Storie originali > Azione
Segui la storia  |       
Autore: lupacchiotta blu    09/01/2014    1 recensioni
Valentina è una ragazza come ce ne sono tante: i suoi genitori la amano, ha un cane fedelissimo, un migliore amico-fratello, è determinata, intelligente,pratica uno sport che ama... ma che cosa succederebbe se il suo mondo cambiasse, se venisse invaso dagli zombie? E se la sua famiglia non volesse seguirla? Cosa farebbe lei? Scapperebbe impaurita o farebbe l'eroina della situazione? Questo è un mistero, ma ha dalla sua parte un'arma formidabile: è un po' paranoica, e non si può prenderla alla sprovvista.
Genere: Avventura, Azione, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

4 gennaio 2014

“La malattia ha raggiunto la Cina e l’Indonesia. In Australia e Giappone pare non ci siano stati casi, ma i confini dei due stati sono chiusi da ieri notte. Negli U.S.A. si contano 650 persone malate all’interno delle strutture sanitarie competenti e vengono continuamente segnalati nuovi casi alle forze di polizia. Anche se i confini con il Messico sono chiusi, i profughi arrivano in massa e molti riescono a passare. Il Canada accoglie chi non è contagiato e la situazione è ancora sotto controllo. Il sud America, come l’Asia, sta per crollare e le isole caraibiche sono prese d’assalto da tutti quelli che sono dovuti fuggire. In Africa del sud la situazione non  è ancora critica perché il deserto rallenta sia i vivi che cercano la salvezza, sia i morti che tentano di attraversarlo. In Italia si contano 20 casi in Calabria e 8 in Sicilia. Adesso i malati saranno messi in quarantena. Si aspettano notizie dai centri di ricerca per una cura.”.
 
Una cura … bah … in tutti i libri che ho letto, si dice che la malattia è senza cura, ma chissà, tutto è possibile ed io spero che la trovino il prima possibile.
In televisione mandano una pubblicità dello stato in cui spiegano cosa fare se avvistiamo uno zombie. “Chiamare la polizia e attendere al riparo. Non avvicinarsi e non toccare gli infetti e quelli che sono già morti. Gli zombie sono attratti dal rumore, non provano dolore, e almeno per le prime ore dopo il decesso e la rianimazione possono vedere. Con il tempo questa abilità scompare”.
Non dicono che bisogna spaccar loro la testa per ammazzarli, perché qualcuno che vuole far l’eroe ci proverebbe e ci resterebbe secco subito.
 
Comunque, oggi devo pensare al rifugio.
Casa mia non può essere. Si affaccia su una strada molto trafficata. Non è in centro ma in periferia, quasi nei campi, ma passano migliaia di automobili qui. Poi, si trova sopra l’officina di famiglia, piena di allarmi rumorosi, macchinari pericolosi e oggetti che potrebbero cadere da un momento all’altro. Va bene per un giorno ma non di più.
Pensavo piuttosto a un bunker in campagna che appartiene ai miei genitori. Si tratta di un rifugio anti-aereo formata da una stanza di 16 metri quadrati (4x4), una specie di ripostiglio pieno  di legna, un bagnetto non funzionante e un’altra stanza 3x3. All’interno ci sono  un caminetto, una stufa, una cucina a gas, un frigorifero, una tavola di legno piena di tarli, delle sedie che cadono a pezzi solo a guardarle, un materasso pidocchioso, un miliardo di ragni, un dito di polvere sul pavimento e chincaglierie varie. Manca l’acqua corrente ma almeno c’è l’elettricità.
 
