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Autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly    05/01/2014    7 recensioni
(MadaraxTsunade centric / Altre eventuali coppie)
La guerra ninja è terminata, ma ciò che resta in mano ad entrambi gli schieramenti non è nè una vittoria nè una sconfitta: un accordo.
Un accordo che vede Konoha protagonista, un accordo che costringe due componenti dei due clan "originari" a collaborare per il bene del paese, poichè una decisione deve essere presa all'unanimità da entrambi, per impedire che altro sangue venga versato.
Non più un solo Hokage, non più soltanto una figura a governare il territorio, non più soltanto un clan al vertice: ma due.
Madara Uchiha e Tsunade Senju.

"-E’ una minaccia o un consiglio?- Ribatté lui con sottile ironia, e su quel volto spigoloso quanto maturo si accennò un sorrisetto ironico.
-Vedila come ti pare, Uchiha, ma se non mi lasci entro trenta secondi l’unica cosa che rimarrà integra di te sarà un lontano ricordo.-"
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Madara Uchiha, Tsunade, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Life of a Queen'
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Capitolo secondo
.:Il sondaggio anonimo:.
 
Era passata dall’ospedale per controllare che ogni cosa fosse in ordine, che ai malati fossero prestate le giuste cure e che i ninja medici di turno si concentrassero sul proprio lavoro invece di chiacchierare o impiegare il tempo in altro modo – e lei questo lo sapeva fin troppo bene.
Motivo per cui aveva fatto il suo ingresso nell’ufficio con un paio d’ore di ritardo oltre l’orario stabilito ed aveva, naturalmente, trovato quel simpaticissimo ed adoratissimo collega già appostato alla scrivania.
Con i piedi rigorosamente su di essa, ovviamente.
-Anche oggi in ritardo, Senju.- Quello era il suo saluto, che naturalmente la fece irritare già di prima mattina.
-Non mi pare di avere un datore di lavoro, qui dentro. Al di fuori di me stessa intendo- Ribatté col solito tono sicuro, accentuato da un pizzico di presunzione.
L’Uchiha non alzò nemmeno un sopracciglio, mentre l’altra sistemava un paio di volumi nella libreria.
E sì, nel mentre elaborava come fargliela pagare per quei dannati piedi sulla scrivania.
-Ho una cosa, fra le mani, per la quale potrei ricattarti per il resto della vita, Senju.- Affermò lui ad un tratto, scostando i fogli che teneva fra le mani dal volto per osservare l’espressione della collega.
E lei, naturalmente, non lo degnò di mezza attenzione.
-E ne sono tremendamente spaventata.- Disse con una palese ironia, controllando che ogni libro fosse al suo posto.
Evitò di arrabbiarsi per quella risposta, le avrebbe solo dato soddisfazione, e volse la pagina iniziare di quei fogli in sua direzione, senza cambiare la propria posizione piuttosto rilassata e tutt’altro che consona.
-Ho fatto fare un sondaggio anonimo agli abitanti del villaggio per conoscere la loro opinione su di te.- Sguardo sconvolto di Tsunade nei suoi confronti. –E questi sono i risultati.-
Nel giro di pochi attimi la prosperosa Hokage fu davanti alla scrivania, uno sguardo minaccioso verso quell’Uchiha che continuava a sfidarla: sì, decisamente avevano preso in parola quel patto di “collaborazione”.
-Dammi quei fogli.- Ordinò imperatoria. Lui sbuffò, allontanandoli da lei.
-Neanche per sogno.-
-Hai già dimenticato la regola numero uno? –
-E tu la numero due?-
Si lanciarono ovviamente sguardi omicida, lui che accennava ad un sorriso beffardo e divertito, lei con una vena di nervosismo bella in vista sulla fronte.
-Dunque.- Riprese lui dopo qualche attimo di silenzio. Ruotò sulla sedia e le voltò le spalle, tenendo saldamente i fogli tra le mani, attento che lei non tentasse di strapparglieli all’improvviso.
-Risultati maggioritari per l’aspetto caratteriale.- Esordì con tono quasi solenne, mentre Tsunade attendeva con le mani sui fianchi, già sul piede di guerra.
-Irascibile.- Affermò.- Concordo pienamente.- Aggiunse.
-I tuoi commenti non mi interessano, Uchiha. Tieniteli per te.- Brontolò lei a denti stretti.
-Permalosa. Appena confermato.-
Tsunade strinse pericolosamente i pugni, e fortunatamente tra le mani non aveva nulla o sarebbe finito in mille pezzettini.
-Altruista.- Smorfia spontanea. –Che lecchini.- Commentò senza pudore, e conseguentemente a questo la scrivania su cui era appoggiato con la schiena traballò in seguito ad un sonoro pugno.
