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Autore: Siamo_infiniti    01/06/2008    19 recensioni
Ma non un bacio qualsiasi, ma un bacio carnale.
Profondo.
Passionale.
Solo noi, apparentemente.
Davanti a tutti, su un maledetto palco, in realtà.
Mi staccai, ti osservai.
Il silenzio ci circondava.
Io smisi di cantare.
Gli altri e te di suonare.
E il pubblico iniziò a rumoreggiare.
Risi, risi, risi, finchè lo stomaco non mi fece male.
[Cinema Bizarre]
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Shin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I cinema bizarre ebbene si, non mi appartengono.

Per enorme sfortuna mia e di Leena, mia sorella. XD

Niente scopo lucro.

Tutto inventato.

 

Vi lascio qualche link ^.-

http://fanficstories.forumfree.net/ ß dove potete trovare altre fan fic su di loro e non solo!

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=239452&i=1 ß No one knew me

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=236708 ß God knows I don’t wanna be an angel!

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=215056&i=1 ß Going Under {The last steps before…}

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=182387 ß Nach dir kommt nichts

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=189252&i=1 ß coming back.

 

Okay, buona lettura ^^

 

 

Stringimi ancora

 

 

 

Mentre ascolto le ultime parole risuonare atone nella mia mente, sento il mio corpo perdere ogni minima sensibilità.

No, non è vero.

Urlatemi che non è vero.

Chiudo gli occhi fra le braccia di Yu, così maledettamente accoglienti.

Il mio impeccabile completo bianco ed oro è sporco, di terra, sangue, rigetto.

I miei capelli lisci ricadono disordinati e pieni di nodi sulle mie spalle.

Mentre il mio viso rispecchia il colore della luna alta in cielo durante la lunga notte.

La luna splende, sai?

Così come splendevi tu.

Oh, merda, sembra tutto così lontano ma terribilmente vicino.

La corsa in auto, le frasi urlate con voce concitata.

Il mio disgusto, la mia paura, il mio dolore e le mie lacrime uscire dalle mie membra, svuotandole completamente, hanno salutato le mie cellule ed i miei organi nel bagno squallidamente bianco di un ospedale.

La notizia è arrivata da pochi secondi, pochi attimi nei quali mi sono lasciato cadere contro il petto di Yu.

Il mio corpo viaggia lentamente, ma la mente…beh, lei corre, corre.

Corre a vedere come sarà il mio futuro senza te, corre a guardare come sarò io.

E non vede un emerito cazzo.

Perché forse, come mille volte ti avevo sussurrato a quell’orecchio chiaro, il tuo soprannome mi ricordava il verbo inglese “splendere”.

Shin.

Probabilmente sei tu la mia stella brillante.

E sfido io la mente, a vedere qualcosa, se non c’è più il faro che mi indica la strada.

Così maledettamente giovane, piccolo Shin.

Così fottutamente sensibile, piccolo Shin.

Così dolcemente stupendo, piccolo Shin.

Così terribilmente te.

Dio.

Dio, ma perché me lo hai portato via?

A cosa cazzo serve, ora, aggrapparsi a delle preghiere inutili?

A dei fioretti che con tutto me stesso so di non poter mantere.

Cosa importa, adesso?

Cazzo, avrei voluto durasse di più.

No, non la tua breve agonia.

La nostra breve storia.

Il nostro dolce amore.

Mi sembra ieri, quando ti sei avvicinato a me e hai premuto timidamente le tue labbra sulle mie, con un sorriso disegnato su di esse.

Staccandoti poi velocemente, mi hai chiesto scusa.

Ed io che ho fatto?

Ti ho messo una mano dietro la nuca e ti ho attirato nuovamente a me.

Magari non ero innamorato.

Magari non aspettavo quello.

Ma quel tuo sfiorare di labbra, mi ha fatto scoprire un qualcosa che non avrei mai creduto potessi trovare.

Un brivido lungo la schiena.

Un’emoziono incredibile nel solo toccarti.

