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Autore: reila_guren    07/01/2014    2 recensioni
"Era passata una settimana da quando si era svegliato, si era diretto in bagno ancora con gli occhi chiusi e con andatura da zombie si era spogliato e si era infilato sotto la doccia. Tutti erano a conoscenza del fatto che, nella prima mezz'ora dopo il suo risveglio, Kouyou aveva qualche difficoltà a connettere. Diciamo pure che poteva atterrare in camera sua un UFO con tanti alieni verdi che ballavano la samba che lui non se ne sarebbe accorto... ecco perché ci aveva messo un po' a notare quei puntini rossi sparsi un po' ovunque sul suo corpo, di solito candido e immacolato."
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aoi, Uruha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kouyou si avvicinò allo specchio, osservando il proprio riflesso pallido e malaticcio. Il suo volto imbronciato e cosparso di tanti piccoli puntini rossi, restituì il suo sguardo.
 

Era passata una settimana da quando si era svegliato, si era diretto in bagno ancora con gli occhi chiusi e con andatura da zombie si era spogliato e si era infilato sotto la doccia. Tutti erano a conoscenza del fatto che, nella prima mezz'ora dopo il suo risveglio, Kouyou aveva qualche difficoltà a connettere. Diciamo pure che poteva atterrare in camera sua un UFO con tanti alieni verdi che ballavano la samba che lui non se ne sarebbe accorto... ecco perché ci aveva messo un po' a notare quei puntini rossi sparsi un po' ovunque sul suo corpo, di solito candido e immacolato. Kouyou si era avvicinato allo specchio del bagno, si era strofinato con vigore gli occhi pensando ad un illusione ottica, poi si era osservato attentamente.
Niente da fare, i puntini erano sempre lì.
Subito la sua mente fin troppo fantasiosa aveva iniziato a formulare ipotesi di malattie rare e incurabili e si era fatto prendere dal panico. Yuu gli aveva sempre detto che guardare tutti quei programmi di medicina gli faceva male, gli mettevano in testa strane idee. Come quella volta che gli era venuta la tosse e si era subito diagnosticato la presenza nei suoi polmoni di un pericoloso batterio proveniente dal nord-est del Sud Africa, salvo poi constatare di essere guarito nel giro di due giorni grazie ad un semplice sciroppo per la tosse. O come quando a Yuu era venuta la febbre. Kouyou era andato in paranoia, era convintissimo che avesse sviluppato una grave forma di una qualche malattia autoimmune dal nome impronunciabile e assolutamente fatale. Inutile dire che Yuu in realtà aveva solo una banale influenza. Ecco perché quella mattina Kouyou era corso disperato al piano di sotto in cucina, dove sua madre era intenta a preparargli la colazione e aveva annunciato con tono drammatico di essere certo di stare per morire. Sua madre l'aveva esaminato accuratamente, sicura che il figlio stesse esagerando come al solito, poi, quando ebbe formulato un'ipotesi, l'aveva portato dal dottore per accertarsi che la sua teoria fosse esatta.
Kouyou aveva passato tutto il tempo del tragitto in macchina in preda al panico per la sua fine imminente e a pensare a come comunicare al suo ragazzo di essere un malato terminale. Come poteva dare a Yuu, il suo adorato Yuu, sempre così dolce e affettuoso, un simile dispiacere? Avrebbe passato i suoi ultimi giorni di vita ad odiarsi per questo.
 

Una volta arrivati in ambulatorio, il dottore lo aveva visitato con accortezza. Aveva esaminato le strane macchie che gli adornavano il corpo, gli aveva controllato il respiro e il cuore e misurato la temperatura, infine aveva dato la sua diagnosi: varicella.
-Varicella?!- aveva esclamato Kouyou con occhi sgranati.
-Come immaginavo.- aveva annuito sua madre.
-Non posso avere la varicella! Ho diciassette anni!- aveva protestato Kouyou, convinto di essere vittima di uno dei tanti casi di malasanità a cui aveva assistito nei programmi che guardava. A quante persone era capitato di sentirsi diagnosticare erroneamente malattie banali, quando invece erano affetti da gravi morbi? Decisamente a lui stava succedendo la stessa cosa!
-Oh non conta niente la tua età!- aveva replicato il medico. -Se non l'hai avuta da bambino ti può venire anche a sessant'anni.-
-Deve essere sicuramente qualcos'altro!- aveva protestato Kouyou, iniziando ad agitarsi. -Non possiamo fare delle analisi? Che ne so, un'analisi del sangue, una risonanza magnetica, una tac...?-
Il dottore era scoppiato a ridere e aveva risposto:
-Ti assicuro che non serve nessuna tac! Sono quarant'anni che faccio questo lavoro e credo di essere in grado di diagnosticare con abbastanza sicurezza un semplice caso di varicella. Ti prescrivo una pomata per il prurito e nel giro di due settimane sarai come nuovo!-
Kouyou non era per niente d'accordo con le parole del medico, dopotutto aveva una certa età e forse stava iniziando a perdere colpi. Tuttavia aveva deciso di aspettare quei quindici giorni e, se non fosse migliorato, sarebbe corso all'ospedale.
 