Prendo di nascosto le chiavi del bunker dalla scatola nascosta nel cassetto della dispensa antica.
< Mamma! Io vado a fare un giro, torno per cena >.
< Va bene, con chi vai? > chiede curiosa.
< Da sola, voglio solo uscire un po’ > rispondo. So già cosa dirà adesso.
< Dovresti uscire con qualche amica o compagna di classe! Sei una ragazza troppo solitaria, dovresti divertirti ogni tanto > dice un po’ mogia. Lei crede che io abbia pochi amiche, ma quelle due o tre che ho mi bastano. Preferisco l’amicizia del mio migliore amico Davide.
< Ma io esco con loro, solo che mi sembrano un po’ noiose a volte… > la verità è che alcune di loro sono stupide come oche.
< E’ vero, ma sei una ragazza così seria… ufff, vabbè, piuttosto che una figlia scellerata preferisco una figlia con i piedi per terra! > dice sorridendomi.
< A dopo, mamma! >
< A dopo! >.
Non le dico dove sto per andare, altrimenti farebbe così tante domande da diventare asfissiante. Per carità,le voglio un mondo di bene, ma quando è tropo, è troppo.
Vado al bunker  in mezzo ai campi con il mio cane. Lui si chiama Asso. Non so di che razza sia e non me n’è mai importato. Sembrerebbe uno strano incrocio tra cani lupo di diverse razze. E’ il cane migliore del mondo. È con me da quando è cucciolo (ha tre anni ora) ma è come se fosse con me da una vita. A volte mi pare quasi di poter comunicare con lui con il pensiero.
Mentre mi avvicino lui annusa ogni fiore, filo d’erba o sassolino si trovi lì vicino, scodinzolando allegro.
 
Il rifugio è stato costruito attorno al 1940 in mezzo a un campo che ora è tenuto “a erba”, cioè non si coltiva nulla ma si falcia l’erba per il bestiame.
È a quasi un kilometro dalla fattoria di Beppe il Panza, che alleva bovini. Prima di lui c’è un uomo con due cavalli e a 7 km dalla casetta ci sono due vecchietti che coltivano pesche e allevano galline. La città finisce a 10 km dal rifugio, separata dalla campagna dalla ferrovia. Un posticino bello isolato, quindi.
Questo bunker era stato costruito per la seconda guerra mondiale. Il precedente proprietario, negli anni ’80 ha deciso di trasformarlo in una specie di taverna privata dove faceva le sue festicciole (ecco spiegati il bagno e il caminetto).Doveva esserci anche un’uscita secondaria, ma è stata fatta chiudere.
La mia famiglia aveva comprato il campo e il rifugio nel 1995. Era messo maluccio da quello che mi hanno raccontato, perciò lo avevano ritinteggiato e sistemato un po’.
 
L’ho ripulito da cima a fondo dalla polvere e dai ragni. Ho sistemato la legna, provato il frigorifero (miracolosamente funzionante, visto che è lì dagli anni ’90) e cambiato le lampadine rotte.
Ho controllato la massiccia porta di acciaio, sistemato alcuni attrezzi agricoli e pulito la cucina a gas (la bombola non so proprio come portarla fin qui, ma non è poi così urgente, visto che ho il caminetto).
Il materasso è messo malissimo. È meglio metterlo fuori e fargli prendere un po’ di aria. Magari potrei lavare la fodera esterna.
La tavola e le sedie le ho distrutte e messe insieme all’altra legna. Nel pomeriggio ne porterò di nuove con il camion.
Ho chiesto a mio papà se può aiutarmi a portare i mobili fin lì con la scusa di “risistemare questo posto perché lasciato in uno stato simile, è uno spreco e una vergogna”. Ha funzionato. Conosco i miei polli.
 
Asso è stato tutto il tempo in giro per il boschetto vicino, e lungo le canalette. Penso che seguisse le tracce di qualche animale selvatico, sembra proprio un lupo che caccia.
Se ce ne sarà bisogno, mangerò selvaggina, tanto per me non è un problema, visto che mi piace molto. Non sono come le mie coetanee che mangiano solo pollo, bovino e maiale e inorridiscono anche al solo sentir parlare di carne di lepre o fagiano.
Mi siedo in mezzo all’erba alta, sopra una coperta. < Asso! vieni! > corre subito da me. Di sicuro lo porterò con me quando mi rifugerò qui.



Angolo dell'autrice: 
in questo periodo, le storie di zombie mi prendono un sacco: le adoro! quindi ho deciso di scrivere una mia storia su una possibile apocalisse zombie.
Questi primi capitoli sono un po' lenti, ma dai prossimi la narrazione diventerà via via più veloce.
Le recensioni sono ben accette, e per finire, spero vi piaccia!
Al prossimo capitolo,
lupacchiotta blu
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Azione / Vai alla pagina dell'autore: lupacchiotta blu