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Autore: Frankie_ Echelon    05/01/2014    3 recensioni
Tratto dal testo:
"Forse non tutto era perduto, forse poteva riuscire ad amare qualcuno. Poi, come anni addietro, ci pensò. Pensò a quanto tutto quello che stava provando era sbagliato.
Lui non poteva amare nessuno, non lo meritava. Non lo meritava per niente..
Michael, era morto. Lui sì che si meritava di amare, e invece non poteva perché ormai era solo un mucchio di ossa in un fosso.
Lui si meritava di amare, vivere, sorridere, gioire e anche piangere. Michael si meritava di poter vivere ancora, lui no."
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avete presente quando vi viene un'improvvisa voglia di scrivere, le idee vi si annidano nella mente e non riuscite più a smettere di pensare alle parole che navigano veloci nella vostra mente e quindi siete costretti a scriverle per paura di dimenticarle? Beh, è l'effetto che mi ha fatto questa one-shot! Spero possa piacervi :3
Buona lettura!
MIC
 
 
 
The only hope for me is you
 
L'aria fredda pungeva sulle sue gote arrossate dal contrasto del calore del fuoco che scoppiettava nel camino con il gelo dell'inverno.
Si sistemò più comodamente nella poltrona e si strinse al suo maglione, stringendo le braccia intorno al petto. Posò la testa nel lato del dello schienale e si perse nel vuoto osservando i piccoli fiocchi di neve che scendevano dal cielo grigio e si depositavano sul davanzale della grande finestra.
Quell'anno si pronosticava uno degli inverni più freddi del Jersey: i fiocchi scendevano continui dalle prime luci dell'alba ricoprendo i tetti e le strade della piccola Belleville di uno strato bianco; perfetto per far divertire i più piccini nella costruzione di pupazzi di neve o a fingere di essere i guerra, un po' più sconveniente, invece, per gli adulti costretti a spalare dalle strade i strati di neve che continuavano ad accumularsi col passare delle ore.
Era raro vedere tale freddo farsi avanti in quel periodo: solitamente la temperatura non scendeva così bruscamente.
'<< Massima allerta meteo: Prevista una bufera di neve per i prossimi sei giorni >>' diceva il telegiornale, '<< si consiglia di rimanere a casa barricando porte e finestre >>' continuava.
Diciamo che gli abitanti del New Jersey non erano poi tanto abituati a questo genere di allarmi così, in molti, si fecero prendere dal “panico” -oddio, nessuno corse in giro per la città urlando e tirandosi i capelli ma a molti colpì quella sensazione d'ansietà-.
Sì, in molti si sentirono “minacciati”da tale allarme. In molti, ma non lui.
<< Che cosa sarà mai un po' di neve! >> affermò spegnendo il televisore e vedendo, così, il suo profilo riflesso nel vetro nero della scatola.
<< Non essere così menefreghista, Gerard >> lo ammonì il ragazzo dagli occhi nocciola che smise di guardare la neve per posare il suo sguardo sul ragazzo dai capelli rossi, Gerard.
<< Non sono menefreghista, Frank. Semplicemente non vedo il pericolo che dicono i telegiornali! Lo sai che esagerano sempre. >> ribatté il rosso.
Gerard era sempre stato un ragazzo attento a non farsi influenzare dagli altri. O meglio, aveva imparato a non farsi toccare dal modo di pensare delle altre persone. Già in passato c'era cascato rischiando di fare una brutta fine, non voleva ripercorrere quella strada.
Era riuscito, col tempo, ad avvolgersi in una salda corazza diventando incapace di trovare fiducia in qualcuno.
'Siamo soli in questo mondo' si ripeteva. Non ci si poteva fidare di nessuno, e aveva ragione.
Ma questa regola non valeva per tutti.
No, c'era lui, Frank, che era riuscito a far breccia nella corazza impenetrabile in Gerard.
Lui, il grande amico fraterno di Gerard: il suo migliore amico, il suo confidente, il suo fratello minore.