Una volta tornato a casa aveva telefonato al suo ragazzo, comunicandogli che per le prossime due settimane non sarebbe andato a scuola e, se come pensava, il medico stava sbagliando, era molto probabile che non ci sarebbe andato mai più.
-Mi sembra difficile sbagliare a diagnosticare un caso di varicella.- gli aveva detto Yuu, ben consapevole di quanto il biondo potesse essere paranoico. Tutta colpa dei programmi che guardava.
-Staremo a vedere quando tra due settimane sarò ormai moribondo!- aveva replicato Kouyou, cercando di mettersi il pigiama con una mano sola e infilandosi sotto le coperte. Sua madre era andata a comprargli la pomata, visto che non la smetteva più di grattarsi, anche se sia lei che il medico erano stati chiari sul fatto che non doveva farlo.
-Vuoi che venga a farti compagnia?- gli aveva chiesto il moro con tono dolce. Per quanto Kouyou lo divertisse con queste sue improbabili diagnosi, sapeva che lui era assolutamente convinto di ciò che diceva, quindi in quel momento lui era CERTO di avere chissà quale malattia.
-No.- aveva risposto lui, grattandosi distrattamente il naso, sulla cui punta dava sfoggio di sé una bolla rossa. -Potrei essere contagioso, non voglio che ti ammali anche tu.-
-Ho già avuto la varicella, non corro alcun pericolo.- aveva detto il moro, sperando di convincerlo, ma Kouyou era stato irremovibile: Yuu non avrebbe dovuto vederlo finché non fosse guarito. In realtà Yuu pensava di sapere perché il biondo non voleva che andasse da lui.
Il fatto è che Kouyou era incredibilmente vanitoso. Non andava nemmeno sul balcone se non era perfettamente truccato e pettinato, e quando capitava che passassero la notte insieme, Yuu l'aveva sentito diverse volte sgattaiolare in bagno di prima mattina per rifarsi il trucco e poi tornare a letto di soppiatto, così da non essere colto con il tipico aspetto da persona appena sveglia, con gli occhi gonfi e il segno delle pieghe del cuscino sul volto. Quindi in realtà Kouyou non voleva che Yuu lo vedesse pieno di puntini rossi.
-Va bene, allora ti chiamo più tardi per sapere come stai. Ora dormi e non grattarti.-
Il biondo aveva chiuso la chiamata ed era affondato maggiormente sotto le coperte, chiedendosi come diavolo avrebbe fatto a stare due settimane, o forse anche di più, senza vedere Yuu.
 

