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Autore: Dragon gio    29/05/2008    6 recensioni
Salve!!! Un altra breve shot dedicata al mio artista preferito di Naruto Shippuuden: Sai!! ^ ^ Il Team Kakashi si trova a passare fra le rovine di un villaggio e Sai ha degli strani Deja-vù...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sai, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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NARUTO SHIPPUUDEN - Home Ciel blue
I personaggi di questa storia non mi appartengono, ma sono proprietà di Kishimoto Masashi. Questa storia non è scritta a scopo di lucro.


NARUTO SHIPPUUDEN
HOME – Ciel blue



C’era tanta povertà in quel villaggio, eppure le persone non si abbattevano mai.

C’era sempre la guerra in quel villaggio, eppure nessuno voleva mai lasciare la propria casa.

C’era un cielo quasi sempre grigio in quel villaggio, eppure lui non smetteva di dipingerlo azzurro…


Il Team Kakashi si stava incamminando verso un villaggio molto ad Est nella terra del Fuoco.
Avrebbero dovuto raggiungere la meta entro la notte, ma prima dovevano passare attraverso quella vallata.

Correva veloce il gruppo di giovani ninja capeggiati dal capitano Yamato e Kakashi-sensei. Per questa missione di grado elevato, era stata richiesta anche la presenza di Kakashi, su preciso ordine di Tsunade-sama.

Naruto cercava di stare sempre un passo avanti rispetto i due compagni, sempre troppo esuberante.
Sakura subito dietro di lui, calma e decisa, una perfetta kunoichi con straordinarie capacità di ninja medico.
E per ultimo a chiudere la fila lui, l’elemento imprevisto, il sostituto.

Come sempre controllato e glaciale, anche se ormai poteva dire di star cambiando, il suo atteggiamento durante le missioni era rimasto invariato.

- Fermi ragazzi!! – esclamò improvvisamente il capitano Yamato. Subito tutti ubbidirono.
- Che succede, Yamato?! –
- Kakashi-senpai, guardi la cartina… -
I due Jonin scrutarono attenti il foglio spiegazzato, un velo di ombra corse nei lori occhi scurissimi.

- Ehi…Kakashi-sensei, ma che succede?! –
- No, nulla Naruto! Mi sono solo stupito nel constatare che su questa cartina a pochi chilometri da qui è segnato un villaggio… -
- Come, un villaggio? Ma qui non c’è niente…! – affermò Naruto indicando la zona circostante. Anche volgendo lo sguardo lontano non si vedeva nemmeno l’ombra di una casa.
- Infatti…la cartina che usa Yamato è molto antiquata! Questo villaggio fu raso al suolo dalla grande guerra molti anni fa! Non saranno rimaste altro che rovine, se va bene… - spiegò zelante il Jonin mascherato facendo spallucce.
- Allora dove è il problema, non capisco?! Perché cavolo ci siamo fermati?!! –
- Naruto, sei sempre il solito baka! – puntualizzò Sakura tirandogli uno scappellotto.
- Ahi!! Sakura-chan, fai piano!! –
- Su, ora basta voi due! proseguiamo! –

E la marcia riprese, il gruppo di ninja giunse in prossimità dei resti di quel villaggio. Il paesaggio era davvero desolante, nessuna casa era rimasta in piedi, cocci e pietre un po’ ovunque a farla da padrone.

Nemmeno si scorgevano più i segni della furiosa battaglia che aveva travolto quel luogo. Naruto si guardava in giro con circospezione, quel villaggio era così lugubre a suo dire che quasi temeva di veder spuntare fuori un fantasma!

Anche Sakura si sentiva un tantino irrequieta, i suoi occhi smeraldo attenti e pronti all’azione. L’unico a cui quel posto sembrava non fare nessun particolare effetto era Sai.

Camminava piano fra le rovine, quel luogo gli era famigliare, quanti villaggi aveva visto ridotti in quello stato?
Anche se non lo rammentava nitidamente, pure il suo villaggio natio doveva essere stato distrutto nel medesimo modo.

Già il suo villaggio, la sua casa

Il volto si mosse istantaneo verso destra quasi in modo automatico, Sai ebbe come un flash.
Rivide una stradina di campagna e un negozietto di fiori sullo sfondo. Chiuse gli occhi, quando li riaprì si accorse che aveva dinanzi solo terra bruciata e molti massi, decisamente differente da prima.

Non ci badò troppo e seguì i compagni, Naruto lo stava già chiamando agitando la mano, era rimasto troppo indietro.

