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Autore: Briseis Sophie J    07/01/2014    0 recensioni
Clarissa si sedette ad uno dei tavolini di betulla del piccolo caffè letterario e aspettò l'arrivo del cameriere. 
Era a caccia. 
Era una predatrice. Un avvoltoio con sembianze femminili, che se ne stava appostato, aspettando che qualche vittima devastata e dilaniata da una qualche perdita, si accasciasse al suolo, quasi priva di vita. 
Era allora, e solo allora, che il gioco iniziava.
Genere: Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Salve a tutti! Ho iziato questa raccolta di storie insieme alla mia amica AC.
E' un genere nuovo per noi, dal momento che siamo sempre cimentate nel genere fantasy.
Perciò questo è un bel salto di qualità! Speriamo che sia di vostro gradimento e vi ringraziamo in anticipo per aver deciso di leggere questa storiella.
Siamo molto curiose di sapere che ne pensate! 
Buona lettura e alla prossima! 
AC & Briseis Sophie J

Clarissa si sedette ad uno dei tavolini di betulla del piccolo caffè letterario e aspettò l'arrivo del cameriere. 

Era a caccia. 

Da troppo tempo non aveva accalappiato nessun uomo e il suo arpione giaceva sul fondo del ripostiglio, inutilizzato. 

Si rendeva conto di aver iniziato a perdere il suo tocco magico, quello che le consentiva, con uno schiocco di dita, di avere qualsiasi uomo ai suoi piedi. 

Era una predatrice. Un avvoltoio con sembianze femminili, che se ne stava appostato, aspettando che qualche vittima devastata e dilaniata da una qualche perdita, si accasciasse al suolo, quasi priva di vita. 

Era allora, e solo allora, che il gioco iniziava. 

Aveva avuto molti mariti facoltosi e li aveva spennati tutti, divorandoli fino all'osso. 

Era così che lavorava. 

Prendeva tutto ciò che quegli uomini potevano darle: il loro patrimonio, la loro casa, le loro auto lussuose, i loro  figli.

Tutto doveva essere suo fino a che non otteneva ciò che più desiderava: l'umiliazione del sesso forte, del maschio che si credeva superiore a tutto, inattaccabile. 

Con la scusa di essere una lontana parente, o un'amica di vecchia data, o un'intima conoscente della defunta, si recava ai funerali e faceva breccia con grande maestria nella vita di questi pover'uomini, troppo scossi dalla recente perdita, per capire che la sua apparizione non era casuale così come non lo era la sua conoscenza dei parenti, degli amici, degli stessi figli della vittima predestinata. 

Disperati e incapaci di cogliere l'inganno, o più probabilmente, in cerca di un appiglio sicuro a cui aggrapparsi nel loro momento di maggior debolezza, questi la trovavano lì, al loro fianco, così gentile e disponibile, dotata di grande empatia e con una storia molto difficile, per una donna disposta a tutto pur di raggiungere il suo scopo. 

E scoprendosi credenti nel destino e nelle anime gemelle, la accoglievano, come si accoglie la donna che ti ha salvato la vita: e a questo punto, il gioco era fatto. 

Bastava coccolarli un po', mostrarsi una donna cordiale, arguta e un po' compiacente, condividere per mesi il talamo nuziale, regalando a quegli uomini la migliore esperienza sessuale della loro vita e Clarissa si ritrovava un anello al dito, un patrimonio enorme da gestire e qualche marmocchio piagnucoloso da crescere e accudire. 

Se poi, a distanza di un anno, si convinceva un'amica di fiducia a farsi cogliere in flagrante con le mani nei pantaloni del marito, la conclusione era oltremodo dolce: una piccola fortuna le veniva destinata per continuare a condurre la sua esistenza, il divorzio veniva gestito in via strettamente confidenziale e lei poteva fingersi per qualche mese addolorata e col cuore spezzato, prima di riprendere nuovamente la caccia, e come una mantide religiosa, era consapevole di essere l'unica uscita dignitosamente da quella turpe vicenda.

Eh già, perché il tempo è denaro e Clarissa ne era più che consapevole. 

Se una vittima si mostrava troppo diffidente, mollava l'osso dopo il primo assaggio: perché affaticarsi per convincere un uomo ritroso, quando ve n'erano altri di gran lunga più compiacenti?

Clarissa prese dalla libreria più vicina un libro di fotografie di paesaggi. 

Era da mesi che studiava quel trentenne, consigliatole dalla sua confidente di fiducia, Giorgina, la donna che da dietro le quinte orchestrava il tutto, affinché ogni cosa procedesse secondo il disegno prestabilito. 