E lentamente, ho iniziato ad amarti.

Ad amar te, ad amare il tuo sorriso.

Ad amar te, ad amare i tuoi  capelli chiari.

Ad amar te, ad amare il tuo corpo.

Ad amar te, ad amare i tuoi tratti.

Ad amar te, ad amare ogni singola fibra delle tue membra.

Ad amar te, ad amare la tua risata.

Ad amar te, ad amare il tuo essere strano.

Ad amar te, ad amare la tua voce.

Ad amar te, ad amare ogni tuo minimo pregio.

Ad amar te, ad amare ogni più perfetto difetto.

Perfetto.

Difetto.

Sono in contrasto, eh?

Eppure sono come te.

Eppure sono come la nostra vita.

Eppure solo come la vita.

Eppure sono come la nostra storia.

Amore, odio, amicizia, difficoltà, simpatia, gelosia, rimpianti, tristezze, cattiveria, dolcezza, carezze, sesso.

Ed è nato tutto in così poco tempo, tutto dopo quel bacio semplice.

Avevi detto che era da un po’ che mi amavi.

Che modo stupido, pensai.

Che modo idiota per esprimere un sentimento.

“Ti amo da un po’”.

Risi quasi, in quell’attimo.

Solo che poi girai sui tacchi e me ne andai.

Perché?

Perché ero imbarazzato.

Sapevo mi sarebbe passata subita, questa vergogna.

Quella vergogna stupida di sentirmi amato da un uomo.

Il giorno dopo tornai da te con un sorriso dolce sulla bocca, e ti baciai.

Ma non un bacio qualsiasi, ma un bacio carnale.

Profondo.

Passionale.

Solo noi, apparentemente.

Davanti a tutti, su un maledetto palco, in realtà.

Mi staccai, ti osservai.

Il silenzio ci circondava.

Io smisi di cantare.

Gli altri e te di suonare.

E il pubblico iniziò a rumoreggiare.

Risi, risi, risi, finchè lo stomaco non mi fece male.

E poi tornai a cantare, come un idiota felice.

Mentre ora piango, piango, piango.

Fino a sentire gli occhi gonfi chiedere pietà.

Mentre ora urlo, urlo, urlo.

Fino a sentire la gola bruciare terribilmente.

Mentre ora mi dimeno, mi dimento, mi dimeno.

Fino a sentire il corpo supplicare di smettere.

Mentre ora gemo di dolore, gemo di dolore, gemo di dolore.

Fino a sentire le braccia di Yu stringermi ancora più forte.

***

Mi trovo ancora una volta in quel gabinetto anonimo.

Piegato di nuovo sulla tazza, i capelli tenuti indietro da qualcuno.

Nuovamente quell’odore arrivare dritto fino ai miei sensi.

Mi aggrappo lentamente alla parete, mi asciugo le labbra con la manica ormai troppo sporca, troppo piena di peccati anche solo per essere ripulita.

Mi viene da sorridere al pensiero.

Poi ritorno a versare lacrime ormai asciutte.

-Shh, Seb, andrà tutto bene, vedrai.-

Solo ora capisco chi mi è al fianco.

Solo ora capisco chi mi stringe forte a sé nonostante io sappia di vomito e lacrime.

Luminor mi serra le braccia attorno alla schiena, quasi cercando di farmi capire che lui c’è, che ci sarà sempre.

Mi torna in mente una frase di una canzone dei Rammstein.

Ti ricordi quanto li amavi, Shin?

A volte ne ero geloso.

Una leggera risata esce dalle mie labbra schiuse.

Il tastierista sembra stringere di più la presa.

Il fatto io stia ridendo, non significa io stia bene.

Significa che o sono uno psicopatico, o sto pensando a qualcosa di dannatamente stupido.

Come la gelosia nei confronti dei metallari tedeschi.

 

{…Der Vater hält das Kind jetzt fest
Hat es sehr an sich gepresst
Bemerkt nicht dessen Atemnot…}

{…Ora il padre tiene il bambino saldamente
Lo ho stretto forte a sé
Non nota la sua difficoltà a respirare…}

 

Stretto.

