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Autore: Longview    05/01/2014    0 recensioni
"La vecchia signora Johnson, da quando si era trasferita, conviveva con apparizioni misteriose, sparizioni e, soprattutto, orde di ragazzini amici dei nipoti che, armati di videocamere, riprendevano ogni singolo avvenimento in casa sua; ma, dopo che uno di questi presunti fantasmi che infestavano la sua dimora ha cominciato a prendere un po' troppa confidenza accendendo radio o tv e mettendosi tranquillo sul divano (lo capiva dalla conca che si formava sulla fodera) a guardare programmi di culinaria e divertendosi a buttare all'aria tutti i suoi maglioncini fatti a mano e sistemati con cura e amore nell'armadio, decise di chiedere aiuto ai migliori cacciatori di fantasmi della zona: i Deathbat."
Storia stupida, oserei dire MOLTO STUPIDA, nata guardando troppe trasmissioni di investigazione sul paranormale :D
*Synacky e qualche piccolo accenno di Jimohnny :3*
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Johnny Christ, Matthew Shadows, Synyster Gates, The Rev, Zacky Vengeance
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I Deathbats, cacciatori di fantasmi


 
-Dove siamo diretti?-
-Lake Street, non molto distante da qui-
-Ricevuto, ti seguiamo allora-

 
La vecchia signora Johnson, da quando si era trasferita, conviveva con apparizioni misteriose, sparizioni e, soprattutto, orde di ragazzini amici dei nipoti che, armati di videocamere, riprendevano ogni singolo avvenimento in casa sua; ma, dopo che uno di questi presunti fantasmi che infestavano la sua dimora ha cominciato a prendere un po' troppa confidenza accendendo radio o tv e mettendosi tranquillo sul divano (lo capiva dalla conca che si formava sulla fodera) a guardare programmi di culinaria e divertendosi a buttare all'aria tutti i suoi maglioncini fatti a mano e sistemati con cura e amore nell'armadio, decise di chiedere aiuto ai migliori cacciatori di fantasmi della zona: i Deathbats.
Si ricordava molto bene di quei ragazzi, poiché era stata la loro insegnante alla scuola elementare: si ricordava del piccolo Matthew, che ammaliava tutte le maestre e perfino le inservienti bisbetiche dell'istituto con le sue adorabili fossette; di James, che calava fuori dalla finestra i bambolotti delle sue compagne legandoli a una corda e facendole disperare; di Zachary, che, timido, non aveva neanche il coraggio di alzare la mano per chiedere di andare al bagno (e che quindi, soprattutto quando era molto piccolo, aveva avuto piccoli "incidenti" a causa della sua vescica che non teneva per così tante ore); di Brian, che, assieme a James, si divertiva a trovare sempre nuovi scherzi per far impazzire le maestre di mezza scuola; e per finire, di Jhonatan, qualche anno più tardi, che correva sempre da lei a piangere per via di alcuni bulletti che lo prendevano in giro per la sua bassa statura.
Insomma, in un modo o nell'altro quei ragazzi avevano lasciato un segno nel cuore della donna, ora in pensione. E non vedeva l'ora di rincontrarli.
 
-KATHERINE JOHNSON?? Quella donna che mi metteva in imbarazzo di fronte a quei mocciosi dei miei compagni quando...! Ehm, me la facevo addosso...-
-Zack... eri e rimani tuttora un disagiato- esclamò Jimmy, facendo scoppiare tutti in una sonora risata, escluso Zacky che aveva messo il broncio -e poi, ehi! Ti ricordo che tra quelli che tu chiami "mocciosi" c'eravamo anche noi, i tuoi migliori amici!-
-Infatti eravate delle piattole da bambini- disse stringendo le braccia al petto e corrucciandosi tutto.
-Almeno noi quella fase l'abbiamo superata- Sanders gli scompigliò i capelli, che il più piccolo prontamente risistemò con cura guardandosi nello specchietto dell'auto, e si diresse verso la porta di quella casa antica e ben tenuta, con una piccola aiuola attraversata da un sentiero di ciottoli che conduceva direttamente agli scalini in legno del portico. In sua compagnia, come consuetudine, c'era Jimmy: insieme avrebbero fatto il giro dell'abitazione guidati dalla padrona, che gli avrebbe anche spiegato più dettagliatamente ciò che accadeva lì dentro.
Ogni particella del loro corpo si augurava che Katherine non si ricordasse di loro.
 