Che poi, un fratello minore l'aveva realmente avuto, si chiamava Mikey. Solo non aveva lo stesso effetto che gli causava Frank. Con Frank poteva confidarsi, arrabbiarsi, imbestialirsi, odiarlo.. amarlo.
Con Mikey no.
Mikey era più il tipico fratello coccoloso e un po' assente, timido e sempre sulle sue.
Frank invece era.. Lui. Beh, e a Gerard quel Lui piaceva..
No pensava più a Frank in modo erotico -aveva smesso ormai perché sapeva quanto fosse sbagliato-, quello no. Non avrebbe potuto.. Lui era Frank, la sua metà buona.
Sì, perché Gerard si vedeva cattivo, marcio dentro.
Gli anni che aveva passato attaccato ad una bottiglia di Jack Daniel's e ad una boccetta di ansiolitici l'avevano corroso sino alla mente, sino alle viscere. Ormai non era più il Gerard spensierato che girava per tutta Belleville a cavallo della sua bicicletta, che faceva a gara con Ray, Frank e Mikey per chi arrivava prima alla meta.
Quel Gerard era morto tempo fa, quando il destino volle che fosse Mikey a pagare per i errori di Gerard.
Ogni giorno, da quel preciso momento, visse in uno stato di trance: rivisse tutto d'accapo. Rivisse tutto senza avere il potere di fermare il tempo, senza riuscire a mettere in “off” la sua mente.
Avrebbe voluto non ricordare, avrebbe voluto dimenticare.. sarebbe voluto morire.
Quanto l'auto si schiantò contro un camion anche Gerard si schiantò contro i suoi demoni.. quando Mikey morì, morì anche una parte di Gerard.
E ormai, oramai era semplicemente.. Gerard: un uomo di trent'anni solo, senza nessuno a cui voler bene.
Lui era il Gerard “andato a male”.
Ma per fortuna c'era Frank, c'era sempre stato e sempre sarebbe rimasto.
Lui. Lui con la sua armonia, il suo sorriso, la sua serenità, le sue premure, era riuscito ad aiutare Gerard.
Lui era là quando aveva aiutato Gerard nell'alzarsi dal cemento freddo di un parcheggio perché troppo ubriaco per reggersi in piedi. Lui era là quando Gerard l'ha violentato con le parole, colpendolo dritto al cuore. Beh, lui era comunque rimasto là. Lui era là quando l'ospedale l'aveva chiamato dicendogli quello che era accaduto. Era corso trovando Gerard intubato e in coma. Ed era là, quando dovette riconoscere il cadavere del suo secondo migliore amico.
Frank. Lui l'aveva accompagnato, quel giorno di Marzo, quando Gerard decise di andare in un centro per cercare di liberarsi delle sue dipendenze.
Frank c'era, e questo Gerard lo sapeva bene. Lo sapeva bene anche in quel momento mentre lo guardava negli occhi color grano misti al verde del campo e lo ringraziava col pensiero. Sì, perché non ne aveva mai abbastanza di ringraziarlo anche se Frank non voleva. “Ti voglio bene, è questo che conta. Non ringraziarmi” continuava a ripetere Frank ogni qualvolta Gerard gli rendeva grazie. Così Gerard aveva iniziato a ringraziarlo in silenzio.
Lo ringraziava sempre, e una piccola parte di lui guariva. Gerard continuava a guarire ogni volta che Frank lo guardava, quando sorrideva con i suoi grandi occhi.
<< E poi.. non potrò mai avere paura della bufera se passeremo assieme questi sei giorni >> affermò Gerard sorridendo, guardando l'amico che corrugò leggermente le sopracciglia mostrando una leggera rughetta tra di esse.
<< Esagerato come sempre >> rispose il moro scuotendo la testa e ridacchiando all'affermazione del rosso.
Se prima le sue gote erano arrossate dal freddo ora l'intero viso prese colorito; diventò paonazzo, imbarazzato dalle parole zuccherose di Gerard.
