile per secondi, che sembrarono ore.
La cercava con lo sguardo, saettando a destra e sinistra con gli occhi. La polvere si posò qualche secondo dopo, ma ancora non la vedeva. Un pensiero gli balenò in testa, e finalmente si decise a scendere in strada. Corse fino al punto in cui l'aveva vista un momento prima che accadesse quel disastro. Era un casino: macerie ovunque, cadaveri e persone che si lamentavano per il dolore. Andò , quindi, molto più vicino alla casa, ormai diroccata, e finalmente, dietro un enorme masso, la vide. Ma quando fu abbastanza vicino, da poterla scrutare meglio, dedusse con orrore che la ragazza era in fin di vita. Infatti sotto la sua testa si allargava una pozza di liquido rosso e denso: sangue; il suo sangue. Sangue caldo e giovane che annebbiò la mente del ragazzo. Si inginocchiò accanto a lei, la prese tra le braccia e deglutì a vuoto. Schiuse lievemente le labbra, avvicinandole sempre di più al collo della giovane. Arrivato a pochi centimetri da quella pelle candida, qualcosa lo ridestò: un rumore, un gemito forse. Era lei! Si allontanò immediatamente, scuotendo la testa e notò che i suoi occhi erano lievemente aperti.
"Marley!" La chiamò, accarezzandole una guancia.
"Hun... Hunter..."La zittì con un dito. Non sapeva cosa fare, come aiutarla. Si guardò intorno, cercando qualcuno per chiedere aiuto. E quando constatò che ormai non vi era nessuno vivo in quella strada, gli venne un’idea. C'era un modo per salvarla, ma significava allo stesso tempo condannarla. Si voltò nuovamente a scrutare quegli occhi così chiari, e si sorprese a tremare quando vide una piccola lacrima scendere e percorrere la sua guancia diafana. Decise che doveva farlo. Era un’idea disperata, ma doveva salvarla. 
"Marley, ascoltami. Io posso salvarti. Però tu mi devi dire se lo vuoi." 
La ragazza lo guardò, non capendo bene cosa intendesse dire, ma annuì debolmente. Allora Hunter deglutì, fissando ancora gli occhi della ragazza. Strinse le labbra e si avvicino nuovamente al suo collo. Si bloccò un'istante a metà strada, chiedendosi se quello che stava facendo era realmente giusto. E dopo quel breve istante di indecisione, affondò i canini nella sua carne.
Hunter ricordava ancora quel giorno come fosse ieri. Nonostante fossero passati ben 70 anni. Da quel giorno lui e Marley diventarono come fratelli e insieme iniziarono a viaggiare per tutta l'Europa e per gli USA, finchè non incontrarono un gruppo di vampiri che viveva a New York come se fossero una famiglia normale. La più anziana, Sue Sylvester, li accolse come dei figli, e da allora vissero con loro. Eppure, nonostante le avesse salvato la vita, il vampiro non aveva fatto altro che sentirsi in colpa, per averla condannata ad una vita così crudele.
"Hunter, mi hai sentita?" Disse Marley staccandosi da lui. Lui si risvegliò da quei pensieri, scuotendo leggermente la testa, la guardò e le accarezzò i capelli. 
"Certo. Esattamente 70 anni fa." Disse sorridendo lievemente. Lei ricambiò il sorriso e gli accarezzò una guancia. 
"Andiamo, gli altri ci aspettano." Gli prese una mano e insieme iniziarono a scendere le scale. Andarono in salotto, dove tutti gli altri li aspettano ansiosi. Non appena Marley mise piede nella stanza, Quinn Fabray le saltò ,letteralmente, addosso.
"Buon anniversario!!" Urlò eccitata. La castana fu costretta ad arretrare di un paio di passi. 
"Grazie, Quinn!- disse Marley sorridendo- Ora, se non ti dispiace, lasciami: mi stai facendo male." La bionda la lasciò immediatamente, sorridendo imbarazzata. Le due erano diventate davvero amiche. Fu proprio lei ad insegnare a Marley come combattere e come cacciare. Le insegnò a distinguere il nemico nella folla attraverso l'olfatto. Le spiegò che si trovavano nel bel mezzo di una guerra fra vampiri, licantropi e cacciatori. E quando Quinn salvò Marley dalle grinfie di un paio di licantropi, divennero davvero unite. Marley la considerava una specie di sorella maggiore, un po' come Hunter. 
