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Autore: martioriginal    07/01/2014    3 recensioni
Johnlock ambientata durante la 3x02
I pensieri di John sono tanti, ma forse le sue scelte sono diverse.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IT HAD TO BE YOU.

Dovevi essere tu.
Saresti sempre dovuto essere te. Lo sapevi, lo hai sempre saputo.
Ti chiedo di essere il mio testimone, ti dico che sei il mio migliore amico, rimani sconvolto.
Ma certo che rimani sconvolto, ti si legge negli occhi che quello che vorresti sentirti dire è tutt’altro. Lo sai bene che ti amo, che ti ho sempre amato, molto più di Mary.
Una parte di me ti ha sempre amato, così come ti amerò per sempre.
Ti guardo, i tuoi occhi sono splendidi ma sono fissi nel vuoto, non guardi me, non guardi niente, sei semplicemente incantato a fissare qualcosa pur di non rivolgermi attenzione.
Mi detesti per quello che ti sto facendo, lo so che mi detesti perché anche io mi sto detestando.
Mi odio per questo, dovresti esserci te all’altare vicino a me, ma non ci sei.
Non ci sarai.
Non posso fare questo a Mary, lei mi ama.
Mi ha aiutato mentre tu non c’eri, mi ha salvato la vita. Senza di te stavo per sprofondare nel baratro peggiore, la depressione era dietro l’angolo e faceva capolino ogni volta che mi voltavo, poi è arrivata lei, lei ha portato un po’ di luce nel buio che tu avevi lasciato.
Diamine Sherlock, tu eri morto.
Con la tua morte ho creduto di morire anch’io, e adesso sei qui.
Si, sei qui e nemmeno mi rivolgi la parola, lo so ho sbagliato.
Ho fatto un terribile errore, non avrei mai dovuto lasciarti andare, avrei dovuto fermarti, non so in che modo ma avrei dovuto.
Adesso  saresti te, saresti te a dormire con me, saresti te a cui dichiaro amore eterno, saresti te a vivere al mio fianco.
Ma non lo sei, non sei te. Sarà lei, sarà Mary.
Questa mattina la Signora Hudson mi ha detto di averti sentito suonare. Avrei voluto sentirti io.
Oh Sherlock, sono più di due anni che non ti sento suonare.
Fa male, fa malissimo.
Certe volte immagino le tue note, ti immagino ancora vicino alla finestra.
La luce della luna penetra dal vetro appannato, tu sei lì davanti, indossi la tua vestaglia blu e imbracci il violino.
I tuoi movimenti sono fluidi, la melodia fa venire i brividi.
Tu fai venire i brividi.
Oh ecco, è lì che stai guardando.
Seguo la direzione del tuo sguardo, mi volto.
Stai guardando la finestra, lì vicino c’è il violino. Stai guardando quello. Suonerai al mio matrimonio? No ti prego non farlo, la cosa potrebbe uccidermi. Sherlock non suonare per me e lei, suona per me e te. Per noi, come un tempo. Suona per noi Sherlock.
Ma non dico niente.
Vorrei dirti tutto questo ma non lo faccio, non lo dico. Fa male solo il pensiero, dirlo è impossibile.
Mi chiedi se sei davvero il mio migliore amico.
Certo che lo sei, ma non sei solo questo.
Sei il mio migliore amico ma sei anche la persona che amo.
Ma no, questo non posso dirtelo.

“Certo che lo sei. Sei il mio migliore amico.”