Gerard sapeva che Frank non l'avrebbe mai abbandonato ma quello che non sapeva era che Frank non sarebbe mai riuscito ad allontanarsi da lui perché in realtà era LUI ad avere bisogno di Gerard. Era lui che aveva bisogno del suo continuo contato: dei suoi occhi sui suoi e delle sue mani che prendevano le sue di mani, quelle mani ricoperte ormai dall'inchiostro nero dei tatuaggi.
Gerard amava Frank, ma non l'avrebbe mai amato come il sentimento che provava Frank nei suoi confronti.
Erano due tipi di amore. Gerard provava sicurezza per Frank. Frank provava desiderio.
Ormai erano dieci anni che Frank combatteva contro se stesso, contro i suoi desideri.
Ormai ci aveva fatto l'abitudine, sapeva che Gerard non avrebbe mai ricambiato.
Ormai lo sapeva, ma non si dava pace.
Continuava a guardarlo: i capelli rossi che gli ricadevano scoordinati sulla fronte, quel naso piccolo e delicato e quelle labbra, che sembravano disegnate da un pittore, erano rosee e perfette.
Continuava ad ammirarlo mentre le sue mani si muovevano veloci sul foglio bianco; neanche lui sapeva quanto desiderava poter essere quella matita nera tra le mani del suo Gerard.
Anni addietro era riuscito addirittura ad essere geloso del rapporto che aveva con la sua bottiglia.
E, man mano che gli anni passavano, stava iniziando a pensare che il suo ruolo era solo quello di portare Gerard nella strada giusta.
Il suo ruolo era quello del mentore di Gerard e a lui andava bene, almeno sarebbe rimasto accanto a lui.
Frank si alzò dalla poltrona e si diresse verso Gerard sedendosi sullo schienale della poltrona in il rosso era seduto.
<< O forse è il contrario >> affermò sorridendo. Un sorriso largo che mostrava la sua dentatura semi perfetta. Un sorriso che partiva dal cuore e che faceva brillare pure gli occhi. Per un attimo Gerard ebbe un mancamento quando si ritrovò a fissare quel sorriso illuminato più del dovuto dai suoi occhi.
Le piccole rughe intorno alle labbra che si intravedevano quando sorrideva, quella rughe naturali delle guance.. tutto era bello in quel sorriso e Gerard lo sapeva. Ringraziava il suo Dio ogni giorno per quel poter vedere quel suo sorriso.
E quando Frank sorrideva quel desiderio di morire, di raggiungere Mikey, moriva in lui. Come poteva morire se si sarebbe poi perso quel sorriso?
Bastava il sorriso di Frank per porre fine alle guerre, alla fame, a tutti i demoni che ombreggiavano il mondo.
<< in che senso? >> chiese dopo che si fu ripreso dalla vista del sorriso più luminoso dei secoli.
<< Lascia perdere >> affermò Frank alzandosi e andando in cucina, un po' deluso.
<< Dai, Frank. Ora sono curioso! Dimmelo >> continuò l'artista seguendo l'amico.
Frank imprecò e alzò gli occhi al cielo sbuffando, maledicendosi per non riuscire mai a tappare i suoi pensieri che invece volavano via dalle sue labbra come fossero aria.
<< Dimmelo, ti prego >> disse Gerard obbligando Frank con lo sguardo. Sapeva quali erano i punti deboli di Frank, i suoi occhi. Come poteva Frank resistere se Gerard gli mostrava quello sguardo da cucciolo bastonato? Non ci sarebbe mai riuscito.