Ma poi…accadde di nuovo, un altro flash simile al precedente e poi un altro, un altro ancora e ancora…

Sai scosse con violenza la testa, eppure non avevano combattuto, non era ferito e non aveva subito danni o lesioni alla testa. Ma allora perché?

- Sai, che cosa hai? – Il volto etereo di Sakura gli si parò davanti preoccupata. Lui boccheggiò qualche istante prima di rispondere.
- No nulla…ho solo avuto un attimo di deja-vù! –
- EH? Deja…che?!! – trillò Naruto spuntando alle spalle del brunetto facendolo sussultare per lo spavento.
- Deja-vù significa quando hai l’impressione di vedere un luogo o una persona che hai già conosciuto! Anche se la maggior parte delle volte è solo uno scherzo del tuo cervello… -
- OH… - fece eco Naruto sgranando le iridi azzurre. Sakura lo squadrò per una decina di secondi e poi esclamò - Non hai capito nulla, vero?! –
- Esatto!!! – Naruto rise a metà fra l’imbarazzato e il comico, perfino Sai sorrise nel vedere quanto fosse ingenuo in certi campi il suo compagno di team.
- Ragazzi, non rimanete indietro! –
- Ci scusi, Kakashi-sensei!! –

I tre ragazzi corsero incontro ai due Jonin, li avevano già distanziati parecchio, stavano in cima a quella lunga salita.
Sai si fermò nuovamente, di nuovo un flash nella sua mente. Quella stessa strada in salita piena di erba fresca e fiori. E poi là, proprio in cima una casetta piccola piccola di legno…

Mosse in modo impercettibile le palpebre, quelle iridi di brace illuminate da una strana luce.

Cominciò a correre, superò Sakura e poi Naruto, correva veloce. Imboccò quella salita deciso, come il bambino dai capelli neri nei suoi ricordi.
Non si fermò nemmeno quando Naruto gli urlò qualcosa, no non lo fece, proprio come il bambino dalla pelle chiarissima dei suoi ricordi che ignorava una voce alle sue spalle.

Corse fino a farsi mancare il fiato, tanti tanti ricordi si sovrapponevano dentro di lui. Un volto incerto di donna che lo sgridava. Un uomo dai capelli scuri che gli sorrideva, davanti a lui una tela bianca immacolata. L’uomo lo prendeva in braccio, due piccole manine sporche di colore si poggiavano sulla tela e quel bambino rideva felice…

Ignorò anche i richiami di Yamato e Kakashi, no non si fermò Sai, lo fece solo in cima a quella salita quando vide la casa di legno.
Quanta luce c’era nonostante il cielo grigio, quanta pace e gioia in quell’uomo seduto sull’erba fresca che dipingeva tenendo in braccio un bambino molto piccolo.

Schiuse infine gli occhi, davanti a lui non vi erano altro che mere rovine…

Ansante e confuso si guardò intorno come alla ricerca di qualcosa. I suoi amici e i due Jonin gli si avvicinarono alquanto preoccupati, cosa poteva aver mai turbato uno come Sai?

- Sai…ma che cavolo ti prende?!! – domandò il biondino più confuso di lui.
- Era qui… -
- Che cosa? –
- Casa mia… -
Lo stupore si dipinse sui volti dei presenti, gli ci vollero alcuni secondi prima che qualcuno potesse riaprire bocca.

- Casa tua…? Tu abitavi in questo villaggio?! – chiese Sakura avvicinandosi all’amico.
- Sì… - Lui fece qualche passo avanti e poi si chinò – Proprio qui… - E si sedette, le gambe portate al petto le braccia strette attorno ad esse.
- Sai… - Naruto osservava l’amico, era come se improvvisamente si fosse fatto piccolo piccolo…
- Sai, tu sei un orfano di guerra vero? –
- Sì Kakashi-sensei… - rispose il bruno con voce atona, non distoglieva gli occhi da un punto imprecisato dinanzi sé.
- Capisco… - concluse lui, il tono basso e forse un po’ freddo. In fondo anche lui aveva sperimentato in prima persona gli orrori della guerra e le perdite che questa comportava.
- Ragazzi, dobbiamo proseguire! –
- Yamato ha ragione! Forza, andiamo! –
- Voi andate pure…io voglio stare ancora un po’ qui… -
Tutti rimasero ammutoliti da quell’insolita richiesta, più che altro perché Sai non osava mai controbattere un ordine dei suoi superiori.

