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Autore: B Rabbit    12/01/2014    10 recensioni
Ukyo le sorrise e l’abbracciò con dolcezza, carezzandole la schiena. «Sono felice di rivederti» ammise.
[HeroineXUkyo - After Story]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heroine, Sorpresa, Ukyo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Can you hear my voice?





Guardò fuori dal finestrone dell’aula, l’attenzione richiamata quasi dall’attrazione di un magnete.
Osservò il cielo striato appena di un gentile arancio pomeridiano e sorrise.
Si affrettò a riporre gli appunti e le penne sbrigativamente, senza crucciarsi del dovuto ordine o dell’aspetto che avrebbero assunto in seguito i fogli.
Sistemò la tracolla sulla spalla e varcò la porta; discese le scale con passo leggermente veloce, facendo attenzione a non inciampare e farsi così male, perché altrimenti lui si sarebbe preoccupato, agitandosi, e lei avrebbe sorriso a quel dolce viso angosciato.
Sentì una voce chiamarla per nome dalla rampa superiore e alzò il viso.
Toma la osservava un po’ divertito.
«Hai dimenticato questo» le disse e le fece vedere il suo astuccio azzurro. «Non posso raccogliere sempre i tuoi pezzi»
La giovane abbassò appena il viso e arrossì imbarazza. «Scusami…»
Il biondo le regalò un sorriso allegro e lasciò cadere il portapenne, che lei afferrò con entrambe le mani. «Ah, tranquilla»
Lo ringraziò, ma lui agitò la mano in segno di diniego.
«Su, vai» le disse, poggiando le braccia sul corrimano e osservandola. «Ci vediamo domani»
«Si!» e dopo averlo salutato, bruciò gli ultimi gradini e oltrepassò la robusta porta in palissandro.
Faceva piacevolmente fresco, e la brezza coccolava le fronde degli alberi che abbellivano i lati del lastricato.
Scese i due spessi gradini con passi simili a dei piccoli salti e si fermò, volgendo lo sguardo dinanzi a sé.
Vicino all’entrata dell’università, un ragazzo dai lunghi capelli verde chiaro osservava rapito il cielo debolmente screziato da morbide nuvole rosa pallido, volgendo quasi del tutto le spalle al robusto edificio.
La giovane camminò silenziosamente verso di lui, nascosta da alcuni ragazzi che erano usciti dopo di lei.
Sempre più vicina, riuscì a scorgere meglio il viso rilassato di Ukyo, il verde dei suoi occhi in cui si era diluito il cielo e le labbra chiare appena schiuse; sorrise dolcemente a quell’espressione pacifica e attenta che gli ingentiliva il volto.
Per non farsi scorgere dal ragazzo – e così distrarlo dall’oggetto dei suoi interessi – piegò leggermente verso destra la sua traiettoria e, arrivatogli silenziosamente alle spalle, si alzò sulle punte dei piedi e lo abbracciò con il vago tentativo di cingergli le spalle.
Percepì il corpo di lui sussultare contro il suo e rise cristallina al mugolio di sorpresa che gli sfuggì.
«Co-così mi spaventi…»
«Scusa» rispose divertita e, percepita la mano di lui carezzarle la propria, sciolse l’abbraccio.
Il ragazzo si voltò verso di lei, si abbassò e le posò un bacio delicato sulla fronte.
«Come è andata?»
«Bene, grazie»
Ukyo le sorrise e l’abbracciò con dolcezza, carezzandole la schiena. «Sono felice di rivederti» ammise.
Lei abbandonò il viso contro il petto dell’altro e inspirò il suo odore leggermente dolce, ma, risvegliatasi dalla sensazione di piacere e con un piccolo broncio sulle labbra, gli diede presto un colpetto sul torace con il pugno.
Ukyo ammorbidì la stretta e la osservò, curioso.
La castana ricambiò lo sguardo. «Ti avevo detto di rimanere a casa perché rischiavo di uscire più tardi»
Il ragazzo accennò una risata. «Appunto per questo» e, notata la sua espressione interrogativa, sorrise. «Non ti avrei mai permesso di tornare tardi a casa da sola»
Lei lo guardò e le sue labbra si distesero.
L’altro sciolse l’abbraccio senza perdere il sorriso. «Ti va di incamminarci verso la collina prima di tornare a casa?»
La castana assentì con un cenno del capo. «Volevo andarci anche io»
Ukyo annuì, raggiante; la guardò e arrossì appena. «Posso… prenderti la mano?»
Incastonò gli occhi nei verdi di lui e anche le sue gote si imporporarono lievemente. Annuì.
«Grazie…» sussurrò, più debole della leggera brezza serale, e, accostata la mano alla sua, le prese con delicatezza le dita sottili; sorrise un po’ a disagio e rafforzò la stretta delicata.
Il tepore che gli lambiva il tatto della pelle lo faceva gioire intimamente.
«Allora andiamo…» proferì un po’ indeciso.
«Si…»
Si avviarono insieme lungo il marciapiede, lei nella parte più interna e lui sul lato che dava alla strada, quasi volesse proteggerla.
Arrivarono alla fine e si fermarono in attesa del consenso del semaforo.
La castana posò lo sguardo su Ukyo e osservò il suo volto rilassato, reso ancor più dolce dal tenue sorriso, e anche le sue labbra si arcuarono debolmente.
Volse gli occhi al semaforo e aspettò in silenzio insieme al ragazzo.

