I
cinema bizarre ebbene si, non mi appartengono.
Per
enorme sfortuna mia e di Leena, mia sorella. XD
Niente
scopo lucro.
Tutto
inventato.
Vi
lascio qualche link ^.-
http://fanficstories.forumfree.net/ ß
dove potete trovare altre fan fic su di loro e non solo!
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=239452&i=1
ß
No one knew me
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=236708
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God knows I don’t wanna be an angel!
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Going Under {The last steps before…}
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=182387
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Nach dir kommt nichts
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=189252&i=1
ß
coming back.
Okay,
buona lettura ^^
Stringimi
ancora
Mentre ascolto le
ultime parole risuonare atone nella mia mente, sento il mio corpo perdere ogni
minima sensibilità.
No, non è
vero.
Urlatemi che non è
vero.
Chiudo gli occhi
fra le braccia di Yu, così maledettamente
accoglienti.
Il mio impeccabile
completo bianco ed oro è sporco, di terra, sangue,
rigetto.
I miei capelli
lisci ricadono disordinati e pieni di nodi sulle mie
spalle.
Mentre il mio viso
rispecchia il colore della luna alta in cielo durante la lunga
notte.
La luna splende,
sai?
Così come
splendevi tu.
Oh, merda, sembra
tutto così lontano ma terribilmente vicino.
La corsa in auto,
le frasi urlate con voce concitata.
Il mio disgusto,
la mia paura, il mio dolore e le mie lacrime uscire dalle mie membra,
svuotandole completamente, hanno salutato le mie cellule ed i miei organi nel
bagno squallidamente bianco di un ospedale.
La notizia è
arrivata da pochi secondi, pochi attimi nei quali mi sono lasciato cadere contro
il petto di Yu.
Il mio corpo
viaggia lentamente, ma la mente…beh, lei corre,
corre.
Corre a vedere
come sarà il mio futuro senza te, corre a guardare come sarò
io.
E non vede un
emerito cazzo.
Perché forse, come
mille volte ti avevo sussurrato a quell’orecchio chiaro, il tuo soprannome mi
ricordava il verbo inglese “splendere”.
Shin.
Probabilmente sei
tu la mia stella brillante.
E sfido io la
mente, a vedere qualcosa, se non c’è più il faro che mi indica la
strada.
Così
maledettamente giovane, piccolo Shin.
Così fottutamente
sensibile, piccolo Shin.
Così dolcemente
stupendo, piccolo Shin.
Così terribilmente
te.
Dio.
Dio, ma perché me
lo hai portato via?
A cosa cazzo
serve, ora, aggrapparsi a delle preghiere inutili?
A dei fioretti che
con tutto me stesso so di non poter mantere.
Cosa importa,
adesso?
Cazzo, avrei
voluto durasse di più.
No, non la tua
breve agonia.
La nostra breve
storia.
Il nostro dolce
amore.
Mi sembra ieri,
quando ti sei avvicinato a me e hai premuto timidamente le tue labbra sulle mie,
con un sorriso disegnato su di esse.
Staccandoti poi
velocemente, mi hai chiesto scusa.
Ed io che ho
fatto?
Ti ho messo una
mano dietro la nuca e ti ho attirato nuovamente a
me.
Magari non ero
innamorato.
Magari non
aspettavo quello.
Ma quel tuo
sfiorare di labbra, mi ha fatto scoprire un qualcosa che non avrei mai creduto
potessi trovare.
Un brivido lungo
la schiena.
Un’emoziono
incredibile nel solo toccarti.
E lentamente, ho
iniziato ad amarti.
Ad amar te, ad
amare il tuo sorriso.
Ad amar te, ad
amare i tuoi capelli
chiari.
Ad amar te, ad
amare il tuo corpo.
Ad amar te, ad
amare i tuoi tratti.
Ad amar te, ad
amare ogni singola fibra delle tue membra.
Ad amar te, ad
amare la tua risata.
