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Autore: saku89    02/01/2014    3 recensioni
"Mi chiedo se non sia stato il destino degli dèi a unirci",
mormorò pensosa la principessa, sfiorando con una mano l'acqua della fontana.
"Io credo che ognuno si crea da solo il proprio destino".
"Ancora con questa frase, principe Dastan. Sembra essere la vostra preferita",
disse con tono serio, lasciando trapelare però anche un certo divertimento.
"Beh, un altro dei miei difetti è pronunciarla spesso. Riuscirete a sopportarlo?"
Il tempo è tornato indietro, ma restano comunque gli echi di ciò che è avvenuto. Per coloro che non ricordano niente sono semplici presentimenti di ciò che sarebbe potuto accadere, per altri legami forgiati nelle sabbie del tempo.
Buona lettura! :)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Prince of Persia Titolo: The echoes of the sand
Personaggi: Dastan, Tamina, Tus, Re Sharaman
Genere: fluff, sentimentale, romantico
Coppia: Het - DastanxTamina
Rating: verde
Note: One-shot, Missing Moments
Note dell'autore:
 Buon anno! ^^ Allora, scrivi che ti scrivi e alla fine scrivo su Prince of Persia. E sono contentissima di averlo fatto! E di aver scritto su questi due, e di averci infilato in mezzo anche Tus e qualcun altro a dir la verità. ;)
'The echoes of the sand' perché il fatto che alla fine del film Dastan conosca benissimo Tamina e Tamina di lui sappia veramente poco e niente mi ha fatto sorridere, quindi "gli echi delle sabbie del tempo", mettiamola così, insomma lui sa cosa la rende felice. XD Inoltre i presagi degli altri, che sono anch'essi echi di quello che potrebbe accadere - ma capirete meglio leggendo, credo. XD
Spero che questa one-shot vi piaccia! Grazie a chi vorrà perdere un po' di tempo per leggerla, a chi la aggiungerà da qualche parte e a chi vorrà lasciare una recensione, positiva o negativa che sia. ^^
Dunque, buona lettura! ^^




The echoes of the sand



Nonostante il tempo si fosse riavvolto, la storia si stava per ripetere. La sacerdotessa teneva lo sguardo dritto davanti a sé, facendo finta di non notare le serve che si avvicinavano con bacinelle di acqua calda fumante e panni di seta pregiata. Gli occhi le si fecero umidi nel tentativo di trattenere le lacrime mentre una delle donne le afferrava una mano. E così i simboli della sua vocazione le stavano per essere cancellati da persone che non sapevano quello che stavano facendo. Chiuse gli occhi per trattenere una lacrima, ma quando li riaprì si rese conto che di lì a poco sarebbe scivolata via sulla sua guancia.



