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Autore: Moiki_Gerood    04/01/2014    3 recensioni
"L’ospedale delle anime segna la loro fine,
Rimane in silenzio e li osserva morire."
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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L'Ospedale delle Anime. || Mama, we all go to hell.


La lama affonda nella mia pelle, l’unico rumore che sento nella stanza è il mio lamento. Sdraiato in una vasca da bagno, vestito, tremo. Un taglio, via la paura! Due tagli, via la fame. Tre tagli, via l’ansia. Quattro tagli, la mia pelle è carta. Passo un dito sulla ferita dopo che ho gettato via la lama, il sangue ancora fresco si attacca facilmente alla mia falange. Disegno un sorriso, ora sono felice! I rumori cominciano a farsi ovattati, la vista si appanna. Mia madre e il suo urlo! Mamma perdonami. Anzi no, non perdonarmi.
Incazzati con il tuo Dio per averti donato il figlio che non volevi, come stai urlando adesso.
Due braccia pesanti mi stanno trascinando via e mi rendo conto di quanto il pavimento sia freddo. La testa fa male, credo che il sangue non abbia smesso di uscire. Uno sguardo al mio polso e ne ho la conferma. La donna che per anni ho chiamato madre in assenza di altri affetti mi sta tamponando le ferite con uno straccio.
Perché? Per 21 fottutissimi anni non le è importato nulla del suo “bambino”. Non le è importato nulla dei lividi, dei graffi, delle ustioni e delle lacrime, dei mesi chiusi in camera, dei pasti saltati, delle lamette rosso purpureo in bagno.
Ora, con il cadavere di suo figlio tra le braccia cambia tutto.
Purtroppo non sono ancora un cadavere.
Sospiro leggermente per dare un segno di vita a mia madre che non la smetteva di far volare le mani sul mio corpo per controllare segni di vita o altre lesioni. Il suo sguardo si allarma sul mio viso, apro leggermente gli occhi per osservarla e con un sorriso, sussurro.

Vuoi andare in paradiso ma non vuoi morire, vero mamma?[1]

Prima di perdere conoscenza vedo nei suoi occhi un leggero velo di pianto e penso. Spero che i graffi che ho sui polsi ti rimangano impressi nella mente per sempre, mamma.

***
“Frank Iero, 17 anni, frocio, eh?”

Le risate di quel coglione di McCracken mi riempiono il cervello, vorrei davvero mollargli un pugno, se non fosse che al momento mi trovo agonizzante a terra. Mi sta riempiendo anche lo stomaco, di calci.
Dio, che errore madornale ho fatto per meritarmi questo?
Non importa. Al momento devo solo cercare di coprire le ferite, o mio padre mi ucciderà.
Porto le braccia sul viso per diminuire l’impatto, ma lascio scoperta la parte bassa e credo che dopo il calcio che ho appena ricevuto sullo stomaco, sputerò sangue a vita.
Trovo un attimo di pace, alzo lo sguardo per ritrovarmi la faccia da cazzo di Bert  a due pollici di distanza. Il suo respiro mi soffoca, sussurra un “Puttana” al mio orecchio e se ne va.
Sono una puttana? Perché? Perché provo amore per una persona del mio stesso sesso. Ecco perché. Sono vergine ma sono gay, ovvio, sono una puttana. Vi dirò la verità. Preferisco essere una puttana  che un mostro del calibro di McCracken.
Mi rialzo a fatica e sputo un po di sangue, cerco di nascondere i lividi alla meglio coprendoli con la mia felpa, anche se so che non servirà a nulla. Mio padre troverà i lividi, sfilerà la sua cinta e finirà come è detto.

La mia vita è scritta in un papiro racchiuso nelle mani di uno stolto.

Sono Frank Iero, ho 17 anni e chiedo solo di essere salvato.

 

Moiki.

[1]  Tratto sempre dall'orgasmica canzone, Hospital for Souls. *winks*

Peace, Love, Empathy!
  
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