"Quinn..." Sue Sylvester fulminò con lo sguardo l'interpellata, che si scostò immediatamente. La donna si avvicinò a Marley, posandole le mani sulle spalle. 
"Buon anniversario, Marley." La ragazza sorrise. 
"Oggi, raggiungi un'età fondamentale per un vampiro. - cominciò a girarle intorno, e a squadrarla dalla testa ai piedi, come volesse confermare quello che stava dicendo - Da questo giorno, ti unirai al gruppo di Hunter e andrai a combattere i nostri nemici: i cacciatori e i Licantropi." Si fermò proprio di fronte a lei. La scrutò nel profondo, con quegli occhi dorati e inquietanti. 
"Da oggi, non ammetterò sconfitte da parte tua." disse assottigliando gli occhi. Marley annuì quasi meccanicamente.
"E ora, andate." Disse congedandoli con un gesto della mano. Hunter prese per un braccio Marley e la tirò a se, conducendola all'ingresso. Li seguirono subito Quinn, Brittany S. Pierce e Blaine Anderson. Le loro auto erano posteggiate proprio davanti all'ingresso. Quinn, Brittany e Blaine si diressero ad una Spider nera. Marley fece per seguirli, ma Hunter la bloccò, porgendole un casco e indicandole con la testa una moto.
"Davvero?!" Chiese Marley eccitata, guardandolo con quegli occhioni d’oro e congiungendo le mani. Il ragazzo le sorrise, annuendo divertito. Prese immediatamente il casco, e saltellando sul posto, se lo infilò. Quando Hunter finì di sistemarsi sulla moto, la invitò a salire. La ragazza saltò su e passò le braccia attorno al busto del biondo accoccolandosi sulla sua schiena e chiudendo gli occhi.
"Pronti?" Chiese Blaine, affiancando la macchina a loro. Hunter annuì e con un rombo del motore, partì sgommando. 

"Via libera."
"Controllate di là." 
"Anche qua, via libera." 
"Libero!"
Era da mezz'ora, ormai, che Hunter dava direttive per ispezionare la fabbrica. Blaine, Brittany, Quinn e Marley, facevano avanti e indietro sotto lo sguardo severo del castano, controllando tutte le stanze alla ricerca dei loro nemici. 
"Qui non c'è niente, Hunt." Disse Marley fermandosi a guardarlo sconsolata. Hunter scosse la testa, incrociò le braccia e portò una mano al mento, chiudendo gli occhi e cominciando a pensare. 
"E' impossibile. Ieri Matt li ha seguiti di nascosto. Erano qui...!" 
"Ma ora non c'è nessuno e..."
"Hunter?!" 
Il ragazzo si voltò verso Blaine, che guardava un ammasso di rifiuti e mobili distrutti accatastati in un punto del pavimento vicino al muro. Fece un segno con la mano e il gruppo si avvicinò a lui. Hunter fece saettare lo sguardo da Blaine all'ammasso di rifiuti.
"Cosa?" 
"C'è... C'è un odore." Disse Marley, anticipando Blaine. Hunter la guardò un secondo, e poi percepì anche lui qualcosa: sangue. Si avvicinò e, preso con una mano quello che sembrava un tavolo, lo alzò senza alcuna fatica, lo appoggiò silenziosamente lì vicino. Blaine cominciò ad aiutarlo subito, mentre le tre ragazze rimasero a guardare. Mano a mano che i rifiuti venivano spostati, una botola sul pavimento iniziava a farsi intravedere e l'odore aumentava sempre di più. 
"Marley...- sussurrò Quinn, accostandosi all'orecchio dell'interpellata- Stammi vicina e cerca di non farti ferire, ok?" La ragazza annuì energicamente, deglutendo a vuoto.
"Ci siamo..." Sussurrò ancora con un filo di voce. 
