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Autore: SmartieMiz    09/01/2014    2 recensioni
Il dolore per la perdita dei suoi compagni, la tranquillità con cui affronta la morte, le agitazioni e le preoccupazioni terrene che lo assalgono.
E lo sguardo carezzevole di Grantaire.
La tragedia vista sotto gli occhi di Enjolras.
La rivoluzione non è finita.
Muoiono le persone, ma non le idee.
Periranno le nostre carni, diventeremo polvere, ma gli ideali, la lotta non si disperderanno così facilmente.

[E/R; Enjolras POV]
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Enjolras, Grantaire
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Just our hands clasped so tight
Rating: verde
Genere: angst/malinconico/sentimentale

Note: il momento tragico visto da Enjolras in 875 parole. Inizialmente avevo optato per un POV essenzialmente di Grantaire o al massimo di entrambi, ma alla fine ho deciso di descrivere questo momento mettendomi nei panni di Enjolras e immaginando cosa avesse potuto pensare. I dialoghi sono presi direttamente dal libro. Spero vi piaccia!

 

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Victor Hugo; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 

 

Just our hands clasped so tight

 


Il y a une chose plus forte que toutes les armées du monde,
c'est
une idée dont le temps est venu.
- Victor Hugo
 
(C'è una cosa più forte di tutti gli eserciti del mondo,
e questa è un'idea il cui momento è ormai giunto).

 
 


Li ho visti spegnersi uno ad uno; avrei voluto spirare con loro.
Ho visto ognuno di loro cadere sotto i miei occhi. Dire che è stato tremendo è un eufemismo.
Un dolore così agghiacciante appesantisce il mio cuore, il mio animo.
A che cos’è servito questo sacrificio?
Le domande incominciano ad assalirmi, impedendomi di lasciarmi in pace anche sul punto di morte.
Che cos’è cambiato?
Non è stato inutile, mi convinco. La gente sa e continua a sperare. Che gli ultimi eventi possano penetrare nelle loro menti e nei loro cuori e infonder loro coraggio; possano trasformare la loro speranza in audacia, i loro sogni in fatti. Possa il popolo lottare affinché essi si realizzino!
La rivoluzione non è finita.
Muoiono le persone, ma non le idee.
Periranno le nostre carni, diventeremo polvere, ma gli ideali, la lotta non si disperderanno così facilmente.
«Fucilatemi».
Sono tranquillo; so che per me è finita e mi preparo a morire, evidentemente non potevo fare nient’altro. Confido nel popolo e nelle nuove generazioni.
È la mia testa, invece, ad essere in subbuglio, piena di domande, e il mio cuore ad essere pesante, oppresso dal dolore; sarei morto con piacere – per quanto morire possa essere un piacere – con i miei compagni o addirittura prima, ma non avrei mai voluto assistere ai loro singoli decessi.
Una guardia abbassa la propria arma.
«Mi sembra di fucilare un fiore».
Sono indignato. Cosa aspettano a fucilarmi e a farla finita? È quello il loro obiettivo.
Le guardie preparano le proprie armi.
«Puntate!».
«Aspettate», interrompe un ufficiale: «Volete che vi si bendino gli occhi?».
Trattengo un’amara risata. Tutto questo è ridicolo: quale sarà la prossima interruzione?
«No».
«Siete voi quello che ha ucciso il sergente di artiglieria?».
«Sì».
A queste parole, avverto una fitta al cuore.
Ho ucciso.
Sentimenti contrastanti pervadono la mia coscienza e la mia anima: calma e serenità, trepidazione e dolore, ribrezzo verso la mia persona per aver versato del sangue.
«Puntate!».
È giunta la mia ora. Metto da parte le preoccupazioni e i problemi terreni e mi preparo ad abbracciare la morte.
«Viva la Repubblica! Ci sono anch’io!».
L’ennesima interruzione. Un’interruzione differente da quelle precedenti.
Grantaire.
Grantaire è ancora vivo, ma ha già firmato la sua condanna.
Ha i capelli scompigliati e gli occhi pieni di luce e di vita, quella di cui mi avrebbero dovuto privare già da qualche minuto. Con passo deciso prende posto accanto a me.
«Ammazzatene due in un colpo solo».
Lui che non crede in niente e che si sarebbe potuto salvare se avesse voluto è invece uscito allo scoperto.
Per me.
Mi guarda, dolcemente. Sento il suo sguardo dolce e rincuorante accarezzarmi l’anima e penetrare nel cuore. Una sensazione nuova che in realtà sta riemergendo ora, soffocata per troppo tempo dall’orgoglio e la fierezza.
«Permetti?».
Sento gli occhi pungermi, ma alla fine quello che mi viene più naturale è un sorriso.
Gli porgo la mano. I fucili non ci intimidiscono.
Le nostre mani si intrecciano, e con un gesto siamo immediatamente a conoscenza dei silenzi ostinati, degli sguardi nascosti, di tutte le parole mai dette.

 



Angolo Autrice

Buon pomeriggio a tutti!
Sentivo il bisogno di scrivere questa OS e in particolare di scriverne una "versione" di Enjolras, diciamo xD
In un certo senso è come se avessi sempre visto il momento della loro morte con gli occhi di Grantaire, ero quindi curiosa di cimentarmi in quella che è la personalità e il punto di vista del nostro leader.
Il titolo è ispirato ad un verso della canzone "I will follow you into the dark" cantata da George Blagden ♥
Spero di aver fatto un buon lavoro e soprattutto spero vi sia piaciuta!
Parlando di cose più allegre xD, per chi seguisse la mia minilong natalizia su Les Mis... il capitolo quarto è in parte già scritto, spero di non farvi attendere ancora v.v
Alla prossima <3
   
 
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