Libri > Percy Jackson
Ricorda la storia  |      
Autore: delilahs    12/01/2014    3 recensioni
“Percy è tornato! PERCY E’ QUI!”
Facciamo finta che Era abbia fatto male i suoi calcoli divini. Gea sta ancora dormendo, poverina, e Jason ha ritrovato la sua strada per il Campo nuova Roma, portandosi dietro Piper e Leo. Annabeth sta ancora cercando Percy, dopo otto mesi che il suo ragazzo è scomparso. E se fosse lui a ritrovare lei?
[Percabeth][AU][What if?]
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Clarisse La Rue, Percy Jackson, Talia Grace, Travis & Connor Stoll
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Perché se l’amore non sei tu, allora l’amore non esiste.




Percy è tornato! PERCY E’ QUI!

 
Annabeth cadde dalla sedia, gli occhi strabuzzati, il boccone di cheeseburger ancora bloccato in gola. Tossì, cercando inutilmente di respirare, mentre un suo compagno le dava colpi agitati sulla schiena. Metà del campo si era alzato dalle sedie della mensa, riunendosi attorno ad Annabeth e osservando sorpresi la ragazza che correva giù dalla collina. Centinaia di bocce aperte e occhi spalancati accompagnarono Clarisse, che si fermò con un salto su una panchina, scivolando su una macchia di salsa. Ansimava, come Annabeth, e non si sa chi tra le due sarebbe morta da un momento all’altro.
Nonostante avesse sputato il boccone, la figlia di Atena non parlava, pallida e con la pelle tirata. Scoccò uno sguardo a Clarisse ‘ma sei impazzita o hai solo mangiato troppo?’. La speranza l’aveva abbandonata, e di certo l’ultima cosa che si sarebbe aspettata era un Percy fuori dalle porte di casa sua, magari con un bel fiocchetto e un biglietto di buon compleanno da parte di Era. Si rialzò, con Clarisse che cercava rapidamente di prendere fiato. La figlia di Ares le mise una mano sulla spalla, trattenendola con la forza accanto a lei. Dietro di loro, con un gran tramestio, si avvicinarono i fratelli Stoll.
Non è divertente, Clarisse.” disse Travis. Connor annuì, mentre tutti li guardavano sorpresi. Ora ci mancava solo che Chirone si mettesse a ballare la conga sul tavolo da pinnacolo del Signor D. Da quando in qua i fratelli Stoll si contenevano sugli scherzi? Il più grande dei due si avvicinò ad Annabeth, spostando Micheal e aiutandola a respirare. E poi fece una cosa che probabilmente fu vista dall’Olimpo. La abbracciò. Non un abbraccio sentimentale, no. Uno di quegli abbracci da migliore amico, che ti fanno soffocare così per un po’ non devi respirare la brutta aria di questa vita.
Connor guardò torvo Clarisse, che gli rispose con un gesto che preferiamo non riferire.
Con calma!” intervenne Chris, seguito da Talia, che era arrivata qualche giorno prima con le sue compagne. La ragazza dai capelli corvini guardò anche lei torva Clarisse, e si affiancò ad Annabeth, stringendola mentre la figlia di Atena singhiozzava.
La figlia di Ares li guardò confusi, scuotendo la testa con appena un sorriso sulle labbra. Poi prese per il braccio Chris –  ahia - e lo trascinò su per la collina. Non appena furono scomparsi alla vista, Talia lasciò andare Annabeth, che ringraziò silenziosamente i fratelli Stoll. Diversi ragazzi le diedero pacche sulle spalle, per poi tornare a sedersi, borbottando. La ragazza frugò nelle tasche poco profonde del giubbino, tirando fuori una carta umida e stropicciata. La aprì, mentre Talia si appoggiava sulla sua spalle e le carezzava la schiena. La figlia di Atena le strofinò i capelli corti, ridendo isterica.
Con la coda nell’occhio vide Clarisse che scendeva di nuovo per la collina, e si maledisse per aver avuto quel crollo. La ragazza, lontana e irriconoscibile nella calura primaverile, stava a braccetto con un ragazzo. Forse era Chris. Però era strano. Aveva i capelli nerissimi e una maglia arancione stracciata, che sembrava vecchia di secoli. Era alto e muscoloso, anche se smilzo. La figlia di Ares indicò un punto poco lontano nel campo, e per un istante Annabeth pensò che volesse salutarla. Alzò il braccio, interdetta, e nel momento in cui lo fece, una nuvola bianca coprì il sole. La colline discese in una tenue oscurità.
Il ragazzo misterioso scese a tutta velocità giù per la collina, rotolando in parte, cosa che fece ridere Annebeth per la prima volta dopo mesi. Quando fu arrivato ad una decina di metri dal padiglione, il ragazzo si fermò. Finalmente, all’ombra, la figlia di Atena riuscì a distinguerne i lineamenti. Alto, smilzo e dai capelli nerissimi, Percy Jackson la osservava con uno sguardo curioso, la gioia che appena trapelava dai suoi occhi color del mare.
Ciao.” disse semplicemente, osservando con disagio i ragazzi che lo guardavano stupiti. Si davano gomitate tra di loro, sussurrando, fino a quando Talia non intervenne.
TESTA D’ALGHE!” urlò, e Percy fu preso d’assalto. Tutti, a parte Annabeth che stava basita accanto al tavolo, lo abbracciarono, ridendo e scherzando, mentre il figlio di Poseidone sorrideva imbarazzato. Dopo un tempo infinito, Connor Stoll lo prese sotto braccio, ridendo. Notò il suo sguardo confuso.
Che hai, romanticone? Non vai a salutare la tua ragazza?
Quale ragazza?” chiese Percy con innocenza assoluta, gli occhi limpidi.
Tutti si girarono verso Annabeth, che aveva un espressione ferita e gelida. Gli occhi le si riempirono di lacrime, mentre gli altri borbottavano sconsolati.
Non ricordi niente?” chiese timorosa Talia, adocchiando la figlia di Atena che si sforzava di non crollare di nuovo.
No, non esattamente” rispose Percy, sorridendo confuso “Cioè, so chi sono. Mi chiamo Percy Jackson, ho sedici anni e sono un semidio. Dei e mostri esistono. Mio padre è il dio dei mari. E questo è tutto.” dichiarò sconsolato.
Chris imprecò sottovoce, maledicendo non so quale divinità minore, quando Percy parlò di nuovo.
Però.” iniziò “Una cosa me la ricordo. Non so bene cosa sia, ma ricordo che appena mi sono svegliato, c’era solo questo nella mia testa.” concluse, riacquistando un sorriso furbo.
Tutti lo guardarono sorpresi, ma lui aveva la folla negli occhi. Cercava tra le centinaia di persone, spostando gli occhi chiari da un volto all’altro.
Ricordo… solo un nome. E qualche flash. Il mio ricordo ha i capelli biondi che profumano di limone. E occhi grigi come il mare in tempesta. Ricordo anche che è molto intelligente, la più intelligente di tutto il mondo. Ricordo che è un’architetta, e che ama leggere. Ricordo il suo sorriso, che sa di rose e mirtilli, e il suo corpo, la mania di indossare i pantaloncini, e poi il pugnale alla cintura, la bravura nella strategia. I miei ricordi io li chiamo Annabeth. Qualcuno la conosce, qui?” chiese alla fine, mentre la folla ammutoliva e si apriva.
La figlia di Atena non sentì più la terra sotto i piedi, e poi niente. Si ritrovarono, e questo è quanto basta sapere. Certo, Annabeth svenne, ma non fu da sola. Quando si svegliò, trovò Percy al suo fianco che sorrideva. Si alzò, scostandolo un poco. La sua mano gli sfiorò il collo, per poi raggiungere le sue labbra. E lo baciò. Perché era felice, e perché anche se il suo ragazzo aveva perso la memoria non aveva perso lei. Arrossì, ripensando al discorso di Percy.
La folla esultò, dando pacche sulle spalle ad entrambi. La ragazza sorrise, e si strinse un po’ di più a Percy, che le passò un braccio intorno alla vita. Mentre si allontanavano, ancora teneramente abbracciati, un foglietto scivolò dalla tasca di Annabeth, volteggiando fino a terra. Sopra c’era scritto con inchiostro blu:

