Benvenuti
nella mia seconda fic su “Lizzie McGuire”! Dopo aver constatato che
la mia one-shot su questo telefilm ha fatto sì che fosse creata
l’apposita categoria nel sito, già che c’ero ho deciso di
pubblicare anche questa long-fic, che ho iniziato a scrivere anni fa, quando ho
visto per la prima volta LMG in tv, salvo poi interrompermi per mancanza di
stimoli. Beh, ora gli stimoli li ho ritrovati, eccome; e quindi lavorandoci un
po’ su e rendendola un po’ più presentabile (considerate che
la stavo scrivendo tipo quattro o cinque anni fa, non
so se mi spiego… U_U), ho deciso di presentarvi
la prima storia a più capitoli che abbia mai scritto in assoluto. Solo
una precisazione: la storia non tiene assolutamente conto del film (quando l’ho iniziata non era ancora uscito! ^^),
e i personaggi principali hanno circa sedici anni e sono già al liceo.
Ah, un’altra cosa: mi sono lasciata molto influenzare dalla serie, tanto
che ho riprodotto alcune situazioni, modificandole un po’; vi sarà
più chiaro quando vi imbatterete in scene di
questo tipo, e spero che allora non mi accuserete di poca inventiva. È solo
che il ripetersi di dati eventi ha il duplice scopo di conferire
veridicità alla storia e di rafforzare dei concetti… Beh, ad ogni
modo confido nella vostra benevolenza… ^///^
Dedico
questa storia a BabyDany94, la prima
che abbia commentato la mia one-shot What dreams are made of.
“IL MIO MIGLIORE AMICO”
1. L’ultima settimana di scuola
Oggi
è lunedì, il primo giorno dell’ultima settimana di lezioni.
Ancora cinque giorni e poi finalmente la libertà dell’estate. Non
vedo l’ora. Insomma, la scuola mi piace, ma mi piace anche quando
è chiusa, se non di più.
Miranda, Gordo e io usciamo
dalla mensa e ci dirigiamo al solito tavolino in cortile, poggiamo sul piano i
vassoi del pranzo e ci sediamo. Miranda è in preda a uno dei suoi
attacchi di parlantina e pettegolezzi.
«Ho sentito dire che
Ethan Craft ha snobbato Claire per il ballo di fine anno…»
Mi blocco con la forchetta
davanti alla bocca.
«Ethan ha snobbato Claire?»
«Già»,
conferma Miranda. «Lei lo ha invitato venerdì scorso, ma Ethan ha
risposto di avere già un’idea su chi vuole accompagnare al
ballo.»
Il mio cervello comincia a
lavorare freneticamente. Afferro il braccio di Miranda, che sussulta e mi fissa
come se fossi impazzita.
«Miranda, lo sai cosa
significa questo?»
«Le tue patate si
raffreddano», interviene Gordo.
«Oh, fammi
pensare…» Miranda si finge assorta per un istante, poi mi rivolge
uno sguardo ovvio. «Che Ethan andrà al ballo con Kate?»
Grandioso. E questa dovrebbe
essere la mia migliore amica.
«No!», grido,
quasi isterica. «Significa che inviterà me! Ho fatto
colpo!»
«Lizzie, torna sulla
Terra e non partire in quarta. Ora pensa con razionalità…»
«Non sono irrazionale,
sono realista. Ethan ha finalmente capito tutto.»
«Tutto cosa?», mi
interrompe con aria esasperata.
«Come, tutto cosa? Ha
capito che la cotta per lui non mi è mai passata e che nemmeno io gli
sono indifferente, no?»
«Ecco, vedi, è
questo che intendevo con le parole “Non partire in
quarta”…»
«Insomma, Miranda, da
che parte stai?»
«Come sarebbe? Adesso
te la prendi con me?»
Mi sento sfilare la forchetta
di mano. Mi volto a guardare Gordo, che ha già la bocca piena e mi
guarda a sua volta.