Giorgina si occupava di trovare le possibili vittime, di scegliere la strategia di attacco e di rendere il personaggio di Clarissa il più credibile possibile. 

Lei era la burattinaia, la ventriloqua che faceva si che Clarissa non fosse più una ventiseienne con un corpo flessuoso e seducente, una buona preparazione in svariati argomenti, e un verde sguardo magnetico da cui nessun uomo riusciva a staccarsi con facilità, ma la regina della seduzione, la dea del sesso, la strega, artefice di molti cuori spezzati. 

Lo vide arrivare ancor prima che varcasse la soglia: era un abitudinario e questo piaceva molto a Clarissa. Erano i più facili da studiare e monitorare. Non tendevano mai ad uscire dai compartimenti stagni che costituivano la loro vita. 

Ordinò il solito cappuccino e si sedette qualche tavolo più in là di dove lei si trovava. Lo osservò con attenzione: era un bell'uomo, con le spalle larghe e la via stretta. Era vestito in smoking, una cosa che lo rendeva dannatamente sexy. Aveva un'aria pensierosa e preoccupata, che addolciva indubbiamente i lineamenti del volto. A Clarissa sarebbe piaciuto per davvero. Era uno con cui sarebbe andata a letto più che volentieri. Ma era pur sempre questione dei lavoro e quindi non doveva distrarsi in nessun modo.  

Era tempo di agire. 

Sapeva bene che di recente aveva perso la moglie a causa di alcune complicazioni durante il parto. Non era il genere di uomo che Clarissa avrebbe puntato, ma era periodo di magra e aveva un disperato bisogno di denaro per rimpolpare le sue finanze, che si andavano via via assottigliando, a causa del suo stile di vita mondano e costoso.

Lo avvicinò con la scusa di voler leggere la gazzetta che si trovava proprio sul suo tavolo. Lui non la degnò di uno sguardo, asserendo con un debole cenno della mano. 

Clarissa rimase delusa: lo credeva una preda più facile da irretire. Forse si era sbagliata. 

Vedendo che la donna non si muoveva di un millimetro, finalmente l'uomo sollevò lo sguardo e andò letteralmente al tappeto. 

Ecco. Da Bravo. Era questo che volevo vedere.

L'uomo si profuse in una serie di scuse e la invitò a sedersi e si offrì di pagarle la colazione. 

Lei rifiutò con finta modestia. Era brava a far credere agli uomini di essere un indipendente donna d'affari, sicura di sé e del suo posto nel mondo. Di non aver bisogno di nulla da parte degli uomini e di sapere esattamente come tenerli al loro posto. 

<< Mi chiamo Spencer. Spencer Woods.>> 

<< Clarissa. Clarissa Mckenzie. Molto lieta.>> 

Notò che Spencer la osservava con notevole interesse, anche se si teneva sulla difensiva. 

Conversarono del più e del meno, approfondendo la loro conoscenza. Clarissa non amava perdersi in convenevoli, men che mai quando stava lavorando. Sostenne la conversazione solo perché Spencer era in cerca di conferme e perché lei doveva sembrare credibile.

Quando lui le raccontò della moglie, lei si mostrò partecipe del suo dolore, affermando di aver conosciuto la donna in precedenza, ritendendola una moglie di sani principi e dalle forti motivazioni.

Spencer rimase interdetto circa quell'affermazione e volle sapere di più su come le due donne si fossero conosciute. Era in allerta e questo non sfuggi alla donna.

Clarissa non si fece cogliere impreparata: gli snocciolò la maggior parte dei parenti di lei, che diceva di conoscere, lo sorprese con dettagli di cui lui non ricordava neppure l'esistenza e gli raccontò alcuni aneddoti appositamente creati per l'occasione. 

Spencer si ritenne soddisfatto e prosegui con la conversazione, spostandosi su temi più piacevoli.

Le cose procedevano esattamente secondo la volontà di Clarissa. 

Bingo. Aveva fatto centro. Di nuovo. 

Si accorse di come lui parlava con calore della sua azienda, del cross-fit, dei libri gialli e del giardinaggio, una sua inconfessabile passione, a suo dire.

La mattinata trascorse tranquilla e al momento della separazione, Spencer le chiese il recapito telefonico e la invitò a cenare insieme la sera seguente. 

Era fatta.

Per molti mesi avrebbero giocato a fare i piccioncini, fino al giorno del grande passo, e al conseguente salto di qualità. 

Clarissa si avviò verso la sua BMW con notevole soddisfazione, pregustando l'anno che sarebbe seguito. 

Forse non ho poi perso del tutto il mio tocco magico.

Si, perché lei era una predatrice. Un avvoltoio con sembianze femminili. 

Clarissa era una mangiatrice di uomini. 

 

   
 
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