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Autore: jo_gio17    11/01/2014    5 recensioni
In un tempo mitico, gli dei e i loro figli si burlavano deliberatamente dei sentimenti degli uomini. Solo Lui fu in grado di amare, solo Lei avrebbe potuto salvarlo dalla sua immortalità.
Questa storia si è classificata Prima al contest "Lasciatevi ispirare (contest dei 15 baci)"
(Storia divisa in sei Flashfic)
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I Figli di Crono




Questa storia si è classificata prima al contest per cui è stata scritta Lasciatevi ispirare (contest dei 15 baci) che prevedeva come prompt una citazione e la presenza di un bacio.

- DA ROMEO E GIULIETTA DI W. SHAKESPEARE: Montecchi (parlando di Romeo):” Più volte l’hanno visto là prima dell’alba a crescere col pianto la rugiada fresca del mattino, dare nuvole alle nuvole con profondi sospiri;ma non appena il sole, che fa lieta ogni cosa, comincia nel lontano limite d’oriente ad aprire le buie cortine al letto dell’Aurora, quel dolente mio figlio fugge in casa, chiude le finestre alla sua stanza perché non entri la bella luce del giorno, e fa notte per sé. E l’oscura tristezza sovraumana lo farà molto soffrire in solitudine se non avrà qualcuno che l’aiuti.”




Questa storia ha partecipato anche al fantastico contest di Frandra "Oscar Efpiani 2014". Ha ricevuto una nomination per il Miglior Film Straniero  e una menzione speciale che mi ha scaldato il cuore.
"A “I Figlio di Crono” per il suo amore stoico e commovente.

Grazie e Buona Lettura






 
 
In cerca dell’amore
 
La giovane e bella Athanasia stava intrecciando una corona di margherite bianche nei pressi della Sacra Fonte. Il sole faceva brillare i suoi capelli, come fossero fili d’oro mossi dalla leggera brezza estiva. A farle da cornice, la roccia grigia che si confondeva con i ruderi di un antico tempio, distrutto anni prima dalla guerra; fu proprio in quel posto che Sirio la vide per la prima volta. Rimase in disparte, nascosto nel bosco limitrofo alla radura, ad ammirarla. Le dita affusolate della ragazza si muovevano con destrezza, i suoi limpidi occhi sembravano persi nel vuoto mentre compieva quel gesto ormai meccanico.

Terminata la corona si alzò e si avvicinò alla fonte, attenta che l’acqua non la sfiorasse. Era proibito ai mortali bagnarsi con quell’acqua sacra, solo agli dei e ai loro figli era permesso, in quanto quella fonte era stata creata dalle lacrime di Andromaca per la perdita del suo amato Ettore. Athanasia gettò la corona di fiori proprio al centro della fonte e socchiuse gli occhi per una sommessa preghiera.

- Perché una fanciulla così bella fa un dono alle Lacrime di Andromaca? Anche voi, come lei avete perso l’amore della vostra vita? – Chiese Sirio uscendo dal suo rifugio.

Athanasia trasalì, pensava di essere sola, ma quando si girò verso il suo interlocutore e non poté non rimanere estasiata. Un semidio le stava rivolgendo la parola, quel bellissimo giovane bruno emanava una lieve luce dorata dalla sua pelle, era davvero mozzafiato. – Non prego perché ho perso l’amore, ma perché sono ansiosa di trovarlo.


 
 
La notte degli amanti

 
La notte calò anche sulla Torre Bianca. Sirio si calò dalla finestra della sua stanza di soppiatto. Pur di vederla ancora avrebbe sfidato persino l’ira di Babilo, suo padre. Perché Crono li avrebbe creati con la capacità di provare sentimenti se poi non avrebbero potuto amare? I suoi piedi toccarono finalmente la soffice erba sotto la torre, l’enorme luna nata nel cielo quella notte rischiarava i suoi passi.

Il loro posto segreto non era lontano. Sirio in preda all’euforia raggiunse la fonte correndo. Athanasia era già lì, i suoi occhi profondi lo scrutavano, sulle sue rosee e morbide labbra si accese un sorriso mentre si alzava in piedi per accogliere il suo amato.

- Athanasia, sei più lucente delle stelle – disse mentre la accoglieva tra le sue forti braccia, lei si accostò al suo petto senza indugi. – Mi sei mancata – le sussurrò all’orecchia.

- Anche tu, Sirio, mi sei mancato. – Rispose sollevando il viso verso il volto di lui con gli occhi socchiusi.

