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Autore: fly90    13/01/2014    2 recensioni
Ilenia ed Elisabetta hanno portato con loro il piccolo Maurizio nell'aldilà ma non hanno fatto i conti con il desiderio di vendetta del bambino che ora cerca in tutti i modi di tornare sulla Terra per vendicarsi del fratello.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Ciao a tutti sono tornata con una nuova storia.

Sarebbe la continuazione della precedente storia che ho pubblicato: “La piscina.”

Ricordate Maurizio, il bambino che Ilenia ha portato con sé diciamo nell'aldilà?

Ebbene qui si parla di lui e del conto in sospeso che crede di avere col fratello.

Spero che vi piacerà anche questa storia.

Buona lettura.

Un bacio da Fly90.



1



Dietro la nebbia che aveva attraversato insieme ad Elisabetta, Ilenia e Yuri, Maurizio aveva trovato un nuovo mondo.

Era simile all'altro eppure diverso.

Lì i colori erano più forti, i profumi più inebrianti, la serenità più tangibile.

Era come se in quel mondo tutto fosse più forte e limpido rispetto all'altro mondo, quello che aveva conosciuto prima di morire.

Si, perché lui come gli altri che incontrava erano morti.

Ognuno per cause diverse, ognuno con un età diversa, ognuno ne arrivava da un posto diverso eppure una cosa li accomunava: erano tutti morti.

Spesso Maurizio si divertiva a socializzare con altra gente e quando ci riusciva si faceva raccontare com'erano morte.

Era un passatempo assai triste per un bambino di sette anni eppure non c'era molto altro di cui parlare in quel nuovo mondo come lo chiamava lui.

Così amava sedersi ed ascoltare le varie tragedie di ognuno ma quando osavano porgergli la stessa domanda in cambio otteneva solo silenzio.

A differenza della gente lui non aveva ancora accettato il fatto di essere morto.

Con la mente tornava a quel giorno, vedeva suo fratello Michele entrare nella loro camera trafelato e mostrargli il fucile del padre.

Michele aveva tredici anni ed era sempre stato affascinato dalle armi da fuoco.

Spesso aveva pregato il padre di fargli provare almeno una delle innumerevoli armi che il padre collezionava ma non ottenne mai il permesso.

Però quel giorno il padre non era a casa e Michele aveva scoperto dove nascondesse la chiave della fuciliera così aveva preso il primo fucile sul quale aveva potuto mettere le mani ed era corso nella camera che divideva con Maurizio.

Hai visto che l'ho preso? Guarda che bello!” Gli aveva detto con il sorriso che si andava allargando sul volto.

Maurizio l'aveva osservato a lungo meravigliato.

Col ditino aveva percorso la lunga canna liscia facendosi sfuggire un risolino.

Ti piace eh?” Michele l'aveva allontanato di un poco e si era messo a imitare il padre quando prendeva la mira facendo finta di sparare.

Posso giocarci pure io?” Aveva chiesto il piccolo tirando per il braccio il fratello.

Ma Michele sembrava non ascoltarlo perso com'era a divertirsi e immaginare chissà quali prede.

Dapprima Maurizio era rimasto bravo a guardarlo giocare aspettando con ansia il proprio turno e sbuffando di tanto in tanto per ricordare la propria presenza al fratello, poi spazientito aveva deciso di usare le maniere forti.

Si era parato davanti a quel ragazzino molto più alto di lui e aveva afferrato la canna del fucile iniziando a tirarla verso il basso nella speranza di avere la meglio.

Smettila di fare così che lo rompi!” Gli aveva gridato Michele strattonandolo a sua volta.

Nessuno dei due voleva lasciare l'oggetto all'altro così che si misero a lottare tra loro sempre più irruenti.

Maurizio era ancora piccolo mentre Michele era già un ragazzino ed era facile che avesse la meglio ma non aveva fatto i conti con la tenacia del fratello che non voleva assolutamente mollare la presa e strattonava con tutte le sue forze urlando e piagnucolando per averla vinta.

Fu un attimo, un gesto fatto senza volerlo, una disattenzione, una tragica casualità.

La mano di Michele scivolò sul grilletto e partì un colpo.

Si sentì un boato che scosse i vetri della stanza.

Michele rimase impietrito mentre guardava il fratello con gli occhi sgranati mentre un foro si disegnava al centro della fronte e la pallottola si conficcava nel muro alle spalle di Maurizio.

In realtà accadde tutto in un secondo ma a Michele parvero ore.

Vide tutto nei minimi dettagli, gli occhi del fratello che lo guardavano quasi accusatori ed il suo corpo a terra privo di vita.

Il silenzio colpì le orecchie di Michele come il peggior rumore mai sentito.

Si gettò a terra e scosse Maurizio.

Maurizio non fare il cretino! Alzati! È tutta colpa tua, ti avevo detto che l'avresti rotto così!” E lo scuoteva nella speranza di vederlo respirare, di sentirlo piangere ma niente, non successe nulla.

Il sangue usciva dalla ferita copioso sporcando il tappeto azzurro che la madre aveva comprato per

l'ambiente.

Ora era quasi tutto rosso e zuppo.

Non si accorse del tempo che passava finché i genitori non tornarono a casa e trovarono i loro figli in un lago di sangue.

Il silenzio venne rotto dalle urla e dai pianti della donna mentre il padre si chiuse nel mutismo piangendo e dandosi la colpa per la morte del bambino.

Michele restò abbracciato al fratello finché qualcuno non lo trascinò via a forza portandolo in un altra stanza lontano da quel cadavere steso a terra che sembrava accusarlo.

Questo era quello che Maurizio riusciva a ricordare con lucidità.

Erano cose che gli tornavano alla mente a poco a poco col tempo, pensandoci.

I primi tempi non ricordava nulla soltanto il boato e il dolore alla testa ma poi erano arrivati gli altri ricordi a delucidare tutto di quella giornata dove lui, a soli sette anni, era morto.

Ma non amava raccontare la sua morte perché ogni volta che ci pensava provava rabbia, una rabbia cieca verso suo fratello.

Era colpa sua se ora era lì in quel mondo fatto di morte, lontano dalla sua famiglia, solo.

Ma presto non sarebbe più stato lo stesso per Michele.

Ci doveva essere un modo per tornare indietro e lui l'avrebbe scoperto prima o poi.

Tornerò da te.” Sussurrava spesso come se potesse parlare direttamente col fratello, come se vedesse chiaramente il viso di Michele davanti a sé.

E sarebbe tornato per fargliela pagare ne era certo.





  
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