«Beh? Te l’avevo
detto che si raffreddavano…»
Miranda approfitta della mia
distrazione per divincolare il braccio dalla mia presa.
«Lizzie»,
sospira, «io non sono certo contro di te. Hai tutto il diritto di andare
ad invitare Ethan. Guarda, è laggiù.»
Mi volto verso la direzione
che mi indica e lo vedo, bello come il sole, che parla con i suoi amici. Il
cuore già mi batte a mille. Guardo di nuovo Miranda.
«Vuoi dire che dovrei
invitarlo io?»
Non avevo pensato a questa
opportunità. È piuttosto imbarazzante.
Miranda alza le spalle.
«Se sei convinta che
Ethan voglia andare al ballo con te, non vedo il problema.
Accetterà.»
Oddio, no, adesso cominciano
ad affiorare i dubbi… Beh, grazie tante, Miranda.
«Ehi, ragazzi.»
Larry Tudgeman si avvicina al
nostro tavolo. Uao, si è pettinato, stamattina. Se solo si cambiasse
quella vecchia camicia, ogni tanto…
«Miranda, posso
parlarti un attimo?», esordisce.
Sorrido alla mia amica. Ora
vedremo lei soffrire.
Miranda si volta verso di me
prima di rispondergli.
«Come? Credevo volessi
parlare con Lizzie…»
Le mollo un calcio sotto il
tavolo. Larry sembra non accorgersi di nulla.
«No», dice
tranquillamente, «volevo parlare proprio con te.»
«Beh… Ah…
Certo, vengo subito.»
Con uno sguardo atterrito,
Miranda si alza e lo segue. Sappiamo entrambe che Larry sta per invitarla al
ballo, e sappiamo entrambe che lei gli rifilerà una scusa qualsiasi e
rifiuterà. Conosco troppo bene la mia migliore amica, forse meglio di me
stessa.
Mentre Miranda si allontana
con Larry, io mi volto di nuovo verso Ethan e cerco di racimolare tutto il mio
coraggio. Gordo mi dà una lieve pacca sulla spalla.
«Non
preoccuparti», dice, «Miranda ha ragione. Se vuole andare al ballo
proprio con te, Ethan non rifiuterà il tuo invito.»
Annuisco, prendo fiato e mi
alzo.
Mi sembra di procedere al
rallentatore attraverso il cortile, mentre cerco di scegliere le parole adatte
a ciò che mi aspetta. Ma quando sono a pochi passi dal tavolo di Ethan e
sto già sfoderando il mio sorriso migliore, accanto al ragazzo dei miei
sogni appare Kate, come materializzatasi dal nulla. Mi blocco, sorpresa.
«Ciao, Ethan.»
Pronuncia il suo nome con un tono alto e chiaro, con l’evidente
intenzione di farsi sentire da tutta la scuola. «Mi chiedevo se non
avessi per caso voglia di venire al ballo della scuola con me, sabato.»
Trattengo il fiato e resto
immobile al mio posto. Speriamo che dica di no, speriamo che dica di no…
Nel silenzio generale, Ethan
guarda Kate e poi sorride. Quel sorriso che mi fa sciogliere, rivolto ad
un’altra, rivolto a Kate Sanders. Finalmente Ethan risponde.
«Sì, forte. Mi
piacerebbe.»
Sapevo che avrebbe detto
di… Un momento: ha detto di sì?
Torno a respirare mentre
guardo Kate sorridere melensa. Mi chiedo se sono destinata a dovermi fare da
parte tutte le volte. Non mi rimane altro da fare che voltare le spalle e
tornare al mio pranzo.
Ritorno al tavolo come un
automa e mi lascio cadere a sedere.
«Mi sa che sei arrivata
tardi, eh?», osserva Gordo.
Ma davvero? Strano, non me
n’ero accorta.
«Beh», sospiro,
passandomi le mani sul viso, «mi sbagliavo. Ovviamente, io non sono
abbastanza… Kate per andare al ballo con Ethan Craft. Nemmeno per
sperarci.»