<< Beh.. intendevo che.. >>, cercò di formulare una frase di senso compiuto anche se era impossibile per lui. 'Intendevo che io non posso avere paura se ci sei tu' avrebbe dovuto dire. Semplice, no? Solo undici parole. Undici fottute parole che avrebbero aperto una lunga discussione che Frank voleva evitare. Sapeva bene che Gerard non si sarebbe mai accontentato di quella frase, era ben evidente a tutti quelli che lo conoscevano che Gerard era un tipo estremamente curioso! Avrebbe iniziato con i suoi 'perché' e questa tensione Frank non voleva, o non riusciva, a sopportarla, specialmente se poi sarebbero giunti ad una semplice e veloce risposta 'perché ti amo'. Andiamo, come poteva Frank ammettere, confessare a Gerard che era innamorato di lui? Non poteva, non voleva.
Significava rovinare un'amicizia e lui aveva bisogno di avere Gerard intorno.
Sapeva che Gerard non avrebbe mai retto una tale confessione. Sapeva che neppure lui, decisamente più forte psicologicamente rispetto a Gerard, sarebbe riuscito a sopportare l'idea di essere respinto; soprattutto se quella respinta arrivava da parte dell'unica persona che lui abbia mai amato realmente.
<< Gerard, ti prego lascia perdere.. >> affermò sconfitto. Non ci riusciva, davvero.
<< Che sarà mai! Cosa significava quel “O forse è il contrario”? A cosa ti riferivi! Oh.. >> Gerard si bloccò.
<< Cosa? >> chiese Frank affannando. Gli mancava il respiro e vedere Gerard che sgranava gli occhi non aiutava per niente. Che avesse capito?
<< Intendevi per il mio “non potrò mai avere paura della bufera se passeremo assieme questi sei giorni”. Ti riferivi a questo? >> chiese inumidendosi le labbra e sorridendo, compiaciuto di essere giunto ad una conclusione.
<< Sì.. >> ammise Frank in un sussurro, veloce, abbassando il capo e fissando un punto sul pavimento.
<< Pensavo chissà cosa! Uffa, hai smontato la mia curiosità Frank! Beh.. ci faremo coraggio a vicenda >> affermò dando una pacca sulla spalla del moro che alzò la testa per guardarlo.
<< Già >> rispose sorridendo. Un sorriso finto quanto i soldi dei monopoli.
E forse.. forse si sbagliava. E se Frank aspettasse solo di sentir pronunciare quel “perché”? Se aspettasse solo che la curiosità di Gerard gli permettesse di potersi liberare da quell'enorme macigno di cui portava il peso da anni? Forse voleva solo poterlo dire: “Sono innamorato di te”. Ah, che enorme liberazione sarebbe per Frank!
Ma invece.. invece Gerard non capì, non capì che per la prima volta la sua curiosità avrebbe salvato la vita di Frank.
 
Tutto tornò come prima. Passarono alcune ore, fuori la neve continuava a scendere, il fuoco continuava a consumare i ceppi di legna, Gerard iniziò a lavorare al suo fumetto e Frank si addormentò guardando Gerard lavorare.
Tutto era esattamente, sfortunatamente, come prima, come poche ore, giorni, mesi e anni prima: Frank continuava ad amare Gerard e Gerard continuava a non sapere ciò che passava nella mente di Frank.
Gerard continuava a disegnare, ormai non più le scene del suo fumetto. Ora disegnava due occhi -luminosi e lucidi- un naso, delle labbra sottili ma al contempo carnose.
Disegnò il contorno del viso, la mascella un po' squadrata e dei ciuffi di capelli neri che ricadevano sul volto del ragazzo. Disegnò il collo, il pomo d'Adamo ben visibile e una leggera bozza del tatuaggio appena visibile al lato del collo.
Si fermò, osservando bene la figura ben famigliare del ritratto. Frank, in tutto il suo splendore si mostrava agli occhi di Gerard.
Appallottolò il disegno e lo buttò accanto a lui, storcendo il naso: quel disegno non rendeva giustizia alla bellezza di quel ragazzo.
Iniziò tutto d'accapo: da prima gli occhi, con le sue ombre che scendevano sino a formare il naso, sino ad arrivare a completare ogni piccolo particolare del volto di Frank -come ad esempio la piccola macchia che s'intravedeva sulla fronte, all'altezza del sopracciglio, con i giochi di luce-.