Yamato sospirò sconsolato, cercò con gli occhi il senpai Kakashi in cerca di una direttiva sul da farsi.
Lui non disse nulla, estrasse da una tasca il consueto libro che era solito leggere e poi si incamminò come se nulla fosse.

- Noi andiamo verso il prossimo villaggio! Ti aspettiamo lì, se tardi ti lasceremo in indietro! –
- Sì… -
Poco convinti Yamato e Sakura seguirono Kakashi, solo Naruto rimase immobile alle spalle di Sai, i pugni leggermente stretti.

- Naruto, vieni! –
- Sakura-chan, rimango con lui! Voi andate pure! – affermò sorridendo Naruto e senza dare il tempo alla rosa di controbattere si sedette accanto a Sai.
Lei non tentò nemmeno di persuaderlo, tanto lo conosceva, era un testone e poi in qualche modo si sentì più rilassata al pensiero che qualcuno rimanesse con Sai.

I due rimasero soli, c’era un silenzio irreale rotto solo dal vento che si abbatteva con forza impietosa sui resti del villaggio.
Sai continuava a guardare avanti, come se stesse guardando un vecchio filmino tirato fuori dal suo inconscio.

E Naruto incerto che lo guardava senza riuscire a spiccicare parola. Giocherellava con i sassolini, ne tirava uno e poi ne lanciava un altro subito dopo per vedere se andava più lontano del primo.
Sbuffò sommessamente, la voce incolore di Sai lo sorprese – Non sei obbligato a rimanere qui, Naruto-kun… -

Il ragazzo si imbronciò, borbottò qualcosa sotto voce ma non rispose, non subito almeno.

- Ehi… -
- Cosa? –
- Davvero casa tua si trovava qui? –
Finalmente il bruno si voltò verso il suo interlocutore.
- Sì…e in questo punto c’era la mia stanza… - disse lui indicando la zona circostante.
- Oh…te lo ricordi bene vedo!! –
- Più o meno… -
- E lì invece cosa c’era?! -
- La cucina credo… -
- E da quell’altra parte?! –
- La camera dei miei genitori… -
Naruto si soffermò sull’ultima frase, forse era solo un impressione, ma Sai non gli aveva mai parlato del suo passato, o meglio della sua infanzia.
Senza un perché, a Naruto venne un groppo in gola, lo stesso che sentiva da bambino quando vedeva altri coetanei in compagnia delle loro madri e dei loro padri.

- Cosa ti ricordi dei tuoi genitori, Sai? –
- Praticamente nulla, come tutto il resto della mia infanzia… -
Il biondino lo osservò interrogativo, lo sguardo di Sai era cambiato, ora sembrava quasi…triste.

- Ma…se non ricordi nulla, allora perché adesso hai riconosciuto casa tua? –
Sai sorrise in modo malinconico, alzò il volto verso quel cielo grigio piombo in grado di spegnere perfino il sole.

- Forse ho avuto solo un deja-vù… -
Naruto non seppe davvero controbattere, qualunque parola avesse in mente gli scemò letteralmente sulla lingua.
- Mi piace pensare…che mio padre era un pittore…e mia madre una donna bella che mi rimproverava di continuo…e che il luogo che potevo chiamare casa si trovasse qui… -
- Chissà…forse il tuo non era solo un deja-vù! –
Sai non capì a cosa alludeva Naruto, ma in cuor suo voleva credere in quelle immagini sfocate e confuse che aveva visto percorrendo quella salita di terra polverosa.

Come colto da un illuminazione, Sai afferrò il suo zainetto e vi estrasse pennelli e boccette di colore.
- Sai…?! Cosa diamine combini?! –
- Nulla…voglio solo rendere reale uno sciocco deja-vù! -
L’amico non fece nulla per fermarlo, anche se qualcuno vedendolo forse gli avrebbe dato del pazzo. Sorridendogli affettuosamente lo incitò a darci dentro.


A sera tarda i due ragazzi raggiunsero il villaggio in cui gli altri membri del team li attendevano.
Dopo i rimproveri di Sakura e di Yamato, si rimisero in viaggio, la missione non poteva essere rimandata in alcun modo.

Mentre sfrecciavano a tutta velocità attraverso la foresta, Yamato si avvicinò a Naruto e Sai, gli occhi insolitamente curiosi.
- Ragazzi, posso chiedervi cosa avete fatto in quel posto? –
Loro si guardarono per un istante e poi risero, era davvero raro vedere simili espressioni sul viso di Sai, Yamato per poco non perse l’equilibrio e cadde dal ramo.