Spostati anche gli ultimi resti, Blaine si abbassò, prese con entrambe le mani la maniglia della botola e guardò Hunter in cerca di un segno di conferma. Hunter, invece, si voltò verso Marley e le sorrise. Quando vide che il sorriso fu ricambiato, anche se con un po' di incertezza, fece un segno del capo a Blaine, che immediatamente aprì la botola. Aspettarono pochi secondi prima di sbirciare al suo interno. 
"Ci sono delle scale. Scendiamo."
Inizianroo quindi la discesa in quest'ordine: Hunter davanti, Marley, Quinn, Brittany e Blaine. 
"Ah... Che odorino..." Commentò Brittany chiudendo gli occhi e annusando l'aria. Dopo minuti passati a camminare, i ragazzi scorsero in lontananza una lieve luce. Hunter si fermò, facendo segno al gruppo di stare zitti. Fatto ciò tese una mano dietro la schiena e afferrò quella di Marley. 
"Perché Jake non è ancora tornato?!" I ragazzi sobbalzarono, sentendo quella voce tanto familiare. Quella di Santana Lopez, cacciatrice di vampiri. Hunter si voltò a guardare Blaine e fece cenno di avanzare lentamente. 
"Dagli tempo. Sai com'è, no? Si sarà fermato a parlare con qualche bella ragazza." Quella, invece, era Tina Choen-Chang. Arrivarono ad una porta, Hunter sbirciò al suo interno. Una ragazza dai tratti latini, vestita interamente di nero, stava in piedi a pochi passi dalla porta, voltata verso un'altra dai tratti cinesi seduta su una poltrona rossa. 
"Si, ma questo più di mezz'ora fa. Che quei cagnacci non abbiano accettato la proposta?" Fece ancora la latina. 
"Ah... Allora è questo che avete in mente." Disse Hunter aprendo la porta e muovendo due passi in avanti. Sorrise beffardo, quando, dopo che anche gli altri entrarono, Santana arretrò con sguardo abbastanza sorpreso.
"Guarda, guarda.- La Choen-Chang si alzò, sorridendo a suo volta.- Abbiamo Hunter Clarington e il suo gruppetto di vampiri... E c'è anche una nuova." Hunter lanciò uno sguardo all'interpellata e notò con orgoglio il suo sguardo di sfida nei confronti della cacciatrice. 
"Peccato che siate solo voi due,- cominciò Blaine- dovremmo mangiare di meno." In quel preciso instante entrò nella stanza Sebastian Smythe con in mano due magnum e una katana.
"Parli come fossi un mannaro, Anderson." Disse lanciando la katana e una pistola rispettivamente a Tina e a Santana. Non appena Santana caricò la sua pistola, Quinn e Hunter si posizionarono automaticamente davanti a Marley, per proteggerla. In quel momento la porta dietro di loro si chiuse con forza.
"Buonasera, gente." Disse Jake Puckerman con un pugnale d'argento in mano. Erano in trappola. 
"Siete spacciati." Concluse la Lopez provocando Hunter e Quinn puntando la pistola su Marley. Premette il grilletto , il proiettile sfiorò il volto di Marley, lasciandole un graffio sulla guancia sinistra. Quest'ultima portò la punta delle dita alla ferita, avvertendo un dolore esagerato solo per un graffio.
"Proiettili in argento. Bella trovata, eh?" Disse spavalda la latina. 
"Distruggeteli!" Sibilò Hunter guardando con odio la Lopez. Blaine si lanciò su Puckerman, afferrando la mano in cui teneva stretto il coltello e cercando di disarmarlo velocemente; Brittany, insieme a Quinn, corsero verso la Lopez, che nel frattempo arretrò e cercò di colpire con i proiettili una delle due. Hunter si avventò su Sebastian e Marley rimase per un attimo ferma, disorientata da quello che sta accadendo. Si guardò intorno ma subito dopo si abbassò appena in tempo per evitare un fendente di Tina, diretto alla gola. La vampira vide la spada sfiorare la spalla di Jake e affondare nel legno dello stipite della porta.
"Tina!- urlò quest'ultimo ancora alle prese con Blaine.- Fa attenzione con quella cosa!" 