Dastan sorrideva rilassato mentre, con un bicchiere di vino in mano, osservava il giardino dove poco prima aveva parlato in privato con Tamina. Insieme si erano poi recati all'Alto Tempio e lì avevano rimesso il pugnale al suo posto, l'unico veramente sicuro.
Una mano sulla spalla lo fece girare di scatto.
"Allora fratello? Come è andata con la principessa di Alamut?",
gli chiese Tus con un sorriso, sedendosi accanto a lui sulla scalinata che portava al giardino.
"Bene, ha accettato di sposarmi, e le ho chiesto di nuovo perdono per il nostro attacco."
Il fratello strinse la presa che ancora aveva sulla sua spalla in un gesto affettuoso e lo ringraziò con un cenno della testa.
"Grazie. Se non fosse stato per te, chissà come sarebbe finita. Probabilmente nostro padre sarebbe morto, e se Nizam fosse riuscito nella sua impresa anche noi... non mi sarei mai perdonato di perdere te e Garsiv quindi, grazie",
disse incrociando il suo sguardo. Dastan sorrise, poi con la mano gli strinse affettuosamente un braccio. Il fratello non immaginava cosa avessero visto i suoi occhi in realtà: Garsiv venire ucciso dagli assassini, Tus con la gola tagliata da Nizam. Non avrebbe permesso per nulla al mondo che una simile tragedia si ripetesse.
"Grazie a te, se non fosse stato per i tuoi riflessi Nizam a quest'ora mi avrebbe ucciso",
sorrise, tornando a guardare il giardino.Tus annuì.
"Piuttosto, nostro padre ha interrotto le sue preghiere e sta venendo qui ad Alamut. Sarà parecchio arrabbiato per quello che abbiamo combinato con l'attacco, e vorrà sapere anche cosa è successo di preciso con Nizam. Ma prima di tutto fratellino, devi chiedere la sua benedizione per la tua unione. Io e Garsiv ti teniamo d'occhio, non provare a scappare!"
Dastan rise.
"Oh, non lo farò! A proposito, dov'è la principessa? Ci siamo separati poco fa, quando delle serve l'hanno accompagnata a prepararsi per non so cosa, da quel momento è sparita",
constatò, curioso e un po' confuso, il principe di Persia.
"Dastan! Già non puoi fare a meno di lei! Sei proprio cotto fratello! Aspetta che lo dica a Garsiv e vedrai le risate!"
"Non ci provare!"
"E invece credo che ci proverò eccome! Comunque la tua bella è nelle sue stanze, la stanno preparando per l'arrivo di nostro padre. Ovviamente le lasceranno indossare le sue vesti rituali, ma qualcuno ha borbottato sui simboli che aveva su mani e piedi e credo che glieli toglieranno."
"Cosa? Non possono! Sono importanti per lei!"
"Fratello, ho dato ordine di non toccarla, solo di rinfrescarla e di soddisfare tutte le sue necessità, ma sai la servitù come è fatta, se riceve anche la minima pressione da qualcuno dei nostri funzionari di corte, subito si spaventa e esegue. E dato che a borbottare erano loro..."
"Non glielo lascerò fare!"
"Conviene che ti sbrighi allora".
Il tono con cui Tus gli aveva intimato di andare era stato stranamente serio, tanto che il ragazzo per un attimo lo aveva guardato incuriosito. Si era soffermato su di lui soltanto per qualche secondo, il tempo di capire che anche lui non approvava che le venissero cancellati i simboli della sua vocazione, poi si era girato ed era corso via, lasciando il fratello con un sorriso divertito e un bicchiere di vino in mano.



Tamina abbassò coraggiosamente gli occhi sulle mani della serva, che si avvicinavano pericolosamente a lei. Con una mano afferrò la sua e la tirò delicatamente verso di sé. Anche se gentile, il tocco della donna sembrò comunque l'artiglio di un rapace sulla preda. Con l'altra mano la donna tirò fuori la stoffa dall'acqua calda, la strizzò appena e si avvicinò lentamente. Si voltò verso le altre serve e si accorse, con l'orrore e la consapevolezza negli occhi, che si accingevano a fare lo stesso.
Tornò a guardare la serva che, sorprendendola, si era fermata un attimo a guardarla. Era sicuramente la più anziana, viste le rughe e i capelli grigi, e sicuramente quella con più esperienza, quindi sapeva bene cosa stava per fare, constatò la sacerdotessa.
"Principessa" - esordì la donna con un po' di tremore nella voce, sicuramente intimorita dalla figura davanti a lei e dal suo ruolo, ma incapace comunque di rimanere in silenzio - "so che quello che sto per fare non è giusto, e vorrei porgerle le mie scuse. Purtroppo ci sono state fatte pressioni e..."
Lo sguardo che Tamina le rivolse non le permise di proseguire. Era dolore allo stato puro, quello che stavano per farle era più che cancellarle qualche semplice disegno, come avevano spiegato loro poco prima, era privarla di qualcosa di spiritualmente più profondo.
"Mi perdoni",
mormorò ancora, chinando la testa. Avvicinò il panno alla mano, timorosa, sapendo di compiere uno sbaglio ma legata ad ordini ai quali non poteva disobbedire. Ancora un centimetro e avrebbe compiuto il suo dovere.
Le porte si spalancarono con un tonfo assordante.
"Fermi!"
Tutte rimasero immobili dov'erano e la serva, con un lungo e sollevato sospiro, si allontanò dalla mano della principessa.
"Cosa state facendo?" - domandò arrabbiato il principe Dastan alla vista delle bacinelle d'acqua calda - "Mi sembra che mio fratello, il principe Tus, vi abbia chiesto di rinfrescare la principessa, e non credo che per farlo serva dell'acqua calda, o sbaglio?"
Tamina, che nel vederlo entrare aveva trattenuto il fiato, tornò a respirare. La lacrima che qualche secondo prima stava per scivolare lungo la sua guancia ora era sparita, e adesso un sorriso si faceva largo sulle sue labbra, mentre osservava il principe guardare con disapprovazione ogni serva.
"Ci perdoni principe Dastan" - a parlare era stata la serva di poco prima - "alcuni funzionari non hanno approvato che la principessa apparisse al cospetto del nostro re con i simboli sulle mani e sui piedi e, come serve, non abbiamo potuto disobbedire. Ci perdoni."
La donna si inchinò e così fecero le altre, sinceramente addolorate. Un sorriso intenerito apparve a addolcire l'espressione del principe, che poggiò una mano sulla spalla della serva e la invitò ad alzarsi, lei e tutte le altre.
"Scusatemi, so che non è colpa vostra. Provvederò io a parlare con questi funzionari, ora però, vi prego di non cancellare i simboli, so che sono molti importanti per voi, vero principessa Tamina?",
chiese con un sorriso, rivolgendosi alla principessa che, sorpresa, lo osservò per alcuni secondi, prima di annuire con un gesto delicato della testa e sorridere a sua volta.