-Ragazzi! Che piacere vedervi, non ne avete idea! Pensavate non mi sarei ricordata di voi, eh?- la donna li spintonò a forza oltre la porta, e riservò a entrambi un bacio umidiccio e sporco di rossetto sulla fronte, facendoli chinare verso il basso tirandoli con le mani rugose e smaltate per le magliette; i ragazzi erano scioccati e leggermente schifati.
-Allora? Se non ricordo male voi siete Matthew...- affermò voltandosi verso di questo -... e James! Giusto? Siete diventati proprio dei bei giovanotti!-
I due decisero di usare la sempre funzionale "sorridi e annuisci", e si liquidarono dicendo che loro in quel momento erano lì per lavorare.
-Certo certo! Allora seguitemi, vi faccio fare un piccolo tour della casa. Non fate caso al disordine!!-
 
Matt e Jim erano dentro da ormai un quarto d'ora, nessuno sapeva cosa stessero facendo lì dentro e perché ci mettessero così tanto tempo: Brian, fuori, scommise cento dollari che la vecch-- ehm, l'ex insegnante li avesse sistemati a tavola e li stesse rimpinzando di cibo come una brava nonnina.
Fatto sta, però, che gli altri tre si stavano annoiando.
O meglio, Johnny si stava annoiando: si era infilato e blindato in una delle due macchine con le quali erano arrivati e aveva iniziato a smanettare col suo cellulare, riscoprendo la bellezza dell'intramontabile "Snake", il giochino del serpente idrofobo al quale esplodeva la testa se andava a sbattere contro se stesso; e questo solo perché i suoi restanti compagni, quali Zacky e Brian, in quel momento si stavano abbandonando a, uhm... reciproche effusioni amorose nell'auto accanto, e lui non ci teneva ad assistere.
Erano avvinghiati sui sedili posteriori a pomiciare come due adolescenti, senza preoccuparsi minimamente di esser visti, senza scomporsi dopo esser stati fulminati dagli sguardi disgustati delle madri che, mano nella mano con i loro figli, tornavano dal parco della città; loro, dopotutto, non stavano facendo nulla di male! Se proprio dovevano aspettare il ritorno degli altri, non volevano buttare al vento quel tempo!
E, proprio sul più bello, mentre, continuando a baciarlo, Brian faceva indietreggiare Zacky bloccandolo con la schiena contro la portiera e portando una mano alla zip dei suoi pantaloni per abbassarla...
-BAKER! HANER! COSA CAZZO CREDEVATE DI FARE? SCOPARE NEL FURGONE?? FORZA MUOVETE QUEI CULI FLACCIDI CHE VI RITROVATE E AIUTATECI A SCARICARE L'ATTREZZATURA, NINFOMANI!!- fece sapere all'intero paese Matt, sbraitando come un ossesso e distruggendo timpani e dignità dei due interessati, che, tra l'altro, scaraventò fuori dall'auto ancora prima di iniziare a parlare, aprendo la portiera su cui erano appoggiati.
-Abbassa la voce! Poi ci denunciano per disturbo della quiete pubblica- lo ammonì Jimmy, aiutando i due piccioncini a rialzarsi.
-E rumori molesti- aggiunse Johnny fulminando questi con lo sguardo.
-Ok ok, non vi arrabbiate...- e, dopo una scrollata ai vestiti, si diressero tutti verso il bagagliaio delle auto, per scaricare il necessario.
 