Tina fece una smorfia, riafferrando il manico della spada con una mano e tirandola fuori dal legno con un colpo secco. Marley rimase a bocca aperta. Come faceva un'umana ad avere tutta quella forza?! Scartò di lato, evitando un altro fendente della katana, che andò a colpire il pavimento in cemento. La spada rimase ancora una volta incastrata, stavolta nel cemento. Tina rise, sfilando la lama senza alcuna difficoltà. In quel momento un grido rimbombò per tutta la sala. Marley si voltò e quello che vide la terrorizzò a morte: Quinn piegata in due, lo Lopez con la pistola fumante e Brittany che guardava inorridita. La Fabray emise un gemito strozzato e cadde sul fianco. 
"Quinn!" Ululò Marley inginocchiandosi accanto a lei e prendendola tra le braccia. La cacciatrice latina ghignò soddisfatta, rivolgendo nuovamente l'attenzione sull'altra vampira, che nel frattempo le si buttò addosso.
"Quinn... Rispondi." Sussurrò Marley, stringendo ancora di più la biondina a se. Quella aprì gli occhi rosso scuro. 
"Sto bene..." Esalò con un filo di voce. Cercò di alzarsi, o quantomeno di mettersi a sedere, ma il dolore all'addome era insopportabile, quindi rimase tra le braccia della castana. La afferrò per il colletto della maglia e la avvicinò a se.
"Non ti distrarre, stupida!" Sussurrò a denti stretti. Solo allora Marley si ricordò di star combattendo con la Cohen-Chang. Annuì e si rialzò, voltandosi verso la cinese, che nel frattempo le aveva puntato addosso la spada. 
"Finalmente ti sei decisa a combattere seriamente?" Disse sorridendo la cacciatrice. Dopo di che caricò un fendente verso destra, ma Marley la anticipò muovendosi rapida alle sue spalle e bloccandole il braccio armato. Tina si ritrovò praticamente in trappola. La vampira socchiuse le labbra, avvicinandole pericolosamente al collo della cinese.
"Sei finita." Sussurrò a pochi centimetri dalla sua pelle. La Cohen-Chang cercò di liberarsi, dimenandosi e agitando la spada, ma la forza di Marley era nettamente superiore alla sua. Rabbrividì, quando sentì il fiato della vampira sulla sua pelle, ma non capì perché ci stava mettendo tanto. Ad un certo punto si illuminò.
"Cosa c'è? Ti manca il coraggio, ragazzina?" Disse derisoria. Marley sgranò gli occhi. Non aveva il coraggio di mordere qualcuno, né per trasformarlo, né per nutrirsi? La cacciatrice si gettò in una risata nervosa.
"Che razza di vampira sei?! Hai paura di nutrirti." Rise ancora, facendo salire i nervi della ragazza a fior di pelle. Sentì la presa sui suoi polsi farsi sempre più forte, fino a non sentire più le mani. La cacciatrice rise ancora una volta, sentendo la spada, scivolarle di mano e cadere a terra con un terribile clang. 
"Mordimi! O sei troppo codarda?" Marley si accorse che tutti si erano fermati a guardare nell'istante in cui Tina era stata disarmata. Alzò lo sguardo e incontrò quello di Hunter, che la guardava indecifrabile. La ragazza abbassò gli occhi e li posò nuovamente sul collo della cacciatrice. 
"Mordimi!" Urlò ancora quest'ultima. Marley sembrò non ascoltarla.
"Avanti! Mordimi!" La castana continuò a guardare lo stesso punto, iniziando a perdere nuovamente le staffe ad ogni urlo della cacciatrice.
"Codarda." Spostò lo sguardo su Quinn. Gli occhi erano chiusi, ma colse un piccolo movimento delle sue labbra. Lesse il labbiale.
"Avanti! Codarda!!" Strinse i denti, abbassò lo sguardo, trattenendo un moto d'ira.
