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Autore: _Death Angel    13/01/2014    2 recensioni
Tuttavia, il pensiero di Heathcliff non voleva lasciare la sua testa. Era lì da sempre, e vi sarebbe rimasto. Sarebbe finito con lei nella tomba.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Catherine Earnshaw, Heathcliff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non posso vivere senza la mia vita.
Come in ogni notte d’inverno, il vento e la pioggia scuotevano la flora di Wuthering Heights e le scure nubi coprivano il cielo. Nella proprietà dormivano tutti: Nelly, Joseph, il piccolo Hareton e persino Hindley, che, come sempre, prima di prendere sonno davanti al camino, aveva dato spettacolo del suo stato di ebrezza. Tutti tranne una. Catherine era nel suo letto a fantasticare tra i suoi libri. Era notte inoltrata, ma non le importava affatto. Era troppo presa a leggere qualche opera Shakespeariana per accorgersi del tardo orario e del rumore del vento che sbatteva sulle finestre. Più che altro rimuginava su un’unica frase, che l’aveva colpita fin troppo.

Occhi, guardatela un'ultima volta, braccia, stringetela nell'ultimo abbraccio, o labbra, voi, porta del respiro, con un bacio puro suggellate un patto senza tempo con la morte che porta via ogni cosa.

Pensò istintivamente ad Heathcliff. Era esattamente ciò che lei non era riuscita a fare. Lui era andato via senza preavviso e lei non era riuscita a far nulla per impedirglielo. Anzi, quasi le sembrava d’esser stata lei stessa la causa. L’aveva umiliato a sua insaputa, dicendo che sposarlo l'avrebbe degradata. Lasciò il libro e si sistemò sul cuscino, decisa a dormire. Tuttavia, il pensiero di Heathcliff non voleva lasciare la sua testa. Era lì da sempre, e vi sarebbe rimasto. Sarebbe finito con lei nella tomba. Chiuse gli occhi e provò a rilassarsi, a non pensare a nulla. Aggrottò le sopracciglia quando un rumore si distinse da quello prodotto dai rami che urtavano contro i vetri della sua finestra. Provò ad ignorarlo, ma si ripresentò subito dopo. Si alzò e diede un’occhiata alla finestra, spalancandola. Il vento gelido la colpì immediatamente, ma non le dispiacque. Amava il vento di Wuthering Heights, era selvaggio, proprio come lei. Diede un’occhiata al davanzale della finestra e vi trovò qualcosa che non proveniva di certo dai rami. Pensò inizialmente che fossero ghiande, ma prendendoli in mano ed esaminandone consistenza e peso, capì immediatamente che si trattava di sassi. Non fece in tempo a chiedersi come fossero finiti lì che subito ne arrivò un terzo. Si sporse per vedere chi fosse e notò una figura che le faceva cenno di scendere. Normalmente non sarebbe scesa mai e poi mai, tuttavia una sola speranza bastò ed avanzò per spingerla a vedere chi fosse. Chiuse la finestra, indossò uno scialle e scese, facendo molta cautela a non svegliare Hindley, che ormai russava con un gomito poggiato su un bracciolo di una sedia e la guancia sulla mano del suddetto braccio. Uscì di casa con altrettanta cautela e si guardò intorno: non vi era nessuno nei paraggi. Si strinse nello scialle: per quanto amasse il vento, il freddo notturno le intorpidiva comunque le ossa. Sospirò, pensando che fosse stata solo un’illusione dovuta alla stanchezza. Si voltò, decisa a rientrare in casa, quando la stessa figura le ostacolò la vista. Le bastò una parola, la sua voce per riconoscerlo.

“Cathy..”

In quel momento non percepì più il freddo. La sua voce, il suo modo di parlare, le era mancato terribilmente. Sentì qualcosa di caldo sulle guance. Solo qualche secondo dopo si rese conto che stava piangendo. Il nodo che aveva in gola non le impedì tuttavia di pronunciare il suo nome.

“Heathcliff!”

Gli saltò al collo, ridendo e piangendo allo stesso momento.