-Bene signora, abbiamo posizionato tutte le telecamere e l'apparecchiatura, resteremo qui tutta la notte come già sa. A noi non resta che cominciare a lavorare, quindi, ehm... a domattina- e detto questo, Sanders salutò la simpatica (quanto un gatto nelle mutande) donna, tirando un respiro di sollievo al suono dello scalpiccio procurato dalle scarpe di questa sulla ghiaia farsi sempre più lontano.
-AH, Matthew caro!- ma Katherine non era della stessa idea -ho visto che avete usato dello scotch a vana per tener su le telecamere... beh, vedete di stare attenti quando lo staccate, perché se trovo dei segni sui muri vi faccio riverniciare tutta la casa!! E non sporcate in giro, soprattutto il pavimento!-
I cinque amici si guardarono tra di loro, confusi, ma dovettero comunque acconsentire alle regole date, e non appena varcarono la soglia della casa si tolsero tutti le scarpe abbandonandole all'ingresso.
Nello studiolo, al piano superiore, avevano allestito una piccola "base", da dove si potevano controllare, attraverso vari monitor, tutte le stanze. I ragazzi si accordarono e si divisero: per le prime tre ore, Matt e Brian avrebbero perlustrato il piano terra, Jimmy e Johnny due delle camere da letto e la mansarda, e Zacky, solo, si sarebbe giostrato tra le restanti stanze al primo piano e lo studio.
Tutti erano pronti a iniziare.
 
-Perché Zacky deve starsene tutto solo????- ok, forse non proprio tutti.
-Brian, perché sì. E non credere di riuscire a impietosirmi e a farti restare qui con lui, perché poi te ne fotti dell'indagine e passi tutto il tempo a blaterare con Zacky. O a usare comunque molto la lingua. Ti ricordo che ci sono le telecamere- concluse Matt, indicando verso lo stipite della porta, dove era appesa una di quelle.
Dopo quell'affermazione, Brian preferì restare zitto, anche leggermente in imbarazzo per l'improvvisa realizzazione di essere ripreso tutto il tempo. Rivolse però uno sguardo di scuse al suo ragazzo, il quale si sciolse di fronte ai suoi magnifici occhi nocciola e gli fece segno con una mano di lasciar perdere.
 
La serata cominciò tranquilla: sembrava non ci fossero avvenimenti davvero degni di nota, niente rumori sospetti, nessuno spostamento d'aria o cambiamento di temperatura. Tutto era perfettamente normale fino a che uno di loro, precisamente Johnny, non inciampò nel tappeto del corridoio, sbattendo con la faccia a terra. Il rumore si sentì in tutta la casa, destando gli altri dal loro stato di dormiveglia e facendoli scattare sull'attenti, walkie talkie in mano.
-Ragazzi, avete sentito anche voi??-
-Sì Matt, veniva dal corridoio il rumore... vado a controllare- Zacky, in modo relativamente silenzioso (poiché i suoi passi strascicati e la camminata dondolante sulle assi di legno non lo facevano risultare propriamente "silenzioso"), si sporse curioso oltre la soglia della camera in cui si trovava, sentendosi però subito richiamare dalla voce squillante di Jimmy -non ti scomodare, piccoletto! Era solo JC che è atterrato di naso sul pavimento- impiegò almeno cinque minuti per pronunciare quella semplice frase, colto da un attacco di ridarella che stava perforando i timpani a tutti quelli in ascolto: quel ragazzo urlava troppo spesso, avevano proprio ragione gli altri quando dicevano che se avessero dovuto metter su una band gli avrebbero lasciato fare di sicuro del sano screamo.
-Sì sì, ridi, imbecille, che io intanto ho il naso tutto sanguinante!- disse Johnny, ancora a terra, cercando frettoloso dei fazzoletti nelle tasche dei pantaloni e impiastricciando in giro di sangue, passandolo dal naso, alla mano e infine al tappeto, per tenersi in equilibrio a quattro zampe.
Dopo inutili ricerche, mandò a quel paese i suoi capillari fragili e si arrese di fronte a quell'emorragia che sembrava non voler finire più; questo fino a che non si sentì avvolgere da due braccia che lo aiutarono ad alzarsi.
-Dai non fare così, vieni che ti accompagno in bagno- Jimmy, mosso a compassione, gli riservò un'occhiata dispiaciuta e lo sorresse fino al bagno, neanche dovesse svenire da un momento all'altro o si fosse rotto un piede; questo sorrise, in imbarazzo, e si sciacquò il viso con l'acqua corrente del rubinetto.
Mentre si asciugava con un asciugamano trovato lì, scorse, per quanto ci riuscisse con la luce spenta, la sua figura nello specchio posto sopra il lavandino: vedeva Jim, dietro di lui, che lo fissava con i suoi occhi dalle mille sfumature glaciali, così belli ed espressivi, di un colore così freddo ma che ti trasmettevano una stupenda sensazione di calore, che provava ogni volta che gli era accanto...
Di colpo il più piccolo si sentì avvampare, e si ritrovò a osservare nei minimi particolari il tappo di chiusura dello scarico del lavandino, piuttosto che dover esaminare ancora una volta quei cristalli incastonati sul viso dell'amico.
-Tutto bene?- rabbrividì quando la mano di questo andò ad insinuarsi tra i suoi capelli, ravvivandoglieli: in quel momento gli sembrava tutto così strano…
Tremante annuì, facendo ballonzolare anche il braccio di Jimmy, che aveva ancora le dita incastrate tra i suoi corti capelli; allora le fece scivolare giù, sul suo fianco, per poi poggiarsi con mento sulla spalla opposta e fissandolo ancora pensieroso attraverso il suo riflesso. Dopo poco si straccò, facendo tirare un respiro di sollievo all’altro, e alzando le mani in segno di resa -Mah, sarà…-
 
