Come la penna sul foglio che scrive, così si muoveva. Come una ballerina.
No, non va bene, ho il blocco. Non riesco a scrivere e non riesco a pensare. Non riesco a pensare. Pensare. Pensare. Non mi serve pensare, non voglio pensare, voglio scrivere.Voglio scrivere perché mi piace scrivere. Voglio scrivere perché lo so fare. Perché mi fa stare bene.
 
Come quando non hai più niente da dire. Male, molto male.
 
Voglio un palcoscenico. Adesso.
Vuoto, luci spente, sipario chiuso. Sono pronta.
Apri il sipario. Luci piazzate. Alza la testa, cammina. Piano. Riempi bene lo spazio. Testa alta, non avere fretta. La gente ti guarda, la gente aspetta che tu parli, o comunque faccia qualcosa. La gente si aspetta che tu catturi la loro attenzione.
Silenzio. Fermati in mezzo al palco, centro perfetto. Testa alta, guarda avanti.
Cacci un urlo all’improvviso.
La signora in prima fila sobbalza. Hai catturato la loro attenzione, direi.
 
No, non va bene, non si sviluppa. Non ha senso come cosa. Ti piace recitare, e ok. E allora?
 
Era difficile. Era davvero difficile. O forse era solo una questione di prospettiva.
Ma porca troia. Non rende, non suona, non va bene, non mi piace per niente. Ci sono ricascata di nuovo, comincio a scrivere a caso.
Dio. Sono mesi che non butto giù qualcosa di decente, perché? Ho voglia, ho tempo, ho bisogno di farlo. Mi era già successo. Che era successo l’altra volta, non lo ricordo. Pace, passerà. Deve passare.
Stavolta lo pubblichi però.
Come vuoi.
 
Correva senza sapere dove andare. Senza una meta, per il puro e semplice gusto di farlo.



Angolo semi-razionale:
Questa storia si definisce con "Sono mesi che non butto giù qualcosa di decente".
Ho appena scoperto il Nonsense. Prevedo guai.
_Kappa_