"Mordi...!" L'ennesimo urlo di Tina venne interrotto da un movimento. Marley lasciò un braccio della cinese, e con un movimento, la scaraventò contro il muro di cemento armato senza difficoltà. Un urlo straziante di dolore si propagò per tutta la sala. La ragazza guardò la cacciatrice cadere per terra e faccia in giù, spostò lo sguardo sulle crepe che si erano create nel muro al momento dell'impatto.  Marley alzò gli occhi dalla vittima della sua ira e li posò su quelli di Hunter, che come al solito era indecifrabile. La castana si avvicinò a Quinn, che nel frattempo aveva aperto gli occhi. Nella stanza era calato un silenzio glaciale, interrotto ogni tanto dai lamenti della Choen-Chang. Tutti seguirono i suoi movimenti, compresi i cacciatori. Marley si passò un braccio di Quinn attorno alle spalle. Si alzò lentamente, cercando di non far del male all’altra e si avviò all'uscita della stanza. Prima di uscire si rivolse alla Lopez.
"Vi conviene portarla da un medico." Disse riferendosi a Tina. Santana la mandò mentalmente a fanculo, ma annuì e si avvicinò alla cacciatrice, sussurrandole di stare tranquilla. Detto questo, Marley guardò per un'ultima volta il suo operato e uscì dalla stanza. Uscita dalla fabbrica, si diresse all'auto di Blaine e fece stendere Quinn sul sedile posteriore, mettendosi la sua testa in grembo. La bionda aprì gli occhi e si accorse che Marley aveva qualcosa che non andava: gli occhi erano lucidi, le labbra piegate verso il basso, il respiro affannato; 
"Marley." La chiamò asciugando con il dorso della mano una grossa lacrima. L'interpellata abbassò lo sguardo, asciugandosi immediatamente gli occhi.
"Come stai?" Chiese con voce tremante.
"Io sto bene, Marley. Perché stai piangendo?"
"Non sto piangendo." Disse distogliendo lo sguardo.
"Si invece. Hai fatto bene a non morderla." 
"Hai visto come l'ho ridotta?! -quasi urlò indicando la fabbrica.- Avrei fatto meglio ad ucciderla." Distolse nuovamente lo sguardo.
"No. Tu non sei un'assassina." Marley tornò a guardarla, confusa.
"Sono una vampira, Quinn. DEVO essere un'assassina!" La bionda sospirò scuotendo la testa. 
"Non devi ascoltare quello che dice Sue. Noi ormai siamo andati, ma tu... Non diventare così..." Marley prese ad accarezzarle i capelli distrattamente. Non risponse, semplicemente tornò a guardare fuori dal finestrino, rimuginando su quelle parole,  giusto in tempo per vedere Hunter e gli altri uscire dalla fabbrica. Senza proferire parola, Hunter salì in moto, mettendosi il casco nero. Non la degnò nemmeno di uno sguardo. Blaine e Britt si sistemarono nei sedili anteriori. La bionda si voltò a guardare Quinn.
"Come sta?"
"Bene..." Disse la castana lasciandole uno sguardo distratto. La macchina e la moto partirono con un rombo, prendendo la strada per tornare a casa.

"Quindi non avete ucciso nessuno dei cacciatori, e non avete preso la riserva di sangue che ci serviva." Elencò la Sylvester girando intorno al gruppo di ragazzi al centro della sala. Hunter annuì grave. La donna si fermò davanti a Marley, guardandola con aria di insufficenza. 
"Un cattivo inizio, Marley."
"Mi dispiace Sue..."
"TI DISPIACE?!" Urlò improvvisamente la donna, facendo sobbalzare la ragazza.
"PENSI CHE DISPIACERTI BASTI PER RIPARARE AL DANNO CHE HAI FATTO?!" Marley scosse la testa, chiudendo gli occhi.
"QUINN E' FERITA, SIAMO SENZA SCORTE E TU, TU MI DICI CHE TI DISPIACE!!" Urlò ancora la Sylvester additandola. La mano della donna scattò, andando a serrarsi sulla gola della ragazza, che però non si mosse di un millimetro.
"DOVREI UCCIDERTI!" La presa sulla gola d Marley si fece più forte. Hunter non resistette più, afferrò il braccio della donna.
"Ha scaraventato Tina Cohen-Chang contro il muro. Non sappiamo cosa comporti, ma sicuramente non potrà utilizzare la katana per un po'!" Mormorò a denti stretti. Sue spostò lo sguardo dal ragazzo a Marley e nuovamente al ragazzo. Lasciò la presa sulla gola della ragazza e la guardò severa. 