§


Re Sharaman ammirò i due giovani, futuri, sposi, in piedi davanti a lui e in attesa della sua benedizione. Non gliel'avrebbe negata, no di certo, ma non poté fare a meno di notare che suo figlio in poco, pochissimo tempo era cambiato molto. Avrebbe giurato che sarebbe stato spaventato all'idea del matrimonio, e invece era lì davanti a lui che chiedeva il suo permesso per la sua unione con la principessa Tamina.
Li osservò, poi sorrise.
Poco prima aveva parlato con tutti e tre i suoi figli riguardo l'attacco ad Alamut e l'uccisione di suo fratello Nizam, e quello che aveva scoperto lo aveva sconvolto. Le decisioni prese da Tus subito dopo la conquista della città celeste, quali per esempio il cercare la spia, si erano rivelate giuste, e non lo rimproverava per aver ucciso loro zio. Era stato un gesto dettato dall'affetto verso suo fratello, dal volerlo proteggere, dal legame che c'era tra i tre fratelli, la spada che avrebbe difeso quell'impero in futuro. Suo figlio, nonostante l'errata decisione di attaccare Alamut, aveva poi fatto tutte sagge scelte, compresa quella di creare un legame più forte dell'amicizia tramite un matrimonio.
Posò lo sguardo su suo figlio Dastan che, cercando di nascondere l'impazienza, e forse anche un po' impacciato, teneva con la propria mano quella della principessa - il simbolo sul dorso ben visibile - sollevate in avanti in modo che il re potesse stringerle tra le proprie.
Re Sharaman si fece scappare una risata, poi lanciò uno sguardo a Garsiv, che notando anche lui quanto fosse impaziente e impacciato il fratello, tratteneva a stento le risate, e a Tus, che si mordeva le labbra per non ridere.
Prese le mani dei due promessi fra le sue e annuì.
"Come posso non approvare questo matrimonio? Dastan, principessa Tamina, avete la mia benedizione."
Dastan lasciò andare il respiro che aveva trattenuto e sorrise, voltandosi verso la sua futura sposa, che si girò a guardarlo con le labbra arricciate in un sorriso impacciato. Ora non sapevano davvero cosa fare, nessuno dei due.
Si alzarono urla di gioia, mentre Bis, il suo amico di infanzia, gli dava una pacca sulla spalla e brindava al loro futuro insieme. Tus e Garsiv, nel vederli fermi sul posto, incapaci di reagire e inconsapevoli di avere ancora le mani intrecciate, non riuscirono a trattenersi e scoppiarono a ridere, mentre il Re, sorridente, beveva un bicchiere di vino osservando i due giovani.
"Perché non ci spostiamo? Qui tra poco cominceranno a fare festa e sarà un posto veramente poco piacevole per voi, ve lo assicuro".
"Mi fido di voi, principe Dastan",
rispose con un sorriso, seguendolo mentre si allontanavano silenziosi e furtivi dalla sala, ancora mano nella mano.