Ad amar te, ad
amare il tuo essere strano.
Ad amar te, ad
amare la tua voce.
Ad amar te, ad
amare ogni tuo minimo pregio.
Ad amar te, ad
amare ogni più perfetto difetto.
Perfetto.
Difetto.
Sono in contrasto,
eh?
Eppure sono come
te.
Eppure sono come
la nostra vita.
Eppure solo come
la vita.
Eppure sono come
la nostra storia.
Amore, odio,
amicizia, difficoltà, simpatia, gelosia, rimpianti, tristezze, cattiveria,
dolcezza, carezze, sesso.
Ed è nato tutto in
così poco tempo, tutto dopo quel bacio semplice.
Avevi detto che
era da un po’ che mi amavi.
Che modo stupido,
pensai.
Che modo idiota
per esprimere un sentimento.
“Ti amo da un
po’”.
Risi quasi, in
quell’attimo.
Solo che poi girai
sui tacchi e me ne andai.
Perché?
Perché ero
imbarazzato.
Sapevo mi sarebbe
passata subita, questa vergogna.
Quella vergogna
stupida di sentirmi amato da un uomo.
Il giorno dopo
tornai da te con un sorriso dolce sulla bocca, e ti
baciai.
Ma non un bacio
qualsiasi, ma un bacio carnale.
Profondo.
Passionale.
Solo noi,
apparentemente.
Davanti a tutti,
su un maledetto palco, in realtà.
Mi staccai, ti
osservai.
Il silenzio ci
circondava.
Io smisi di
cantare.
Gli altri e te di
suonare.
E il pubblico
iniziò a rumoreggiare.
Risi, risi, risi,
finchè lo stomaco non mi fece male.
E poi tornai a
cantare, come un idiota felice.
Mentre ora piango,
piango, piango.
Fino a sentire gli
occhi gonfi chiedere pietà.
Mentre ora urlo,
urlo, urlo.
Fino a sentire la
gola bruciare terribilmente.
Mentre ora mi
dimeno, mi dimento, mi dimeno.
Fino a sentire il
corpo supplicare di smettere.
Mentre ora gemo di
dolore, gemo di dolore, gemo di dolore.
Fino a sentire le
braccia di Yu stringermi ancora più forte.
***
Mi trovo ancora
una volta in quel gabinetto anonimo.
Piegato di nuovo
sulla tazza, i capelli tenuti indietro da qualcuno.
Nuovamente
quell’odore arrivare dritto fino ai miei sensi.
Mi aggrappo
lentamente alla parete, mi asciugo le labbra con la manica ormai troppo sporca,
troppo piena di peccati anche solo per essere
ripulita.
Mi viene da
sorridere al pensiero.
Poi ritorno a
versare lacrime ormai asciutte.
-Shh, Seb, andrà
tutto bene, vedrai.-
Solo ora capisco
chi mi è al fianco.
Solo ora capisco
chi mi stringe forte a sé nonostante io sappia di vomito e
lacrime.
Luminor mi serra
le braccia attorno alla schiena, quasi cercando di farmi capire che lui c’è, che
ci sarà sempre.
Mi torna in mente
una frase di una canzone dei Rammstein.
Ti ricordi quanto
li amavi, Shin?
A volte ne ero
geloso.
Una leggera risata
esce dalle mie labbra schiuse.
Il tastierista
sembra stringere di più la presa.
Il fatto io stia
ridendo, non significa io stia bene.
Significa che o
sono uno psicopatico, o sto pensando a qualcosa di dannatamente
stupido.
Come la gelosia
nei confronti dei metallari tedeschi.
{…Der Vater hält das Kind jetzt fest
Hat es sehr an sich
gepresst
Bemerkt nicht dessen Atemnot…}
{…Ora il padre
tiene il bambino saldamente
Lo ho stretto forte a sé
Non nota la sua
difficoltà a respirare…}
Stretto.
Stretto in una
morsa.
Stretto in una
morsa fra le braccia.