“Dove sei stato? Oddio, starai morendo di freddo! Vieni dentro, davanti al camino. Anzi no, c’è Hindley che dorme. Ma vieni comunque, ti farò un the e dormirai nella mia camera! Ti aspettavo, non vedevo l’ora che tornassi”

Cominciò a parlare ininterrottamente, gli prese la mano e si avviò verso l’entrata della proprietà, ma presto si accorse che Heathcliff non l’avrebbe seguita. Quest’ultimo ritirò il braccio.

“Non sono venuto per restare, Cathy. Volevo semplicemente vederti, farti sapere che sono vivo”

“Cosa?”

Chiese. Catherine non aveva minimamente badato alla seconda frase. La prima le era bastata a spezzarle il cuore.

“Come non sei venuto per restare? Questa è la tua casa, ci sono io! Perché non vuoi restare con me?!”

Diede una spinta ad Heathcliff, urlando, incurante del fatto che avrebbe potuto svegliare Hindley e causargli parecchi guai. Si prese il viso tra le mani e continuò a piangere. Non avrebbe sopportato una seconda separazione. Heathcliff la abbracciò e la strinse più di quanto avesse mai fatto.

“Hai detto che al momento sposarmi equivarrebbe a degradarti, vero?”

Catherine non rispose, vergognandosi delle sue stesse parole.

“Voglio sposarti, ma non voglio assolutamente degradarti. Per quanto doloroso, devo andare via da qui. Solo così potrò migliorare la mia condizione. In questo modo, non avrai bisogno di umiliarti. E sarà un onore per me essere degno della tua mano”

Nel dirlo, le accarezzò una guancia, provando, invano, ad asciugare le lacrime miste alla pioggia.

“Lo faresti davvero, per me?”

Sorrise Catherine, incredula alle parole che aveva appena udito. Lui, che mai era stato toccato dall’opinione altrui, si stava impegnando solo per essere degno di lei. Heathcliff annuì e ricambiò il sorriso.

“Cerca di fare presto”

Gli sussurrò, stringendosi al suo petto. Lui non si accontentò di un semplice abbraccio. Le prese il viso tra le mani e la fissò negli occhi, per quanto fosse possibile dato il buio.

“Che sia chiaro, Cathy. Sei l’unica cosa importante per me”

Ed era vero. Quante volte aveva subito i soprusi di Hindley solo per stare al suo fianco. E l’avrebbe rifatto mille volte. Ma era arrivato il momento di fare il passo decisivo, quello che gli avrebbe permesso di stare con lei per tutta la vita. La baciò, con tutta la passione di cui ardeva l’amore che provava per lei. E Catherine ricambiò, così come da sempre ricambiava il suo amore. Quell’amore sovrannaturale che sarebbe durato in eterno, superando persino l’ostacolo della morte.

“Però ho bisogno che tu mi aspetti”

Finì la frase solo dopo averle dato la prova di quello che aveva detto.

“Niente e nessuno può mettersi tra di noi. Né Linton, né Hindley, né Joseph, né nessun altro. Ti aspetterò fino alla morte”

Gli rispose Catherine, stringendogli le mani. Si scambiarono un ultimo, eterno sguardo.

Occhi, guardatelo un’ultima volta.

Lo abbracciò nuovamente, stringendolo a sé.

Braccia, stringetelo nell’ultimo abbraccio.

Poi alzò il volto, cercando i suoi occhi e poggiando di nuovo le labbra sulle sue.

E labbra, voi, porta del respiro, con un bacio puro suggellate un patto senza tempo con la morte che porta via ogni cosa.

“Ti aspetterò per sempre”

Ripeté. Heathcliff si staccò d’un tratto, si voltò e se ne andò, camminando a passo svelto, com’era solito fare. Catherine non poté far altro che rimanere ferma, sotto la pioggia, a guardarlo allontanarsi. Pian piano risentì il gelo penetrarle le ossa e le lacrime rigarle il viso. Avrebbe sofferto come non mai, ma avrebbe mantenuto la promessa.
Torna presto, ti prego. Non posso vivere senza la mia vita. Non posso vivere senza la mia anima.


Angolo autrice:
Salve! (:
Ho scritto questa one-shot la notte scorsa. Mi è passata tutta per la mente non appena ho finito di leggere il capitolo IX di Wuthering Heights
Vi prego di farmi notare eventuali errori, l'ho scritta praticamente di getto e riletta giusto un paio di volte. 
Spero non vi dispiaccia troppo. (:
Baci, 
_Death Angel
  
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