«Lizzie», dice
Gordo a mezza voce, «tu sei fantastica così come sei, e lo sei
proprio perché tu sei tu, e non Kate.»
Lo guardo e cerco di sorridergli,
ma all’improvviso mi sento in imbarazzo. È sempre così,
ormai, quando Gordo mi fa un complimento qualsiasi. È così fin da
quella sera, quando Kate mi ha guardato e mi ha ordinato di aprire gli occhi,
spiattellandomi in faccia che Gordo ha una cotta per me.
Mi rifiuto categoricamente di
credere a una tale sciocchezza, ma… Ma lo ammetto, quelle parole non mi
danno pace.
Conosco Gordo da tutta una
vita, e non si tratta di un eufemismo. Siamo praticamente cresciuti insieme.
Lui è sempre stato il mio migliore amico, sempre al mio fianco, sempre
pronto ad aiutarmi e consolarmi. Quando ho avuto quella storia con Ronnie
Jacobs e ho provato la mia prima delusione d’amore, Gordo era lì.
Quando Ethan mi ha detto chiaramente che per lui sono solo un’amica, Gordo
era lì. È sempre stato lì. Ed è strano per me
pensare che in tutto questo tempo mi abbia nascosto di provare qualcosa per
me…
I miei pensieri vengono
bruscamente interrotti da un tonfo.
Miranda è appena
crollata sulla panca. Sospira e riprende in mano il suo vassoio.
«Bentornata. Che ti ha
detto Larry?»
Sì, lo ammetto, la sto
stuzzicando. Beh, devo pur cercare di tirarmi su il morale, no?
Miranda mi fulmina con lo
sguardo e si caccia in bocca una forchettata di patate al forno.
«Lo sai benissimo. Mi
ha invitata al ballo.»
«Tranquilla,
Miranda.» Sorrido con rassegnazione. «Non dovrai passare tutta la
serata da sola, sabato. Ci sarò io accanto a te. Purtroppo Kate mi ha
preceduto con Ethan.»
Miranda mastica più
lentamente.
«Ehm…
Lizzie…»
«Già, almeno
faremo tappezzeria insieme.»
«No…
Lizzie… Non hai capito…»
«Cosa non ho
capito?»
Riprende a masticare
furiosamente.
«Ecco… Ho
accettato l’invito di Tudgeman.»
Rimango
a bocca aperta. Ehi, un attimo solo: è proprio Miranda Sanchez a parlare
o un pericoloso alieno mutante che ha preso le sue sembianze per divertirsi
alle nostre spalle?
«Cosa hai fatto?»
«Ho dovuto
farlo», cerca di giustificarsi. «Tanto non ci sarebbe stato nessun
altro ragazzo disposto ad invitarmi, perciò tanto valeva dire di
sì a Tudgeman. Non mi piace affatto l’idea di andare al ballo
senza cavaliere, Lizzie.»
«Miranda, ma lo sai
cosa stai dicendo? Stiamo parlando di Larry Tudgeman, accidenti! Io gli
ho concesso un solo appuntamento e il giorno dopo lui era convinto che fossimo fidanzati!
Te ne sei dimenticata, forse?»
Deglutisce e comincia a
tossire, rischiando di strozzarsi. Gordo le versa un bicchiere d’acqua.
Miranda lo afferra e lo vuota in un solo sorso.
«Non… Non ci
avevo pensato», bofonchia tornando a guardarmi. «Oddio, Lizzie,
è terribile! Domani tutta la scuola crederà che io stia con Larry
Tudgeman! La mia reputazione è rovinata!»
«Se è questo che
ti preoccupa, sappi che lo crederanno già da oggi. Ad ogni modo, ormai
non puoi andare da lui e rimangiarti tutto. Non sarebbe carino nei suoi
confronti.» Mi passo stancamente una mano tra i capelli. «Beh, se
non altro tu non andrai al ballo da sola.»
«Ora non
disperarti», dice Miranda, preoccupandosi finalmente anche per me.