-Tengo alla mia gente, Uchiha! Ti stupisce tanto che gli abitanti di Konoha lo riconoscano?- Sbraitò adirata. Conosceva bene i propri difetti, Tsunade, fin troppo. Ma era altrettanto consapevole che non avrebbe mai messo la propria vita prima di quella altrui.
-No.- Rispose serio. Il tono talmente fermo che per un istante la rabbia della donna si placò.
Davvero aveva riconosciuto un barlume di pregio in una persona che disprezzava tanto?
Si volse lentamente verso di lei, uno sguardo dall’aria tutt’altro che ironica, come se avesse veramente compreso l’importanza dei gesti passati di Tsunade per Konoha.
-Senza gli Uchiha saranno tutti un branco di rincoglioniti, quindi non mi stupisco che ti considerino quasi utile.- E la rabbia ammontò a mille. Forse di più.
Le iridi ambrate presero quasi fuoco e caricò un pugno di chakra piuttosto ponderoso, che tuttavia venne contrastato dalla rapida evocazione di uno scudo del Susanoo.
Venne decisamente deturpato da quella forza sovraumana ma, se non altro, la scrivania ed il resto dell’ufficio rimasero intatti, nonostante Madara dovette alzarsi dalla poltrona ed indietreggiare per non subire danni.
-Sì, decisamente l’irascibilità è la tua primaria caratteristica. Almeno su questo non sono degli idioti.- Commentò di nuovo, un misto di sfrontatezza e serietà che la facevano letteralmente imbestialire.
Tentò di calmarsi, nonostante il pugno fosse ancora contornato di una lucina azzurrognola.
Lui, dal canto suo, la osservava continuamente, senza perderla d’occhio, pur continuando a leggere i fogli.
-Quanto la tua è l’insopportabilità. Assieme alla sfacciataggine.- Ribadì a denti stretti.
-E da quando sarebbero dei difetti?- Sfacciato. Sfacciato e sbruffone, nonostante l’aspetto distinto e la serietà quasi autorevole.
Cominciava seriamente a non sopportarlo più.
-Altra domanda del sondaggio.- Passò alla successiva, onde evitare diatribe.
In realtà, quello era un modo per sentirsi superiore, oltre che per valutare effettivamente la propria rivale: avrebbe dovuto competere con una donna che, ne era certo, godeva di moltissima stima ed ammirazione, non sarebbe stato semplice arrivare al suo livello agli occhi degli abitanti.
-Segni particolari.- Pausa. Sbatté le palpebre un paio di volte nel leggere le parole successive.
–Risposta: mi sembrano evidenti…-
Sgranò le iridi ambrate, la rabbia si mescolò ad un accenno di rossore sul volto, segno di un palese imbarazzo.
-Chi diavolo ha scritto una cosa del genere?- Inveì. –Voglio nome e cognome!-
L’Uchiha dovette trattenersi dal lasciarsi sfuggire una piccola risata divertita: quelli di Konoha potevano anche essersi rimbambiti, ma la vista ce l’avevano ancora buona.
In ogni caso mantenne il suo fare apatico e serioso, nonostante fosse evidente un certo divertimento.
-E’ un sondaggio anonimo, Senju. A-n-o-n-i-m-o. Sai che vuol dire?- La sbeffeggiò, ed in quell’attimo il portapenne sulla scrivania, accanto al pugno carico di Tsunade, si disintegrò senza che nemmeno lei si muovesse.
-Sì. Vuol dire che se non mi dai una risposta ti riduco in briciole. Te e il tuo sondaggio!- Sbraitò su tutte le furie, sforzandosi con chissà quale forza d’animo di non disintegrarlo su due piedi.
Perché diavolo si era lasciata convincere a scendere a quel compromesso?
Perché?!
Doveva bere meno sakè, poco ma sicuro.
-Meglio se ti calmi, lady irascibilità-facile. Arrabbiarsi così tanto non fa bene alla pressione.-
La provocò lui tornando ad impilare con cura i fogli.
-E ormai hai una certa età, o sbaglio?- Alzò il capo in sua direzione per godersi l’espressione sicuramente furente della donna, ma se la ritrovò letteralmente addosso dopo neanche mezzo secondo.
Una mano al collo, l’altra che gli strappava i fogli di mano, incenerendoli al sol tocco.
E quelle iridi ambrate che avrebbero fulminato chiunque, se non fosse che l’Uchiha, in fatto di cattiveria e potenza, non poteva dirsi inferiore a lei.
-Come ti permetti…- biascicò a denti stretti, riflettendosi in quegli occhi neri, nerissimi, tanto profondi che avrebbe potuto perdercisi.
-Il centenario, qui, sei tu. Non io.- Precisò con la pressione a mille, stava veramente per raggiungere il limite.