Guardò il disegno, questa volta era fiero di ciò che aveva creato. Accarezzò piano i lineamenti di quel ragazzo, facendo attenzione a non sfumare, e quindi rovinare, quella creatura. Sì, perché in quel momento Gerard vedeva una meravigliosa creatura sotto i suoi occhi; era stupito che tale bellezza potesse davvero stare davanti a lui, tutti i giorni, senza che lui se ne rendesse conto.
Solo in quel momento lasciò che ciò che aveva cercato di reprimere per tutti quegli anni tornasse a galla con più forza.
Quel piccolo ma intenso desiderio che aveva ormai dimenticato si fece largo in lui e più cercava di mettere a tacere quella sensazione, più essa si faceva intensa.
Forse non tutto era perduto, forse poteva riuscire ad amare qualcuno. Poi, come anni addietro, ci pensò. Pensò a quanto tutto quello che stava provando era sbagliato.
Lui non poteva amare nessuno, non lo meritava. Non lo meritava per niente..
Michael, era morto. Lui sì che si meritava di amare, e invece non poteva perché ormai era solo un mucchio di ossa in un fosso.
Lui si meritava di amare, vivere, sorridere, gioire e anche piangere. Michael si meritava di poter vivere ancora, lui no.
Questo pensiero gli attraversava la mente come saette in un cielo privo di nubi. Lui NON doveva amare.
Era talmente abbuiato dai suoi demoni che non si rese nemmeno conto che Frank lo fissava. Osservava ogni suo singolo movimento, a quanto il suo viso mostrava dolore, dubbio.. paura.
Avrebbe voluto abbracciarlo, stringerlo a sé e promettergli che gli sarebbe stato accanto, ma non lo fece; semplicemente continuò a fissare gli occhi di Gerard diventare lucidi mentre sfiorava con le dita, e la mente, il foglio davanti a sé.
<< Che succede?.. >> chiese con premura, alzando la testa dalla poltrona.
<< Nulla.. torna a dormire >> affermò Gerard nascondendo alla vista di Frank il disegno e alzandosi per raggiungere le scale.
Si fermò sul primo gradino e si voltò senza realmente guardare Frank, << è ancora notte >> disse salendo le scale e sparendo dietro l'angolo.
Frank corrugò le sopracciglia, confuso, e si alzò dalla poltrona attirato da un qualcosa di bianco sul pavimento.
Prese il foglio stropicciato e lo aprì riconoscendosi subito tra i tratti di quella matita nera.
Deglutii, perché Gerard lo aveva ritratto? Cosa stava osservando nel foglio che teneva sulle gambe?
Alzò lo sguardo, indirizzandolo sulle scale.
Stava passando qualcosa per la mente di Gerard, qualcosa che Frank non riusciva a capire; qualcosa di estremamente triste.
Raggiunse piano la camera da letto di Gerard, ormai sapeva quella casa a memoria, come il palmo della sua mano.
Gerard era sdraiato di lato, con lo sguardo contro il muro. Era rannicchiato su sé stesso, le braccia strette sul suo addome, in posizione fetale.
Le immagini comparirono davanti a Frank come un vecchio film in bianco e nero: Gerard rannicchiato su sé stesso, che dondolava avanti e indietro, gemendo.. piangendo.
Era così doloroso per Frank dover vedere Gerard di nuovo in quello stato.
Fece qualche passo e si sdraiò accanto a lui posando una mano sul sulla spalla, accarezzando e percorrendo l'intero braccio per poi incrociare le dita della sua mano con quelle di Gerard. Nascose il viso sulla spalla di Gerard e inalò tutto il suo profumo.
<< Grazie.. >> affermò Gerard tra un singhiozzo muto e l'altro.
<< Sshh >> rispose Frank stringendo più forte la mano alla sua e aderendo, il più possibile, il suo corpo con quello di Gerard.