Mi limito a dirti questo. Non posso dirti altro.
Ma in effetti tu lo sai non è così?
Tu sei il grande Sherlock Holmes, sai che ti amo dal primo momento che ti ho visto.
L’istante in cui le tue dita hanno sfiorato le mie quando ti ho prestato per la prima volta il cellulare.
Te ne sei accorto anche te? Li hai sentiti i brividi che ti hanno percorso la schiena?
Io li ho sentiti.
Mi sono detto di non vivere con te, non potevo, la cosa mi avrebbe distrutto.
Poi mi hai detto l’indirizzo. Mi hai detto il tuo nome.
Non potevo rinunciare.
E la prima volta che abbiamo cenato fuori insieme?
Tutti ci scambiavano per una coppia, e io volevo esserlo davvero.
E poi Irene, è arrivata lei.
Lei ha cambiato tutto. Tu lo hai sempre negato ma lei ti ha fatto qualcosa, ti ha cambiato dentro, lo so, me ne sono accorto.
E io ero lì impotente, non ho detto niente.
Adesso sei te a non dire niente, sei te ad essere d’accordo con questo matrimonio. Ma lo sei davvero Sherlock? Sherlock basta solo una tua parola, basta solo un tuo gesto e potrei mandare tutto a rotoli.
Fammi solo capire che lo vuoi anche tu.
Ma non lo fai, nessun gesto, nessuna parola.
Sei il mio testimone di nozze, hai accettato.
Passano le ore, i giorni.
Arriva il matrimonio, in parte sono felice, adoro Mary.
Dico il fatidico “lo voglio”. In effetti lo voglio davvero, voglio tornare ad amare, ma non puoi essere tu. Non devi essere tu.
La cerimonia è stata fantastica, è finita veloce. Adesso c’è il ricevimento. Ci sarà il tuo brindisi. Il tuo discorso, oddio quali saranno le tue parole.
Ho paura, Sherlock.
Ti alzi in piedi.
Ecco è finita, morirò me lo sento.
Inizi a parlare, ogni tua parola mi porta sempre più vicino alle lacrime, poi scoppio, non ce la faccio più.
Non posso piangere, non davanti a tutti, no non posso; ma posso abbracciarti.
Tutti si commuovono, tu non capisci, mi guardi spaesato e mi chiedi se hai fatto qualcosa di sbagliato, sei hai commesso qualche errore. Per l’amore di Dio, no! Non hai commesso nessun errore, sei stato perfetto. Sherlock tu lo sei sempre.
Mi alzo di scatto, ti abbraccio.
Ti abbraccio perché è la sola cosa che posso fare.
Vorrei che tutti qui dentro sparissero, poi guardo i tuoi occhi, per un momento mi sembra davvero che non ci sia più nessuno, ci siamo solo noi. Ci siamo sempre stati solo noi.
Poi sento gli applausi, gli invitati applaudono al nostro abbraccio.
Ah giusto, davvero non ci siamo solo noi.
Arriva l’omicidio, il tentato omicidio.
E tu? Tu sei un genio e ovviamente lo risolvi.
Torniamo a festeggiare.
Devo fare il primo ballo con Mary, è tradizione.
Chiedo all’orchestra di suonare, ma no. Tu dici di avere il tuo regalo per noi.
Mi sento soffocare. Non è quello che penso vero?
Non lo vuoi fare, non suonerai per me e lei vero? Non è così Sherlock? Non suonerai. Dimmi che non suonerai.
Mi sbaglio. Tiri fuori dalla giacca una busta, dentro c’è uno sparito.
Mi sento il cuore che fa male. Fa tanto male.
Prendi il tuo violino.
La pista si svuota, io e Mary rimaniamo al centro. Siamo da soli, siamo io e lei.
Ti guardo. I tuoi occhi di ghiaccio mi sfondano l’anima. Abbassi lo sguardo e inizi a suonare.
Sono passati più di due anni e adesso sto davvero ascoltando quella dolce melodia.
Sherlock Holmes tu sei la mia morte.
Prendo la mano di Mary, balliamo.
Sorride, lei è felice. Il suo sorriso è contagioso. Sorrido anche io. La bacio.
Tu fai un altro discorso dopo il ballo.
Mi stai uccidendo e nemmeno lo sai.
Dici che ci sarai sempre per noi, quando in realtà sono io che mi sto allontanando. Mi fa male tutto questo.
E’ il mio matrimonio, dovrei essere la persona più felice a questo mondo, ma non ho sposato te. Non posso essere davvero felice. Non posso. Non ce la faccio. Scusa.
Ballo ancora con Mary, ma ti guardo, mentre ballo con lei continuo a guardarti, ti guardo sempre.
Vedo che esci, vedo che stai andando via.
Sento male al petto quando vedo che ti allontani.
Finalmente il ballo finisce. Dico a mia moglie che devo andare in bagno.
Fortunatamente i bagni e l’uscita sono nella stessa direzione.
Mi odio, mi faccio schifo da solo. Le dico una bugia già dopo poche ore di matrimonio. Sono un mostro, ma non importa, devo fermarti, non puoi andare via. Non puoi.