«Ci sono ancora tanti ragazzi disponibili.»
«Davvero?»,
ironizzo. «Ad esempio?»
Assume un’aria
concentrata e riflette per un momento. Poi il suo sguardo si posa su Gordo.
«Tu sei un ragazzo,
se non sbaglio.»
Sbircio l’espressione
di Gordo. Non saprei dire chi tra noi due è più imbarazzato.
Cerca di mostrarsi distaccato e a suo agio.
«Ti ringrazio per la
tua arguzia, Miranda, ma devo deluderti: ho promesso a me stesso di non andare
a quel ballo, in modo da dimostrare, a me stesso quanto agli altri, che tale
ballo non è affatto essenziale per lo studente.»
Miranda lo guarda, perplessa
dalla sua nuova strampalata teoria. Io cerco di tagliare corto.
«Non è un vero
problema il non avere un accompagnatore», confesso, voltandomi di nuovo
nella direzione di Ethan. «Ciò che mi dà più
fastidio è l’essere stata di nuovo superata da Kate, ancora una
volta. Proprio da quella che un tempo era una delle mie migliori amiche.»
***
Qualcuno bussa alla porta
della mia camera.
«Avanti», ribatto
senza alzare lo sguardo.
Con la coda dell’occhio
vedo mia madre entrare, chiudersi la porta alle spalle e dirigersi verso il mio
letto. Continuo a tenere gli occhi fissi sul libro che sto leggendo.
«Coraggio, Lizzie. Cosa
c’è?», comincia senza preamboli.
«Di cosa stai parlando,
mamma?»
«È tutto il
giorno che sei strana. A cena non hai praticamente aperto bocca e non hai mai
ribattuto alle frecciatine di tuo fratello. Decisamente, qualcosa non va. Sputa
il rospo.»
Sospiro, chiudo il libro e la
guardo.
«Pensavo solo al ballo
di sabato sera.»
Il suo viso si illumina.
«Oh, capisco. Problemi
con il tuo cavaliere, vero?»
Oddio, pensa che voglia
sfogarmi riguardo la persona che dovrebbe accompagnarmi al ballo. Si vede che
sarebbe felicissima di darmi qualche consiglio sugli uomini. Del resto,
è ciò che fa sempre: mettermi in guardia dai ragazzi di oggi.
«Beh, effettivamente
sì. Il problema è che il cavaliere non ce l’ho.»
Per un istante mi sembra
sorpresa. Poi mi sorride.
«Coraggio, tesoro, hai
ancora tempo per trovarlo. Vedrai quanti bei ragazzi ti inviteranno, nei
prossimi giorni. Avrai l’imbarazzo della scelta.»
«Può
darsi», la interrompo, «ma non potrò certo sperare
nell’invito di colui che vorrei mi invitasse, perché è
già impegnato. Non credo che riuscirei ad accettare di andarci con
qualcun altro. E il peggio è che anche Miranda è impegnata, per
cui non avrò nemmeno la sua compagnia. Mamma, sto seriamente pensando di
restare a casa, sabato.»
Mi fermo e riprendo fiato.
Non mi sono nemmeno resa conto di aver cominciato una delle mie tirate.
«D’accordo,
adesso calmati», dice la mamma. «E ascolta me. Il solo fatto di non
volere un altro cavaliere per il ballo non ti impedisce di andarci lo
stesso e divertirti. Lo sai che spesso i ragazzi migliori li trovi alle feste,
sprovvisti di una dama? Vedrai che anche stavolta andrà così:
sabato sera troverai mille ragazzi senza una compagna pronti a chiederti almeno
un ballo. Così, invece che avere un solo cavaliere, alla fine ne avrai
molti di più, un centinaio almeno.»
Mi sforzo di sorriderle. Mia
madre è bravissima a tirare su il morale alla famiglia. Ma, in tutta
sincerità, non credo proprio che stavolta seguirò il suo
consiglio.
Mi aspetta un lungo,
noiosissimo weekend domestico.