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Autore: Maricuz_M    07/01/2014    6 recensioni
E’ complicato scrivere e riportare la vera vita di una persona, in compenso essere realistici e credibili è molto più semplice.
E questo non ha assolutamente senso.
Ma in realtà sappiamo bene che ce l’ha, allora cerchiamo il ragionamento logico.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storie e realtà

E’ complicato scrivere e riportare la vera vita di una persona, in compenso essere realistici e credibili è molto più semplice.
E questo non ha assolutamente senso.
Ma in realtà sappiamo bene che ce l’ha, allora cerchiamo il ragionamento logico.
Nelle storie, noi protagonisti abbiamo amici stupendi in qualsiasi occasione che, se li chiamiamo in lacrime alle tre di notte, tempo dieci minuti sono sotto casa nostra e ci chiedono di aprirgli la porta al citofono. O non ce li abbiamo affatto e viviamo psicodrammi irrisolvibili.
Nella realtà, come amici mi ritrovo una fangirl che avrebbe preferito guardare Game Of Thrones piuttosto che passare con me la notte dell’ultimo dell’anno; un’aspirante membro della compagnia dell’anello che cataloga i cosiddetti ginger in “fighi” perché son belli e hanno i capelli rossi e “teneri” perché non sono belli, ma hanno i capelli rossi; un bisessuale che da ubriaco fa apprezzamenti sui miei compagni di classe e, come bonus, sul ragazzo che piace a me; una ragazza dotata di un balcone da far invidia a quello di casa Capuleti e, per finire, una lituana che alterna serate in cui beve vodka come se fosse succo alla pera con altre in cui si addormenta sul divano durante una festa di compleanno guardando Yes Man. Alle otto.
Tra l’altro, penso non li chiamerei mai se stessi piangendo, e se mai un giorno succedesse non sarà certamente alle tre di notte.
Nelle storie, vengono tutti dietro a noi protagonisti, ma nessuno ci interessa particolarmente. Opzione persino migliore è quella in cui una relazione ce l’abbiamo, ma non è quella che desideriamo. Entrambe le strade portano al capitolo numero uno, con l’entrata in scena del tutto inaspettata di quella persona.
Nella realtà, mi illudo sempre di vivere quel prologo che anticipa il capitolo numero uno e che esiste solo per introdurre un mondo dove un cambiamento sta per arrivare.
E in questo caso lo psicodramma lo affronto solo io e chi fa parte della terza via: quelli che nessuno considera, punto.
Nelle storie, la nostra scuola ci permette di partecipare a numerosi progetti interessanti, che ci offrono una miriade di nuove fantastiche opportunità da condividere con amici o, spesso e volentieri, quella persona che abbiamo citato sopra. Cosa non da sottovalutare, abbiamo il tempo e la possibilità di far parte del gruppo.
Nella realtà, la mia scuola giustifica la scarsa quantità di iniziative con tre semplicissime parole: mancanza di fondi. Mancanza che, tra le altre cose, mette a dura prova anche la realizzazione dei corsi pomeridiani in previsione di certificazioni di vario genere, in cui le classi sono formate da trenta persone. Ulteriore differenza: anche se ci fossero i fondi, non avrei il tempo di approfittarne. Con la fortuna nel sangue che mi scorre nelle vene (e nelle arterie, che nessuno nomina mai) il pomeriggio coinciderebbe a quello dell’allenamento e delle immersioni nei libri per la professoressa stronza con cui abbiamo lezione il giorno dopo. Naturalmente nel periodo delle interrogazioni.
Per finire, nelle storie, noi protagonisti finiamo. Bene, male, ma comunque finiamo. L’autore avverte che tutto sta per consolidarsi e concludersi, prepara l’epilogo e via. Siamo finiti. Ovviamente ritorniamo in gioco nel momento in cui un sequel vortica nella testa del creatore, ma nel caso in cui niente di tutto questo accadesse, siamo bloccati. Per sempre.
Nella realtà, l’epilogo non esisterà. Non per me, almeno. L’atto finale sarà quell’ultimo capitolo che ognuno spera sia il più lontano possibile, e quell’epilogo semiconosciuto si tramuterà in paragrafi nelle vite altrui, di quei personaggi secondari a me o a te che ci ritengono sufficientemente importanti da poterci dedicare quei due o tre righi anche senza la nostra effettiva presenza.
La vera vita di una persona è complicata perché potrebbe andare  meglio e peggio di come pensiamo che possa andare, costituendo un errore abbastanza esteso.
Essere realistici e credibili è molto più semplice perché, talvolta, neanche la vita riesce ad esserlo.


 

Buon 7 Gennaio a tutti!
A chiunque abbia letto questa brevissima one-shot: grazie! A prescindere da quello che pensate e dalla recensione che lascerete o meno, grazie per il vostro tempo!
A chiunque invece mi conosca già, ho un messaggio più lungo:
sono viva, indi non sono morta. Sono consapevole di non pubblicare da ben dieci mesi (nella mia testa erano molti meno) ma ho avuto un blocco assurdo. Ho tre storie in mente e nessuna delle tre riesce ad esser scritta propriamente. Mea culpa. Inoltre, ribadisco il grazie perché sì.

Sto per spiegare cosa è questa one-shot (che ovviamente spero vi sia piaciuta), quindi se non vi interessa siete liberi di andarvene (esattamente come all'inizio dei ringraziamenti).
In realtà tutto questo non è niente, non ha una trama, non ha uno scopo. Sono arrivata alla notte tra il 4 e il 5 Gennaio e mi sono detta "okay, basta, devo scrivere qualcosa, qualsiasi cosa" e questo è quello che ne è uscito fuori.
Ci tengo a precisare che non avevo intenzione di criticare nessuno con questo scritto o sminuire le storie generalizzando come ho fatto io. Sarebbe stupido e ipocrita perché a me le storie piacciono e le leggo, che seguano gli schemi che ho trascritto o meno. L'ho detto perché non si sa mai e voglio evitare ogni tipo di polemica immotivata.

Detto questo, spero di tornare presto con una delle storie nella mia testolina. Vorrà dire che le rotelline hanno cominciato a girare di nuovo.

Grazie ancora,
una stretta di mano

Maricuz
   
 
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