“Sherlock!”

Urlo e tu ti fermi.
Ti volti verso di me, hai il colletto del cappotto sollevato, l’espressione sul tuo volto è impaurita.
Fa un po’ freddo fuori, non ho con me il mio cappotto, ho solo la giacca, ma non importa.

“Sherlock dove stai andando?”

“Non lo vedi John? Me ne vado, mi sembra chiaro. Sono stanco voglio andare a casa.”

“No Sherlock, non puoi andare via, sei il mio testimone, il mio migliore amico.”

“Esatto John, è questo che sono: Il tuo migliore amico. Torna da tua moglie è meglio così.”

Sei freddo, sei freddissimo, lo sento. So che è colpa mia, lo so ed è terribile.
Torni suoi tuoi passi, stai andando via di nuovo.
Mi avvicino e ti blocco il polso.
Ti volti di nuovo, mi guardi come per chiedere una spiegazione; ma non c’è nessuna spiegazione.
I miei occhi tremano, così come le mie labbra e addirittura la mano che ti ha fermato.
Abbasso lo sguardo, incrociare il tuo fa troppo male.

“Dovevi essere te.”

Lo dico in un sussurro ma so che lo hai sentito.
Non lo ripeterò, non ci penso nemmeno a ripeterlo, ho già sbagliato a dirtelo.
Alzo lo sguardo, ora provo a guardarti.
I tuoi occhi sembrano lucidi, ma no non è possibile, è solo la luce del lampione alle mie spalle.
In un attimo ti abbassi e sei sopra di me.
Le tu mani vicino al mio collo.
Mi baci.
Dio mio!! Sherlock ho aspettato questo momento per due anni, tu mi baci. Mi stai baciando.
Il mio cervello si spegne. Non capisco più niente. So che non dovrei. Dannazione sono sposato adesso, mia moglie ha ancora il vestito da sposa e io sto baciando un altro uomo.
No, non un altro. Te. Sto baciando te.
Non so nemmeno quando, ma ho chiuso gli occhi, ho stretto una mano tra i tuoi ricci e l’altra al tuo fianco.
Ti stacchi da me. Mi sembra di essere vuoto adesso.

“Scusa John, non avrei dovuto. Devo andare adesso. “

Ti volti, per andare via davvero questa volta.
Non posso fermarti, non di nuovo.
Porto una mano sulle mie labbra, sento ancora il tuo sapore, il sapore più buono del mondo.
Poi mi sembra di sentire la tua voce, mi sembra di sentirti dire che mi ami. Ma no, non può essere tu stai andando via.
Non so perché l’hai fatto, non so perché mi hai baciato.
Ma una cosa è certa, Sherlock.
Dovevi essere tu, sarai sempre tu.


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E' una Johnlock scritta di getto, ho appena rivisto la scena dell'abbraccio e mi è venuta in mente questa storia. Spero che vi piaccia. Se volete lasciare qualche recensione mi fa più che piacere. Sono abbastanza provata da quello che ho scritto, ho pianto pensando a Sherlock che va via, ma John è sposato adesso, ho dovuto fare questo sacrificio, ma il mio povero cuore ne risente. Comunqueeee spero davvero che vi sia piaciuta. Un bacio, Marti <3
   
 
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