- Abbiamo guardato il cielo azzurro assieme! – esclamò allegro Naruto. Il capitano rimase alquanto stupito da tale affermazione. Prima parlando con Kakashi aveva scoperto che quel villaggio, quando ancora esisteva, veniva soprannominato da tutti “Grigio” proprio a causa delle nuvole costanti che si estendevano in quella zona praticamente 365 giorni l’anno.

Non controbatté Yamato, facendo spallucce sorrise di rimando e li superò.

C’era un cielo quasi sempre grigio in quel villaggio, eppure lui non smetteva di dipingerlo azzurro…

Se mai qualcuno avesse potuto volare avrebbe visto dall’alto che in quel villaggio denominato “Grigio”, era esploso un bellissimo cielo azzurro proprio dove un tempo sorgeva quella casetta di legno piccola piccola.

Sai aveva dipinto sulla nuda terra e sulle rocce la zona che delimitava la casa di un intenso blu cielo fatto di mille sfumature azzurrine e nuvole candide.

Un ultimo ricordo lontano lo raggiunse. Un uomo dai capelli scuri che dipingeva un cielo di un azzurro così intenso che era facile perdersi in esso con la mente.
Eppure, il piccolo bimbo in braccio a lui alzando gli occhi al cielo vide che era grigio…

Forse, era davvero solo un Deja-vù.


END
29/05/2008



Salve a tutti!!! Ormai sono fissata con Sai, dovrete farci l’abitudine!! XDDD Io le Shot su questo personaggio andiamo a braccetto di recente e fino a che non avrò esaurito le idee non mi fermerò, mu ha ha ha ha (ND Lettori – Siamo fritti….! =_=’)!!!!!

Allora, questa Shot non era prevista, è nata per purissimo caso ascoltando Domenica scorsa alcune tracce dai Cd OST dell’anime Cowboy Bebop (anime che consiglio caldamente a chiunque, come pure le stupende OST a opera della somma compositrice Yoko Kanno!!! * ç *)!!! ^ ^
E i pezzi colpevoli sono l’eterea “Green Bird” (Cowboy Bebop – No Disc OST 2), e la bellissima song “Call me call me” (Cowoby Bebop – Blue OST 3)!!! = ç =

Ascoltandole mentre disegnavo, ho avuto come l’immagine davanti a me di Sai che si ricordava improvvisamente di casa sua e vedeva frammenti del suo passato attraverso essa (ci tengo a precisare che la sequenza è comunque ispirata ad una scena dell’anime di Cowboy Bebop).
Ma siccome il sommo sensei Kishomoto non ci ha ancora dato modo di sapere nulla in merito al passato di Sai, sono rimasta sul vago lasciando al lettore la libera scelta a fine fiction: quei ricordi sono stati un Deja-vù oppure no?

Questa scelta la lascio a voi, io amo i finali aperti e adoro pensare che ognuno di voi potrà dargli la libera interpretazione che preferisce! ^_-
Inoltre per quanto riguarda il titolo forse Deja-vù era più adatto, ma poi ho pensato che “Home-Ciel Blue” fosse molto più romantico! ^///^ “Home” è stato il primo titolo a cui ho pensato (come la bellissima song di Chris Daughtry-Home!! * *), poi ho voluto aggiungerci anche Cielo Blu scritto in francese! ^ ^

Questa breve storiella è nata in contemporanea con la Long fiction che sto per portare a termine e che spero di pubblicare molto presto!
Ringrazio già da ora Nunichan per tutto l’aiuto che mi sta dando con questa fiction, sei davvero un tesoro!!! ç/////ç

E vorrei fare un altro ringraziamento speciale rivolto a wolvie91, che ha scritto una bellissima One Shot su Sai dicendo che l’ho ispirata io! Cara, sono emozionata ed orgogliosa di averti fatto questo effetto positivo (ma tu scrivi già così bene che non hai bisogno di essere ispirata da me! X DD)!!! ç////ç

E per i motivi sopra elencati, voglio dedicare questa Shot proprio a Nunichan e wolvie91!! ^_____-

Altri ringraziamenti speciali vanno anche a Kairi84 e gracy110 che mi seguono da sempre, praticamente da quando ho messo timidamente piede nel fandom di Naruto, GRAZIE RAGAZZE!!! ^ O ^

Grazie mille anche a chi legge soltanto, mi fa sempre immensamente piacere vedere che le fiction vengono lette da tante persone!! ^//////////^

Un bacio grosso dalla vostra Dragon Gio, ci vediamo nella prossima fiction!! ^_-

See you space cowboy…









  
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