Questo piccolo incidente, parve far risvegliare i presunti spiriti che infestavano la casa, e pare che li fece incavolare di brutto: a rotazione, si divertivano a far spaventare i nostri coraggiosissimi cacciatori di fantasmi, che, nonostante questo, non si lasciarono scoraggiare e, anzi, li stuzzicarono per vedere se si ripresentavano.
I primi a constatare la presenza di qualcosa di anomalo furono Matt e Brian, che tutto d'un tratto cominciarono a sentire un'inquietante melodia di pianoforte; peccato che lì non ci fossero pianoforti.
Entrambi erano seduti sul divano in soggiorno, a parlare e farsi i fatti loro, quando Brian di colpo smise di ascoltare l'altro che rideva e sbiancò.
-Ehi...- Matt gli toccò un braccio, per vedere se non fosse morto o stesse male -tutto ok?-
-N-no... senti? Senti anche tu... questo???- disse spaventato e gesticolando in aria.
-Questo cosa??-
-Questo!! Questo suono tipo-tipo... pianoforte?? Sì!-
-Ok calmo, se urli meno forse riesco a sentire anch'io...- i due ragazzi rimasero in ascolto per un po', e finalmente anche Matt riuscì a sentire questa misteriosa melodia.
-Ah... sì... accendi il registratore di EVP, magari riusciamo a captare qualcosa...- il moro obbedì, e Matt emozionato cominciò a fare domande alla presenza che pareva essersi manifestata in quella stanza. Ma arrivarono entrambi alla conclusione che il fantasma, stronzo, se interpellato, non dava risposte, o se le dava erano talmente flebili che non si potevano sentire senza l'uso di particolari apparecchi.
-Non vuoi proprio farti sentire? Qui c'è un mio amico tanto spaventato, sarebbe divertente per te farlo morire di paura...- ma Brian non fece neanche in tempo a difendersi che udirono un urlo, molto probabilmente di Johnny, provenire dal piano superiore.
 
-Ehi Jim, senti anche tu un... ticchettio sul muro?- domandò il più piccolo alzandosi dal letto su cui era seduto.
-Sì, sembra quasi che qualcuno stia bussando sulla parete...-
-Mah, magari è Zack che ha voglia di prenderci per il culo...- convenne Johnny. Ma lo spirito, punto sull'orgoglio e sentendosi preso poco sul serio, se la prese proprio con quest'ultimo: dall'armadio lanciò una stampella per vestiti, che lo colpì in pieno su una gamba; questo gridò, e saltò in braccio a Jimmy.
-ODDIO!-
-JC, sei sempre il solito esagerato! Mai visto uno che ha a che fare tutti i giorni con i fantasmi che si spaventa così...- il più grande lo rimproverò, ma non lo lasciò andare; lo teneva abbracciato a sé, senza accennare minimamente a volerlo far allontanare. E Johnny non aveva intenzione di fargli notare ciò, in fin dei conti si sentiva molto meglio con lui che in balia di quel demone che lo avrebbe volentieri fatto fuori.
Alla fine, Jimmy continuò a fare quello che doveva fare, si sedeva, si rialzava, girava per il corridoio e per le stanze, il tutto senza mai abbassare il braccio che cingeva le spalle dell’altro, ovviamente finché non lo sentì anchilosato e dovette tornare in una posizione un po’ più naturale.
 