Sirio la strinse di più a sé mentre posava la sua bocca su quella di lei. Il contatto perfetto tra le loro labbra provocò un lieve guizzo dorato che si disperse nell’aria, come fumo. I loro sapori si mischiarono e si confusero, il dolce miele di lei, invase la bocca di lui, mentre l’essenza divina di Sirio le accarezzò l’intero corpo fino ad arrivare dritto al cuore. Le sapienti mani di lui le lisciarono la schiena; Athanasia indossava la sua solita veste leggera, con tocco delicato Sirio sfilò quel vestito, che cadde ai piedi della giovane. Un brivido la travolse, ma di certo non era dovuto all’alito di vento che tirava quella notte. Le loro lingue danzavano insieme, così come i loro corpi. Il letto di erba soffice e fresca fu un giaciglio perfetto per la loro prima unione.
 
 
Il Potere del Tempo
 
L’imponente scranno dorato si trovava al centro dell’enorme sala di marmo bianco, in cima a questo si trovava la Gemma del Tempo. Un cristallo di pura magia, esso racchiudeva i poteri del Titano Crono. Egli affidò questo potere ai guardiani, dei semidei da lui creati con il solo compito di proteggere quello sconfinato potere fino al suo ritorno.

 L’uomo ed il giovane, discutevano nella stanza, le loro parole producevano un fruscio simile a quello del vento.

- Sirio, il tuo amore non è fatto per le anime umane. Tu sei un Figlio di Crono. La tua essenza è eterna, amare quella giovane ti porterà alla follia.

- Lei merita l’eternità, padre. La sua bellezza farebbe sfigurare una dea, il suo animo gentile, la luce dei suoi occhi, le sue mielose labbra e l’armonico suono della sua voce sono per me una linfa vitale. Non posso più fare a meno di lei. Vi prego padre, donatele il Tempo…

Babilo fulminò Sirio con i suoi occhi di ghiaccio. – Io Babilo figlio diretto di Crono non regalerò il potere della Gemma ad una mortale senza importanza. Questo tuo è solo un capriccio, non lo soddisferò. – Urlò di rabbia.

Un turbine di vento, generato dai poteri di Babilo, catturò Sirio tra le sue spire. Cercò di combatterlo, ma non era abbastanza forte, urlò anch’egli di rabbia mentre fissava con uno sguardo carico di odio il padre che si allontanava lentamente da lui.


 
 
L’inganno
 
Il tramonto regalava al cielo delle sfumature magnifiche, il rosa, l’arancione e il giallo si fondevano e macchiavano con delle striature confuse l’azzurro limpido del cielo. Athanasia osservava questi colori assorta, distesa sull’erba della loro radura, in attesa che il suo amore la raggiungesse. Una voce burbera ruppe l’armonia degli usignoli e infranse l’ipnotico canto dei grilli. La giovane si destò in fretta spaventata e quando vide a chi apparteneva lo fu ancora di più.

- Athanasia immagino.

La giovane non riuscì a rispondere e dovette limitarsi ad annuire, l’uomo di fronte a lei era Babilo, il primo discendente diretto di Crono, guardiano della Torre Bianca nonché il padre di Sirio.

- Temo di aver bisogno del vostro aiuto. – La voce si addolcì e i nervi della ragazza si distesero lievemente. – Sirio è stato punito dal Potere del Tempo. La sua esistenza è in pericolo a causa vostra, si è unito a voi, ad un’umana. Il Tempo non perdona simili scelleratezze. Solo voi potete salvarlo.

Sulle candide guance di Athanasia scendevano calde lacrime, i suoi occhi erano sbarrati mentre la sua mente elaborava frenetica ciò che aveva appena appreso.

- Vi prego, ditemi come posso aiutarlo.

- Il prezzo di una vita, si paga solo con un’altra vita. Spero facciate la scelta giusta.

Babilo le voltò le spalle e sogghignò. Qualsiasi sarebbe stata la scelta della giovane donna lui avrebbe vinto. Nel caso decidesse di fuggire avrebbe potuto dimostrare al figlio che ella non lo amava abbastanza; nel caso invece si fosse tolta la vita, si sarebbe liberato di lei una volta per tutte.


 
 
L’ultimo bacio

 
Passò un giorno che sembrò infinito, le ore scorrevano lente nell’attesa che Sirio tornasse da lei. Athanasia voleva credere che fosse stata tutta una bugia, tutto un terribile incubo, eppure del suo amato non vi era traccia. Il tramonto incendiava il cielo quando ella prese la sua decisione. Non sarebbe sopravvissuta senza di lui, non avrebbe potuto affrontare l’inesorabile scorrere del Tempo da sola. Con passo lento percorse la strada che la separava dalla Fonte Sacra, avrebbe donato il suo corpo ad Andromaca, cosicché lei potesse salvarlo. La sua sottile veste di lino bianco, sfiorava l’erba intorno alla fonte, Athanasia aveva paura, ma questo non l’avrebbe fermata. Si era votata a lui per il resto della sua vita, gli aveva donato il suo cuore e lui l’aveva donato a lei. Non poteva far vincere il Tempo. Con questa convinzione cominciò ad immergersi nell’acqua purissima, era tiepida, piacevole se solo non l’avesse condotta alla morte; continuò il suo calmo cammino. Le forze la stavano abbandonando gradualmente, per fortuna non sentiva dolore solo la sua coscienza che si perdeva e andava verso il sonno eterno, passo dopo passo.