Stretto in una morsa.

Stretto in una morsa fra le braccia.

Stretto in una morsa fra le braccia di Lu.

Stretto in una morsa fra le braccia di Lu, un amico.

Stretto in una morsa fra le braccia di Lu, un amico al quale non si può rinunciare.

Annaspo leggermente nel respirare.

Sei forte, Lu, vorrei esternare.

Esternare questa frase ed esternare ogni emozione.

Ogni pensiero.

-Perché non c’è più?- sussurro con la voce impastata.

Silenzio.

È la prima domanda alla quale non ti sento contrabattere.

Forse perché non c’è un cazzo da capire e da chiedersi in un pazzo fanatico che arriva ad un’apparizione e spara.

Il tuo cuore.

Maledettamente spezzato a metà.

Colpito.

“Vorrei lasciare il gruppo, sai?”

“Come, come, come?!”

“Si. Partire. Andar via. Vivere.”

“E questo non è vivere?”

“Non come desidero io.”

Ho gemuto piano, quel giorno.

Le voci sono arrivate alle orecchie delle fan.

{…Ma la paura non conosce pietà…}

{…Doch die Angst kennt kein Erbarmen…}

La paura, come la gelosia è una brutta bestia.

Non volendo tu te ne andassi, piccolo Shin, ti hanno sparato.

Che cosa stupida ed insensata.

Ucciderti nel bel mezzo di uno show così che tu possa rimanere lì per sempre.

E non lasciare il gruppo.

“Non lascio più la band.”

Io ho sorriso.

“E come mai hai deciso così?”

“Rimango solo perché t’amo.”

Ti ho stretto forte a me.

E pensare che me lo hai detto pochi minuti prima di entrar in scena.

Destino del cazzo.

Vaffanculo.

-Vorrei solo stringerlo ancora una volta a me.- sussurro ancora, piegandomi in avanti e crollando ancora a terra.

Ma le braccia di Luminor sono lì, sottili ma forti e mi tengono sollevato dal pavimento azzurrino.

-Arriverà il giorno.-

Qualcuno bussa alla porta.

-Felix, noi siamo pronti.- mormora Kiro facendo capolino.

-Arriviamo.- risponde prontamente.

Mi solleva ancora un po’.

-Ehi, Seb, forza.-

Vero.

Quasi l’avevo scordato.

Oggi c’è il tuo funerale.

Chissà di che colore saranno i fiori.

Sospiro piano.

 

***

 

Faccio il segno della croce, recito una leggera preghiera.

Sia chiaro, non per Dio che ti ha portato via.

Ma per te.

 E quasi ti sento stringermi.

Il vento soffia forte, rabbrividisco.

Ma non è freddo, è emozione.

-Stringimi ancora.- sussurro.

Ed è come scorgerti annuire lentamente.

Ed la brezza si alza, fino a scompigliarmi i capelli.

Sorrido appena, so che tu sei qui.

-Non lasciarmi. E continua a tenermi stretto a te.- dico in un soffio.

Un soffio che si perde nel vento, lo stesso che ha portato via la tua anima.

Ho un solo rimpianto.

Non averti ancora detto una cosa che mi preme sul petto.

-Ti amo.- mormoro al cielo.

Troppo poco.

-Ti amo.- ripeto a voce più chiara.

Ancora troppo poco.

-TI AMO!- grido fino a farmi male.

Perché è questa sensazione di dolore che mi fa sentire ancora leggermente vivo.

-Ehi, ho detto che ti amo. E non che puoi smettermi di stringermi.- piego gli angoli delle labbra in su.

Faccio l’occhiolino ad un te immaginario e giro sui tacchi, camminando lentamente e tranquillamente.

Per il semplice motivo che so che te sei accanto a me.

E sono consapevole del fatto che ci rimarrai.

ENDE

 

Fatemi sapere se vi è piaciuta ^^

  
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