Potevano insultarla su tante cose, ma l’aspetto esteriore e l’età - l’invecchiamento - erano l’argomento che più la corrodeva dall’interno.
E questo lui lo sapeva benissimo, si era documentato appositamente per conoscere i suoi punti deboli, i più delicati, con il solo obiettivo di sfinirla e costringerla ad abbandonare quella carica.
Ma non aveva fatto i conti con il suo spregiudicato orgoglio.
-Ma chi ha la voce “vecchia” tra gli aggettivi, qui, sei tu. Non io.- E concluse il tutto con un sorriso tanto ironico e provocatorio che Tsunade lo scaraventò letteralmente fuori dalla finestra: i vetri si disintegrarono, seguiti da un grido di rabbia quasi feroce.
E sì, i cittadini sapevano che in quelle occasioni la cosa più saggia era chiudersi in casa e sperare nell’aiuto divino, affinché la prosperosa Hokage si calmasse in fretta.
-Devo aggiungere anche “violenta”.- La voce proveniva dal tetto sopra la finestra dell’ufficio, Tsunade alzò lo sguardo, stupita, ma non riuscì a fare altri movimenti poiché si ritrovò intrappolata nella morsa del Susanoo.
Imprecò in tutte le lingue che conosceva, mentre quell’orrido demone evocato da Madara si ritraeva, mantenendola però bloccata nella propria mano.
L’Uchiha, dal canto suo, se ne stava ancora a sfogliare quel sondaggio, tranquillamente appoggiato alla ringhiera della balconata.
-E “casinista”. Sì, questo è decisamente perfetto.- Continuò, mentre lei cercava di liberarsi della morsa, le gambe a penzoloni nel vuoto.
-Ma la finisci? Vorrei farlo fare su di te, il sondaggio, per vedere cosa pensano gli abitanti!- Protestò la bionda, senza distogliere lo sguardo da lui.
Madara si limitò ad una scrollata di spalle, sbuffando appena.
-Non ce n’è bisogno. Sanno tutti che sono il più forte ed il miglior Hokage che potrebbero avere.- La sua elevatissima modestia la fece sospirare sconsolatamente, chiedendosi se lo pensasse davvero.
-Ma non sei il più amato.- Rispose fredda, quasi apatica, con un briciolo di rancore nel tono di voce.
Madara interruppe ogni movimento, lasciò la pagina sfogliata a metà, le iridi perse nel vuoto.
E per un attimo Tsunade ebbe l’impressione che quelle insormontabili difese si fossero incrinate, e non poco.
-Parli proprio come lui. Come Hashirama.- Una voce atona, indifferente se non fosse per l’espressione seriosa, a fatica celata.
Gettò il questionario dalla balconata con non curanza, volgendosi nella direzione della donna e muovendo il braccio del Susanoo verso di sé, in modo tale da avvicinarla lentamente.
E no, quella gara di sguardi, di sfide e provocazioni non era ancora finita.
-Sciocchi, patetici, deboli.- Concluse con un rancore evidente, radicato fino al midollo.
-Se hanno scelto lui, invece di te, un motivo ci sarà. E mi sembra evidente.- Gli ringhiò contro, senza alcun timore di una possibile aggressione.
Era consapevole che lui fosse più forte, dopotutto era un dato oggettivo. Ma non per questo avrebbe chinato il capo.
Erano vicini, molto vicini, lui allungò un braccio sino a cingerle il volto con la mano, quasi volesse essere sicuro di avere la sua attenzione.
Lei, a quel tocco gelido, rabbrividì.
-Difatti lui è morto. Lui, il capoclan Senju, disposto ad umiliarsi pur di avere la pace ed il meglio per il proprio popolo… patetico.- Elargiva giudizi carichi di rabbia ed odio senza fermarsi, con voce fredda, contenuta, mentre lo sguardo rimaneva fisso su di lei.
Lei che, in quel momento, rincarnava ogni sua singola sconfitta, ogni compromesso che aveva dovuto accettare nella sua vita pur di arrivare ad essere Hokage… e al contempo non esserci riuscito completamente.
-Sicura di non volerlo raggiungere, il tuo caro nonnino?- Rincarò la dose, ma lei non sopportò oltre.
Schiuse le labbra e qualcosa di umido lo colpì in volto, sulla guancia, appena sotto quel Rinnegan che chiunque avrebbe temuto.
Gli aveva veramente sputato in volto?
-Non avrai Konoha ai tuoi piedi, Uchiha. Che ti piaccia o no, guiderai questo paese assieme a me. E ti farò pagare ogni singolo passo falso.- Puntualizzò con voce ferma.
Lui rimase immobile a fissarla, serio, quasi minaccioso, prima di lasciar spazio ad un sorriso ironico.
-Il pagamento posso sceglierlo io?- La provocò, causando l’ennesimo grido di rabbia.

 
  
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