“Chissà se, dopo quello che mi han detto di aver sentito gli altri, riuscirò a scoprire qualcosa anch’io…” pensò Zacky, sbadigliando. Stava lottando contro se stesso per non addormentarsi, dopotutto era da due ore che girava a vuote per le stanze, senza nessuno con cui parlare, e non aveva nemmeno visto quel bastardo di uno spirito che pareva aver preso in simpatia (o forse in antipatia?) i suoi compagni. E in più Baker non era neanche un tipo molto paziente.
Sbuffò, per l’ennesima volta, e in quel preciso istante vide un’ombra nera nel corridoio, che si avvicinava alla porta aperta della stanza in cui si trovava. Con la telecamera che aveva in mano iniziò subito a riprendere, su di giri. A quanto pare dopo tutti gli insulti che gli aveva mandato si era deciso a mostrarsi quel fantasma…!
Quando vide che, però, dall’entrata comparì una mano, poi un braccio, il busto a cui il tutto era attaccato e una gamba, si prese un colpo: cos’era, l’alba dei morti viventi?
Si rannicchiò sulla poltrona, e rimase in silenzio, col cuore a mille.
-Zacky, che hai da riprendere? So di essere bello, ma in questo momento dovresti preoccuparti dell’indagine- esordì Brian, non appena fece la sua teatrale entrata ancheggiando e portandosi una mano sul fianco, con un fantastico fare da primadonna.  Zacky tirò un respiro di sollievo.
-Oh, Brian… ehm, già, hai ragione, scusa- velocemente spense la telecamera, per evitare di sprecare la batteria, e fece qualche passo per raggiungere il suo ragazzo.
-Ehm… che ci fai qua?-
-È passato un po’ di tempo, cambiamo le coppie- rispose il più grande, superandolo e lasciandosi andare a peso morto sulla poltrona che troneggiava nella stanza. Ancor prima che Zacky potesse aprir bocca, Brian concluse dicendo: -Tu devi andare al piano di sotto-
Baker, senza replicare, uscì dalla stanza e scese le scale, facendosi luce con la torcia per evitare di cascare giù come una pera cotta. Cosa che in ogni caso non riuscì ad evitare. Inciampò sul penultimo gradino e cadde malamente sul pavimento, di culo.
-AHIA! Ma chi cazzo è che mette… della marmellata sulle scale?! Oddio, che schifo, oltre al mal di culo sono pure tutto impiastricciato!!- strillò, mettendosi quasi a piangere per l’esasperazione. Nel frattempo lo avevano raggiunto tutti i suoi compagni, che lo aiutarono ad alzarsi.
-Zack, ti ricordo che sono le tre di notte! Non è il caso di sbraitare in questo modo!- lo rimproverò, come solito, Matt, cercando di mantenere il tono di voce più basso possibile (che era in ogni caso sopra le normali soglie umane).
Johnny intanto stava guardando lo scalino incriminato, quello che aveva fatto fare il volo di tre metri al suo amico, e cominciò a discutere con gli altri su chi avesse fatto quello scherzo idiota, con il quale Zacky poteva anche spaccarsi una gamba. Mentre gli altri si accusavano a vicenda, quest’ultimo si era rifugiato tra le braccia di Brian, con la scusa di essersi fatto male e essere coccolato.
-Non è possibile che non sia stato nessuno!-
-Io non sono stato!-
-Nemmeno io!!-
-Ehi! Zitti un attimo- tutti si girarono verso il più piccolo del gruppo, Johnny -e se fosse stato lo spirito??-
Dopo qualche secondo di silenzio totale, tutti esplosero in una risata.
-Andiamo Johnny, non credo proprio che un innocuo fantasma voglia tentare di farci fuori! E poi non credo abbia chissà quali poteri da riuscire a spalmare schifezze in giro per la casa!-
-E io ti ricordo Jim che prima quel coso ha tentato di uccidermi con una fottuta stampella!-
-L’ha solo gettata-
-Ma mi sono spaventato, e mi ha fatto male!- gli altri subito si misero in mezzo ai due, facendoli smettere di battibeccare, e, lasciandosi alle spalle questo piccolo intoppo, tornarono a lavorare.
 