"Mi chiedo se non sia stato il destino degli dèi a unirci",
mormorò pensosa la principessa, sfiorando con una mano l'acqua della fontana.
"Io credo che ognuno si crea da solo il proprio destino".
"Ancora con questa frase, principe Dastan. Sembra essere la vostra preferita",
disse con tono serio, lasciando trapelare però anche un certo divertimento.
"Beh, un altro dei miei difetti è pronunciarla spesso. Riuscirete a sopportarlo?"
Tamina si girò a guardarlo, divertita. Forse lo avrebbe sopportato, si.
"Credo di si, credo che lo sopporterò molto volentieri, principe Dastan"
"Dastan, basta con il principe. So che non è buona cosa e tutto il resto, principessa Tamina, ma preferisco che mi chiamiate semplicemente Dastan. Se però preferite continuare a chiamarmi principe Da-"
"Va bene Dastan, allora voi mi chiamerete Tamina"
Il principe di Persia la guardò sorpreso, spaesato dal sorriso che gli aveva rivolto.
"E credo che quando stiamo insieme, almeno fino al giorno dell'unione" - provò a proporre, felice che la sua amata avesse accettato così facilmente quella proposta così impertinente - "quando siamo soli e lontano da orecchie indiscrete, potremmo anche ignorare le formalità".
"Adesso non osate un po' troppo Dastan?"
"È strano chiamarvi per nome e parlarvi allo stesso tempo con così tanto distacco, non trovate?",
disse con un sorriso dolce.
La principessa lo guardò sorpresa. Le labbra si schiusero appena, mentre pensosa valutava la risposta. In fondo, il ragionamento era logico e lei, anche se si erano appena conosciuti, e nel modo più truce possibile - un attacco alla sua città - sentiva di avere un legame con lui, non solo legale, come quello che avrebbero avuto tra non molto, ma anche spirituale. Qualcosa li aveva sicuramente già uniti in passato, e li avrebbe uniti in futuro. Le loro anime in ogni caso erano sicuramente legate, perché l'affinità che avvertiva con lui era così forte che in alcuni momenti la spaventava, e questo la convinceva che in un qualche momento del tempo, loro si erano già uniti.
Sentì la gola secca, mentre la risposta alla domanda prendeva forma nella sua mente. Deglutì piano.
"Hai ragione Dastan, possiamo ignorare le formalità, quando siamo soli",
disse con un sorriso.



La luna era alta nel cielo quando un raggio illuminò il volto del principe di Persia chinato su quello della principessa, a lasciarle un delicato bacio sulla guancia. 
"Buona notte Tamina"
La principessa di Alamut rimase per un attimo sorpresa, poi sorrise. Stava per rispondere, accingendosi ad entrare nella sua stanza, quando un rumore li fece voltare entrambi. Non molto distante videro avvicinarsi Garsiv, che aveva bevuto un po' troppo, accompagnato da un Tus sobrio ancora per poco.
"Finalmente ti abbiamo trovato, fratello!"
I due giovani si lanciarono un'occhiata impacciata, poi, dopo un profondo respiro, la principessa riprese il controllo.
"Buona notte principe Dastan",
disse divertita, chiudendo la porta e lasciandolo in balia dei due fratelli.
Il principe di Persia rimase per un attimo imbambolato, poi sorrise divertito, infine decise di unirsi ai due e riportarli da dove erano venuti, ovvero il salone da cui lui e Tamina erano scappati qualche ora prima.
Quando arrivò Bis gli mise in mano un bicchiere e gli diede un'altra pacca sulla spalla. Suo padre beveva e intratteneva chi gli stava intorno con perle di saggezza e qualche battuta, i suoi fratelli invece avevano saggiamente deciso di darsi una calmata e ora stavano prendendo una bella boccata d'aria sulla terrazza lì di fronte, uno poggiato al muro, l'altro alla ringhiera. Si poggiò allo stipite dell'arcata bianca che dava sulla balconata e li osservò, poi guardò la luna e sorrise.
Il tempo si era riavvolto e la storia non si era ripetuta. I suoi fratelli non erano morti, suo padre nemmeno, Nizam invece si, e non era arrivato alla Clessidra degli Dèi, e lui ora sposava la sua amata Tamina. Non si ricordava di lui, ma grazie agli echi che aveva di quel tempo ora riavvolto, la conosceva bene e l'amava. Avrebbero ricominciato tutto da capo, passo dopo passo, e sarebbe stato bellissimo, come un'avventura nel deserto. Ci sarebbero state tempeste di sabbia, ma ne sarebbero usciti insieme, e se mai fossero giunti degli attacchi, lui l'avrebbe protetta.
Bevve il vino e tornò a guardare la luna, splendente come il sole a metà giornata. Sorrise, lasciò il bicchiere a uno dei servitori, si avvicinò al davanzale, si diede lo slancio e, senza essere notato, si arrampicò lungo il palazzo fino a raggiungere le stanze di Tamina.




The echoes of the sand are the echoes of perceptions, the echoes of moments...
the echoes of the sand are a love that crossed the time.






  
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