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Autore: ToraStrife    08/01/2014    0 recensioni
[Sturmtruppen]
(Sturmtruppen - One Direction - qualche guest di Bieber e Tokio Hotel)
Era la Grande Guerra. Lei era bella, giovane, quando eventi ben noti alla storia dell'umanità le strapparono tutto. Affetti, dignità, vestiti (soprattutto quelli). Ma tra le fila degli aguzzini marciavano, sia pur servendo una causa ignobile, degli angeli che le avrebbero cambiato la vita.
Senza contare, che, per fortuna sua, i malvagi tedeschi non erano poi così infallibili...
Parodia a cuor leggero, anche considerando la delicatezza di un così terribile periodo storico.
Per l'occasione, crossover con le Sturmtruppen del compianto e sempre antibellico Bonvi.
Genere: Comico, Demenziale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
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STURM DIRECTION




"Essere venuto qui mi ha davvero ispirato. Anna è stata una grande ragazza. Magari sarebbe stata una belieber"


Justin infine firmò e posò la penna vicino al registro.
Lo sguardo allibito del custode nel leggere il commento venne sommerso dalla vampata di fumo che il ragazzo gli soffiò contro, dopo essersi tolto di bocca il sigaro.
Un bodyguard si avvicinò e sussurrò al canadese.

- Mr. Bieber, sarebbe il caso che spegnesse...

- E' vietato fumare? - Chiese Justin, guardandosi attorno in cerca di segnali di divieto.

- No ma, voglio dire, se qualche fan la vedesse...

- Ancora con quella storia? Avete paura che si taglino perché mi hanno visto fumare una volta? Anche se fosse, per due taglietti....!

- Siamo vicino alla Francia, e qua hanno la ghigliottina! Si immagini...

- Va bene, va bene, mi hai convinto. - Tagliò corto Justin, spegnendo distrattamente il mozzicone contro il braccio del bodyguard, che sopportò in silenzio con una smorfia. - Vado a farmi un giro con la Ferrari. "Magari" beccherò anche qualche paparazzo da investire, per distrarmi un po'.

All'ingresso, una foto emblematica di Anna Frank seduta davanti a uno scrittoio, sembra quasi osservare la Ferrari del cantante nella sua partenza in sgommata.
Un forte odore di copertone bruciato dilagò nell'aria.
A fianco di Anna, un poster raffigurante la copertina di un noto libro, il cui titolo sembra il commento perfetto per la piccola ebrea nei confronti del cantante.
"Se questo è un uomo".

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Era il 1948, teoricamente la Grande Guerra avrebbe dovuto già essere finita già da tre anni.
Una distorsione temporale provocata però dalla fantasia di alcune ficcynare la fece proseguire fino ad allora.

A ripeterla con la canzone di un noto omosessuale dell'epoca: Shoah Must Go On.

Gli stivaloni dei soldati del Baffetto più temuto della Storia (Adolf, non Freddy) calpestavano senza pietà le campagne germaniche alla ricerca di tutti coloro che non corrispondevano all'ideale estetico e purosangue professato da Adolf.
Il passo all'unisono dei militari in grigio faceva tremare la terra, l'acqua delle pozzanghere di quell'umido autunno piovoso, e soprattutto i poveri civili braccati come cacciagione.
E fu con un calcio che la porta di una cascina si aprì, con violenza tale che i cardini quasi si staccarono.
Uno dopo l'altro, quattro soldati fecero irruzione all'interno con i mitra spianati.
L'unico occupante di quella bicocca, un povero contadino seduto a tavola, scattò in piedi e si irrigidì, alzando le mani alla vista delle canne.
Un ufficiale entrò impettito, con passo deciso.

- Pene, Pene. - Esordì, con un forte accento teutonico, (al quale vi dovrete abituare, miei cari lettori). - Kosa appiamo qui?

Il contadino sembrò cascare dalle nuvole. - N-non saprei. Ci sono io!

- Non faccia finto tonto! - Tuonò il Capitano, mentre ad un suo cenno uno dei subordinati puntava una baionetta contro la gola del malcapitato. - Sappiamo benissimo kosa lei naskonde in sua kantina!

- Oddio, avete scoperto la mia distilleria clandestina!

- A-ha! - Gridò il Capitano in tono accusatorio, - Lei ha anche distilleria! - Poi, ricordandosi del vero motivo. - No, un momenten! Io dicevo a propositen di profughi eprei!

- Profughi ebrei? Quali profughi ebrei? - Domandò il povero contadino, tentando di dissimulare, anche se le ginocchia tremanti non gli donavano un'aria particolarmente credibile.

A peggiorare la situazione, un improvviso lamento cominciò a sentirsi da una botola al centro del pavimento.

- Qvesti profuchi eprei! - Ridacchiò soddisfatto il Capitano. -  Il pianten del bambinen fi ha traditen!

Ad un comando dell'Ufficiale, i soldati aprirono la botola.
Quello che sembrava il pianto di un bambino, in realtà erano canti stonati di euforia.
Il contadino per poco non svenne.

- Questi maledetti si sono scolati tutta la mia preziosa riserva di alcolici!

Ed in effetti, più che un manipolo di ebrei, si poteva ormai definire una comitiva di ebbri.