Alla mia bellissima ragazza.  

Ti amo più di qualsiasi cosa, Annie. Non dimenticarlo mai. Ok, magari a volte non so dimostrartelo. Ehi, sbaglio, o ho la testa piena d’alghe? Però magari riesco a scriverlo. Non lo so, sinceramente. Questo mese è stato il più felice della mia vita. Ancora non riesco a crederci che posso baciarti quando voglio, o che posso dirti che sei bellissima senza essere schiaffeggiato. Mentre sto scrivendo queste parole, un sorriso mi si allarga sulle labbra, mentre alzo lo sguardo e vedo il tramonto arancione che sta all’orizzonte. E sento il vento soffiare forte, che solleva tutte le foglie e mi fa venire i brividi. Ma poi rivedo tutti quanti, e penso a te, e ai tuoi occhi.
Mi alzo in piedi e mi guardo, è strano, per stavolta sono arancione. Tipo le magliette che metto sempre e che onestamente stanno meglio addosso a te. Il sole sta tramontando. Mi sento infinito, ma senza la depressione.  L’erba è morbida e pizzica, e i ragazzi sanno cantando e agitano le mani. Sono arancioni, tutto è arancione e il cielo è azzurro, rosa e c’è un arcobaleno poco lontano. E poi le nuvole nere si spostano, e un fascio di luce si proietta sul terreno, che sembra perforare le nuvole con la forza. Ci passa dentro e le illumina e le ombre delle persone diventano d’oro. Questo mi fa pensare ai nostri abbracci, quelli che amo tanto. Perché, resti tra noi, posso sentire il tuo profumo. Sono croccanti, gli abbracci, quelli che ti lasciano senza fiato. Poi il sole tramonta e resta solo il cielo rosso sangue come un animale ferito. Mi sento ferito, ma non sono mai stata più vivo di così. Mi sento bene grazie a te. E so che questo momento è davvero infinito e che finirà, ma sarà comunque migliore di altri, perché alcuni infiniti sono migliori di altri.


Perché se l’amore non sei tu allora l’amore non esiste.

Per sempre tuo, Perseus.

 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: delilahs