Kouyou sbuffò alla propria immagine riflessa e si allontanò dallo specchio, andando a sedersi sul letto.
Era una settimana ormai che non vedeva il suo ragazzo e per lui, che era abituato a stare con il moro tutti i giorni a scuola e poi nel pomeriggio, sentirlo solo per telefono era paragonabile ad una vera e propria tortura. Ma Yuu non doveva assolutamente vederlo con quell'aspetto malaticcio! Per nessuna ragione al mondo! Quindi per il momento si sarebbe accontentato delle lunghe telefonate che facevano più volte al giorno.
Kouyou aspettava ogni volta con ansia e trepidazione le chiamate di Yuu. Adorava sentire la sua voce profonda e calda salutarlo dall'altro capo del telefono, chiedergli come stava e se avesse bisogno di qualcosa. In realtà Kouyou adorava tutto di Yuu. Fin dal primo momento in cui l'aveva visto, aveva adorato i suoi capelli neri e folti, in cui amava affondare il viso quando lo abbracciava. Adorava la linea forte e decisa della sua mascella, che gli piaceva cospargere di piccoli baci, prima di scendere verso la carne morbida e liscia del collo. Adorava le sue mani, grandi e affusolate, che lo toccavano con delicatezza e riguardo. Adorava le sua braccia forti, che quando lo abbracciavano lo facevano sentire amato e protetto. Adorava il suo petto ampio, su cui gli piaceva accoccolarsi dopo una notte passata ad amarsi sotto le lenzuola e adorava il modo in cui lo accarezzava e cullava finché non si addormentava. Adorava tutto di lui.
Il telefono prese a squillare e Kouyou si riscosse dai suoi pensieri, sorridendo felice. Sapeva benissimo chi era, perché alle undici di sera solo lui gli telefonava.
-Pronto?- disse il biondo senza smettere di sorridere, appoggiandosi alla testiera del letto.
-Ciao piccolo! Come stai?- Kouyou sorrise maggiormente sentendo la voce dolce e profonda di Yuu.
-Sto bene, ma mi prude tutto.- rispose, mettendo su un broncetto che, se Yuu fosse stato lì, gli avrebbe fatto sparire a suon di baci. Sentì il moro ridacchiare dall'altro capo del telefono e dire:
-Povero tesoro... Se mi permettessi di venire lì da te, ti distrarrei dal prurito.- Kouyou ridacchiò a sua volta e rispose:
-E come faresti?-
-Conosco diversi metodi- sussurrò Yuu con una leggera sfumatura di malizia nella voce. Il biondo rivolse un'occhiata seducente verso lo specchio di fronte al letto, constatando che se il suo ragazzo fosse stato lì non avrebbe saputo resistergli. Anche se, esaminando un po' meglio la propria immagine riflessa, per quanto seducente potesse essere il suo sguardo, dovette ammettere di essere in uno stato pietoso. Aveva i capelli raccolti e tenuti indietro da una fascia bianca, indossava un pigiama di flanella viola con delle paperelle di un giallo sgargiante e i pantaloni erano infilati dentro a delle calze antiscivolo verdi, e per concludere in bellezza era ricoperto di puntini rossi.
Ringraziò mentalmente tutti gli Dei esistenti che Yuu non potesse vederlo in quelle condizioni e tornò a concentrarsi sulla telefonata.
-Ah si? Ad esempio?- disse, cercando di assumere un tono malizioso come quello che aveva usato l'altro.
-Beh tanto per cominciare mi infilerei sotto le coperte con te...- Kouyou ghignò soddisfatto. Se c'era una cosa positiva che aveva imparato in quella settimana di lontananza, era quanto potesse essere eccitante e stuzzicante il sesso telefonico. Ok che non potevano vedersi, ma niente impediva loro di divertirsi in altri modi...
-Mmh e poi?- lo incitò a continuare, mettendosi un cuscino dietro la schiena per stare più comodo.
-Poi inizierei a baciarti lentamente. Molto lentamente...- la voce di Yuu era poco più di un sussurro e Kouyou la trovava straordinariamente eccitante.
-Mi piace come inizio. E dopo cosa faresti?- chiese, sentendo l'eccitazione data da quel giochetto farsi strada in lui.
-Ti toglierei la maglia e inizierei ad accarezzarti il petto per poi prendere in bocca i capezzoli. Sai quanto mi piace farlo...-
Oh Kouyou lo sapeva benissimo. Infilò una mano sotto la maglia, stuzzicandosi i capezzoli rosei e immaginando che fosse la lingua di Yuu a dargli quelle sensazioni e non le sue stesse dita.
-Ti piace quello che ti sto facendo?- domandò maliziosamente Yuu, ben sapendo cosa l'altro stava facendo.
-Lo sai che mi piace tutto quello che mi fai. Vai avanti...- Yuu ridacchiò e continuò:
-Scenderei piano con la lingua, leccandoti il petto e intanto ti accarezzerei l'interno coscia.-
Kouyou mugugnò e allargò le gambe, immaginando ciò che Yuu gli stava descrivendo e iniziò a toccarsi da sopra i pantaloni.
-Poi scenderei fino alla tua pancia, su cui mi soffermerei. La bacerei tutta e infilerei la lingua nell'ombelico, prima di scendere ancora e arrivare all'elastico dei boxer.-
-Mmh si... E poi?-
-E poi... e poi niente, perché non vuoi che venga lì.- disse Yuu facendo spallucce.
Kouyou si fermò di colpo e sgranò gli occhi. Che cosa? Dopo averlo fatto eccitare lo mollava lì così?
-Tutto bene, piccolo?- domandò innocentemente il moro, che se la spassava un mondo.
-T-tu...io ti odio dal più profondo del cuore.- borbottò il biondo arrabbiato e sentì Yuu scoppiare a ridere.
-Anche io ti amo, tesoro. Tanto.- rispose lui e aggiunse: -Ora però è meglio se dormi. Sei malato, no? I malati devono dormire il più possibile, specialmente quelli che credono di essere praticamente in fin di vita.-
Kouyou gonfiò le guance irritato, ma non riusciva mai ad essere davvero arrabbiato con lui, quindi rispose:
-Sappi che ora non riuscirò più a dormire per colpa tua, quindi se ti chiamerò nel cuore della notte tu dovrai sopportarmi!-
E soddisfarmi, aggiunse nella sua mente. Yuu scoppiò a ridere e disse:
-Chiamami pure quando vuoi! Buona notte itoshii, dormi bene.-
-Buona notte, amore.-
Kouyou soffocò uno sbadiglio e chiuse la chiamata con un sospiro. Quanto gli mancava il suo ragazzo, non vedeva l'ora di guarire e correre da lui.
Si infilò sotto le coperte e sprimacciò il cuscino, pensando che, una volta guarito, avrebbe fatto in modo di passare un'intera giornata a rotolarsi tra le lenzuola con Yuu, dopodiché chiuse gli occhi.
 