"Qualcosa di buono quindi l'hai fatta..." Disse con tono dispregiativo. Si voltò, per andarsi a sedere sulla sua poltrona. Con un segno della mano, fece avvicinare Kurt Hummel e gli sussurrò qualcosa all'orecchio. Il ragazzo annuì e lanciando uno sguardo al gruppo di ragazzi, uscì dalla stanza, chiudendosi le porte dietro le spalle. Hunter seguì questi movimenti con la coda dell'occhio. Avanzò verso Sue. 
"Chi si occuperà della riserva?" Domandò serio.
"Manderò i Killer in un posto qui vicino. A quanto pare c'è un raduno basato su esperienze sui vampiri lì." Hunter annuì e fece segno al gruppo, per abbandonare la sala.
"Hunter, a questo proposito..." Lo bloccò la Sylvester. Hunter non si voltò, sapeva bene cosa stava per dire.
"Tu e il tuo gruppo non vi avvicinerete alla riserva per una settimana." Disse con un ghigno malvagio in viso. Il ragazzo annuì e, insieme al suo gruppo, sparì dietro le porte.

La porta della stanza di Quinn si aprì, quando Sugar Motta , l'infermiera della famiglia, uscì dalla stanza.
"Ora potete entrare." Disse rivolgendosi ai due ragazzi, che aspettavano la fuori da un'oretta circa. Sugar si congedò con un gesto della mano ad Hunter che ricambiò con un sorriso imbarazzato, mentre Marley si fiondò dentro. La stanza era di media grandezza: non appena si entrava, a destra, c'era un cassettone con un vaso di fiori sopra. Al centro della stanza, accostato al muro, c'era il letto e a destra di esso c'era una scrivania con due sedie girevoli. Quinn giaceva, avvolta dalle coperte, al centro del letto matrimoniale. Marley le si avvicinò, sedendosi sul letto e prendendole una mano. La biondina aprì gli occhi, spostando lo sguardo prima sulla brunetta e poi su Hunter che stava chiudendo la porta. 
"Ciao.." Sussurrò dolcemente Marley. Quinn sorrise.
"Come stai?" Sussurrò ancora la ragazza. La Fabray scrollò le spalle.
"Fa ancora male, ma non è grave." Marley annuì sorridendo lievemente.
"Tu come stai?" Disse la bionda assumendo un'espressione seria. La brunetta distolse lo sguardo, posandolo sul pavimento. Non rispose. Non voleva rispondere.
"Marley..." Spostò nuovamente lo sguardo su Quinn, che la guardò severa.
"Ti ha punito?" Marley scosse la testa.
"Lo stava per fare" Intervenne Hunter. La bionda spostò immediatamente lo sguardo su di lui, così come fece Marley.
"Se non le avessi detto cosa ha fatto alla Cohen-Chang." Continuò il ragazzo ignorando l'occhiataccia che gli rivolse la brunetta. Quinn sospirò. Strinse la presa sulla mano di Marley, guardandola severa.
"So che non ne vai fiera, Marley. Ma avresti preferito essere punita?"
"Si, Quinn!" Disse la brunetta alzandosi di scatto e liberandosi della sua presa.
"Non sono stata capace di fare il mio dovere da vampira! Non sono riuscita a morderla. E se ci fossi riuscita, la missione non sarebbe andata male e non saremmo costretti a subire la fame."
"Non è colpa tua, Malrey." Intervenne Hunter.
"Si, invece!" Urlò la ragazza uscendo dalla stanza e sbattendosi la porta alle spalle. I due rimasero a guardarsi increduli. Non era da Marley avere certi scatti di ira. Hunter scosse la testa, sedendosi su una delle due sedie girevoli.
"Non avrei mai dovuto trasformarla..." Disse portandosi le mani ai capelli.
"Vedila in questo modo, almeno non è morta..." Disse Quinn ironicamente. 
"Già... Vabbè. Ti lascio riposare. Ciao." Disse alzandosi e uscendo dalla porta salutandola con una mano.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Elisa Stewart