Stretto in una
morsa fra le braccia di Lu.
Stretto in una
morsa fra le braccia di Lu, un amico.
Stretto in una
morsa fra le braccia di Lu, un amico al quale non si può
rinunciare.
Annaspo
leggermente nel respirare.
Sei forte, Lu,
vorrei esternare.
Esternare questa
frase ed esternare ogni emozione.
Ogni
pensiero.
-Perché non c’è
più?- sussurro con la voce impastata.
Silenzio.
È la prima domanda
alla quale non ti sento contrabattere.
Forse perché non
c’è un cazzo da capire e da chiedersi in un pazzo fanatico che arriva ad
un’apparizione e spara.
Il tuo
cuore.
Maledettamente
spezzato a metà.
Colpito.
“Vorrei lasciare
il gruppo, sai?”
“Come, come,
come?!”
“Si. Partire.
Andar via. Vivere.”
“E questo non è
vivere?”
“Non come desidero
io.”
Ho gemuto piano,
quel giorno.
Le voci sono
arrivate alle orecchie delle fan.
{…Ma la paura non conosce pietà…}
{…Doch die Angst kennt kein Erbarmen…}
La paura, come la
gelosia è una brutta bestia.
Non volendo tu te
ne andassi, piccolo Shin, ti hanno sparato.
Che cosa stupida
ed insensata.
Ucciderti nel bel
mezzo di uno show così che tu possa rimanere lì per
sempre.
E non lasciare il
gruppo.
“Non lascio più la
band.”
Io ho
sorriso.
“E come mai hai
deciso così?”
“Rimango solo
perché t’amo.”
Ti ho stretto
forte a me.
E pensare che me
lo hai detto pochi minuti prima di entrar in scena.
Destino del
cazzo.
Vaffanculo.
-Vorrei solo
stringerlo ancora una volta a me.- sussurro ancora, piegandomi in avanti e
crollando ancora a terra.
Ma le braccia di
Luminor sono lì, sottili ma forti e mi tengono sollevato dal pavimento
azzurrino.
-Arriverà il
giorno.-
Qualcuno bussa
alla porta.
-Felix, noi siamo pronti.- mormora Kiro facendo capolino.
-Arriviamo.-
risponde prontamente.
Mi solleva ancora
un po’.
-Ehi, Seb,
forza.-
Vero.
Quasi l’avevo
scordato.
Oggi c’è il tuo
funerale.
Chissà di che
colore saranno i fiori.
Sospiro piano.
***
Faccio il segno
della croce, recito una leggera preghiera.
Sia chiaro, non
per Dio che ti ha portato via.
Ma per
te.
E quasi ti sento
stringermi.
Il vento soffia
forte, rabbrividisco.
Ma non è freddo, è
emozione.
-Stringimi
ancora.- sussurro.
Ed è come
scorgerti annuire lentamente.
Ed la brezza si
alza, fino a scompigliarmi i capelli.
Sorrido appena, so
che tu sei qui.
-Non lasciarmi. E
continua a tenermi stretto a te.- dico in un
soffio.
Un soffio che si
perde nel vento, lo stesso che ha portato via la tua
anima.
Ho un solo
rimpianto.
Non averti ancora
detto una cosa che mi preme sul petto.
-Ti amo.- mormoro
al cielo.
Troppo
poco.
-Ti amo.- ripeto a
voce più chiara.
Ancora troppo
poco.
-TI AMO!- grido
fino a farmi male.
Perché è questa
sensazione di dolore che mi fa sentire ancora leggermente
vivo.
-Ehi, ho detto che
ti amo. E non che puoi smettermi di stringermi.- piego gli angoli delle labbra
in su.
Faccio
l’occhiolino ad un te immaginario e giro sui tacchi, camminando lentamente e
tranquillamente.
Per il semplice
motivo che so che te sei accanto a me.
E sono consapevole
del fatto che ci rimarrai.
ENDE
Fatemi sapere se vi è piaciuta ^^