Ehi…


Sbatté le labbra, stupita.
Girò appena la testa verso destra, sicura di aver sentito una voce dietro di sé.
Aspettò.
Nulla.
Tornò ad osservare la strada percorsa dalle placide automobili.

Ne, riesci a sentimi?


Ruotò nuovamente il capo, di più rispetto a prima.
Nessuno dietro di lei.
Aggrottò appena le sopracciglia.

Riesci a sentire la mia voce?


Il trillo acuto del semaforo vibrò nelle sue orecchie, voglioso della sua attenzione, ma lei non si volse.
Ukyo la guardò, meravigliato. «Va tutto bene?»

Sono io!


«Si…»
Scrollò appena il capo e gli sorrise. «Scusa, ero sovrappensiero»
«Tranquilla» ricambiò. «Ora andiamo, prima che torni rosso»
La ragazza annuì e lo seguì.

Ti prego…


Di nuovo.
Quella voce implorante così familiare.
Gli strinse la mano, quasi in richiesta di aiuto. Ukyo se ne accorse e, senza piegare il capo, posò i suoi occhi su di lei.
Un senso di tristezza le ferì il cuore per il tono sofferente di quell’appello.
Una parte di lei desiderava sentirla ancora, quella voce, magari intrisa di scoppiettante euforia.
Socchiuse le palpebre ed osservò gli edifici che si ergevano alla sua destra.

Sono io…


Lei sgranò gli occhi.
Orion..?
I battiti acquisirono potenza e rapidità.
Tornò a guardare alle sue spalle, stringendo maggiormente la mano del ragazzo.
Una morsa di angoscia le avvelenò l’animo. Non riusciva a vederlo.
Chinò la testa.
«Si, ti sento» sussurrò pianissimo e pensò subito che lui non potesse udirla, ma appena sentì un grido di gioia vibrare alle spalle, un sorriso le inarcò le labbra.
Alzò il capo e addolcì la stretta della mano.
Guardò Ukyo e gli trasmise con gli occhi il suo senso di gioia.
«Sei felice?»
Lei annuì, senza dargli alcuna spiegazione.
Portò la mano libera dietro la schiena e la mosse in segno di saluto, immaginando che anche quella fata la imitasse.
Il rombo aggressivo del treno di passaggio gli investì, ovattando tutti gli altri suoni intorno a loro. Lei approfittò della situazione e si volse indietro.
Sorrise.



«Ciao, Orion»


















Buonsalve a tutti.
Sono qui con una cosuccia senza pretese, HeroineXUkyo tanto LAHV, one-shot per grazie divina.
Premetto di aver visto solo l’anime – finito questo giovedì seppellendo i libri nel giardino della vicina – e ora ho voglia di provare anche il gioco *^*.
Spero che vi abbia almeno divertito, l’intento era far trascorrere ai lettori dei minuti sereni =3
Beh, grazie a chi ha letto questa schifezzuola.
Ciaossu


P.S. "Sorpresa" sta per Orion xD
P.P.S. ... "Sorpresa"?
  
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