Uno strano rumore strappò via Kouyou dal mondo dei sogni. Si voltò dall'altra parte, pensando si trattasse solo di un sogno, e sperò di riprendere sonno. Si rannicchiò su se stesso come una palla e stava per riaddormentarsi, ma poco dopo sentì ancora quello strano rumore. Si mise a sedere e si strofinò gli occhi, poi dette un'occhiata all'orologio: le due e mezza di notte. Forse stava davvero sognando, pensò, ancora inebetito.
Aguzzò l'udito e si concentrò sui rumori che percepiva. L'unica cosa che riusciva a sentire era il suono del vento e della pioggia che picchiettava contro alla finestra, ma ad un certo punto sentì ancora il rumore che l'aveva svegliato. Sembrava che qualcosa stesse colpendo i vetri. Si alzò dal letto e aprì la finestra, immaginando che fosse il ramo di un albero che sbatteva a causa del vento. Guardò fuori, ma si rese conto che gli alberi erano troppo lontani. Strano.
Stava per chiudere la finestra, quando...
-Kou! Ehi, Kou!- Kouyou guardò giù e vide Yuu, sotto la pioggia, completamente fradicio.
-Yuu!!- esclamò sorpreso. -Sei pazzo a stare lì?!-
-Fammi entrare, per favore. Sto congelando!- rispose il moro che in effetti stava tremando.
Kouyou corse al piano di sotto senza nemmeno chiudere la finestra e andò ad aprire la porta, trascinando dentro il suo ragazzo.
-Che diavolo ci fai qui?!- chiese il biondo, iniziando a pensare a quali malattie psichiatriche potessero affliggere l'altro.
-Mi mancavi.- mormorò lui, mettendo su un'espressione triste che avrebbe sciolto chiunque.
Kouyou sentii il suo cuore fare una capriola. Adorava quando Yuu, anche con semplici frasi o gesti, gli dimostrava quanto lo amava. Gli affondò le mani nei capelli bagnati e fece incontrare le loro labbra. Quanto gli era mancato sentire quella bocca carnosa sulla sua, e ancora di più gli era mancato sentire la lingua dell'altro muoversi insieme alla sua.
-Vieni, devi asciugarti.- disse prendendolo per mano, una volta che si furono separati. Andarono in camera del biondo in silenzio, per non svegliare tutti, e una volta lì, Kouyou prese da un cassetto un paio di pantaloni e una maglietta che l'altro lasciava a casa sua per quando dormivano insieme, poi andò a prendergli un asciugamano.
-Ecco, asciugati. Io torno subito.- disse, dandogli la salvietta e cercando di andare velocemente in bagno, ma l'altro lo fermò, prendendolo per un polso.
-Dove vai?- chiese Yuu, che sospettava di conoscere la risposta.
-A rendermi presentabile.- rispose imbarazzato Kouyou, che non vedeva l'ora di far sparire, o almeno camuffare, l'aspetto decrepito che era certo di avere. Yuu fece scorrere lo sguardo sulla figura del ragazzo davanti a lui: aveva i capelli arruffati e sparati in ogni direzione, un pigiama viola i cui pantaloni erano infilati in un paio di spesse calze ed era pieno di piccoli puntini, che ai suoi occhi lo rendevano ancora più adorabile. Sorrise intenerito e lo attirò a sé.
-Sei perfetto.- disse baciandolo sulla fronte, anch'essa vittima dei sintomi della varicella. Kouyou si sentì avvampare, ma, per quanto dubitasse di essere perfetto in quello stato, passò le braccia attorno alla vita di Yuu, stringendosi a lui.
Era tutto tranne che perfetto: era goffo, arrossiva per un nonnulla, non aveva la spigliatezza né un decimo del fascino che poteva vantare Yuu ed era così timido che appena l'aveva conosciuto non riusciva a dire una parola davanti a lui. Non era perfetto, ma se Yuu si era innamorato di lui non doveva essere così male. Sorrise contro il suo petto e chiuse gli occhi.
-Mi sei mancato anche tu.-

 
  
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