Gerard stava piangendo e Frank questo non poteva sopportarlo. L'unica cosa che poteva fare era di stringerlo a sé e placare, per quanto poteva, quel pianto,
Gerard si voltò e guardò Frank negli occhi. Per poco a Frank non mancò il respiro quando incrociò i suoi occhi.
Gli occhi di Gerard erano limpidi e lucidi come due smeraldi al sole. Le lacrime non avevano fatto altro che illuminare di più l'iride verde di quel ragazzo. Erano un po' arrossati dal pianto.
Il naso era un po' rosso e lucido e le guance, paonazze, erano umide a causa delle lacrime.
<< Non piangere ti prego.. >> affermò Frank accarezzando piano la guancia.
<< Perché sono un casino, Frank? Perché non posso essere felice un pochino pure io? Ho fatto così tanto male alle persone che mi volevano bene.. Ray non mi parla più.. Mikey è m-morto.. e te.. continuo ad usarti.. >> ammise mentre le lacrime pungevano nuovamente sui suoi occhi. Iniziò a perdersi sul viso di Frank e ad accarezzare i suoi lineamenti come, poco prima, aveva fatto il moro.
<< Non dire così, Gee.. non pensare che tu mi stia usando. Io sono felice se tu mi stai accanto, Gerard.. io.. >> Frank si bloccò, sapeva che stava andando troppo oltre. Non poteva dire quello che stava pensando. Non poteva, non in quel momento!
Ma la realtà? La verità era che la curiosità di Gerard per la prima volta sarebbe servita a qualcosa. Lui voleva sapere cosa si celava oltre quel “io” lo voleva più di sé stesso. Sapeva di averne bisogno perché voleva provare ad andare oltre tutte le sue paure, oltre al suo senso di colpa.
<< Io? >> chiese in un sussurro, avvicinandosi lentamente al viso di Frank.
<< Io.. -Frank deglutii- io.. io ho bisogno di te, Gerard.. >> ammise schiudendo le labbra ed inumidendosele con la lingua.
Gerard deglutii e Frank ammirò per qualche secondo il suo pomo d'Adamo che si alza e abbassava velocemente.
E, come poche ore prima, Frank desiderò solo che Gerard formulasse la sua domanda. Sperava solo che dalle labbra di Gerard si liberasse quel “perché?” che avrebbe dato una svolta all'intera situazione, all'intera loro amicizia.
<< Perché? >> chiese Gerard senza fiato.
<< Perché io.. >> non riusciva a dirlo. Per tanti anni si era vietato quella parola; per tanti anni aveva cercato di snodarla dalla sua mente che ora si rifiutava di uscire dalle sue labbra.
<< mi ami? >> chiese Gerard improvvisamente, sempre più vicino al viso di Frank.
Frank cercò di formulare qualcosa di sensato ma dalla sua bocca fuoriuscivano solo lettere senza un senso logico. Perché parlare se poteva agire? E così, così, velocemente come arrivò la domanda, lui posò le sue labbra su quelle di Gerard che, esitante, schiuse le labbra in uno schiocco.
Frank continuò a muovere piano le labbra prima di decidere di intensificare il bacio, voleva che fosse Gerard a fare la prima mossa; voleva che Gerard superasse i suoi demoni.
Quando Gerard strinse i capelli di Frank, quest'ultimo capii che Gerard era pronto: pronto per iniziare a vivere realmente, ad andare oltre al giorno in cui Mikey lasciò tutti loro.
Gerard schiuse nuovamente le labbra e Frank iniziò a cercare la sua lingua. Leccò delicatamente il labbro inferiore di Gerard e lo morsicò con dolcezza facendo fremere Gerard.
 
Per la prima volta Gerard scoprì cosa voleva dire amare. Capì che Mikey avrebbe voluto vedere suo fratello felice, Mikey desiderava il meglio per Gerard e sapeva -l'aveva capito dal principio- che Frank era tutto ciò che poteva renderlo felice.
 

 

   
 
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