-Jimmy?-
-Sì?-
-Dici che il fantasma ce l’ha con me? Insomma, io non gli ho fatto niente, però ha tentato ugualmente di uccidermi, prima…-
-Sempre il solito esagerato, al massimo ti rompevi qualche osso… comunque è da più di mezzora che non si fa più vedere, avrà rinunciato con noi…- Jimmy pronunciò quelle parole senza dargli troppo peso, seduto sul divano in soggiorno in compagnia di Zacky, il quale era ancora un po’ turbato dalla caduta di prima: la marmellata era pure all’albicocca, cavoli, e lui la odiava! Ma, come già detto, lo spirito era pieno di sé e non permetteva che lo si prendesse in giro: ecco perché torno all’attacco.
D’improvviso la torcia dei due amici si spense, facendo cadere il piano inferiore nell’oscurità più totale, tanto da non riuscire a vedere a un palmo dal naso. Jimmy tentò più volte di riaccenderla, ma pareva che le batterie fossero morte. E anche quelle dei walkie talkie erano andate.
Zacky si alzò di scatto e cominciò a girare alla cieca per raggiungere le scale, ma, prima che potesse farsi nuovamente del male, il più alto lo raggiunse con il cellulare tra le mani, lo schermo rivolto in avanti, facendosi luce. Insieme raggiunsero la stanza in cui si trovava Matt, e dove, con loro sorpresa, trovarono anche tutti gli altri.
-Anche a voi sono morte tutte le apparecchiature?- chiese Johnny con gli occhi sbarrati.
-Già, anche le vostre?- gli altri tre annuirono. Decisero di restare uniti in quella stanza, per vedere se il fantasma aveva altro in serbo per loro. Si sedettero a terra, in cerchio, appoggiarono al centro tutti i loro cellulari accesi e rimasero in silenzio finché non sentirono rumore di vetri rotti provenire dalla stanza affianco.
-Oh.mio.Dio- esalò Matt, leggermente agitato per la prima volta dall’inizio della serata. Brian si gettò tra le braccia di Zacky, visibilmente terrorizzato, e Johnny si tese col cuore a mille, calmandosi però non appena sentì la mano di Jimmy posarsi delicatamente sulla sua schiena, per rassicurarlo, e domandò flebilmente: -Ladri??-
Lo spirito non volle credere che quei cinque idioti pensassero ancora che lui non esistesse, nonostante tutto quello che aveva fatto, e prese a scendere e salire le scale con tutta la forza che aveva, per fare il maggior rumore possibile; i ragazzi sentirono chiaro e forte lo scricchiolio delle assi di legno e il passo strascicato sulla gradinata, ma nessuno ebbe il coraggio di uscire a controllare. “Piuttosto resto chiuso qui fino a domattina” aveva preferito piagnucolare Brian, che ancora non lasciava andare il suo ragazzo. Si fecero prendere ancor più dal panico quando in casa calò il silenzio. Tutti si alzarono e si strinsero in un unico abbraccio, col fiato sospeso, mentre fissavano la porta che lentamente si apriva. Di colpo si spalancò, facendo urlare tutti come delle ragazzine, ma nulla entrò. Attesero ancora, e, proprio quando la tensione andava via via scemando, Matt sobbalzò: -Chi è che mi sta toccando il culo??-
Tutti fecero un passo, allontanandosi da lui, e Sanders sbiancò quando capì che non era nessuno di loro.
I cinque scapparono velocemente fuori dalla casa.
-QUESTO FANTASMA È UN MANIACO!-
 
La povera signora Johnson, quando la mattina dopo fece ritorno nella sua dimora, salutando cordialmente i coraggiosissimi cacciatori di fantasmi che avevano appena smontato l’attrezzatura e se la stavano dando a gambe levate, rimase scioccata per le condizioni dell’interno: marmellata sulle scale, sangue sul tappeto del corridoio, una finestra rotta, i cardini di una porta mezzi rotti, e, soprattutto, segni di scotch sui muri e gli stipiti di tutta casa. Quando quei cinque scalmanati sarebbero tornati per dirle cosa avevano trovato, gliel’avrebbe fatta pagare.
 