Proprio in quel momento si sentì trascinare da due braccia forti, la sua vista era appannata, cercò di raccogliere tutte le sue forze per mettere a fuoco la persona che la stava salvando. Avrebbe voluto gridare di fermarsi, il suo non era un banale suicidio, ma era un sacrificio dettato dal cuore. Quando il suo corpo venne adagiato sull’erba asciutta, la vita in lei era appena percepibile.

- Ti prego non lasciarmi Athanasia. Resta con me, ti prego. – Sirio la sorreggeva, la abbracciava e la baciava. Le lacrime cadevano a fiumi sul pallido viso della giovane che teneva in grembo.

La donna riconobbe quella voce e con il suo ultimo sforzo allungò una mano verso quel viso perfetto che aveva tanto amato. – Amore mio non piangere, l’ho fatto per te. Io ti ho salvato. – Subito dopo, il silenzio e il gelo mortale la avvolsero. Distrutto dal dolore, Sirio si abbandonò su di lei e le loro labbra si unirono nel loro ultimo bacio.
 
 
Tuo per il Tempo Eterno
 
Il mio amore per te sarà immortale, come il mio corpo, ormai inutile senza il tuo accanto. Tu, mia bella Crisalide, tu mio mortale amore. Il Tempo ci è stato nemico, ti ha portata via da me senza che io potessi nulla. La pallida luna di questa notte, mi ricorda la tua bianca pelle. Nelle ore di tenebra il tuo pensiero si fa più sopportabile, è il giorno il mio nemico, i raggi dorati del sole mi ricordano i tuoi capelli. Mia Anima fatta di pura luce, mi appari riflessa nelle mille e più gocce di rugiada che il mio pianto alimenta fino al mattino. Poi il sole, il suo calore, asciuga tutto e io non posso che creare altre nuvole con i miei sospiri. L’odore dei fiori estivi mi strugge l’anima poiché così simile era il tuo profumo. Mi segregherò nella mia stanza alla Torre e ne uscirò solo nelle tarde ore della sera, per venire qui da te, come una volta. Mi manchi mia Luce, mia Vita, mia Athanasia.
Tuo ora e tuo per il Tempo Eterno
Sirio

 

Il giovane era per metà immerso nella Sacra Fonte, le lacrime fendevano le sue gote ormai pallide. Il suo corpo non emanava più la splendida luce dorata dei semidei, solo un leggero scintillio lo distingueva da un umano. Se fosse stato possibile si sarebbe lasciato perire con lei, ma non poteva. Al massimo la sua luce si sarebbe affievolita ancora di più, ma la morte non sarebbe sopraggiunta in nessun caso. Arrotolò la pergamena legandola con lo stelo di una margherita bianca e la lasciò galleggiare sul pelo dell’acqua. Quello sarebbe stato il suo ultimo dono, il suo eterno giuramento.
 
 
 

 
Fine




NdA:
Ciao a tutti , come prima cosa spero che la storia sia stata piacevole. Ho deciso di postare le sei Flash tutte insieme, perchè divise non avrebbero avuto senso, almeno secondo me. Inoltre ci tenevo a chiarire un paio di cose che ho deliberatamente stravolto, per far si che la raccolta fosse convincente.
Il Titano Crono è  il padre di Zeus, Ade e Poseidone; il racconto è ambientato in seguito alla sua reclusione da parte dei tre figli, la mitologia non parla di nessun guardiano del potere del tempo quella è stata la mia scelta narrativa. Andromaca ed Ettore sono dei personaggi dell’Iliade. Ettore perì contro Achille in un duello, nonostante Andromaca gli avesse detto di non andare in guerra. Nel libro si narra il momento in cui lei si dispera, ma non creò una fonte sacra con le sue lacrime, anche quella è stata una mia invenzione. È la prima volta che uso la mitologia greca per scrivere una storia, quindi spero di non aver stravolto troppo, o di aver usufruito di questi personaggi nel modo sbagliato. Mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate. Grazie a chi l'ha letta e a chi la leggerà.

Baci Baci
Jogio

 





  
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