- Portate fia tutti qvesti eppri! Subito! - Ordinò il Capitano, tappandosi il naso per il forte odore alcolico.

- Eh no, eh! - Intervenne il contadino. - Io protesto!

- Ah, e qvali sareppero sue timostranze? - Domandò l'ufficiale con una falsa aria cortese.

- Chi mi risarcisce della cantina svuotata?

- Ciusto. - Convenne l'ufficiale. - Soltato! - Ordinò con un cenno al sottoposto più vicino.

- Jawhol! - Annuì il soldato, dopodiché puntò il fucile sulla fronte dell'agricoltore e fece fuoco.

- Capitanen, - Chiese Fritz, uno dei commilitoni. - Non è stato un po' esageraten?

- Nein, - Spiegò l'ufficiale nazista. - Egli era traditore di patria und afefa nascosten perikolosi eppri, ma c'era motifo molto più importanten...

- E quale motifo poter essere più krave di afer naskosto qvesti prigionieren? - Rincalzò Fritz, genuinamente curioso.

- Il bastarden mi afefa imbrogliaten: con falsa skusa di essere sforniten di alcolici, mi facefa pagare poche bottiglie una fortunen. - Commentò il Capitano con una punta di veleno personale.

- Ach! - Commentò il soldato stupiten. - Daffero ein motivo grave!

- Intanten kosa facciamo di qvesten puzzoni ebbri? - Domandò Franz, colui che aveva freddato il contadino.

- Naturalmente in campo di concentramento, marsch! - Ordinò il Capitano. - Qvesti cani ebbri impareranno a scolarsi preziosa riserva d'annata.

- Ja, ma chi si okkuperà di accompagnarli in campen di concentramento?

- Naturalmente nuove reclute Horan und Malik! - Proclamò l'ufficiale.

- Agli ordini! - Risposero all'unisono i due cadetti, sbattendo i tacchi degli stivali e facendo il saluto.

Mentre l'ordine veniva eseguito, Franz confidò i suoi dubbi a Fritz. - Eppuren c'è qualcosa che non mi confince in loro...

- Cosa tu voler dire? - Chiese il collega.

- Niall und Zayn ... Non mi sembrano manko nomi tedeschi... - Spiegò, lanciando occhiate sospettose ai due nuovi arrivi.

- Forse avere qvalke parente all'estero...

- Inconcepibile! - Esclamò scandalizzato Franz. - La pura razza ariana non ammette nulla di non tedesco.

- Uh, avete detto qualcosa? - Chiese distrattamente Zayn, mentre aiutava una vecchietta ad attraversare la strada verso il lager.

Niall aveva altro a cui pensare: tra la massa di marmaglia alcolizzata, spuntavano due occhi profondi, neri come la pece, due cavità irresistibili appartenenti a una giovane ebbra di circa 16 anni, lunghi capelli neri, alta circa 1.65, con due splendidi seni che facevano capolino dalla generosa scollatura, le curve nel resto del corpo erano al posto giusto, e questo nonostante l'evidente stato di denutrizione dovuto al fatto di non mangiare da ben quattro giorni.
Infatti, per rimediare, la ragazza si stava mangiando Niall con gli occhi.

- Ciao, bella, qual è il tuo nome...ehm, voglio dire, sporca ebbra, palesa subito il tuo nome e numero di cell...di matricola!

- Mi chiamo Rosi, Rosi Grandi.

La suadente voce tremante penetrò nelle auricolari della recluta come il canto di una sirena.

Il quadretto venne interrotto da un intervento bizzarro: due mani sanguinanti si aggrapparono alle spalle di Niall.

- A-aiutami.

Era il contadino, tutto coperto di sangue, ma ancora vivo.
Rosi pensò quasi a un miracolo divino.
Niall pensò invece che Franz aveva urgente bisogno di una visita oculistica. Riuscire a sbagliare un colpo a bruciapelo: ma si sapeva già che il porto d'armi se lo era procurato tramite corruzione & raccomandazione.

Il contadino fissò con sguardo implorante il biondino. Poi lo sguardo si spostò un po' a sinistra.
Per un attimo, il villico dimenticò la sua condizione di moribondo e si accorse delle forme generose della piccola Rosi.
Nella zona inguinale, alcuni cenni di vita si fecero notare.

La cosa, misteriosamente, irritò il biondo mezzosangue, che d'istinto estrasse una Luger e trapassò il cranio dell'uomo con un proiettile.
Lo schizzo di cervella e sangue andò a sporcare il pavimento circostante.
Il contadino morì con ancora la zona inguinale rigida. Se fosse ultima libidine o rigor mortis, non lo avrebbe mai saputo nessuno.

- Ma... ma perché lo hai ucciso? - Commentò terrorizzata Rosi.

- Ormai era spacciato. - Si giustificò Niall, chiedendosi, tra l'altro, perché si stava giustificando di fronte a una sporca ebbra.

In realtà il mezzo tedesco aveva solo applicato alla lettera un vecchio proverbio tedesco.

Al contadino non far sapere quanto è bona la ebbra con le pere. (E che pere!)

Il biondo aveva già deciso: quella prigioniera sarebbe stata sua!

La compagnia si mise in marcia per andare a prendere il treno che li avrebbe condotti al loro destino.





  
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