Brian scese dalla scala, stando attento a non far cadere tutto, e, quando toccò terra, abbassò lo sguardo e notò all’istante la macchia rosa shocking sulla sua maglietta dei Pantera: imprecò.
Si chiese perché avesse acconsentito senza ribattere a venire a ridipingere la casa di quella vecchia sclerotica, forse per lo sguardo implorante che gli avevano lanciato Matt e Jimmy, che si erano dovuti sorbire la sfuriata dell’ex insegnante, o forse perché erano i suoi migliori amici e non li voleva abbandonare nel momento nel bisogno, se così si può dire.
-Che hai, amico?- Johnny si avvicinò a Brian, sentendolo smadonnare di brutto -Oh..- cominciò a sghignazzare, attirando l’attenzione di Matt, che stava rimontando la porta della stanza dopo aver sostituito i cardini.
-Non ridere!! Sembro una checca con queste enormi macchie rosa addosso!- allora il più piccolo cominciò a ridere ancora di più.
-Lo sembri soltanto, Brian?- questo lo fulminò con lo sguardo, minacciandolo con il rullo intriso di vernice che ancora stringeva tra le mani. Quando Johnny gli riservò un sorrisetto malizioso, prese a rincorrerlo per tutta casa. Solo che il poverino non era abbastanza veloce (o forse aveva semplicemente le gambe troppo corte) e venne catturato poco dopo, ritrovandosi con una mano al collo e una strisciata di vernice in piena faccia.
Nel frattempo Zacky era nel corridoio inginocchiato a terra mentre puliva il pavimento e il tappeto persiano del piano superiore, in perfetto stile Cenerentola. Ascoltava Jimmy canticchiare di fronte a lui: pareva l’unico a cui non pesasse per niente il fatto di dover esser lì, nel suo caso, a ridipingere un intero corridoio. Scrollò le spalle, magari il fatto di maneggiare vernice dai colori meno sgargianti rispetto a quella che aveva Brian lo calmava un po’, e tornò al suo lavoro.
Matt chiuse e riaprì diverse volte la porta su cui smanettava da ormai un’ora, e fece capolino da questa tutto sorridente, sentendo gli altri sbuffare per l’ennesima volta.
-Ehi ragazzi, provate a vedere il lato positivo…-
-E quale sarebbe, genio?- sbottò Johnny, che aveva rinunciato a tentare di pulirsi dalla vernice che aveva in faccia e che lo faceva sembrare tanto un confetto.
-Mh… non lo so, speravo me lo avreste detto voi…- ammise Sanders, confuso. Ovvio che il più piccolo lo mandò a quel paese.
-Io di sicuro una cosa l’ho capita- proruppe Jimmy, che fino a quel momento non aveva aperto bocca.
-E che cosa?- chiesero allora gli altri, curiosi.
-Che questo non è per niente il lavoro per noi- tutti annuirono, mesti. Solo in quel momento si resero conto, molto probabilmente, di aver sbagliato di molto professione.
-Oh, e che il rosa ti dona molto, Bri!-





*Longview's corner*
Holaa a todos! Sono felicefelicefelice di esser tornata con una nuova storia. Non so se sia lo stesso per voi, ma fa lo stesso u.u Questa cosina che ho scritto è tutto frutto di una vita passata e sprecata a guardare telefilm e programmi sul paranormale... insomma, mi sono detta "Perché non torturare i Sevenfold ancora una volta?" sì, è più forte di me u.u no vabbè, scherzi a parte, spero vi sia piaciuta questa OS, e che un minimo vi abbia fatto sorridere! :3 Ora vi lascio e mi dileguo nell'ombra, dicendo una cosa: RECENSITE! No, non è un ordine, è un invito il mio u.u *punta pistola*
E-ehm, sì insomma, se avete voglia lasciatemi una recensioncina :3
Bye bye :D
  
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